Summa Teologica - I-II

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Articolo 2 - Se si richieda una preparazione o disposizione alla grazia da parte dell'uomo

Infra, q. 113, a. 3; In 4 Sent., d. 17, q. 1, a. 2, sol. 1, 2; In Ioan., c. 4, lect. 8; In Hebr., c. 12, lect. 3

Pare che non si richieda una preparazione o disposizione alla grazia da parte dell'uomo.

Infatti:

1. L'Apostolo [ Rm 4,4 ] insegna che « a chi lavora il salario non viene calcolato come un dono, ma come un debito ».

Ora, la preparazione umana alla grazia mediante il libero arbitrio non avviene senza un'attività.

Quindi essa eliminerebbe l'aspetto di grazia.

2. Chi progredisce nel peccato non si prepara alla grazia.

Ma la grazia fu data ad alcuni che progredivano nel peccato, come è evidente nel caso di S. Paolo, il quale ricevette la grazia mentre era « fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore » [ At 9,1 ].

Quindi non si richiede alcuna preparazione alla grazia da parte dell'uomo.

3. Una causa agente di potenza infinita non richiede delle disposizioni nella materia: anzi, non richiede neppure la materia, come è evidente nella creazione, a cui viene paragonato il conferimento della grazia, denominata appunto « nuova creazione » [ Gal 6,15 ].

Ma la grazia, come si è detto [ a. prec. ], viene causata soltanto da Dio, che è di potenza infinita.

Quindi non si richiede alcuna preparazione da parte dell'uomo per conseguire la grazia.

In contrario:

Nella Scrittura [ Am 4,12 ] si legge: « Preparati all'incontro con il tuo Dio, o Israele ».

E altrove [ 1 Sam 7,3 ]: « Fate in modo che il vostro cuore sia indirizzato al Signore e servite lui solo ».

Dimostrazione:

Come sopra [ q. 109, aa. 2,3,6,9 ] si è notato, col termine grazia si possono intendere due cose: talora si intende il dono abituale di Dio, ma spesso si intende lo stesso aiuto di Dio che muove l'anima al bene.

Presa dunque nel primo senso la grazia esige una preparazione: poiché una forma non può trovarsi in una materia che non sia disposta.

Se invece parliamo della grazia in quanto aiuto attuale di Dio che muove al bene, allora non si richiede alcuna preparazione da parte dell'uomo come precedente all'aiuto di Dio: anzi, qualunque possa essere la preparazione da parte dell'uomo, essa va attribuita all'aiuto di Dio che muove l'anima al bene.

E in base a ciò lo stesso moto virtuoso del libero arbitrio con cui uno si prepara a ricevere il dono della grazia è un atto del libero arbitrio mosso da Dio: per cui si può dire, come fa la Scrittura [ Pr 16,1 ], che l'uomo si prepara: « Sta all'uomo preparare l'animo ».

E tuttavia esso va attribuito principalmente alla mozione esercitata da Dio sul libero arbitrio: per cui si legge nella Scrittura che « spetta a Dio predisporre la volontà dell'uomo » [ Pr 8,35 Vg ], e che « il Signore dirige i suoi passi » [ Sal 37,23 ].

Analisi delle obiezioni:

1. C'è una preparazione alla grazia che è simultanea all'infusione della grazia.

E questo atto è meritorio: non però della grazia che già allora si possiede, bensì della gloria che ancora non si possiede.

- C'è poi un'altra preparazione imperfetta alla grazia, che talora precede il dono della grazia santificante, e che tuttavia viene dalla mozione di Dio.

Ma questa non basta per meritare, non essendo ancora l'uomo giustificato dalla grazia: poiché, come vedremo [ q. 114, a. 2 ], non ci può essere alcun merito senza la grazia.

2. Non potendo l'uomo prepararsi da solo alla grazia se Dio non lo previene e non lo muove al bene, non importa che egli raggiunga la perfetta preparazione in modo graduale o improvvisamente: infatti, come dice la Scrittura [ Sir 11,21 ], « è facile per il Signore arricchire un povero all'improvviso ».

Capita però talvolta che Dio muova l'uomo a un certo bene, non tuttavia perfetto: e questa preparazione precede la grazia.

Talora invece lo muove subito perfettamente al bene, e l'uomo riceve immediatamente la grazia, secondo le parole evangeliche [ Gv 6,45 ]: « Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me ».

E così avvenne per S. Paolo: poiché all'improvviso, mentre sprofondava nei peccati, il suo cuore fu mosso perfettamente da Dio ad ascoltare, a imparare e a venire.

Per cui conseguì immediatamente la grazia.

3. Una causa agente di potenza infinita non ha bisogno né della materia né della disposizione di essa come di presupposti dovuti ad altre cause.

Tuttavia è necessario che essa, secondo la condizione dell'essere da produrre, causi tanto la materia quanto la dovuta disposizione alla forma.

E similmente perché Dio infonda nell'anima la grazia non si esige alcuna preparazione che non produca egli stesso.

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