Summa Teologica - I-II

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Articolo 1 - Se solo Dio sia la causa della grazia

III, q. 62, a. 1; q. 64, a. 1; In 1 Sent., d. 14, q. 3; d. 40, q. 4, a. 2, ad 3; In 2 Sent., d. 26, q. 1, a. 2; In 4 Sent., d. 5, q. 1, a. 3, sol. 1; De Verit., q. 27, a. 3; In Rom., c. 5, lect. 1

Pare che non sia soltanto Dio la causa della grazia.

Infatti:

1. Sta scritto [ Gv 1,17 ]: « La grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo ».

Ma quando si parla di Gesù Cristo non si intende soltanto la natura divina, bensì anche la natura creata da lui assunta.

Quindi una creatura può essere causa della grazia.

2. Tra i sacramenti della nuova e quelli dell'antica legge si nota questa differenza, che i sacramenti della prima causano la grazia, mentre quelli della seconda la significano soltanto.

Ma i sacramenti della nuova legge sono realtà visibili.

Quindi non soltanto Dio è la causa della grazia.

3. Come insegna Dionigi [ De cael. hier. cc. 3,4,7,8 ], gli angeli purificano, illuminano e perfezionano sia gli angeli inferiori che gli uomini.

Ma una creatura razionale è purificata, illuminata e perfezionata dalla grazia.

Quindi non soltanto Dio è la causa della grazia.

In contrario:

Nei Salmi [ Sal 84,12 ] si legge: « Il Signore concede grazia e gloria ».

Dimostrazione:

Nessuna cosa può agire oltre ai limiti della sua specie, poiché la causa deve essere sempre superiore ai suoi effetti.

Ora, il dono della grazia sorpassa tutte le capacità della natura creata, non essendo altro che una partecipazione della natura divina, che trascende ogni altra natura.

Perciò va escluso che una natura creata possa causare la grazia.

Quindi, come soltanto il fuoco può far sì che una cosa si infuochi, così è necessario che Dio solo deifichi, comunicando il consorzio della natura divina mediante una certa partecipazione assimilativa.

Analisi delle obiezioni:

1. L'umanità di Cristo è « come uno strumento della sua divinità », secondo l'espressione del Damasceno [ De fide orth. 3,19 ].

Ora, uno strumento non compie l'azione dell'agente principale con la virtù propria, ma con quella dell'agente principale.

E così l'umanità di Cristo non causa la grazia per virtù propria, ma per la virtù della divinità a cui è unita, la quale fa sì che le azioni dell'umanità di Cristo siano salutari.

2. Come nella persona di Cristo l'umanità causa con la grazia la nostra salvezza principalmente per influsso della virtù divina, così anche nei sacramenti della nuova legge istituiti da Cristo la grazia viene causata strumentalmente dai sacramenti, ma principalmente dalla virtù dello Spirito Santo che opera in essi, secondo le parole evangeliche [ Gv 3,5 ]: « Se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito Santo », ecc.

3. L'angelo purifica, illumina e perfeziona un altro angelo, o un uomo, mediante un ammaestramento, non già santificando con la grazia.

Per cui Dionigi [ De cael. hier. 7,3 ] afferma che questa « purificazione, illuminazione e perfezionamento altro non è che una partecipazione della scienza divina ».

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