La storia della Chiesa

Indice

II. L'inizio di una nuova epoca

I due avvenimenti ( Codex Juris Canonici e Patti Lateranensi ) hanno segnato dunque, accanto alla conclusione di un'epoca della storia della Chiesa, anche un'intima trasformazione.

Il concilio Vaticano II, convocato nel 1962, è una prova che essa si è affermata nella Chiesa, cioè nel papato, nell'episcopato, nella teologia e nella pietà, con una considerevole profondità.416

Ciò va caratterizzato più da vicino.

1. a) Il suaccennato rinvigorimento dell'idea di Chiesa ( cap. I, 1 ) si manifesta nella forma più chiara nella situazione politico-ecclesiastica.

La forza morale del papato non è mai stata così grande come oggi.

Le personalità di Leone XIII, il papa della questione sociale, di Benedetto XV, il papa della pace e della carità, di Pio XI, il papa storico, di Pio XII, il papa orante e diplomatico, e infine l'ondata di simpatia voltasi tanto spontaneamente verso Giovanni XXIII, il papa della sorprendente ma conquistata semplicità, esercitano in questo campo il loro influsso come la realtà - in un'epoca di generale odio nazionalistico o perlomeno sfacciatamente predicato, in un tempo di brutale annientamento reciproco - dell'esistenza d'una potenza postasi al di sopra del caos, battutasi per portare ad esso la pace e, nella confusione politica e sociale del dopoguerra, rimasta l'unica potenza spirituale del mondo ancora sicuramente salda e in sé unita.

Tutto ciò si manifesta chiaramente nelle sempre più numerose rappresentanze diplomatiche che vengono mantenute presso la Santa Sede, nei concordati conclusi ( Germania 1933; Austria 1934; Portogallo 1950; Spagna 1953 ) e anche nell'atteggiamento condiscendente, per es., della Francia, dove la separazione fra Chiesa e Stato è andata perdendo sempre più il suo carattere anticlericale.

La cosa assume una particolare importanza in questo paese, poiché, insieme col rinnovamento interno della Chiesa da parte di circoli cattolici, l'azione di resistenza di notevoli forze cattolico-democratiche ( come per altro anche in Belgio, Olanda e Lussemburgo ) contro gli occupanti nazionalsocialisti ( 1940-45 ) ha contribuito in modo notevole ad aumentare l'influsso politico del cattolicesimo.

Il fatto che, nell'anno 1967, ad es., questo influsso, ancora avvertibile nel 1950, sia fortemente diminuito, denuncia una di quelle occasioni perdute, delle quali già s'è parlato, e costituisce al contempo una ulteriore prova storica della cattiva memoria collettiva dell'umanità.

b) In tutta l'Europa furono gradatamente eliminate le restrizioni ancora esistenti, alle quali la chiesa cattolica era soggetta nei paesi a maggioranza evangelica.

Il divieto di permanenza per i gesuiti, proclamato ancora dal Kultur-kampf, fu revocato in Germania nel 1917; esso vigeva soltanto in Svizzera.

Ma il referendum popolare, tenutosi il 20 maggio 1973, ha proclamato l'abolizione degli artt. 51 e 52 della Costituzione, che ne vietavano la presenza.

Nella Scandinavia sono state abrogate, negli ultimi anni, le leggi che operavano una nociva discriminazione nei confronti dei non appartenenti alla chiesa di Stato luterana.

c) Negli Stati Uniti d'America la Chiesa cattolica ha acquistato prestigio ed è in procinto di superare i gravi pregiudizi esistenti nei suoi confronti e risalenti al tempo dei « pionieri » puritani.

Nel 1960 è stato per la prima volta eletto presidente un cattolico, John F. Kennedy.

Un eccellente sistema scolastico che - dai giardini d'infanzia fino all'Università - comprende ogni tipo di scuola, contribuisce notevolmente al rafforzamento della vita cattolica e del suo influsso.

Non è facile stabilire, tuttavia, se sia ravvisata con sufficiente chiarezza la differenza intercorrente fra realtà cristiana di fede e morale sostenuta dalla religione.

2. Questi elementi positivi invero, in rapporto alla dissoluzione già ricordata, sono eccezioni, rappresentate da minoranze; ma sono qualitativamente notevoli, anzi addirittura, insieme con altri elementi, contrassegnano un'epoca. Mettiamo in rilievo alcuni punti.

a) Nel campo della filosofia va ricordato l'abbandono dello scetticismo, del criticismo, dello storicismo e del soggettivismo per l'oggettivismo in qualsiasi forma ( punto di partenza: la fenomenologia e la profonda esperienza della sterilità, anzi dell'azione essenzialmente distruttiva dell'atteggiamento precedente ).

Ma che si tratti di eccezioni lo dimostra soprattutto il fatto, per es., che è in modo speciale l'esistenzialismo417 a dominare in larga misura la vita intellettuale.

Esso può certo esigere di non essere confuso con il pensiero liberalistico dei tempi precedenti; ma, rifiutando in generale la garanzia scientifica della realtà oggettiva, come usa fare, conduce necessariamente ad un dissolvimento soggettivistico del pensiero, anche in campo teologico.

b) Sul piano etico: si passa dalla libertà sfrenata al riconoscimento dell'autorità o perlomeno ( in campo politico ) a una forma di dirigismo parlamentare sostanzialmente controllato; l'idea della responsabilità vincolante ha assunto proporzioni maggiori; qui viene resa giustizia a certi princìpi di Gregorio XVI e Pio IX, che al tempo della loro pubblicazione418 erano stati stigmatizzati, quasi universalmente, con un verdetto schernitore di arretratezza.

c) Sul piano religioso si ha una più profonda comprensione sia per il diritto dell'organizzazione in campo religioso ( quindi per « l'elemento ecclesiastico » ) sia per la specificità e il diritto proprio della realtà religiosa in genere ( v. cap. II ).

3. Un consolidamento dell'idea di Chiesa e di religione si manifesta pure nel campo dell'alta letteratura.

Il numero dei grandi letterati e filosofi ritornati alla Chiesa o che lavorano nel suo spirito ( Brunetière, Coppée, Huysmans, Bourget, Psichari, Claudel, Bernanos, Maritain, Du-bois, Edith Stein [ + 1944 ], Hedwig Conrad-Martius, cfr. anche Bergson; v. più avanti ), e anche delle opere dal contenuto religioso di altissimo valore letterario ( degno di nota è il nuovo tipo di agiografia ) sta a dimostrare specialmente in Francia ( renouveau catholique ) che, a poco a poco, gli intellettuali vengono riconquistati alla Chiesa.419

In Germania, l'inizio di un certo risveglio religioso nell'intellighentia si potrebbe far coincidere con l'apparire di Julius Langbehn ( « Rembrandtdeutsch » ), figura per altro non troppo univoca, che più tardi si convertì.

Espressione poeticamente preziosa del potere di attrazione e di trasformazione della Chiesa sono le opere di Heinrìch Federer, Reinhard ]ohannes Sorge, Konrad Weiss, Gertrud von Le Fort, Elisabeth Langàsser, Reinhold Schneider, Werner Bergengruen, Edgard Schaper.

La storia di eminenti personalità di convertiti degli ultimi tempi è una valida testimonianza della forza della fede cristiana.

Per l'Italia ricordiamo Giovanni Papini e specialmente il francescano Agostino Gemelli, fondatore dell'Università Cattolica di Milano ( un'impresa grandiosa anche sotto il profilo sociale ); per la Spagna Garcia Morente, per l'Inghilterra Chesterton, per la Danimarca Johannes Jorgensen, per la Francia Gabriel Marcel, Péguy e Madaule.

Figure come Simone Weil e Franz Werfel, che nonostante la convinzione di fede cattolica non varcarono la soglia della Chiesa ( per non avere nulla in più dei loro fratelli ebrei ), sono commoventi traduzioni di una nuova theologia crucis e di una dottrina, misteriosamente approfondita, del logos spermatikós.

4. All'interno della Chiesa vanno notate alcune tendenze di somma importanza: a) il movimento liturgico, inaugurato da papa Pio X, fa ritornare a poco a poco la devozione cattolica dalle pratiche individuali soggettive al culto comunitario ( incentrate in special modo nel sacrificio della santa messa ); b) il suo fiorire è stato favorito dal nuovo spirito comunitario ( della nuova generazione ).

a) Il movimento liturgico non è scevro di pericoli; esso potrebbe essere frainteso come obiettivazione dell'azione e della preghiera liturgica, in modo tale da far retrocedere oltre il dovuto la partecipazione e la dimensione personale.

Il movimento liturgico potrebbe anche dare origine, in determinate circostanze, ad una nuova divisione delle comunità: da un lato le persone colte, in grado di seguire e di capire la lingua e la meravigliosa struttura della liturgia e dell'anno liturgico, dall'altro il popolo che non ne viene facilmente a capo.

A questo punto, nello sviluppo, s'inserisce in maniera promettente il desiderio fattivo di rinnovare la liturgia o di presentare in forma nuova l'antico patrimonio liturgico.

Tentativi in tal senso li troviamo sia in America ( cfr. per es. l'assistenza pastorale ai soldati cattolici nella seconda guerra mondiale ) che in Belgio, Germania, Inghilterra e Francia e, quale punto di partenza, in Austria ( Pius Parsch, § 118, I, 1 ).

Il fatto poi che finalmente si sia energicamente pensato all'impiego della madre lingua nell'amministrazione dei sacramenti, come anche nella liturgia della parola ed eucaristica della messa, ha importanza sia nell'ambito cattolico sia in una prospettiva ecumenica, che può diventare enorme e vincere i pericoli sopra accennati.

Va ricordato, a questo proposito, anche il rinnovamento della liturgia della Settimana Santa che, sia nella sua struttura, come nella collocazione nel tempo, vuole garantire una più intensa partecipazione del popolo e che, perfino nella liturgia, nel suo senso più stretto, prescrive ora l'uso della lingua volgare e la cooperazione attiva dei fedeli.

Il risultato di tutte le tendenze e le aspirazioni in questo senso, alle quali ha spianato la strada l'incremento della scienza liturgica, è dato oltre che dalle diverse edizioni popolari del Messale e dalle sue traduzioni, in una delle lingue moderne, dall'edizione nuova, curata da tutte le diocesi tedesche, di un « libro di preghiere e canti » il cui livello e la cui profondità sono notevolmente migliorati nei confronti del passato.419a

b) Di grandissima importanza ( e un avvenimento di carattere storico-ecclesiastico ) è la pubblicazione, in Germania, di un nuovo Catechismo, elevato dall'astratta correttezza di prima a una nuova fecondità religiosa,420 e a tutt'oggi tradotto in molte lingue e usato in Danimarca, in Svezia, in Giappone e nelle missioni.

Altri catechismi si trovano in cantiere in Francia, Olanda,420a Lussemburgo, Belgio, Italia e Inghilterra.

L'elemento più notevole, in tutto ciò, è una vita ecclesiastico-religiosa di matrice palesemente nuova.

Non deve meravigliare che le soluzioni veramente valide non vengano raggiunte dappertutto al primo tentativo ( cfr. le gravi controversie interne nella chiesa francese provocate dal Catechismo ).

c) Una potente espressione di pietà cattolica è la devozione mariana, che dal secolo XIX è andata sempre più aumentando.

Con centri eminenti di preghiera e di penitenza come Lourdes e Fatima,421 visitati ogni anno da milioni di pellegrini, e con la devozione alla Madre del Signore, estendentesi su tutta la terra e che ritorna regolarmente durante l'anno, essa assume una importanza imprevedibile per un approfondimento cristiano-religioso.

In seguito alla proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione, nel 1854, e dell'Assunzione della Madonna, nel 1950, essa penetra profondamente nella vita di fede ( e perfino nel metodo della teologia ).

La pratica di questa pietà, tuttavia, col fervore non disciplinato, da adito anche ad apprensioni.

d) Nel settore della pietà popolare, l'ufficiale proseguimento di concezioni medievali relative ai santi protettori, per determinati casi e per determinate sfere della vita umana, potrebbe essere un tentativo di reazione alla secolarizzazione nel pensiero ( san Giuseppe protettore dei lavoratori; l'arcangelo Gabriele protettore dei mezzi di comunicazione; san Giuseppe da Copertine patrono dei voli spaziali ).

Anche in questo campo il nostro tempo ha dato energici impulsi per un movimento verso il centro ( festa di Cristo Rè ).422

5. Dopo la prima guerra mondiale, gli ordini religiosi hanno conosciuto un'eccezionale rifioritura.

Il fallimento di una civiltà esteriorizzata, l'evidenza della sua vanità, l'esperienza del vuoto intimo della vita meccanizzata hanno provocato allora una reazione, che si è tradotta in un ritorno alla religione e alla Chiesa.

Questo fatto si è nutrito ed è coinciso col destarsi di una nuova comprensione per l'autentica vita spirituale ( lo dimostrano la Germania, la Francia, l'Inghilterra ).

È stato un risorgere di antichi monasteri già abbandonati e caduti in rovina.

In Germania, il monastero di Maria Laach è diventato un focolaio di vita spirituale, realizzando all'incirca ciò che una volta aveva costituito la ragione d'essere di simili luoghi: essere focolai d'intensa vita religiosa e intellettuale e risvegliare tale vita anche lontano.

Un parallelo in campo liturgico e scientifico-liturgico è l'abbazia benedettina di Beuron,423 per la Francia Solesmes e, recentemente, le Saulchoir dei domenicani.

A questo proposito ha acquistato una certa importanza in Germania l'« Associazione dei laureati cattolici » ( Katholischer Akademikerverband ) e l'insigne lavoro del lungimirante Karl Muth con la rivista Hochland, da lui pubblicata.

Per la Francia esiste, da alcuni decenni, una schiera di analoghe pubblicazioni cattolico-culturali, nelle quali si esprime la nuova fioritura, non per ultimo nel tentativo di rendere il laico completamente attivo nella vita della Chiesa, in conformità alle direttive di Pio XI.

6. a) La teologia cattolica, a partire dall'inizio del secolo, ha subito, in misura sempre crescente, una crisi in senso positivo.424

L'elemento di gran lunga più importante è il nuovo incontro con la parola della Bibbia e il ripensamento, basato su di essa, delle materie fondamentali della Rivelazione.

C'è da sperare che le importanti ricerche storiche sulla Scolastica e questo nuovo incontro con la Sacra Scrittura abbiano ora a portare a una specie di coronamento, con la rinascita di una teologia cattolica, di livello elevato, a cui anche i laici possano accedere in numero sempre crescente e in modo attivo.

Incoraggiante è già, peraltro, il fatto che oggi questa teologia venga liberandosi dalla cosiddetta neo-scolastica ( una teologia espressamente di scuola ),425 deficiente tanto dal punto di vista scientifico che religioso, e che, accanto ad essa, si venga sviluppando tutta una buona letteratura spirituale di carattere religioso-teologico ( anche qui con la preziosa collaborazione dei laici ).

Nella teologia è stata la Francia426 ad aprire una nuova via.

Nella teologia storica, studiosi cattolici si sono energicamente inseriti nell'indagine della Riforma e della Controriforma, spezzando anche qui il ghetto, dopo aver inaugurato e portato avanti con ampio respiro la ricerca sulla teologia medievale ( § 117 ).

b) A questa realtà corrisponde da parte protestante una ricchezza di iniziative che, come risultati culturali, sono veramente sorprendenti, ma che nella loro confusione e molteplicità, se non addirittura contraddittorietà, costituiscono anche un serio pericolo per l'annuncio della Rivelazione; il fatto che, oltre a ciò, si giunga perfino a negare certe realtà di salvezza che sono essenziali e si predichino queste concezioni dalle cattedre delle facoltà teologiche, non è altro che una minaccia per la sostanza della dottrina cristiana.

7. Quest'ansia di rinnovamento nell'area cattolica ha trovato espressione anche nella ricerca di nuove forme di arte sacra.

L'illuminismo da una parte e la secolarizzazione delle corti, inclini al rococò, avevano ucciso l'arte religiosa; il XIX secolo non aveva avuto la forza di creare qualcosa di nuovo e di duraturo ( § 112, II, 2 ).

Ora sta sorgendo - sulla scia dell'arte, più artificiosa che autentica, ma nonostante tutto importante, dei benedettini di Beuron, inaugurata dal P. Desiderius Lenz - un'arte nuova ancora un po' sprovveduta e spesso ardita, che è ricca di ispirazione religiosa e di nuovo attenta al messaggio evangelico e al senso dell'annuncio della Chiesa; arte che si dischiude nuovamente alla comprensione per l'aspetto figurativo delle cose create e per il valore intrinseco della materia artistica e che perciò si trova legittimamente alla ricerca di un nuovo linguaggio artistico.

Le sollecitazioni più immediate le vengono soprattutto da modelli primitivi e del primo Medioevo.

Quest'arte ha già dato delle convincenti prove dello spirito che la anima nella pittura ( Karl Caspar, Ruth Schaumann, Roftault, Chagall, la nuova vetrocromia ), nell'architettura sacra ( Dominikus Bohm ) e nella scultura ( Eugen Stenge ).

Soltanto i miopi possono pretendere, dopo una così lunga aridità, un raccolto improvviso e abbondante; si perverrà a risultati validi se ai tanti talenti verranno affidati grandi compiti, concedendo loro libertà di espressione.

Questo è stato recentemente dimostrato in Francia, in maniera davvero audace, affidando ad artisti ultra-moderni, e addirittura non cristiani, come Matisse e Le Corbusier la decorazione e la progettazione di cappelle, chiese ( Ronchamp ) e monasteri ( convento dei domenicani presso Lione ).

Quando la vita religiosa è veramente profonda, anche l'arte religiosa può raggiungere altezze sublimi e rendere testimonianza di quella vita stessa.

Poiché l'ambiente non sollecita più il singolo artista ( meno ancora lo sostiene ), come invece succedeva in tempi più remoti, oggi più che mai l'elemento decisivo sta proprio nel valore religioso dell'artista stesso.

Per forza di cose i tentativi e l'apertura verso forme sacrali nuove, che possano acquistare una certa validità universale nell'architettura, riescono più difficili che in ogni altro campo.

Tuttavia, in una diversissima gradazione di « modernità » che si spinge fino a creazioni di una spregiudicata arditezza ( v. sopra ), incontriamo un grande numero di opere stimolanti.

In molte di esse si manifesta un tratto fondamentale e meglio ancora una esigenza fondamentale della odierna umanità, che ci fa sperare nonostante la grave problematicità: si cerca soltanto il genuino, il nobile, il sobrio.

L'artista cristiano oggi deve anche prendere posizione nei confronti degli elementi espressivi dell'arte astratta.

In quanto indice di una perdita di molti contenuti, non è certo gran che lontana dall'agnosticismo e dal caos.

Tuttavia non si può dimenticare l'assidua e leale ricerca, che caratterizza molti di quegli artisti e che in parte sotto un'ascosi non comune si dimostra autentica.

8. Tutti questi movimenti, tentativi e realizzazioni di vita cattolica presentano notevoli differenze da paese a paese, non sono mai completamente assenti e caratterizzano in modo decisivo il quadro generale della vita culturale.

Altri deboli sintomi esteriori, oltre le realizzazioni suaccennate, sono anche le molteplici federazioni cattoliche internazionali ( degli studenti, delle donne, della gioventù operaia, degli Amici cattolici della pace, Pax Romana ).

a) Grandiose manifestazioni esterne della religiosità cattolica sono i Congressi eucaristici internazionali.

Che tutti si schierino intorno al più religioso di tutti i misteri e volgano il fervore delle loro preghiere alla riunificazione nella fede, è certo una gran cosa.

Che il risultato religioso vada oltre l'entusiasmo e la pomposità esteriore devono ancora mostrarlo attraverso i loro frutti.

Quanto profondamente sia inteso questo nuovo orientamento, lo ha dimostrato il Congresso eucaristico internazionale di Monaco del 1960, col motto prò mundì vita.

È stata una fatica non indifferente superare tutto quanto era puramente « rappresentativo », mediante una pietà informata alla liturgia, che, nella celebrazione dei Sacri Misteri ( = tutto nel nostro Signore Gesù Cristo e per mezzo di lui ), nella commovente e grande manifestazione del movimento ecumenico Una-Sancta e nella omelia d'ispirazione biblica, tenuta in tedesco dal legato pontificio, ha incontrato la comprensione e la simpatia dei fratelli cristiani separati.

b) Tutto questo enorme lavoro poggia sul grande programma di Leone XIII e da esso riceve forza di propulsione: riconquista della « cultura » per la Chiesa e attraverso la Chiesa.

Ma il compito, in relazione alle mutate condizioni spirituali, è visto ora sotto un'altra luce: la fede, il pensiero e l'agire cattolici debbono operare, in base ai propri princìpi, una trasformazione della vita, tenendo conto di tutte le realtà.

Lo studioso, l'uomo di legge, il parlamentare, l'economista, il medico non devono accontentarsi di essere anche cattolici, ma come medico, uomo di legge, parlamentare, devono essere cattolici, pensare e agire da cattolici.

Agli albori del Medioevo, la Chiesa fu la prima ad organizzare la società; nello stesso modo, oggi - dopo che per tanto tempo civiltà e religione sono procedute separatamente, e talvolta ostilmente - occorre adoprarsi affinché tutti gli aspetti della vita possano trarre preziosi frutti dalla ricchezza del pensiero cristiano-cattolico e quindi cattolico-ecclesiastico.

Non più nella vita un particolare compartimento stagno con la scritta « religione », ma la religione come fondamento e nucleo centrale: vita religiosa.

A questo punto si può scorgere con particolare chiarezza come un contatto creativo con tutta la vita culturale del mondo costituisca la premessa indispensabile per una riuscita.

Che questo problema venga posto in termini identici, sia da parte cattolica che protestante, rappresenta una grande speranza, come pure il fatto che da parte cattolica quelle finalità non siano più caratterizzate da un atteggiamento polemico nei confronti del protestantesimo, del quale purtroppo spesso siamo stati costretti a parlare.

9. È evidente che tutta questa prospettiva include a priori anche i laici, e non solo come oggetto passivo.

a) Anche in questa verifica dei dati di fatto la considerazione spassionata impone delle riserve e delle limitazioni che, in parte, sono già state preannunciate.

Pur prescindendo dalle paurose perdite causate dal bolscevismo, neppure in Occidente il mondo della cultura e della scienza è stato riconquistato in maniera decisiva; il mondo dei lavoratori, delle fabbriche e delle miniere è andato quasi interamente perduto per la Chiesa; la maggior parte di essi le è ostile o estraneo, anche oggi, in tutti i paesi europei.

E quello che con insistenza chiama se stesso « mondo moderno », si considera volentieri staccato dalla Chiesa « inceppata nei dogmi »; per il campo della cultura e delle scienze storiche abbiamo posto sufficientemente in evidenza il predominio del relativismo e del liberalismo.

La questione di fondo deve essere posta nei confronti della vita di fede degli stessi cattolici.

Per riportarla a una vera rinascita Pio XI ha dato la ricetta più esauriente: educare la coscienza cattolica a sostenere la prova.

Realizzazione del sacerdozio universale.

È chiaro che le difficoltà sono senz'altro enormi.

Sul piano teoretico è da riconoscere, ma anche da delimitare, l'autonomia della vita economica e, in generale, della vita culturale.

Sul piano pratico occorre suscitare un serio movimento religioso quale è richiesto da una vera opera di ricostruzione cristiana.

Siamo appena agli inizi.

Le spinte positive, anche se talvolta tumultuose, quali si presentarono immediatamente dopo la fine delle due guerre mondiali e anche nella lotta della Chiesa contro il nazionalsocialismo negli anni trenta, che facevano sperare una generale rinascita cristiana e per noi una rinascita cattolica, sono in gran parte sfumate.

La fedeltà alla Chiesa ( nel senso soprattutto di comunità ontico-religiosa ) e il riconoscimento della sua autorità hanno ceduto nuovamente il posto ad un atteggiamento per molti aspetti soggettivamente ancorato.

b) Le spaventose rovine morali e religiose causate dal criminale piano di Hitler, equiparabili ad una rovina, corrodente tutto il mondo nello stesso principio dell'ordine, gli irreparabili danni materiali arrecati dalla seconda guerra mondiale e le sofferenze indicibili, da essa causate sui teatri di guerra dell'Europa, dell'Africa settentrionale e sui mari, - in Germania e in tutti i paesi occupati e oppressi da Hitler, - dopo la guerra mondiale in molti campi di prigionia, sulle strade dell'est nella Prussia orientale, nella Slesia e in Russia, dove milioni di profughi in esodo furono strappati senza pietà dalla patria e condannati alla fame, al freddo, alla miseria e alla morte o furono deportati nei campi di lavoro della Siberia, tutto questo dolore e la nera disperazione che ne scaturì, hanno profondamente divelto dalle fondamenta le forze costituite e gli ordinamenti.

D'altra parte, la ricostruzione, resa necessaria da tutte queste devastazioni, di molte città europee, dei mezzi di comunicazione, delle scuole e delle università, soprattutto delle fabbriche, ha per molti anni concentrato tutte le energie principalmente sui problemi inerenti all'esistenza materiale, poi sul tenore di vita, il più possibile elevato.

Tutto ciò ha indotto molti strati di persone a prendere meno sul serio i problemi religiosi e in una certa area i problemi dello spirito in genere ( ciò vale non per ultimo anche per la Germania che, partendo quasi da un disperato nulla, con l'aiuto dell'America riuscì a far registrare una ripresa economica che potrebbe definirsi quasi inverosimile ).

Sebbene eminenti figure in posti chiave di governo abbiano professato ( Adenauer, De Gaulle, Kennedy ) o professino tuttora la fede cattolica, o molti uomini attivamente evangelici si sforzino di prestare il loro servizio alla vita civile secondo i dettami della fede, rimane tuttavia un fatto inoppugnabile che la maggioranza dei rappresentanti della civilizzazione europea, nella vita pubblica debbono essere qualificati « senza fede » nel senso del Credo cristiano e anche di ogni vera rivelazione.

Poiché questo è il quadro della vita pubblica, rimane aperto l'interrogativo: le forze religiose descritte sono sufficientemente creative per realizzare appieno la « svolta storica »?

Questo « appieno » non si riferisce qui, è naturale, a una riconquista di tutta la civiltà da parte del cristianesimo e della Chiesa cattolica; aspettarsi questo sarebbe un'utopia.

Ecco quanto la Chiesa cattolica intende come fine e possibilità: che la forza cristiana esistente si sprigioni e aumenti in maniera tale che la vita del mondo, di quello occidentale anzitutto, venga da essa decisamente fatta lievitare e plasmata.

10. Ma questo compito esige prima una rigenerazione delle stesse forze cattoliche, e cioè il portare a compimento le spinte positive di cui abbiamo parlato.

Anzitutto però - non ci stancheremo mai di ripeterlo - è il corso stesso globale della civiltà moderna, intesa in senso culturale-morale-religioso, ad esercitare un'intensa azione nell'area cattolica; accanto ai tentativi di rinnovamento prosegue parallelo lo svuotamento morale e religioso.

Secondo la parola della Bibbia, infatti ( Ap 3,16 ), il peso più grave dell'esistenza cristiana è costituito dalla « tiepidezza ».

Al giorno d'oggi si tratta, da parte cattolica, di quello che si è soliti designare come « ecclesialità periferica », e che, secondo le statistiche, penetra in generale sempre più diffusamente dalla periferia al centro.

L'aiuto qui può venire soltanto dall'interiorizzazione, dal consolidamento del nucleo centrale essenziale da parte del « piccolo gregge ».

In molti cattolici si attesta in maniera spaventosa l'interpretazione autonoma ( l'auto-dispensa ) di taluni precetti della Chiesa nella propria vita ( soprattutto nella vita matrimoniale ).

D'altra parte, il dissolvimento religioso, morale e sociale un tempo predicato dagli intellettuali va propagandosi ora verso il basso.

Il tramonto della religione, della vita « cristiana » nelle campagne e fra il « popolo » ha raggiunto proporzioni disastrose; esso è tanto più pericoloso perché molti ecclesiastici non avvertono a sufficienza lo scadimento della sostanza, ne si danno pensiero di ristrutturare dalle basi un'azione liturgico-religiosa del tutto antiquata ( e praticata per abitudine ) per dar luogo a una nuova vita.

Gli sfollamenti dalle città minacciate dalle bombe nella guerra di Hitler e la meccanizzazione, che soltanto alcuni decenni fa non si sarebbe certo sospettata, hanno contribuito a diffondere questi fenomeni di dissolvimento; il liberalismo di ieri e di oggi rifiorisce nelle campagne, la differenza fra paese e città sta gradatamente scomparendo.

L'immoralità della letteratura, della stampa, del cinema, dei rotocalchi incide profondamente anche nella vita dei villaggi.

11. a) Dove sono ancora vive esigenze ed energie religiose, esse si sono volte in misura preoccupante a strutture pseudo-religiose.

Nelle sfere colte e non colte è andata formandosi attraverso sètte disparate ( o formazioni settarie ), attraverso le forme molteplici dello spiritismo, anche tramite la teosofia e l'antroposofia, una serie di surrogati della religiosità cristiana cattolica.

Un agguerrito soggettivismo fa qui una pericolosa concorrenza alla Chiesa.

Lo zelo pseudo-religioso e missionario che li sottende - pur nella sua invadenza - non raramente desta stupore ( v. per es., i Testimoni di Geova ).

b) La esperienza dell'assurdità della vita moderna si è tradotta anche, negativamente, in un paralizzante pessimismo di ordine teoretico e pratico.427

Esso è diventato una crisi vitale dell'umanità.

Il predominio di forze sataniche nel nazionalsocialismo e nel bolscevismo,428 alle quali l'umanità inerme sembrò o sembra ancora essere votata, lo sviluppo dei mezzi tecnici di distruzione, con cui l'umanità pare essersi procurata la possibilità dell'autodistruzione fisica, colpiscono fino al midollo questa generazione sradicata.

La proclamazione da parte della Chiesa ( e in particolare dei papi ) della dignità dell'uomo ( nonostante la sua inclinazione al peccato ed in esso ) fa parte ora più che mai delle forze ormai indispensabili al mondo ( sotto questo punto di vista, il dogma - così acremente impugnato da tanti cristiani evangelici - dell'Assunzione corporea di Maria in cielo, potrebbe essere più profondamente valorizzato ).

12. a) Infine, tutta la vita è stata dominata da quel fattore che ha segnato l'inizio dell'allontanamento dei popoli dalla Chiesa: il nazionalismo.

Durante e fra le due ultime guerre esso ha degradato, anche tra le file dei cattolici, più d'una volta la religione dell'amore ad ancella dell'inimicizia.

La severa condanna da parte del papa dell'Acro» frangaise diretta dall'ateo Maurras ( decretata nel 1914, ma resa di pubblica ragione solo nel 1926 ) e la minaccia di scomunica a tutti quei cattolici che avessero continuato ad appartenervi, furono un monito precorrente i tempi.

L'esperienza del mostruoso regime hitleriano in Germania, estremisticamente nazionalistico, esasperato dal razzismo ( 1933-45 ) e talune manifestazioni parallele, anteriori e contemporanee, di diabolica onnipotenza dello Stato dimostrano quanto questo pericolo prendesse piede.

Giustamente è stato detto che là dove il nazionalismo si trasforma in divinizzazione dello Stato, e quindi in naturalismo, viene a costituire la più grave delle moderne « eresie ».

Subito dopo la seconda guerra mondiale questo nazionalismo ha imperversato anche nell'odio più accanito fra cristiani quando, per es., all'espulsione del clero tedesco secolare e regolare e di monache tedesche dalla Prussia orientale, dalla Slesia, dai Sudeti e dalla Transilvania, collaborò anche il clero secolare e regolare orientale, in una maniera che costituì uno scherno per l'amore cristiano.

Tenere lontano il sentimento nazionale da un tale pervertimento è compito di un patriottismo illuminatamente cristiano e occidentale.

In effetti è andato sviluppandosi recentemente, molto più in fretta di quanto non sia avvenuto dopo la prima guerra mondiale, un rapporto di reciproco perdono fra le parti della cristianità occidentale.

Le prime mani che hanno aiutato il popolo tedesco, completamente prostrato, a risollevarsi son venute da sfere ecclesiali straniere.429

Nell'imponente, incalcolabile azione caritativa di soccorso proveniente dall'America in favore di quanti soffrivano la fame e il freddo, dei senza tetto, degli ammalati, degli « sradicati » in Germania, l'amore cristiano di tutte le differenti confessioni si è espresso in una maniera stupenda e piena di promesse.

b) Un caso a sé è costituito dalla situazione religiosa ed ecclesiastica nella vita nazionale di Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda.

In questi paesi il cattolicesimo è religione di Stato; essi sono chiusi ad ogni altra religione, segnatamente al protestantesimo, in tal modo da sollevare gravi problemi per il nostro tempo.

c) La situazione è al limite in Spagna.

Purtroppo è pressoché impossibile - come insegnano colloqui con spagnoli non prevenuti - illustrare in maniera adeguata a chi non è spagnolo appena i dati di fatto, men che meno poi avviarlo a capirne la problematica interna.

Certe realtà però dovrebbero chiaramente esser tenute presenti:

1) la maggioranza dei capi delle comunità evangeliche in Spagna ( come in Italia ) sono stranieri;

2) non pochi sul piano politico sono pronunciatamente « di sinistra » e in contrasto col governo.

Quando cristiani evangelici in pubblici discorsi anticattolici mendicano ostentatamente il plauso dei comunisti, compromettono gravemente il disinteresse del loro zelo per il Vangelo;

3) forse la cosa capitale è la seguente: questi popoli, dal punto di vista cristiano, sono in tale maggioranza cattolici che il lavoro missionario di circoli evangelici costituisce più pericolo per la fede dei cattolici di quanto non possa rappresentare una conquista positiva per la causa cristiana.

Certo, nessun valore nazionale può mai venire posto a confronto con l'unica perla del Vangelo.

Tuttavia, una nazione, che viva integralmente e unitariamente, attingendo a un'unica radice cristiana, costituisce un alto valore per l'intero cristianesimo.

È una cosa questa da ricordare, anche se sappiamo che questa posizione non è quella della totalità della popolazione;

4) il rispetto per la convinzione religiosa di ogni uomo deve essere sacro per principio; il rifiuto della venerazione della Madonna, da parte dei protestanti, per es., dovrebbe essere espresso in questi paesi con una estrema delicatezza.

La situazione psicologica generale, e perciò anche la possibilità di accostarsi ad essa, differiscono notevolmente da quanto vale in Germania, il cui clima spirituale è profondamente caratterizzato dalla coesistenza delle confessioni cristiane.

d) Ma detto questo, va messo in evidenza, con altrettanta chiarezza, l'altro aspetto essenziale che ancora rimane: il dovere della tolleranza.

Oggi più che mai è indispensabile che « la verità venga detta nella carità » ( Ef 4,15 ).

La tolleranza, affermata con lealtà e intesa positivamente ( come rispetto del patrimonio religioso del fratello ), è una necessità fondamentale in un mondo nel quale i popoli, le religioni e le confessioni convivono in un così stretto accostamento.

La forma di convivenza democratica nella quale ogni cittadino, qualunque sia la sua fede, ha e deve avere lo stesso diritto, e nella quale deve attestarsi il bene comune, è l'unico contesto entro cui oggi la Chiesa può svolgere il suo lavoro.

Poiché vanno moltiplicandosi i casi di vescovi spagnoli che si oppongono a singoli provvedimenti del governo, la chiesa spagnola non può più senz'altro identificarsi con l'insieme dello Stato.

E si deve sperare veramente che la tolleranza religiosa trovi il suo posto garantito per principio, anche nel cattolicesimo di quel paese.

Si vanno già delineando alcuni mutamenti.

Proprio i contatti, stabiliti dai vescovi spagnoli in occasione del concilio e che portarono molti di essi - probabilmente per la prima volta - a incontrare ortodossi e protestanti, possono essere indicativi.

Quale sia l'entità dell'ala riformatrice fra i vescovi spagnoli nei confronti della parte conservatrice, non è ancora possibile per il momento giudicarlo.

13. Un tratto caratteristico nel cristianesimo cattolico degli ultimi decenni sono state le grandi celebrazioni giubilari in onore di Dante, san Tommaso d'Aquino, san Bernardo di Chiaravalle, san Francesco d'Assisi, sant'Agostino, sant'Ignazio di Loyola … eroi dell'umanità ed eccelse personificazioni, anzi « creatori » del mondo cattolico.

Un fattore potente, questo, per la posizione del cattolicesimo nel mondo, poderose manifestazioni della sua ricchezza religiosa e culturale e una predica oggettivamente meritoria come pedagogicamente giustificata, che non si può non ascoltare.

Non si è però mai visto che la personalità di questi giganti, al di là del passeggero entusiasmo, abbia infiammato nel profondo ad una nuova vita religiosa la cristianità che compiva queste celebrazioni.

D'altra parte, però, è vero che non possiamo pretendere di conoscere il lento e misterioso processo, attraverso il quale la vita religiosa si alimenta e cresce.

Un equivoco da evitare: quello di educare il cattolico quasi solo come erede di un passato eccezionale, quindi come postero.

Egli deve prendere coscienza di trovarsi, come le generazioni cristiane del IV, VI, XI, XIII e XVI secolo, dinanzi al compito di lavorare creativamente all'edificazione del regno di Dio.

E ciò restando in intimo contatto con tutte le forze e con tutti gli ostacoli del nostro tempo.

« La nostra forza ha le sue radici nella nostra sofferenza » ( Konrad Weiss ) e - aggiungiamo noi - nella libertà interiore.

Nel regno dello spirito non si da qualità senza libertà.

14. Non si può pretendere, naturalmente, di misurare un'epoca di transizione con la stessa misura applicabile al divenire e al cambiamento della breve vita di un singolo.

Pur restando consapevoli dell'impossibilità di comprendere validamente uno sviluppo secolare in un'unica asserzione, possiamo dire: a partire dalla fine del XIII secolo, anzi già dalla metà del XII secolo, ha avuto luogo un'evoluzione, che, vista nella sua globalità, ha allontanato sempre più dalla Chiesa l'umanità europea; nonostante tutti i rinnovamenti ecclesiastici che abbiamo illustrato e che in questo momento richiamiamo espressamente alla coscienza come una riserva di forze, rimane anche questo fatto: non può essere che questo mondo occidentale, debilitato da tanti contrasti, riesca nel giro di pochi decenni a ritrovare le forze dell'ordine necessarie a rendere possibile e a realizzare un pieno rivolgimento interno cristiano ecclesiastico.

Pur nel mezzo di una svolta storica, non dimentichiamo la parola decisiva del piccolo gregge, ne dimentichiamo che la Chiesa del Signore non può mai essere che una Chiesa della croce.

Una sola cosa potrebbe rinnovare l'impeto della Pentecoste: il miracolo di una nuova Pentecoste.

Indice

416 Va considerato che i nuovi inizi positivi nella Chiesa, dallo scorcio del secolo e, in maniera più chiara, dopo la prima guerra mondiale, arrivano in modi diversi fino al nostro immediato presente. Una interpretazione storica dell'età contemporanea non può esser offerta dalla coscienza di coloro che seguirono gli avvenimenti, a partire soltanto dagli anni 30 e 40.
Occorre sempre scendere fino alla radice. Talune radici dell'oggi sono già « vecchie », tutta la loro forza la svilupperanno forse soltanto domani o dopodomani.
Lo stesso vale, naturalmente, per i fattori negativi, per la religione e la Chiesa: l'affermarsi delle nuove classi sociali con la grande città e il proletariato e il loro clima sfavorevole alla religione; il comparire dell'ateismo militante, ereditato dal secolo XIX, ma che solo oggi presenta la sua tremenda minaccia nel bolscevismo della Russia, dei suoi Stati satelliti, della Cina ecc.
417 Termine assunto in senso lato, in quanto concentrazione dell'interesse sul singolo e sulla sua situazione.
418 Espressi però, come abbiamo già visto ( v. § 117, II, 4 ), in una forma di condanne troppo indifferenziate.
419 Per l'Inghilterra è da citare Ronaid Knox.
419a Il movimento liturgico ha trovato la sua espressione e la sua più piena traduzione nella costituzione dogmatica della liturgia (Vaticano II) e nella conseguente riforma liturgica che ha introdotto la lingua viva nella Messa e nelle preazioni liturgiche.
420 Dal 1955 ha avuto parecchie edizioni, nei primi cinque anni è stato tradotto in 22 lingue.
420a Quando è apparsa l'edizione tedesca di questo volume, non era ancora stato pubblicato il Catechismo olandese che è stato tradotto in molte lingue e ha dato luogo a tutta una serie di controversie e discussioni che hanno toccato anche i rapporti fra chiesa locale olandese e curia romana.
421 Sono degne di nota anche la peculiarità e la problematica inerenti alla devozione mariana di Schonstatt ( fondata nel 1919 da P. Josef Kentenich a Vallendar ); notevoli i risultati religiosi.
422 Sul movimento Una-Sancta, v. § 125, III, 5 b.
423 Beuron è pure un centro di studi biblici; edizione della Velus Latina.
424 Questo genere di nuova teologia cattolica non cade più, con tanta facilità, nell'equivoco, nel quale tanto spesso ci siamo imbattuti, quasi che compito della teolo-sia fosse il descrivere i misteri di Dio mediante formulazioni astratte dello spirito umano; essa scorge piuttosto uno dei suoi compiti principali nel riconoscere i suoi limiti.
425 Anche la lotta nell'ambito del modernismo ha prodotto qui degli effetti positivi.
426 La cosiddetta théologie nouvelle, colpita da Pio XII (1950), non coincide affatto con quanto qui andiamo dicendo.
427 L'esistenzialismo, invero, non è soltanto paralizzante pessimismo.
Ma è difficile immaginare come una dottrina, per la quale l'uomo è un essere in se stesso diviso in balìa del « nulla » e della « depravazione », non debba produrre un effetto paralizzante e disgregante.
- Questa costatazione non nega l'esistenza di un ottimismo pieno di speranze e per nulla scettico, ma quest'ultima realtà non può eliminare la prima.
428 Anche se si dovesse mantenere e attuare la volontà alla coesistenza, proclamata in questi anni dalla Russia, non abbiamo alcun diritto di escludere dall'analisi i capitoli atrocemente sanguinari della rivoluzione, delle deportazioni dei contadini ecc., e l'orrore della Cina.
429 In questo senso agì pure Pio XII dopo la guerra nominando cardinali i vescovi della « resistenza » tedesca von Galen e von Preysing ( dicembre 1945 ).