Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se Dio sia causa dell'accecamento e dell'indurimento

In 1 Sent., d. 40, q. 4, a. 2; C. G., III, c. 162; De Verit., q. 24, a. 10; In Matth., c. 13; In Ioan., c. 12, lect. 7; In Rom., c. 9, lect. 3; In 2 Cor., c. 4, lect. 2

Pare che Dio non sia causa dell'accecamento e dell'indurimento.

Infatti:

1. S. Agostino [ Lib. LXXXIII quaest. 3 ] insegna che « Dio non è causa del fatto che uno diventi peggiore ».

Ma l'accecamento e l'indurimento rendono peggiore un uomo.

Quindi Dio non ne è causa.

2. S. Fulgenzio [ De dupl. praed. 1,19 ] afferma che « Dio non fa vendetta di quanto egli compie ».

Ma Dio fa vendetta del cuore indurito, come si legge [ Sir 3,25 ]: « Un cuore indurito alla fine cadrà nel male ».

Perciò Dio non è causa dell'indurimento.

3. Un medesimo effetto non può essere attribuito a cause contrarie.

Ma la causa dell'accecamento, al dire della Scrittura [ Sap 2,21 ], è la malizia umana: « La loro malizia li ha accecati »; oppure il demonio [ 2 Cor 4,4 ]: « Il dio di questo mondo ha accecato la loro mente incredula »: tutte cause contrarie a Dio.

Quindi Dio non è causa dell'accecamento e dell'indurimento.

In contrario:

Sta scritto [ Is 6,10 ]: « Acceca il cuore di questo popolo, fallo duro d'orecchio ».

E altrove [ Rm 9,18 ]: « Dio usa misericordia con chi vuole, e indurisce chi vuole ».

Dimostrazione:

L'accecamento e l'indurimento implicano due cose.

La prima è il moto di adesione dell'animo umano al male, e il suo scostarsi dalla luce di Dio.

E da questo lato Dio non è causa dell'accecamento e dell'indurimento, come non è causa del peccato.

La seconda è la sottrazione della grazia, dalla quale deriva che la mente non sia più illuminata da Dio a vedere rettamente, e il cuore dell'uomo non venga più plasmato a una vita onesta.

E da questo lato Dio è causa dell'accecamento e dell'indurimento.

Si deve infatti osservare che Dio è la causa universale dell'illuminazione delle anime, come dice il Vangelo [ Gv 1,9 ]: « Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo »; come il sole è la causa universale dell'illuminazione dei corpi.

In modo diverso però: infatti il sole illumina per necessità di natura, mentre Dio agisce per volontà, seguendo l'ordine della sua sapienza.

Ora il sole, sebbene di per sé illumini tutti i corpi, tuttavia se trova un ostacolo in qualche corpo lo lascia nelle tenebre: come accade per una casa le cui finestre sono chiuse.

Ma questo oscuramento in nessun modo è causato dal sole, il quale non agisce di suo arbitrio nel non mandare là dentro i suoi raggi, ma è causato soltanto da chi chiude le finestre.

Dio invece per sua decisione non manda più la luce della grazia a coloro in cui trova un ostacolo.

Perciò è causa della sottrazione della grazia non soltanto colui che pone l'ostacolo, ma anche Dio, il quale per sua decisione non offre la grazia.

E in questo senso Dio è causa dell'accecamento, dell'insensibilità degli orecchi e dell'indurimento del cuore.

- Effetti questi che si distinguono secondo le funzioni della grazia, la quale acuisce l'intelligenza col dono della sapienza e rende pieghevole l'affetto col fuoco della carità.

E poiché alla conoscenza dell'intelletto giovano specialmente i due sensi della vista e dell'udito, uno dei quali, la vista, serve alla ricerca e l'altro, cioè l'udito, all'apprendimento, conseguentemente per la vista si parla di accecamento, per l'udito di insensibilità e per l'affetto di indurimento.

Analisi delle obiezioni:

1. L'accecamento e l'indurimento come sottrazioni di grazia sono altrettante pene: per cui da questo lato un uomo non diviene peggiore, ma piuttosto, divenuto peggiore con la colpa, incorre in queste conseguenze, come anche negli altri castighi.

2. L'obiezione deriva dall'accecamento considerato sotto l'aspetto di colpa.

3. La malizia causa l'accecamento nel senso che lo merita, come una colpa merita la pena.

E anche il demonio produce l'accecamento in questo modo, cioè inducendo alla colpa.

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