Polemica con Massimino

Libro II

Prefazione: allusione al contenuto del libro

Ormai l'argomento richiede che, nello spazio che rimane, con l'aiuto di Dio, io adempia la mia promessa.

Infatti, nell'esordio di questa opera dicevo: Prima dimostrerò che tu non hai potuto confutare ciò che io detto; poi, a mia volta, io confuterò, per quanto sarà necessario, quello che hai detto tu stesso.

Poiché, dunque, con l'aiuto di Dio, ho dimostrato, come ho potuto, che tu non sei stato in grado di confutare le cose che io ho detto, mi rimane da confutare ciò che hai detto tu, nel modo in cui sarò capace con l'aiuto di Dio.

Pertanto, in questa discussione che ora intraprendo, non rievocherò le tue esposizioni, alle quali subito ho controbattuto con le mie, confuterò, invece, quell'ultima esposizione tanto prolissa che mi ha sottratto, quel giorno, lo spazio di una risposta, in modo tale che, se colui che ci governa vorrà, tu possa trovare pace nella luce della verità, se non ami le tenebre della contesa.

In primo luogo, dunque, eviterò di rispondere a quanto, di ciò che hai detto, è superfluo.

Infatti, tra di noi si tratta la questione se il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo siano, come affermi tu, di una sostanza diversa, o piuttosto se sono, come noi affermiamo, di un'unica ed identica sostanza, e se è un solo Dio la stessa Trinità, pur essendo noi concordi nell'affermare che il Padre non è colui che è il Figlio, né il Figlio è colui che è il Padre, né il Padre o il Figlio sono colui che lo Spirito Santo è.

Pertanto, tutto ciò che hai affermato nella tua esposizione tanto prolissa, con la quale intendevi dimostrare che una persona è il Padre, un'altra il Figlio, un'altra ancora lo Spirito Santo, nel momento in cui trattate con noi, riconosci che è superfluo; e se ti capiterà di dover vincere i Sabelliani, rivolgi contro di loro, se ti aggrada, queste armi comuni a noi e a voi.

Hai inoltre speso molte parole, per dimostrare che il Signore Gesù Cristo è Dio grande: che cosa ci importa, dal momento che lo diciamo anche noi?

Hai proferito anche grandi e vere lodi dello Spirito Santo, ma noi possiamo solo aumentarle, non negarle; pertanto, non era necessario che tu pronunciassi contro di noi quelle lodi che noi pronunciamo d'accordo con te.

Forse non confessiamo entrambi che Cristo siede alla destra del Padre?

Tuttavia, hai voluto provare questo chiamando a testimoni le parole divine, come se noi lo negassimo in qualche altro luogo.

Entrambi sappiamo e professiamo che Cristo si incarnò; e tuttavia per insegnare ciò tu hai citato le testimonianze divine, come se noi ci opponessimo.

Questi e altri argomenti che illustrerò nei luoghi corrispondenti, per i quali hai speso una fatica inutile, per prendere e per guadagnare tempo, devo affrontarli solo per ricordarli, non per confutarli con la discussione.

1 - Parlare in modo conforme al timore di Dio

Tu affermi che io parlo protetto dall'aiuto dei prìncipi, non secondo il timore di Dio, pur sapendo che ci fu imposto di pregare per i re, affinché vengano a conoscenza della verità; ( 1 Tm 2,2.4 ) di ciò che è stato compiuto in alcuni noi rendiamo grazie a Dio, voi invece vi rammaricate.

Ma le nostre parole indicano a coloro che hanno retto sentire chi di noi parla secondo il timore di Dio, se colui che loda Dio Padre così da innalzare a lui la lode di aver generato il Figlio uguale a Lui, o se colui che disonora il genitore e il figlio così da dire che il primo non poté generare un figlio simile a Lui in tutto, e che il secondo non degenerò una volta nato, ma nacque degenere.

2 - Cristo ha un nome che è al di sopra di tutti i nomi

Tu affermi che voi onorate Cristo come ogni creatura onora Dio, di fronte al quale si flette ogni ginocchio nei cieli, nella terra e negli inferi.

Tuttavia non volete che egli sia simile a Dio Padre, poiché il Padre gli ha donato questo; afferma infatti l'Apostolo: Per questo anche Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni altro nome, così che ogni ginocchio si fletta nel nome di Gesù, eccetera.

Né chiedete a chi lo donò, se all'uomo o a Dio. In che modo infatti l'abbia donato risulta evidente.

Umiliò se stesso, disse, fino alla morte, la morte sulla croce.

Perciò anche Dio lo esaltò e gli donò il nome che sta al di sopra di di ogni altro nome. ( Fil 2,8-9 )

Se, dunque, donò a lui il nome che sta al di sopra di ogni nome, poiché fu obbediente fino alla morte sulla croce, forse che prima che questo accadesse, non c'era il Dio sublime, il Figlio di Dio, il Verbo di Dio, il Dio presso Dio, mentre, dopo che per questo fu esaltato, poiché fu obbediente fino a morire sulla croce, cominciò a essere il sublime Figlio di Dio, l'unico Figlio di Dio, Dio, e cominciò ad avere il nome che è al di sopra di ogni nome?

Chi con somma stoltezza potrebbe dire questo?

Al Figlio, dunque, fu donato in quanto uomo, perché fu obbediente fino alla morte sulla croce, ciò che egli già aveva come Figlio di Dio, Dio nato da Dio, uguale a Lui.

3 - Lo Spirito Santo deve essere adorato

Tu mi rimproveri il fatto che dico che lo Spirito Santo è uguale al Figlio. Ti spiego.

Tu dici: Offri delle testimonianze in cui si dice che viene adorato lo Spirito Santo.

Per quel che vedo, concedi che è uguale a Cristo, se è vero che viene adorato come Cristo.

Ormai, dunque, devi ammettere che Cristo è uguale al Padre, dato che tu stesso riconosci che è adorato come il Padre.

Ma che specie di uomini siete, che umiltà religiosa avete, voi che non volete adorare lo Spirito Santo, pur leggendo: La lettera uccide, lo Spirito invece vivifica? ( 2 Cor 3,6 )

Non volete dunque adorare colui che non negate che vivifica le anime, mentre il padre Abramo adorò degli uomini, poiché gli concessero un sepolcro, dove porre il corpo della moglie morta.

Così infatti sta scritto: Venne Abramo a piangere Sara e a gemere.

E si risollevò Abramo dalla morte di lei e disse ai figli di Heth: " Io sono un pellegrino e uno straniero con voi; concedetemi dunque il possesso del sepolcro, dove io seppellisca il mio morto ".

Risposero allora i figli di Heth ad Abramo con queste parole: " Non sia mai questo, padrone; ascolta anche noi ora: tu sei tra noi il re mandato da Dio, seppellisci il tuo morto nei nostri sepolcri migliori; nessuno di noi infatti ti allontana dal suo sepolcro impedendoti di seppellire lì il tuo morto ".

Allora Abramo si alzò e adorò i figli di Heth. ( Gen 23,2-7 )

E voi non permettete che lo Spirito Santo sia adorato, rimanendo perciò sgraditi alla grazia di Dio!

Ma mi dici: Offri delle testimonianze in cui si dice che viene adorato lo Spirito Santo, quasi che da ciò che leggiamo non sia possibile comprendere anche alcune cose che non leggiamo.

Ma perché io non sia costretto a fare molte domande, tu dove hai letto che Dio Padre fu non creato o innato? E tuttavia è vero.

Mentre ciò che talora dicesti, cioè che il Padre non è paragonabile neppure al Figlio, non lo hai letto né è vero.

Se poi meditassi sulla religione in cui Dio viene onorato in modo degno, riterresti che vale molto di più il fatto che lo Spirito Santo abbia un tempio, che leggere che egli viene adorato.

E sappiamo infatti che degli uomini, come sopra ho esposto, sono adorati dai santi.

Ma gli uomini non hanno costruito il tempio se non al vero Dio, come fece Salomone, o a coloro che sono considerati dèi, come i popoli che ignorano Dio.

Ma lo Spirito Santo, cosa che fu detta con grande onore di Dio, non abita in templi fabbricati dagli uomini, ( At 17,24 ) ma il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo.

E perché tu non disprezzi i nostri corpi, considera che sono membra di Cristo. ( 1 Cor 6, 19.15 )

Dunque quale Dio sarà, al quale lo stesso Dio edifica un tempio e che è costituito delle membra di Dio?

4 - Cristo, in quanto uomo, sta seduto alla destra di Dio

Tu affermi che Cristo è alla destra di Dio e lo prega per noi. ( Rm 8,34 )

Perché ci rimproveri questo, se lo riconosci non solo come Dio, ma anche come uomo?

A cosa ti giova il fatto che si legge spesso che siede alla destra del Padre?

E a che cosa ti serve sforzarti di dimostrare ciò che noi confessiamo, non con inutili testimonianze, ma tuttavia inutilmente?

5 - L'onore dovuto alle tre Persone divine e il significato del contagio terreno

Tu affermi che voi onorate convenientemente lo Spirito Santo come maestro, guida, illuminatore, santificatore, onorate Cristo come creatore, adorate il Padre con sincera devozione come autore.

Se affermi che il Padre è autore in quanto da Lui deriva il Figlio, mentre Egli non deriva dal Figlio, e in quanto da Lui e dal Figlio procede lo Spirito Santo, poiché nel generare il Figlio il Padre lo ha generato tale che anche da lui proceda lo Spirito Santo; e se chiami creatore il Figlio, senza negare questo né del Padre né dello Spirito Santo, e se infine affermi che lo Spirito Santo è maestro, guida, illuminatore, santificatore, così da non osare sottrarre queste opere né al Padre né al Figlio, anche queste tue parole siano anche le nostre.

Se poi ti poni in cuore idoli tali da crearti due dèi, uno maggiore, cioè il Padre, uno minore, cioè il Figlio, e da immaginarti che lo Spirito Santo sia il meno importante di tutti e tre, così da non degnarti di chiamarlo Dio, non è questa la nostra fede, poiché non è la fede cristiana, e perciò neppure fede.

Anche questo ti perdoniamo che, avendo usato senza competenza il termine, hai voluto dire che Cristo è disceso a contagi terreni.

E poiché hai voluto correggere questo modo di parlare, così da sapere in che modo dobbiamo chiamare il termine contagi, affermi che queste sono calunnie e ritieni che esse derivano dall'insegnamento della dottrina filosofica.

Mi basta che tu abbia ritenuto che Cristo sia disceso a contagi terreni, così tuttavia da ammettere che non commise nessun peccato.

6 - La procreazione degli animali

Certamente, rispetto a ciò che ho ricordato, cioè le procreazioni degli animali, i quali, pur essendo terreni e mortali, tuttavia generano una creatura della loro stessa natura, come l'uomo genera l'uomo e il cane il cane, penso che tu non abbia provato orrore per il disprezzo di quegli esempi, ma che tu abbia finto di provare disprezzo e orrore, dicendo che un così indegno paragone non avrebbe dovuto essere proposto dinanzi a quella così grande immensità.

Perché infatti hai detto ciò, se non per evitare che la verità con gli stessi feti corruttibili ti stringesse la gola e non ti permettesse di respirare, così come in effetti fa?

Infatti, vedete che una creatura corruttibile genera, come sua creatura, un essere della sua stessa natura, mentre credete che Dio Padre onnipotente non abbia potuto generare il suo Unigenito se non partecipandogli una natura che degenera.

7 - Il Padre generò un Figlio uguale a se stesso

Ma affermi: Il Signore generò il Signore, Dio generò Dio, il Re generò il Re, il Creatore generò il Creatore, il buono generò il buono, il sapiente generò il sapiente, il clemente il clemente, il potente il potente.

Se con questo genere di parole pensi di eludere ciò che vi viene rimproverato, ossia il fatto che voi non credete che Dio poté generare ciò che egli stesso è, e perciò dici: Il Signore generò il Signore, Dio generò Dio, e via dicendo, perché, dunque, come dicesti: Il potente il potente, non affermi anche: " L'onnipotente l'onnipotente "?

Se vuoi esprimere il tuo pensiero, di': " Il Signore maggiore generò il signore minore, il Dio maggiore il dio minore, il Re maggiore il re minore, il Creatore maggiore il creatore minore, il migliore il buono, il più sapiente il sapiente, il più clemente il clemente, il più potente il potente ".

Ma se non sostieni questo e ammetti che il Figlio non ha nulla di meno del Padre, perché non dici che è uguale?

E perché non esponi tutti questi pensieri, così da dire: " Il Signore generò il Signore uguale, Dio generò Dio uguale, il Re generò il Re uguale, il Creatore il Creatore uguale, il buono l'ugualmente buono, il sapiente l'ugualmente sapiente, il clemente l'ugualmente clemente, il potente l'ugualmente potente "?

Se poi neghi che il Figlio è uguale al Padre, di' apertamente che è degenere.

Infatti, posto che non esiste, secondo voi, alcun dio minore nato da un Dio maggiore, permettete che per lo meno cresca come un fanciullo, così da poter, un giorno, essere uguale al Padre suo.

A questo infatti rispondete che è nato perfetto, non perché da tale argomentazione si accresca la sua gloria, ma perché rimanga inferiore per sua natura.

E benché esprimiate queste opinioni, tu tuttavia accondiscendi e dici: Niente sottrasse il Padre al Figlio nel generarlo.

In che modo non sottrasse nulla nel generare il Figlio, che non generò uguale ma minore?

O forse non sottrasse nulla, poiché, quelle cose ch'egli diede generandolo, gliele sottrasse poi una volta nato?

Così certamente non sottrasse nulla, ma anche ai figli degli uomini, ai quali tocca una nascita felice, il Creatore non sottrae nulla una volta che siano nati, anzi piuttosto aggiunge, così che ottengano, mentre crescono, ciò che mancò loro al momento della nascita.

Perché, dunque, hai chiamato grande il Padre in relazione al suo unico Figlio, che non fu creato dal nulla o da una qualche materia bensì nacque da Lui?

Che cosa c'è di grande nel fatto che non sottrasse ciò che diede, se ciò che poté dare lo sottrasse non dandolo?

In che modo hai affermato che egli per questo non è invidioso? O forse non poté dare al Figlio l'essere uguale a lui?

Dov'è l'onnipotenza di Dio Padre? Proprio in relazione a tale questione possiamo stabilire il seguente dilemma: Dio Padre o non poté o non volle generare il Figlio uguale a sé.

Se non poté, è debole, se non volle, è giudicato invidioso. Ma in entrambi i casi questo è falso.

Dunque, il Figlio vero è uguale a Dio Padre.

Se dunque, come sembra dalla tua lode, approvi ciò che ho menzionato: Le sue perfezioni invisibili si rendono visibili all'intelletto mediante le opere da lui fatte, ( Rm 1,20 ) allora attraverso ciò che è stato creato in una creatura visibile, come nel caso dei genitori che generano creature della loro stessa natura, devi comprendere l'invisibile natività del vero Figlio di Dio, e così non potrai dire che Dio Padre generò una creatura che non è della Sua stessa natura.

Ma se generò un figlio della sua natura, non dovete negare che sia unica la sostanza del Padre e del Figlio.

8 - Si omette di parlare della croce o dell'incarnazione di Cristo

Per quanto riguarda tutto ciò che hai argomentato sulla croce e sulla incarnazione di Cristo, per volerci dimostrare ciò che, in realtà, anche noi crediamo, hai conservato il tuo modo abituale di parlare; ma non rispondendoti nulla su ciò, anch'io mantengo la mia promessa.

9.1 - La Trinità invisibile

Trattando noi dell'invisibilità del Figlio, che hai riconosciuto essere invisibile secondo la divinità, mentre prima avevi supposto che il solo Padre è invisibile, hai fatto molte osservazioni riguardo alle creature invisibili che non sono pertinenti all'argomento, come potranno giudicare coloro che leggeranno.

Noi stiamo trattando dell'invisibilità di Dio; l'oggetto della nostra questione consiste nel fatto che voi ritenete che sia stato detto invisibile il solo Padre, là dove l'Apostolo dice: Al solo Dio immortale e invisibile. ( 1 Tm 1,17 )

Se avesse detto: " Al solo Padre ", sarebbe forse più difficile risolvere la questione; poiché invece disse: al solo Dio, non è certamente un argomento contro di noi, perché, come l'Unigenito è invisibile nella forma di Dio, così lo Spirito Santo lo è nella sua natura.

Infatti, noi professiamo che la Trinità è un solo e unico Dio.

E sappiamo che questo è vero, come abbiamo dimostrato altrove, e come dimostreremo ancora quando sarà necessario.

Ora, in tale questione, ci si può chiedere, non a torto, in che senso si sia detto del solo Dio, che è la stessa Trinità: Al solo Dio invisibile, dato che esistono anche altre creature invisibili, e per questo è stato detto di Cristo che in lui sono state create tutte le cose, visibili e invisibili. ( Col 1,16 )

Poiché, tuttavia, vi sono falsi dèi visibili, per questo è stato affermato: Al solo Dio invisibile onore e gloria.

Benché infatti vi sia una creatura invisibile, tuttavia non è un Dio per noi.

Ma anche se non fosse stato detto: al solo Dio, ma fosse stato detto: Al re dei secoli, immortale, il solo invisibile onore e gloria, chi sarebbe se non Dio?

Dunque onore e gloria al solo Dio, che è Dio invisibile, non che è il solo invisibile, poiché, come abbiamo detto, vi è anche una creatura invisibile.

Ugualmente, ci si può chiedere in che senso sia stato affermato: Dio nessuno lo ha mai visto, ( Gv 1,18 ) mentre le parole del medesimo Dio sono: Non sapete che i loro angeli contemplano continuamente il volto del Padre mio che è nei cieli? ( Mt 18,10 )

Queste parole vi smentiscono, voi che non sapete in che modo dite che il Padre è invisibile.

E in quel passo che dice: Nessuno ha visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre, ( Gv 6,46 ) si può riferire agli uomini il termine nessuno.

E poiché colui che allora parlava nella carne era uomo, disse questo come se dicesse: "Nessuno degli uomini ha visto il Padre se non io ", come è stato detto: Quale sapiente capirà anche queste cose? ( Sal 107,43 )

E questo non lo si può applicare anche ai santi angeli.

Perciò l'Apostolo più chiaramente dichiarò a proposito dell'invisibilità di Dio: E nessuno degli uomini Lo vide, né Lo può vedere. ( 1 Tm 6,16 )

Non disse infatti: " Nessuno ", ma: Nessuno degli uomini.

E qui dimostra in che modo si debba intendere ciò che è stato detto: Nessuno vide mai Dio, cioè nessuno degli uomini, come: Nessuno salì al cielo. ( Gv 3,13 )

Invece gli angeli sono soliti salirvi, poiché sono soliti discendere da là.

Né tuttavia l'Apostolo disse: "Nessuno degli uomini potrà vedere Dio ", ma: Nessuno può.

L'uomo potrà infatti vedere Dio, ma solo quando ci sarà il premio eterno dei fedeli.

Perciò Giovanni apostolo disse: Siamo figli di Dio, amatissimi, e non è ancora chiaro cosa saremo.

Sappiamo che quando apparirà saremo simili a lui, poiché lo vedremo come è. ( 1 Gv 3,2 )

Cosa significa dunque ciò che dici, che solo il Padre è invisibile?

Lo diresti invano, anche se fosse visto dal solo Figlio.

Ora, in verità, dal momento che le parole divine dimostrano che ciò che è visto dagli angeli deve essere visto anche dagli uomini quando saranno stati fatti uguali agli angeli, ( Mt 22,30 ) cosa significa ciò che dici?

Dove si trova ciò che hai osato proporre, ossia che le cose minori sono viste dalle maggiori, ma le maggiori non sono viste dalle minori?

In ciò certamente poi ti sei confuso, allorché hai dichiarato che il Padre è visto dal Figlio, mentre affermi che anche nella stessa sostanza della divinità il Figlio è minore e il Padre maggiore.

Ma cosa intendi dire sugli angeli, che sempre vedono il volto di Dio Padre?

Forse che in virtù della tua regola, che hai fissato senza criterio, bisogna considerare gli angeli maggiori rispetto a Dio Padre?

9.2 - Ma probabilmente hai ritenuto di aver trovato una via di uscita quando hai detto del Figlio: Vide dunque il Padre, ma lo vide come incomprensibile.

Non osservi che, sebbene vide come incomprensibile colui che, come pensi, non poté comprendere, tuttavia non vide invisibile colui che poté vedere.

Ma tu, mentre facevi tali affermazioni, discutevi con noi non sul comprensibile e sull'incomprensibile, ma sul visibile e sull'invisibile, in quanto l'Apostolo non dice: " incomprensibile ", ma dice: Al solo Dio invisibile. ( 1 Tm 1,17 )

Perciò hai ritenuto di dover ricorrere a questa testimonianza a tuo favore, così che anche di qui tu sminuissi il Figlio, come se egli, esistendo nella forma di Dio, non fosse invisibile.

Ma poiché, convinto della verità, hai dichiarato che anche il Figlio è invisibile, ti sei apprestato, per quel che credo, a dire: " L'invisibile generò l'invisibile ", allo stesso modo in cui hai affermato: " il potente generò il potente", così che, nel discutere il senso della tua affermazione, potessi rispondere: " Il più invisibile generò l'invisibile, come il più potente il potente, il più sapiente il sapiente ", e così via.

Ma quanto sapientemente hai dimostrato che il Padre è incomprensibile dal Figlio, mentre il Figlio è comprensibile dal Padre!

Infatti hai detto: Vide dunque il Padre, ma lo vide come incomprensibile.

Ma il Padre - aggiungi - vede il Figlio come se lo tenesse e lo mantenesse nel suo seno.

Così non intendono se non coloro che intendono carnalmente.

Difatti, da quanto vedo, ti immagini il seno come la capacità che il Padre maggiore ha di accogliere e contenere il Figlio minore, come una casa contiene fisicamente un uomo o come il seno della nutrice accoglie il bambino.

Dunque, tra le cose mirabili di Cristo anche questa sarà annoverata, che crebbe in forma di servo e divenne maggiore di quanto non lo era stato nella forma di Dio, così che prima era portato nel seno del Padre, mentre ora siede alla destra del Padre.

Smantella dal tuo cuore questi tuoi pensieri degni di un bimbo o di un vecchietto, e accetta il fatto che viene nominato il seno del Padre perché si capisca che l'uno è generato e l'altro è colui che genera, non che l'uno è maggiore e l'altro minore.

Infatti se il Padre è incomprensibile e il Figlio invece non è incomprensibile, senza fondamento di verità è stato affermato: Tutto quanto ha il Padre è mio, ( Gv 16,15 ) dal momento che a ciò si può rispondere: " Ecco, il Padre ha l'incomprensibilità, che non è tua ".

Ma poiché con veridicità è stato affermato ciò che la Verità ha detto, anche le cose che il Padre ha sono del Figlio; per questo, non può non essere del Figlio quell'incomprensibilità che è del Padre.

E questa frase, in cui si dice: Tutto quello che ha il Padre è mio, dobbiamo usarla in molti modi nei vostri confronti, come fosse una regola perfetta, sia che dobbiate essere convinti, sia, come preferiamo, che vi si debba correggere, cosicché, dovunque attribuite al Padre una proprietà che negate al Figlio, possiamo addurre questa fedelissima testimonianza contro i vostri errori ovvero contro le vostre menzogne.

A cosa serve poi opporsi a te quando sostieni che la sapienza umana è visibile, mentre hai ammesso che la stessa anima umana, in cui comunque risiede l'umana sapienza, è invisibile?

Ma qualsiasi altra cosa tu creda sulla creatura invisibile in generale, per quanto attiene a Dio, del quale stiamo trattando, ti è stato dimostrato a sufficienza che non è invisibile il solo Padre.

10.1 - Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono un unico Dio

Tu pensi che Dio Padre non possa essere un unico Dio con il Figlio e lo Spirito Santo: temi, infatti, che il Padre da solo non sia un unico Dio, ma una parte dell'unico Dio che è costituito di tre.

Non temere: non esiste nessuna divisione di parti nell'unità della deità.

Uno solo è Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, cioè la stessa Trinità.

Uno solo è Dio, del quale si è detto che Nessun Dio, se non uno solo, ( 1 Cor 8,4 ) e che ha detto: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo. ( Dt 6,4 )

A questo unico e solo Dio noi confessiamo di servire senza alcuno scrupolo, allorché udiamo e leggiamo: Adorerai il Signore Dio tuo e servirai a lui solo. ( Dt 6,13 )

Se ciò che è stato detto: Servirai al solo Signore Dio tuo, lo accogliessimo come se fosse stato detto del solo Padre e non della stessa Trinità, sembrerebbe che, a causa di queste parole, ci rifiutiamo di servire a Cristo, del quale siamo le membra, ( 1 Cor 6,15 ) o allo Spirito Santo, del quale siamo il tempio. ( 1 Cor 3,17 )

Voi, d'altra parte, quando vi si chiede chi credete che sia colui del quale sta scritto: Il Signore Dio tuo, il Signore è uno solo, rispondete: " È Dio Padre ".

E ugualmente, quando vi si chiede di quale Signore Dio è stato detto: Adorerai il Signore Dio tuo e servirai a lui solo, di nuovo rispondete: " Di Dio Padre ".

Allora vi si dice: " Se il Signore Dio nostro è il solo Signore ed è il Padre, perché vi create due signori dèi, dicendo inoltre che Cristo è il Signore Dio? ".

Ugualmente se bisogna servire solo il Padre come unico Signore Dio, in che modo obbedite a questo precetto, voi che servite anche a Cristo come Signore Dio?

E infatti non serve solo a quello colui che serve anche a questo.

Ma tutti noi che, secondo la retta fede, affermiamo che la stessa Trinità è il nostro unico Signore Dio, siamo convinti di servire al solo Signore Dio, quando, certamente, lo serviamo con quella servitù che è dovuta al solo Dio.

10.2 - Affermi inoltre: Dunque, Dio Padre è una parte di Dio. Non sia mai!

Tre infatti sono le persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e questi tre, in quanto sono di un'unica sostanza, sono una cosa sola, e lo sono al più alto grado, non essendovi in essi alcuna differenza di nature né di volontà.

Se poi fossero una sola cosa per natura e non lo fossero per consonanza di volontà, non lo sarebbero al più alto grado; se invece fossero impari per natura, non sarebbero una sola cosa.

Questi tre, dunque, che sono una cosa sola per l'ineffabile unione della deità, in virtù della quale sono ineffabilmente uniti, sono un solo Dio.

Inoltre, Cristo è una sola persona in due sostanze, poiché è sia Dio sia uomo.

E tuttavia non si può dire che Dio sia una parte di questa persona: altrimenti, il Figlio di Dio, che era Dio prima di assumere la forma di servo, non sarebbe stato completo e sarebbe cresciuto quando la natura umana si aggiunse al suo essere divinità.

E se è del tutto assurdo affermare, in relazione a una sola persona, che Dio può essere una parte di essa, a maggior ragione nessuna delle tre Persone può essere parte della Trinità.

Quindi, dove l'Apostolo dice: Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito, ( 1 Cor 6,17 ) significa forse che il Signore è una parte di questo spirito?

Se infatti affermiamo questo, cos'altro siamo sorpresi a dire se non che Dio si accresce per l'adesione dell'uomo e viene sminuito quando questi si allontana da Lui?

Dunque, nella Trinità, che è Dio, il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio, e nel contempo questi tre sono un solo Dio; né uno solo è la terza parte di questa Trinità, né due sono una parte maggiore di uno solo, né tutti e tre sono un essere maggiore dei singoli: infatti si tratta di una grandezza spirituale, non corporea.

Chi è in grado di capire, capisca, ( Mt 19,12 ) chi invece non può, creda e preghi per capire ciò che crede.

È infatti vero ciò che è detto per bocca del profeta: Se non crederete, non comprenderete. ( Is 7,9b )

10.3 - Certamente, tu hai detto che un solo Dio non è costituito di più parti.

E poiché vuoi che ciò sia inteso in riferimento al Padre, affermi: Ciò che egli è, è virtù congenita e semplice.

E tuttavia guarda quante cose hai attribuito a questa virtù semplice.

Infatti, sono tue le parole che ho precedentemente citate: Dio generò Dio, il Signore generò il Signore, il Re generò il Re, il Creatore generò il Creatore, il buono generò il buono, il sapiente generò il sapiente, il clemente il clemente, il potente il potente.

Perché dunque nella virtù semplice che è Dio non hai esitato a ricordare tante virtù?

Per omettere infatti quelle quattro che hai proposto precedentemente e per elencarne altre quattro, che possiamo menzionare con i loro nomi usuali, forse che la bontà e la sapienza e la clemenza e la potenza sono parti di un'unica virtù, che tu hai detto essere semplice?

Se dirai: " Sono parti ", dunque una virtù semplice consta di più parti e questa virtù semplice, secondo la tua definizione, è l'unico Dio.

Dunque, tu affermi che il Dio unico è composto di più parti? " Non lo affermo ", rispondi.

Non sono dunque parti, e tuttavia sono quattro e sono un'unica virtù e per di più semplice.

Se, dunque, nell'unica persona del Padre tu trovi più virtù e non vi trovi parti, a maggior ragione il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo sono un unico Dio per la indivisibile deità, e per la proprietà di ciascuno sono tre persone, e per la perfezione dei singoli non sono parti dell'unico Dio.

Il Padre è virtù, virtù è il Figlio e virtù è lo Spirito Santo.

In questo dici il vero, ma poiché non ammetti che la virtù nata dalla virtù e la virtù che procede dalla virtù abbiano la medesima natura, in questo dici il falso e parli contro la fede retta e cattolica.

11 - L'invisibilità del Figlio

Tu ritorni a chiedermi in che modo il Figlio è invisibile, quando già prima ho detto quanto mi è parso opportuno dover dire.

Ma, affermi: Se tu proclami invisibile il Figlio perché non può essere visto con occhi umani, perché non proclami ugualmente invisibili le potenze celesti, quando nemmeno loro possono essere viste da sguardi umani?

Dici questo come se l'uomo potesse comprendere qual è quella legge per cui le potenze celesti sono invisibili o come se noi dovessimo essere disposti a ricercarla, quando invece la Scrittura afferma: Non cercare cose troppo elevate. ( Sir 3,22 )

Tu, disprezzando questo precetto, hai osato dire che l'angelo è visto dall'arcangelo ma l'arcangelo non è visto dall'angelo.

Ti basti quanto è stato mostrato precedentemente: dal fatto che sta scritto: Al solo Dio invisibile ( 1 Tm 1,17 ) non segue che bisogna credere che il Figlio sia visibile nella forma di Dio.

Tu, infatti, hai cercato di mostrare come questa frase debba essere applicata al Padre, come se il Figlio non fosse invisibile, mentre la Scrittura attesta che egli è creatore anche di tutto l'invisibile.

Dunque, non ti resta che dire questo: " Entrambi certo sono invisibili, ossia il Padre e il Figlio, ma il Padre è più invisibile "; in questo modo, attribuendo al Padre una proprietà che non è del Figlio, renderesti il Figlio un mentitore, in quanto egli ha affermato: Tutto quanto ha il Padre è mio. ( Gv 16,15 )

12.1 - L'onnipotenza e l'immortalità di Dio

Anche sulla potenza pensi la stessa cosa: il Figlio è certamente potente, ma il Padre è più potente del Figlio, per cui, secondo la vostra autorità e dottrina, il potente potrebbe generare il potente, ma l'onnipotente non avrebbe potuto generare l'onnipotente.

E perciò, se il Padre ha l'onnipotenza che il Figlio non ha, è falso ciò che il Figlio dice: Tutto quanto ha il Padre è mio. ( Gv 16,15 )

Quindi, se il Padre fa qualcosa che il Figlio non può fare, giustamente è definito più potente il Padre rispetto al Figlio; in realtà, dal momento che egli dice: Tutto ciò che il Padre fa, lo fa ugualmente anche il Figlio, ( Gv 5,19 ) non è meglio ascoltare lui piuttosto che voi, e credere ai suoi insegnamenti piuttosto che alle vostre menzogne?

Ma il Padre - ribatti - non ricevette da nessuno la potenza, mentre il Figlio la ricevette dal Padre.

Ammettiamo anche noi che il Figlio ricevette la potenza da colui dal quale nacque potente, mentre al Padre nessuno diede la potenza, poiché nessuno lo generò.

Infatti, generandolo, il Padre diede al Figlio la potenza, così come tutte le caratteristiche che ha nella sua sostanza generandolo le diede a colui che generò dalla sua sostanza.

Tuttavia, ci si può chiedere se il Padre diede al Figlio altrettanta potenza quanta egli ne ha, o se gli diede una potenza minore.

Se altrettanta, si deve dire, credere e comprendere che non solo il potente generò il potente, ma anche che l'onnipotente generò l'onnipotente; se invece minore, in che modo tutte le cose che il Padre ha sono del Figlio?

Se l'onnipotenza del Padre non è del Figlio, in che modo tutto ciò che il Padre fa lo fa egualmente anche il Figlio?

Infatti, non può senz'altro farlo se non è onnipotente.

12.2 - Per quanto concerne ciò che l'Apostolo afferma: Il solo beato e potente, non sono costretto ad accettarlo unicamente riguardo al Padre, ma riguardo a Dio, che è la stessa Trinità.

Rivolgendosi infatti a Timoteo, diceva: Io ti esorto davanti a Dio, che vivifica tutte le cose e davanti a Cristo Gesù che rese testimonianza di solenne confessione davanti a Ponzio Pilato, di conservare il mandato senza macchia, in modo irreprensibile, fino all'arrivo del Signore nostro Gesù Cristo, il quale a tempo debito sarà rivelato dal solo beato e potente, il Re dei re e Signore dei signori, il quale solo ha l'immortalità e abita la luce inaccessibile, il quale nessuno degli uomini vide, né può vedere, al quale è onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. ( 1 Cor 6,13-16 )

Nulla qui si dice che non si addica alla Trinità.

Ma per tacere ora dello Spirito Santo, che non volete neppure che sia un dio inferiore al Figlio, poiché non volete affatto che sia Dio, ci basta convincervi che il testo si riferisce al Padre e al Figlio.

In effetti, forse perché l'Apostolo disse: Ti rendo testimonianza davanti a Dio che vivifica tutte le cose, è il solo Padre e non anche il Figlio a vivificare tutte le cose?

Se tu affermi che solo il Padre vivifica tutte le cose, in che modo allora si può dire che tutto ciò che il Padre fa lo fa egualmente anche il Figlio? ( Gv 5,19 )

Infatti, secondo la tua opinione, il Padre vivifica tutte le cose, mentre il Figlio non lo fa.

Quindi, quando si dice: Come il Padre risuscita e vivifica i morti, così anche il Figlio vivifica coloro che vuole, ( Gv 5,21 ) in che modo può essere vero questo, se il Padre vivifica tutte le cose senza il Figlio?

Per questo, ciò che aggiunse: E a Cristo Gesù che rese testimonianza di solenne confessione davanti a Ponzio Pilato, volle dirlo propriamente anche del Figlio, poiché il Figlio come il Padre vivifica tutte le cose.

Tuttavia, sappiamo che, sotto Ponzio Pilato, a patire fu, in forma di servo, il Figlio e non il Padre.

Quindi l'Apostolo aggiunge: Affinché tu conservi il mandato senza macchia, in modo irreprensibile, fino all'arrivo del Signore nostro Gesù Cristo, il quale sarà rivelato a suo tempo dal solo beato e potente: qui l'espressione il quale sta per l'arrivo del Signore Cristo, e l'espressione rivelerà si riferisce senz'altro a Dio che non è solo il Padre, poiché secondo verità, non secondo il vostro errore, la Trinità è l'unico Dio, il solo beato e potente, il Re dei re e il Signore dei signori.

Forse che, invero, osate dire che il Figlio non è il Re dei re e il Signore dei signori?

Del quale, tra l'altro, sta scritto nell'Apocalisse di Giovanni: È lui che pigia il tino del vino del potente.

Sul mantello e sul femore porta scritto un nome: "Re dei re e Signore dei signori ". ( Ap 19,15-16 )

Ma perché non diciate che il Figlio porta scritto sulla veste e sul femore il nome del Padre, in un altro passo del medesimo libro sopra menzionato si legge: E l'Agnello li sconfiggerà, poiché egli è il Signore dei signori e Re dei re. ( Ap 17,14 )

Perciò, secondo voi, due sono i re dei re e due i signori dei signori; ma va contro di voi quanto l'Apostolo afferma: Il solo beato e potente, il Re dei re e il Signore dei signori, se ciò si riferisce solo al Padre.

Tuttavia, secondo la retta fede, la stessa Trinità è un unico Dio, il solo beato e potente, il Re dei re e Signore dei signori, il quale solo ha l'immortalità e abita la luce inaccessibile.

E in che modo sarà vero il seguente passo: Avvicinatevi a lui e sarete illuminati, ( Sal 34,6 ) in quanto nessuno, che presume delle sue forze, può avvicinarsi, ma è egli stesso a concederlo?

Ma Dio solo è detto avere l'immortalità, poiché è il solo immutabile.

Infatti, in ogni natura mutevole lo stesso mutamento è una sorta di morte, poiché fa sì che in essa non ci sia più qualcosa che prima c'era.

Perciò, anche la stessa anima umana, la quale è chiamata immortale perché, in conformità con il suo modo d'essere, in un certo senso non cessa mai di vivere, ha tuttavia a suo modo una sua morte: infatti, se prima viveva secondo giustizia e ora pecca, muore alla giustizia; se era peccatrice e ora diventa giusta, muore al peccato, per tacere di altri suoi mutamenti, dei quali sarebbe troppo lungo discutere.

E la natura delle creature celesti poté morire, poiché poté peccare: infatti, anche gli angeli peccarono e furono trasformati in demoni, il cui capo è il diavolo.

E coloro che non peccarono, poterono peccare.

E a qualunque creatura razionale venga concesso di non poter peccare, ciò non è opera della sua natura, ma della grazia di Dio.

Per questo solo Dio ha l'immortalità, perché egli, non per grazia di qualcuno, ma per la sua natura né poté né può mutare con una qualche trasformazione, e né poté né potrà peccare con una qualche trasformazione.

Il quale, secondo la natura per la quale è Dio, nessuno degli uomini vide, né può vedere.

Alcuni, tuttavia, un giorno potranno vederlo se appartengono a quel numero di uomini, dei quali si dice: Beati i puri di cuore, poiché essi vedranno Dio. ( Mt 5,8 )

E a questo Dio, ossia al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, alla Trinità che è un unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

12.3 - In nessun modo si può tuttavia ammettere quanto tu sostieni, ossia che il Padre è più potente del Figlio, per il fatto che il Padre generò il creatore, mentre il Figlio non generò il creatore.

E non perché non poté, ma perché non fu necessario.

Infatti, sarebbe smisurata la discendenza divina, se il Figlio, una volta nato, generasse al Padre un nipote: infatti, anche lo stesso nipote, se non generasse al suo avo un pronipote, sarebbe chiamato impotente secondo la vostra mirabile sapienza.

In modo simile, anche quello, se non generasse un nipote al suo avo e un pronipote al suo proavo, non sarebbe da voi chiamato onnipotente, né si compirebbe la serie della discendenza, se nascesse sempre uno dall'altro, né alcuno la compirebbe, se non bastasse egli solo.

Pertanto, l'Onnipotente generò il Figlio onnipotente, poiché tutto ciò che il Padre fa, lo fa egualmente anche il Figlio. ( Gv 5,19 )

Difatti, la natura del Padre generò il Figlio, non lo creò.

13.1 - La sapienza del Figlio

Anche a proposito della testimonianza dove l'Apostolo afferma: Al solo Dio sapiente, ( Rm 16,27 ) non è diverso il vostro errore; per questo, anche sulla sapienza vi risponderemo ciò che vi abbiamo risposto sulla potenza.

Se, infatti, l'Apostolo avesse detto: " Al solo Padre sapiente ", neppure così separerebbe da lui il Figlio.

Infatti nell'Apocalisse si legge del Figlio: Porta scritto un nome che nessuno, all'infuori di lui, comprende; ( Ap 19,12 ) ma forse per questo il Padre non conosce tale nome, il Padre dal quale il Figlio è inseparabile?

Dunque, come anche il Padre sa che si dice che nessuno conosce questo nome se non il Figlio, poiché sono inseparabili, così, anche se fosse stato detto: " Al solo Padre sapiente ", si dovrebbe intendere nel contempo anche il Figlio, poiché sono inseparabili.

Tuttavia, dal momento che non è stato detto: " Al solo Padre sapiente ", ma: Al solo Dio sapiente, e dal momento che la stessa Trinità è un unico Dio, è molto più facile per noi risolvere tale questione, intendendo che l'unico Dio è sapiente, così come abbiamo inteso che è il solo potente nelle persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, che sono un unico Dio, al quale solo ci è stato ingiunto di servire.

Né, comprendendo male, o peggio non comprendendo affatto questo precetto, si pensi che agiamo contro di esso, poiché serviamo anche al Signore Cristo con quella servitù che è dovuta a Dio.

Infatti non si dice: " Adorerai il Signore Dio tuo, il Padre, e servirai di più a lui ", come se ci fosse permesso di servire anche al Figlio, ma come se dovessimo servire di più al Padre, in quanto maggiore, e di meno al Figlio, in quanto Dio minore.

Invece si dice: Adorerai il Signore Dio tuo, e servirai a lui solo, ( Dt 6,13 ) ossia al solo onnipotente, al solo Dio sapiente, affinché foste cacciati voi che, non volendo accettare come un unico e solo Dio il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e dicendo che il solo Signore Dio a cui unicamente bisogna servire è Dio Padre, e tuttavia professate che anche il Figlio è Dio e Signore, apertamente affermate che ci sono due dèi e due signori, uno maggiore, uno minore, e dimostrate di essere colpevoli, secondo il vostro errore, di aver violato questo precetto, poiché servite non solo al maggiore ma anche al minore con quella servitù che è dovuta al Signore.

13.2 - Scrivendo ai Romani, l'Apostolo afferma: Al solo Dio sapiente.

Tuttavia, alla fine dell'Epistola dice: A colui che è potente, per confermarvi conformi al mio Vangelo e alla predicazione di Gesù Cristo secondo la rivelazione del mistero, mantenuto segreto durante i tempi eterni, e però ora reso manifesto attraverso la scrittura dei Profeti, secondo il precetto del Dio eterno, dato a conoscere a tutte le genti per l'obbedienza della fede; al solo sapiente Dio attraverso Gesù Cristo, al quale è gloria nei secoli dei secoli. ( Rm 16,25-27 )

Cioè: A colui che è potente per confermarvi, al solo sapiente Dio gloria nei secoli dei secoli.

L'interposizione che qui ricorre, attraverso Gesù Cristo, sembra essere ambigua: la si può intendere come " al solo Dio sapiente attraverso Gesù Cristo ", nel senso che il solo Dio sapiente è sapiente attraverso Gesù Cristo, non partecipando, ma generando la sapienza, che è Cristo Gesù; oppure la si può intendere nel senso che Dio è sapiente non attraverso Gesù Cristo, ma attraverso Gesù Cristo si dà gloria al solo Dio sapiente.

Ma chi oserebbe dire che attraverso Gesù Cristo avviene che Dio Padre sia sapiente, quando non si dovrebbe dubitare che egli è sapiente secondo la sua stessa sostanza, e che la sostanza del Figlio è attraverso il Padre che genera, piuttosto che la sostanza del Padre attraverso il Figlio generato?

Resta dunque solo questa possibilità, ossia che al solo Dio sapiente si dà gloria attraverso Gesù Cristo, cioè con quella chiara notizia e con quella lode attraverso le quali Dio Trinità si è fatto conoscere alle genti.

Per questo diciamo: " Attraverso Gesù Cristo ", per il fatto che, per tacere del resto, egli ordinò di battezzare le genti in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ( Mt 28,19 ) e proprio qui è raccomandata in modo particolare la gloria di questa indivisibile Trinità.

Pertanto Dio, che è la stessa Trinità, è giustamente detto il solo sapiente, poiché egli solo è sapiente secondo la sua sostanza, non accidentalmente o per partecipazione alla sapienza, come sapiente è qualunque creatura razionale.

Per quanto poi concerne il pronome relativo al quale, viene aggiunto per dire al quale la gloria, anche se sarebbe stato sufficiente dire: A lui la gloria.

Si tratta in effetti di una locuzione inusuale nella nostra lingua, che tuttavia non ci dice nulla sul senso che ricerchiamo o sul quale siamo in disaccordo.

Infatti, cosa viene a mancare al senso, qualora si dica: " A lui la gloria ", al quale si dà gloria attraverso Cristo?

Infatti, affermare attraverso Gesù Cristo al quale la gloria, è lo stesso che dire: " Al quale, attraverso Gesù Cristo, la gloria ".

Ma di queste disposizioni di parole, una è inusuale, l'altra usuale.

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