Summa Teologica - I-II

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Articolo 2 - Se le virtù teologali siano distinte da quelle intellettuali e morali

In 3 Sent., d. 23, q. 1, a. 4, sol. 3, ad 4; De Verit., q. 14, a. 3, ad 9; De Virt., q. 1, a. 12

Pare che le virtù teologali non siano distinte da quelle morali e intellettuali.

Infatti:

1. Se esistono nell'anima delle virtù teologali, bisogna che ne perfezionino o la parte intellettiva o quella appetitiva.

Ma le virtù che perfezionano la parte intellettiva sono dette intellettuali, e quelle che perfezionano la parte appetitiva morali.

Quindi le virtù teologali non si distinguono dalle virtù morali e intellettuali.

2. Si dicono teologali le virtù che ci indirizzano a Dio.

Ma tra le virtù intellettuali ce n'è una che ci indirizza a Dio, cioè la sapienza, che ha per oggetto le realtà divine, in quanto considera la causa suprema.

Quindi le virtù teologali non si possono distinguere dalle virtù intellettuali.

3. S. Agostino [ De mor. Eccl. 15 ] dimostra che nelle quattro virtù cardinali si attua « l'ordine dell'amore ».

Ma l'amore non è altro che la virtù teologale della carità.

Perciò le virtù morali non si distinguono dalle virtù teologali.

In contrario:

Ciò che sorpassa la natura umana è distinto da ciò che è ad essa conforme.

Ma le virtù teologali sorpassano la natura dell'uomo, al quale appartengono, in forza della sua natura, le virtù intellettuali e morali, come risulta evidente da quanto si è detto [ q. 58, a. 3 ].

Quindi tali virtù si distinguono tra loro.

Dimostrazione:

Come si è già spiegato [ q. 54, a. 2, ad 1 ], gli abiti si distinguono specificamente secondo la differenza formale dei loro oggetti.

Ora, l'oggetto delle virtù teologali è Dio stesso, fine ultimo delle cose, in quanto sorpassa la conoscenza della nostra ragione.

L'oggetto invece delle virtù intellettuali e morali è qualcosa di comprensibile per la ragione umana.

Perciò le virtù teologali sono specificamente distinte dalle virtù morali e intellettuali.

Analisi delle obiezioni:

1. Le virtù intellettuali e morali perfezionano l'intelletto e l'appetito dell'uomo in maniera proporzionata alla natura umana; quelle teologali, invece, li perfezionano in maniera soprannaturale.

2. Quella sapienza che il Filosofo [ Ethic. 6,3 ] mette tra le virtù intellettuali considera le realtà divine in quanto sono conoscibili da parte della ragione umana.

Le virtù teologali invece le considerano in quanto la sorpassano.

3. Sebbene la carità sia un amore, tuttavia non ogni amore è carità.

Quando perciò si dice che ogni virtù costituisce l'ordine dell'amore, ciò può essere inteso o dell'amore in generale o dell'amore di carità.

Se l'espressione viene intesa dell'amore in generale, allora significa che per qualsiasi virtù cardinale si richiede un affetto ben ordinato; ora, la radice di ogni affetto è l'amore, come si è spiegato [ q. 27, a. 4; q. 28, a. 6, ad 2; q. 41, a. 2, ad 1; q. 56, a. 3, ad 1 ].

- Se invece l'espressione si riferisce all'amore di carità, allora non significa che ogni altra virtù sia essenzialmente carità, ma che tutte le altre virtù dipendono in qualche modo dalla carità, come vedremo in seguito [ q. 65, aa. 2, 4; II-II, q. 23, a. 7 ].

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