Summa Teologica - I-II

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Articolo 1 - Se il demonio possa essere per l'uomo causa diretta di peccato

Supra, q. 75, a. 3; De Malo, q. 3, a. 3

Pare che il demonio possa essere per l'uomo causa diretta di peccato.

Infatti:

1. Il peccato consiste direttamente nell'affetto.

Ora, S. Agostino [ De Trin. 4,12.15 ] afferma che « il demonio ispira ai suoi affetti malvagi ».

S. Beda [ In At 5,3 ] poi insegna che « il demonio trascina l'anima all'affetto del male ».

E S. Isidoro [ Sent. 2,12 ] sostiene che « il demonio riempie i cuori degli uomini di occulti desideri ».

Quindi il demonio è direttamente causa di peccato.

2. S. Girolamo [ Contra Iovin. 2 ] afferma che « come Dio è artefice del bene, così il demonio è artefice del male ».

Ma Dio è causa diretta del nostro bene.

Quindi il demonio è causa diretta dei nostri peccati.

3. Il Filosofo [ Ethic. Eudem. 7,14 ] dimostra che ci deve essere un principio estrinseco della deliberazione umana.

Ora, la deliberazione umana non è soltanto buona, ma è anche cattiva.

Come quindi Dio muove a ben deliberare rivelandosi causa diretta del bene, così il demonio spinge l'uomo a deliberare malamente, e diviene in tal modo causa diretta del peccato.

In contrario:

S. Agostino [ De lib. arb. 1,11.21; 3,1 ] dimostra che « per nessun'altra cosa la mente umana diviene schiava della sensualità all'infuori della volontà propria ».

Ma l'uomo diviene schiavo della sensualità solo col peccato.

Quindi la causa del peccato non può essere il demonio, ma solo la volontà propria.

Dimostrazione:

Il peccato è un atto.

Perciò una cosa può essere causa diretta del peccato nel modo in cui può esserlo di un atto.

Ora, ciò avviene solo perché tale cosa muove ad agire il principio proprio di tale atto.

Ma il principio proprio dell'atto peccaminoso è la volontà, essendo ogni peccato volontario.

Quindi non può essere causa diretta del peccato se non ciò che può muovere la volontà ad agire.

Ma la volontà, secondo le spiegazioni date sopra [ q. 9, aa. 1,4,6; I, q. 105, a. 4 ] può essere mossa da due cose soltanto: primo, dall'oggetto, nel senso che l'appetibile conosciuto muove l'appetito; secondo, da ciò che dall'interno inclina la volontà a volere.

Ma sopra [ q. 9, aa. 3 ss. ] si è visto che questo compito è esclusivo o della volontà stessa, o di Dio.

Dio però non può essere causa del peccato, come si è detto [ q. 79, a. 1 ].

Per cui da questo lato rimane che la sola volontà umana è la causa diretta del peccato.

Invece dal lato dell'oggetto è possibile pensare a una triplice mozione della volontà.

Primo, dalla parte dell'oggetto stesso presentato: e in questo senso diciamo che il desiderio di mangiare viene eccitato dal cibo.

Secondo, dalla parte di chi propone o presenta tale oggetto.

Terzo, dalla parte di chi persuade a considerare un bene l'oggetto proposto: poiché anche costui propone in qualche modo alla volontà l'oggetto suo proprio, cioè il bene, vero o apparente.

Perciò col primo tipo di mozione muovono la volontà a peccare le realtà sensibili presentate esternamente; con il secondo e col terzo invece possono spingere al peccato sia il demonio che l'uomo, o presentando qualcosa di appetibile ai sensi, o persuadendo la ragione.

Ma in nessuno di questi tre modi una cosa può essere causa diretta del peccato: poiché la volontà non è mossa necessariamente da altri oggetti che non siano l'ultimo fine, come si è visto sopra [ q. 10, a. 2; I, q. 105, a. 4 ]: perciò non è causa efficace del peccato né l'oggetto esterno, né chi lo presenta, né chi se ne fa patrocinatore.

Quindi il demonio è causa del peccato non in maniera diretta ed efficace, ma solo come patrocinatore o presentatore dell'oggetto appetibile.

Analisi delle obiezioni:

1. Tutti i testi citati e altri consimili vanno riferiti al fatto che il demonio sollecita l'affetto al peccato suggerendo o presentando degli oggetti appetibili.

2. Il paragone vale solo nel senso che il demonio è in qualche modo causa dei nostri peccati come Dio è a suo modo causa del nostro bene.

Esso però non vale quanto al modo di causare: Dio infatti causa il bene muovendo interiormente la volontà, cosa che il demonio non può fare.

3. Dio è causa o principio universale di tutti i moti interiori dell'uomo, ma che la volontà umana si determini al male dipende direttamente dalla medesima; e inoltre dal demonio in quanto persuade, o propone l'oggetto appetibile.

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