Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se lo scandalo sia un peccato mortale

In 4 Sent., d. 38, q. 2, a. 2, sol. 3

Pare che lo scandalo sia un peccato mortale.

Infatti:

1. Ogni peccato che sia incompatibile e contrastante con la carità è un peccato mortale, come si è detto sopra [ q. 35, a. 3; I-II, q. 88, a. 2 ].

Ma lo scandalo, come abbiamo visto [ Introd.; a. 2; a. 3, s. c. ], è contrario alla carità.

Quindi è un peccato mortale.

2. La pena della dannazione eterna è dovuta al solo peccato mortale.

Ma lo scandalo merita la dannazione eterna, poiché sta scritto [ Mt 18,6 ]: « Chi avrà scandalizzato anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare ».

« Poiché », come spiega S. Girolamo [ In Mt 3 ], « è molto meglio ricevere per una colpa una breve punizione piuttosto che essere serbati agli eterni supplizi ».

Perciò lo scandalo è un peccato mortale.

3. Tutti i peccati commessi direttamente contro Dio sono mortali: poiché soltanto il peccato mortale mette l'uomo contro Dio.

Ma lo scandalo è un peccato contro Dio: infatti l'Apostolo scrive [ 1 Cor 8,12 ]: « Ferendo la coscienza debole dei fratelli, voi peccate contro Cristo ».

Quindi lo scandalo è sempre un peccato mortale.

In contrario:

Indurre un altro a commettere un peccato veniale può essere solo un peccato veniale.

Ma anche questo è uno scandalo.

Quindi lo scandalo può essere un peccato veniale.

Dimostrazione:

Come sopra [ a. 1 ] si è detto, lo scandalo indica un inciampo che predispone un uomo alla caduta.

Quindi lo scandalo passivo può essere talvolta un peccato veniale, riducendosi per così dire al solo inciampare: come quando uno è mosso dagli atti e dalle parole altrui solo a dei moti di peccato veniale.

Talora invece è un peccato mortale, quando all'inciampo si aggiunge la caduta: come quando uno, spinto dalle parole o dalle azioni altrui, arriva a peccare mortalmente.

Lo scandalo attivo poi, se è scandalo per accidens, o indiretto, può essere talora un peccato veniale, nel caso p. es. che uno commetta una mancanza veniale, oppure un atto che comporta una lieve indiscrezione che di per sé non è peccato, ma ne ha l'apparenza.

Talora invece è un peccato mortale: sia perché uno commette una colpa mortale, sia perché disprezza la salvezza del prossimo non desistendo per non comprometterla dal fare ciò che gli aggrada.

- Se poi lo scandalo attivo è per se e diretto, nel senso che uno cerca di portare gli altri a peccare, allora, se si ha l'intenzione di indurre a un peccato mortale, lo scandalo è un peccato mortale.

E lo stesso si dica nel caso che si cerchi di portare a un peccato veniale con un peccato mortale.

Se invece uno cerca di indurre il prossimo a peccare venialmente con un peccato veniale, allora lo scandalo è un peccato veniale.

Sono così risolte le obiezioni.

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