Summa Teologica - I

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Articolo 5 - Se nell'uomo vi sia l'immagine di Dio secondo la Trinità delle Persone

Infra, a. 6; De Verit., q. 10, a. 3

Pare che nell'uomo non vi sia l'immagine di Dio secondo la Trinità delle Persone divine.

Infatti:

1. S. Agostino [ Fulgenzio ] nel De Fide ad Petrum [ 1 ] scrive: « È essenzialmente unica la divinità della santa Trinità; come pure l'immagine secondo la quale fu creato l'uomo ».

E S. Ilario [ De Trin. 5,8 ] afferma che « l'uomo è fatto secondo l'immagine comune della Trinità ».

Vi è dunque nell'uomo l'immagine di Dio secondo l'essenza, non secondo la Trinità delle Persone.

2. Nel libro De ecclesiasticis dogmatibus [ 55 ] sta scritto che nell'uomo l'immagine di Dio è in rapporto all'eternità.

Per il Damasceno poi [ De fide orth. 2,12 ] l'espressione che « l'uomo è a immagine di Dio vuole indicare che egli è dotato di intelligenza, di libero arbitrio e di autonomia ».

E anche S. Gregorio Nisseno [ De hom. opif. 16 ] dichiara che quando la Scrittura dice che l'uomo è fatto a immagine di Dio « è come se dicesse che la natura umana è stata fatta partecipe di ogni bene, poiché la pienezza di ogni bene è la divinità ».

Ora, tutte queste cose non si riferiscono alla distinzione delle Persone, ma piuttosto all'unità dell'essenza.

Vi è dunque nell'uomo l'immagine di Dio non secondo la Trinità delle Persone, ma secondo l'unità dell'essenza.

3. L'immagine porta alla conoscenza del suo modello.

Se quindi nell'uomo vi fosse l'immagine di Dio secondo la Trinità delle Persone, avendo l'uomo la capacità di conoscere se stesso con la ragione naturale, ne verrebbe che egli con la sua conoscenza naturale potrebbe conoscere la Trinità delle Persone divine: cosa falsa, come si è già detto [ q. 32, a. 1 ].

4. Il nome di Immagine non appartiene a tutte e tre le Persone, ma soltanto al Figlio: dice infatti S. Agostino [ De Trin. 6,2.3 ] che « solo il Figlio è immagine del Padre ».

Se dunque nell'uomo l'immagine di Dio si riferisse alle Persone non vi sarebbe in esso l'immagine di tutta la Trinità, ma solo del Figlio.

In contrario:

S. Ilario [ De Trin. 4, nn. 18,19 ] arguisce la pluralità delle Persone divine dal fatto che la Scrittura dichiara l'uomo creato a immagine di Dio.

Dimostrazione:

La distinzione delle Persone divine è data solo dall'origine, o meglio dalle relazioni di origine, come si è spiegato sopra [ q. 40, a. 2 ].

Ora, il processo di origine non è uguale per tutti gli esseri, ma è conforme alla natura di ciascuno: infatti in un modo si producono gli esseri animati e in un altro quelli inanimati; in una maniera nascono gli animali e in un'altra le piante.

È evidente quindi che la distinzione delle Persone si verifica secondo il modo che è conforme alla natura divina.

Quindi essere a immagine di Dio secondo l'imitazione della natura divina non esclude la possibilità di esserlo anche secondo la Trinità delle Persone: anzi, l'una cosa è implicita nell'altra.

- Bisogna perciò affermare che nell'uomo vi è l'immagine di Dio tanto secondo la natura divina quanto secondo la Trinità delle Persone: infatti anche in Dio stesso esiste una sola natura in tre Persone.

Analisi delle obiezioni:

1, 2. Abbiamo così risolto le prime due obiezioni.

3. L'argomento addotto avrebbe valore se l'immagine di Dio nell'uomo rappresentasse perfettamente Dio.

Invece, come dice S. Agostino [ De Trin. 15, cc. 20,23 ], vi è una differenza massima fra la trinità che è in noi e la Trinità divina.

Per cui leggiamo in quel medesimo libro [ c. 6.10 ]: « La trinità che è in noi, più che crederla, la vediamo; che invece Dio sia Trinità lo crediamo, ma non lo vediamo ».

4. Alcuni hanno affermato che nell'uomo si trova soltanto l'immagine del Figlio.

Ma l'affermazione viene riprovata da S. Agostino [ De Trin. 12,6.8 ].

Primo, perché essendo il Figlio simile al Padre per uguaglianza di essenza è necessario che l'uomo, fatto a somiglianza del Figlio, sia anche fatto a somiglianza del Padre.

Secondo, perché se l'uomo fosse fatto soltanto a immagine del Figlio il Padre non avrebbe detto: « Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza », ma a tua immagine, [ a tua somiglianza ].

Perciò l'espressione [ Gen 1,27 ]: « Lo fece a immagine di Dio » non deve essere intesa nel senso che il Padre abbia fatto l'uomo soltanto a immagine del Figlio di Dio, come interpretarono alcuni, ma va intesa nel senso che Dio Trinità fece l'uomo a immagine sua, cioè di tutta la Trinità.

L'espressione poi « Dio fece l'uomo a sua immagine » può essere intesa in due modi.

Primo, nel senso che la preposizione [ latina ] ad indichi il termine dell'azione, come se si dicesse: « Facciamo l'uomo in modo tale che in esso vi sia l'immagine ».

Secondo, nel senso che la preposizione ad voglia indicare la causa esemplare, come ad es. nelle parole: « Questo libro è fatto su [ ad ] quell'originale ».

E allora l'immagine di Dio è la stessa essenza divina, chiamata impropriamente immagine, in quanto immagine sta per esemplare.

Secondo altri invece l'essenza divina sarebbe denominata immagine perché è in essa che una Persona imita l'altra.

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