Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se la volontà dei demoni sia ostinata nel male

In 2 Sent., d. 7, q. 1, a. 2; De Verit., q. 24, a. 10; De Malo, q. 16, a. 5

Pare che la volontà dei demoni non sia ostinata nel male.

Infatti:

1. Come già si disse [ a. 1 ], la natura intellettiva, che nei demoni è rimasta, ha come naturale proprietà il libero arbitrio.

Ma il libero arbitrio è più ordinato al bene che al male.

Quindi la volontà del demonio non può essere così ostinata nel male da non potersi più volgere al bene.

2. La misericordia di Dio, che è infinita, è più grande della malizia del demonio, che è finita.

Ma non si ritorna dalla malizia della colpa alla rettitudine della giustizia se non mediante la misericordia di Dio.

Quindi anche i demoni possono ritornare dallo stato di colpa allo stato di giustizia.

3. Se i demoni avessero la volontà ostinata nel male, sarebbero soprattutto ostinati nel peccato con cui prevaricarono.

Ma quel peccato, ossia la superbia, non rimane attualmente in essi: poiché è venuto a mancare il suo incentivo, che è la propria eccellenza [ o gloria ].

Quindi il demonio non è ostinato nel male.

4. S. Gregorio [ Mor. 4,3 ] fa osservare che l'uomo poteva essere redento da un altro poiché cadde indotto da un altro.

Ma i demoni inferiori furono indotti al male dal primo demonio, come si è visto [ q. 63, a. 8 ].

Quindi la loro caduta può essere riparata da un altro.

Quindi non sono ostinati nel male.

5. Chi è ostinato nel male non compie mai un'opera buona.

Il demonio invece ha compiuto qualche opera buona: egli infatti ha confessato la verità quando disse a Cristo [ Mc 1,24 ]: « Io so chi tu sei, il santo di Dio »; inoltre la Scrittura [ Ger 2,19 ] afferma che « i demoni credono e tremano »; e anche Dionigi [ De div. nom. 4 ] afferma che essi « bramano il bene e l'ottimo, cioè l'essere, il vivere e il conoscere ».

Quindi non sono ostinati nel male.

In contrario:

Sta scritto nei Salmi [ Sal 74,23 ]: « La superbia dei tuoi avversari cresce senza fine », parole che vengono riferite ai demoni.

Quindi essi rimangono sempre ostinati nel male.

Dimostrazione:

Origene [ Peri Arch. 1,6 ] riteneva che la volontà di qualsiasi creatura, eccettuata l'anima di Cristo a causa della sua unione col Verbo, possa sempre volgersi al bene e al male, in forza del libero arbitrio.

- Ma tale sentenza viene a compromettere la vera beatitudine degli angeli santi e degli uomini: poiché la perpetua stabilità appartiene all'essenza della vera beatitudine: tanto che questa viene chiamata vita eterna.

È inoltre inconciliabile con l'autorità della Sacra Scrittura [ Mt 25,46 ], la quale afferma che i demoni e i reprobi saranno condannati a un supplizio eterno, i buoni invece saranno chiamati alla vita eterna.

Questa sentenza deve perciò essere considerata erronea, e si deve ritenere fermamente, come vuole la fede cattolica, che la volontà degli angeli buoni è confermata nel bene, mentre la volontà dei demoni è ostinata nel male.

La causa di questa ostinazione non proviene però dalla gravità della colpa, bensì dalla particolare condizione della loro natura e del loro stato.

Come infatti afferma il Damasceno [ De fide orth. 2,4 ], « la morte è per gli uomini quello che è la caduta per gli angeli ».

Ora, è evidente che tutti i peccati degli uomini, siano essi grandi o piccoli, sono sempre remissibili prima della morte, ma dopo la morte sono irremissibili e durano per sempre.

Per ricercare quindi la causa di questa ostinazione bisogna considerare che la facoltà appetitiva è in tutto proporzionata alla facoltà conoscitiva dalla quale inizia il suo moto, come il mobile è proporzionato al suo motore.

Infatti l'appetito sensitivo, come si è già notato [ q. 59, a. 1 ], ha per oggetto il bene particolare, mentre la volontà si porta sul bene universale: precisamente come il senso conosce le realtà [ concrete e ] singolari e l'intelletto quelle universali.

- Ora, l'intuizione dell'angelo si differenzia da quella dell'uomo per il fatto che l'angelo apprende col suo intelletto in maniera irremovibile, come noi apprendiamo in modo irremovibile i primi princìpi di cui si occupa [ quell'abito mentale che è ] l'intelletto.

L'uomo invece per mezzo della ragione apprende in maniera instabile, procedendo col ragionamento da una nozione all'altra, e ha la possibilità di scegliere tra due opposte sentenze.

Quindi la volontà dell'uomo aderisce a un oggetto in maniera instabile, conservando la facoltà di staccarsi da esso per aderire a un oggetto contrario; la volontà dell'angelo invece aderisce stabilmente e irremovibilmente al suo oggetto.

Se perciò si considera questa volontà prima della sua adesione, vi troviamo la capacità di aderire liberamente a una cosa e al suo contrario ( beninteso in quelle cose che non è portata a volere per natura ); una volta però che ha aderito, l'adesione è irremovibile.

Per cui si suol dire che il libero arbitrio dell'uomo, tra due alternative, ha la capacità di portarsi sia verso l'una che verso l'altra tanto prima che dopo la scelta; invece il libero arbitrio dell'angelo si può volgere verso entrambe le alternative prima della scelta, ma non dopo.

- Così dunque gli angeli buoni, aderendo per sempre alla giustizia, sono confermati in essa; i cattivi invece, peccando, rimangono ostinati nel peccato.

- Quanto poi all'ostinazione degli uomini dannati, ne parleremo in seguito [ cf. Suppl. q. 98, aa. 1,2 ].

Analisi delle obiezioni:

1. Tanto gli angeli buoni quanto i cattivi hanno, come si è detto [ nel corpo ], il libero arbitrio, ma secondo la condizione e il modo conveniente alla loro natura.

2. La misericordia di Dio libera dal male coloro che si pentono.

Ma quelli che non sono più capaci di pentimento, aderendo irremovibilmente al male, non vengono liberati dalla misericordia divina.

3. Nel demonio rimane ancora il suo primo peccato quanto al desiderio, sebbene egli non creda più di poter conseguire ciò che aveva desiderato.

Come avviene nel caso di uno che crede di poter commettere un omicidio, e che desidera di commetterlo: se gli viene tolta la possibilità di uccidere può tuttavia rimanere in lui la volontà dell'omicidio, o perché vorrebbe averlo commesso, o perché vorrebbe ancora commetterlo se potesse.

4. Il motivo per cui il peccato dell'uomo è remissibile non si riduce soltanto al fatto che egli ha peccato per suggestione di un altro.

Quindi l'argomento non regge.

5. Nel demonio ci sono due specie di atti.

Uno è quello che procede dalla volontà deliberata: ed è questo propriamente il suo atto.

Ora, tale atto del demonio è sempre cattivo: poiché anche se talvolta egli compie un atto buono, tuttavia non lo compie con rettitudine: come quando dice la verità per ingannare, oppure quando crede contro voglia, confessando una verità perché costretto dall'evidenza.

- L'altro atto del demonio è invece quello naturale, il quale può anche essere buono, e manifesta la bontà della natura.

Tuttavia i demoni abusano anche di tale atto per fare il male.

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