Summa Teologica - II-II

Indice

Articolo 3 - Se gli eretici debbano essere tollerati

Supra, q. 10, a. 8, ad 1; In 3 Sent., d. 13, q. 2, a. 3; Quodl., 10, q. 7, a. 1; In Matth., c. 13

Pare che gli eretici debbano essere tollerati.

Infatti:

1. L'Apostolo [ 2 Tm 2,24ss ] ammonisce: « Un servo del Signore non deve essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità e ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo ».

Ora, se gli eretici non sono tollerati, ma messi a morte, si toglie loro la possibilità di pentirsi.

Quindi la loro uccisione è contro il comando dell'Apostolo.

2. Si deve tollerare ciò che nella Chiesa è necessario.

Ma nella Chiesa le eresie sono necessarie: infatti l'Apostolo [ 1 Cor 11,19 ] scrive: « È necessario cheavvengano divisioni tra voi, perché si manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a voi ».

Quindi gli eretici devono essere tollerati.

3. Il Signore [ Mt 13,30 ] ha comandato ai servi della parabola di permettere alla zizzania di crescere fino alla mietitura, cioè sino alla fine del mondo, stando alla spiegazione del testo [ Mt 13,39 ].

Ma i Santi Padri ci dicono nelle loro interpretazioni che la zizzania sono gli eretici.

Quindi gli eretici vanno tollerati.

In contrario:

L'Apostolo [ Tt 3,10s ] insegna: « Dopo una o due ammonizioni sta lontano da chi è fazioso, ben sapendo che è gente ormai fuori strada e che continua a peccare condannandosi da se stessa ».

Dimostrazione:

A proposito degli eretici si devono considerare due cose: una dalla loro parte, l'altra dalla parte della Chiesa.

Dalla loro parte c'è un peccato per il quale hanno meritato non solo di essere separati dalla Chiesa con la scomunica, ma anche di essere tolti dal mondo con la morte.

Infatti è ben più grave corrompere la fede, in cui risiede la vita delle anime, che falsare il danaro, con cui si provvede alla vita temporale.

Per cui se i falsari e altri malfattori sono giustamente subito messi a morte dai principi, a maggior ragione e con giustizia potrebbero essere non solo scomunicati, ma anche uccisi gli eretici, non appena riconosciuti colpevoli di eresia.

Dalla parte della Chiesa invece c'è la misericordia, che tende a convertire gli erranti.

Essa perciò non condanna subito, ma « dopo una o due ammonizioni », come insegna l'Apostolo [ Tt 3,10s ].

Dopo di che, se l'eretico rimane ostinato, la Chiesa, disperando della sua conversione, provvede alla salvezza degli altri separandolo da sé con la sentenza di scomunica; e finalmente lo abbandona al giudizio civile, o secolare, per toglierlo dal mondo con la morte.

Scrive infatti S. Girolamo [ In Gal 3, su 5, 9 ]: « La carne marcita deve essere tagliata, e la pecora rognosa allontanata dal gregge, affinché non arda, non si corrompa, non imputridisca e non muoia tutto: casa, massa, corpo e gregge.

Ario ad Alessandria era una scintilla, ma poiché non fu subito soffocato, le sue fiamme hanno devastato tutto il mondo ».

Analisi delle obiezioni:

1. La mitezza ricordata vuole che l'eretico sia ammonito una o due volte.

Ma se non vuole ravvedersi va considerato perduto, secondo le parole dell'Apostolo [ Tt 3,10s ].

2. Il vantaggio proveniente dalle eresie è estraneo all'intenzione degli eretici: esso consiste infatti nella riprova della costanza dei fedeli, come accennava l'Apostolo, e nello stimolo a uno studio più accurato della Sacra Scrittura, come dice S. Agostino [ De Gen. contra Man. 1,1 ].

Invece è intenzione degli eretici corrompere la fede, il che è un danno gravissimo.

Perciò si deve considerare più ciò che rientra direttamente nella loro intenzione, e che porta a eliminarli, che non ciò che in essi è preterintenzionale, e che consiglierebbe di sopportarli.

3. Come si dice nel Decreto [ di Graz. 2, 24, 3, 37 ], « una cosa è la scomunica e un'altra è l'eliminazione.

Infatti uno viene scomunicato "perché il suo spirito sia salvo nel giorno del Signore", secondo le parole dell'Apostolo [ 1 Cor 5,5 ]».

Tuttavia neppure l'eliminazione radicale dell'eretico mediante la morte può dirsi contraria a quel comando del Signore, che va riferito a quei casi in cui non è possibile estirpare la zizzania senza estirpare anche il frumento, come si è spiegato sopra [ q. 10, a. 8, ad 1 ] parlando degli infedeli in generale.

Indice