Summa Teologica - II-II

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Articolo 10 - Se le ragioni portate a favore della fede ne diminuiscano il merito

III, q. 55, a. 5, ad 3; In 3 Sent., d. 24, q. 1, a. 3, sol. 3; C. G., I, c. 8

Pare che le ragioni portate a favore della fede ne diminuiscano il merito.

Infatti:

1. S. Gregorio [ In Evang. hom. 26 ] insegna che « non ha merito la fede a cui la ragione umana offre una prova ».

Se quindi la ragione umana che offre una prova adeguata esclude totalmente il merito della fede, pare che qualsiasi ragione umana portata a sostegno delle verità di fede ne diminuisca il merito.

2. Quanto sminuisce la ragione di virtù sminuisce pure la ragione di merito: poiché, come dice il Filosofo [ Ethic. 1,9 ], « la felicità è il premio della virtù ».

Ma la ragione umana sminuisce la ragione di virtù nella fede: poiché nella fede è essenziale avere per oggetto cose inevidenti, come sopra [ q. 1, aa. 4,5 ] si è visto, e d'altra parte più numerose sono le ragioni addotte a favore di una cosa, tanto meno essa è inevidente.

E così le ragioni umane a favore delle verità di fede sminuiscono il merito di questa.

3. Cause contrarie devono avere effetti contrari.

Ma ciò che viene indotto contro la fede aumenta il merito della fede stessa: sia che si tratti della persecuzione di chi vuole costringere ad abbandonarla, sia che si tratti delle ragioni che suggeriscono tale abbandono.

Quindi le ragioni a favore della fede ne diminuiscono il merito.

In contrario:

S. Pietro [ 1 Pt 3,15 ] scrive: « Siate sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza e della fede che è in voi ».

Ora, l'Apostolo non farebbe questa esortazione se ciò dovesse sminuire il merito della fede.

Quindi le ragioni non sminuiscono il merito della fede.

Dimostrazione:

Abbiamo detto sopra [ a. prec., ad 2 ] che l'atto di fede può essere meritorio perché è soggetto alla volontà non solo nell'esercizio, ma anche nell'adesione.

Ora, le ragioni umane portate a favore delle verità di fede possono avere due rapporti diversi con la volontà di chi crede.

Possono essere innanzitutto antecedenti: p. es. quando uno non avrebbe la volontà di credere, o non la avrebbe pronta, se non venisse indotto da una ragione umana.

E allora le ragioni umane addotte diminuiscono il merito della fede: come si è mostrato in precedenza [ I-II, q. 24, a. 3, ad 1; q. 77, a. 6, ad 2 ] per la passione antecedente, che nelle virtù morali diminuisce il valore dell'atto virtuoso.

Infatti l'uomo, come è tenuto a compiere gli atti delle virtù morali non per passione, ma per un giudizio razionale, così è tenuto a credere le verità di fede non per una ragione umana, ma per l'autorità divina.

Secondo, le ragioni umane possono essere conseguenti alla volontà di chi crede.

Un uomo infatti che ha la volontà pronta a credere ama la verità creduta, vi riflette sopra e abbraccia le ragioni, se può trovarne qualcuna.

E in questo caso le ragioni umane non tolgono il merito della fede, ma sono il segno di un merito più grande: come anche nelle virtù morali la passione conseguente è il segno di una volontà più pronta, come sopra [ I-II, q. 24, a. 3, ad 1 ] si è spiegato.

- E il simbolo di ciò si trova nel Vangelo di S. Giovanni [ Gv 4,42 ], là dove i Samaritani dicono alla donna, che rappresenta la ragione umana: « Non è più per la tua parola che noi crediamo ».

Analisi delle obiezioni:

1. S. Gregorio parla del caso in cui uno non ha la volontà di credere se non per le ragioni addotte.

Quando invece uno ha la volontà di credere le verità di fede per la sola autorità di Dio, anche se scopre delle ragioni per dimostrare qualcuna di queste verità, p. es. l'esistenza di Dio, non per questo vede eliminato o sminuito il merito della fede.

2. Le ragioni addotte a sostegno della credibilità della fede non sono dimostrazioni capaci di portare l'intelletto umano all'evidenza.

Quindi [ le verità di fede ] non cessano di essere inevidenti.

Tali ragioni invece tolgono gli ostacoli della fede, mostrando che non è impossibile quanto essa propone.

Per cui tali ragioni non diminuiscono il merito della fede.

Le ragioni dimostrative poi addotte a favore di verità di fede previe però ai vari articoli, sebbene diminuiscano la formalità della fede in quanto rendono evidenti le cose proposte, tuttavia non sminuiscono quella della carità, che rende il volere pronto a credere anche le cose inevidenti.

Quindi il merito non diminuisce.

3. Gli elementi che contrastano la fede, sia nel pensiero umano che nella persecuzione esterna, in tanto accrescono il merito della fede in quanto mostrano una volontà più pronta e più ferma nel credere.

E così i martiri ebbero un merito superiore nella loro fede non allontanandosi da essa nelle persecuzioni; e anche i sapienti hanno un merito superiore nella fede non allontanandosi da essa nonostante le obiezioni sollevate dai filosofi o dagli eretici.

Invece gli elementi a favore della fede non sempre sminuiscono la prontezza della volontà nel credere.

Quindi non sempre sminuiscono il merito della fede.

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