Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se lo scandalo sia un peccato speciale

In 4 Sent., d. 38, q. 2, a. 2, sol. 2

Pare che lo scandalo non sia un peccato speciale.

Infatti:

1. Lo scandalo è « una parola o un'azione meno retta ».

Ma tale è qualsiasi peccato.

Perciò qualsiasi peccato è uno scandalo.

E così lo scandalo non è un peccato speciale.

2. Stando all'insegnamento di Aristotele [ Ethic. 5,12 ] ogni peccato speciale, come ogni speciale ingiustizia, viene riscontrato separatamente dagli altri peccati.

Ora, non si trova mai lo scandalo separato dagli altri peccati.

Quindi lo scandalo non è un peccato speciale.

3. Ogni peccato speciale viene costituito da qualcosa che dà la specie morale all'atto.

Ma l'elemento costitutivo dello scandalo è il fatto che si pecca davanti agli altri.

Ora peccare apertamente, pur essendo una circostanza aggravante, non costituisce una particolare specie di peccato.

Quindi lo scandalo non è un peccato speciale.

In contrario:

Il contrario di una virtù speciale è un peccato speciale.

Ma lo scandalo è il contrario di una virtù specificamente distinta, cioè della carità: poiché S. Paolo [ Rm 14,15 ] afferma: « Se per il tuo cibo il tuo fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità ».

Perciò lo scandalo è un peccato speciale.

Dimostrazione:

Come sopra [ a. 1, ad 4; a. 2 ] si è detto, lo scandalo è di due specie: attivo e passivo.

Ora, lo scandalo passivo non può essere un peccato speciale: poiché le parole o le azioni altrui che sono occasione di caduta possono appartenere a qualsiasi genere di peccato; e il fatto che uno prenda occasione di peccare dalle parole o dalle azioni altrui non dà un costitutivo specifico a un peccato, in quanto non implica una deformità specifica contrastante con una particolare virtù.

Invece lo scandalo attivo può determinarsi in due modi: per se e per accidens.

Si ha uno scandalo per accidens quando esso è estraneo all'intenzione di chi agisce: cioè quando uno con gli atti o con le parole non intende dare occasione di rovina agli altri, ma solo soddisfare la propria volontà.

E anche allora lo scandalo attivo non è un peccato speciale: poiché gli elementi per accidens non costituiscono la specie.

- Al contrario lo scandalo attivo è per se quando uno con parole o azioni disordinate tenta di trascinare un altro al peccato.

E in questo caso, per l'intenzione di raggiungere un fine particolare, l'atto prende l'aspetto di un peccato speciale: infatti in morale, come si è detto [ I-II, q. 1, a. 3; q. 18, a. 6 ], il fine determina la specie.

Come quindi è un peccato speciale il furto, o l'omicidio, per il danno specifico che uno intende infliggere al prossimo, così è un peccato speciale lo scandalo, poiché si ha di mira un danno specifico del prossimo.

Ed esso si contrappone direttamente alla correzione fraterna, che si propone di evitare un danno particolare.

Analisi delle obiezioni:

1. Qualsiasi peccato può essere materia di uno scandalo attivo.

Ma la ragione formale che lo rende un peccato speciale può averla solo dall'intenzione, secondo le spiegazioni date [ nel corpo ].

2. Lo scandalo attivo può esistere anche separatamente dagli altri peccati: come quando uno scandalizza il prossimo con un'azione che di per sé non è un peccato, ma ne ha l'apparenza.

3. Lo scandalo non deve la sua natura di peccato speciale alla circostanza suddetta, ma all'intenzione, come si è spiegato [ ib. ].

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