Summa Teologica - I-II

Indice

Articolo 12 - Se i precetti morali dell'antica legge potessero giustificare

Supra, q. 98, a. 1; In 3 Sent., d. 40, q. 1, a. 3; In Rom., c. 2, lect. 3; c. 3, lect. 2; In Gal., c. 2, lect. 4; c. 3, lect. 4

Pare che i precetti morali dell'antica legge potessero giustificare.

Infatti:

1. L'Apostolo [ Rm 2,13 ] scrive: « Non coloro che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati ».

Ma chi pratica la legge è precisamente chi ne adempie i precetti.

Quindi i precetti della legge adempiuti potevano giustificare.

2. Sta scritto [ Lv 18,5 ]: « Osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni, mediante le quali, chiunque le metterà in pratica, vivrà ».

Ma la vita spirituale dell'uomo si attua mediante la giustizia.

Perciò i precetti, se adempiuti, davano la giustificazione.

3. La legge divina è più efficace di quella umana.

Eppure la legge umana giustifica: infatti nell'adempimento dei precetti della legge si ha un tipo particolare di giustizia.

A maggior ragione quindi giustificavano i precetti della legge [ divina ].

In contrario:

L'Apostolo [ 2 Cor 3,6 ] insegna: « La lettera uccide ».

E ciò va inteso, secondo S. Agostino [ De spir. et litt. 14.23 ], anche dei precetti morali.

Quindi i precetti morali non davano la giustificazione.

Dimostrazione:

Come l'aggettivo sano, in senso proprio e primario, si applica all'animale che ha la sanità, e secondariamente alle cose che ne sono un segno, o che la conservano, così il termine giustificazione in senso proprio e primario si dice dell'attuazione della giustizia, mentre in senso derivato e improprio si applica alle figurazioni della giustizia, o alle predisposizioni ad essa.

Ora, che i precetti della legge giustificassero in questi ultimi due sensi è cosa evidente: poiché essi disponevano gli uomini alla grazia giustificante di Cristo, che inoltre simboleggiavano; infatti, secondo S. Agostino [ Contra Faustum 22,24 ], « la vita stessa di quel popolo era profetica, e figurativa di Cristo ».

Se invece parliamo della giustificazione propriamente detta, allora si deve notare che la giustizia può essere presa in quanto è in abito o in quanto è in atto, e quindi la giustificazione può essere di due tipi: abituale o attuale.

La prima rende l'uomo giusto con l'acquisto dell'abito della giustizia.

La seconda invece lo rende giusto mediante il compimento di opere di giustizia: e in questo senso la giustificazione non è altro che l'esecuzione di ciò che è giusto.

Ora la giustizia, come le altre virtù, può essere acquisita e infusa, secondo le spiegazioni date [ q. 63, a. 4 ]: quella acquisita è causata dalle opere, mentre quella infusa è causata da Dio stesso mediante la grazia.

E questa è la vera giustizia, di cui ora parliamo, in base alla quale uno è giusto davanti a Dio, come accenna quel testo di S. Paolo [ Rm 4,2 ]: « Se Abramo è stato giustificato per le opere, certo ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio ».

Questa giustizia dunque non poteva essere causata dai precetti morali, che riguardano gli atti umani.

E così i precetti morali non potevano giustificare causando la giustizia.

Se invece col termine giustificazione intendiamo l'esecuzione di cose giuste, allora tutti i precetti della legge giustificavano; però in modo diverso.

Infatti i precetti cerimoniali in quanto indirizzati in generale al culto di Dio contenevano per se stessi un elemento di giustizia, mentre non ne contenevano in quanto precetti particolari se non in base alla determinazione della legge divina.

Perciò di questi precetti si dice che giustificavano solo per la devozione e l'obbedienza di chi li compiva.

- Invece i precetti morali e giudiziali contenevano per se stessi quanto era giusto, sia in generale che in particolare.

I precetti morali però contenevano quanto è giusto oggettivamente secondo la giustizia generale, che secondo Aristotele [ Ethic. 5,1 ] è « qualsiasi virtù », mentre i precetti giudiziali riguardavano la giustizia speciale, relativa ai contratti che legano gli uomini tra loro.

Analisi delle obiezioni:

1. Qui l'Apostolo per giustificazione intende l'attuazione di ciò che è giusto.

2. Si dice che chi osservava i comandamenti della legge viveva mediante essi nel senso che non incorreva nella pena di morte, che la legge infliggeva ai trasgressori.

E in questo senso il testo è citato da S. Paolo [ Gal 3,12 ].

3. I precetti della legge umana giustificano mediante una giustizia acquisita; ma qui non si parla di questa, bensì della giustizia che è davanti a Dio.

Indice