Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se la misericordia sia una virtù

I-II, q. 59, a. 1, ad 3; In 3 Sent., d. 23, q. 1, a. 3, sol. 2, ad 2; In 4 Sent., d. 15, q. 21, a. 1, sol. 3, ad 2; De Malo, q. 10, a. 2, ad 8

Pare che la misericordia non sia una virtù.

Infatti:

1. Nella virtù la cosa principale è la scelta, come nota il Filosofo [ Ethic. 2,5 ].

Ora, per usare le sue parole [ Ethic. 3,2 ], la scelta appartiene « all'appetito preceduto dalla deliberazione ».

Perciò non può dirsi virtù ciò che ostacola la deliberazione.

Ma la misericordia ostacola la deliberazione, come nota Sallustio [ Catilin. 51 ]: « Tutti gli uomini che deliberano su cose dubbie devono spogliarsi dell'ira e della misericordia: infatti l'animo non può scorgere facilmente la verità ove ci siano questi ostacoli ».

Perciò la misericordia non è una virtù.

2. Nessuna cosa contraria a una virtù è degna di lode.

Ma la nemesi, come dice Aristotele [ Reth. 2,9 ], è contraria alla misericordia, e d'altra parte è una passione lodevole, secondo lo stesso Aristotele [ Ethic. 2,7 ].

Quindi la misericordia non è una virtù.

3. La gioia e la pace non sono virtù speciali poiché, come si è visto [ q. 28, a. 4; q. 29, a. 4 ], derivano dalla carità.

Ma anche la misericordia deriva dalla carità: come infatti con la carità « godiamo con chi gode », così con essa « piangiamo con chi piange » [ Rm 12,15 ].

Perciò la misericordia non è una virtù speciale.

4. La misericordia, appartenendo a una potenza appetitiva, non è una virtù intellettuale.

E neppure è una virtù teologale, non avendo Dio per oggetto.

Così pure non è una virtù morale, poiché non ha per oggetto né le operazioni, essendo questo il compito della giustizia, né le passioni, non riducendosi essa a nessuno dei dodici "giusti mezzi" di cui parla Aristotele [ Ethic. 2,7 ].

Quindi la misericordia non è una virtù.

In contrario:

S. Agostino [ De civ. Dei 9,5 ] scrive: « Di gran lunga più giustamente e più umanamente e più conformemente al sentimento religioso parlò Cicerone in lode di Cesare là dove disse: "Nessuna delle tue virtù è più ammirevole o più gradita della tua misericordia" ».

Quindi la misericordia è una virtù.

Dimostrazione:

La misericordia implica una tristezza per la miseria altrui.

Ma questa tristezza o dolore può indicare due cose.

Primo, un moto dell'appetito sensitivo.

E in questo senso la misericordia è una passione e non una virtù.

- Secondo, può indicare un moto dell'appetito intellettivo, che è il dispiacere [ spirituale ] del male altrui.

Ora, questo moto può essere regolato dalla ragione, e con il medesimo così regolato si possono regolare razionalmente i moti dell'appetito inferiore.

Per cui S. Agostino [ l. cit. ] insegna che « questo moto dell'animo », cioè la misericordia, « è subordinato alla ragione quando si usa misericordia senza offendere la giustizia, sia soccorrendo i bisognosi, sia perdonando ai colpevoli ».

Poiché dunque l'essenza della virtù umana consiste nel fatto che i moti dell'animo sono regolati dalla ragione, come si è visto sopra [ I-II, q. 56, a. 4; q. 59, a. 4; q. 60, a. 5; q. 66, a. 4 ], è chiaro che la misericordia è una virtù.

Analisi delle obiezioni:

1. Quel testo di Sallustio va inteso della misericordia in quanto è una passione non regolata dalla ragione.

Allora essa infatti ostacola la deliberazione della ragione facendole abbandonare la giustizia.

2. Il Filosofo qui parla della misericordia e della nemesi in quanto sono passioni, le quali certamente si contrappongono per una diversità di giudizio sui mali altrui: infatti il misericordioso si addolora perché ritiene che uno soffra ingiustamente, mentre chi è dominato dalla nemesi gode ritenendo che certuni soffrano giustamente, e si rattrista della prosperità dei malvagi.

E Aristotele [ Reth., l. cit. ] conclude che « l'una e l'altra cosa è lodevole, derivando da un identico costume ».

Propriamente però alla misericordia si contrappone l'invidia, come diremo in seguito [ q. 36, a. 3, ad 3 ].

3. La gioia e la pace non aggiungono nulla alla ragione di bene che forma l'oggetto della carità: quindi non si richiedono altre virtù oltre alla carità.

La misericordia invece ha di mira una ragione speciale, cioè la miseria di chi ne è l'oggetto.

4. La misericordia in quanto virtù è una virtù morale riguardante le passioni: e si riconduce a quel giusto mezzo che si chiama nemesi poiché, come dice Aristotele [ ib. ], « ambedue derivano da un identico costume ».

Però questi "giusti mezzi" il Filosofo non li considera virtù, ma passioni: poiché sono lodevoli anche in quanto passioni.

Nulla però impedisce che derivino da un qualche abito volontario.

E in questo modo assumono l'aspetto di virtù.

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