Summa Teologica - II-II

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Articolo 8 - Se la superbia debba essere posta tra i vizi capitali

I-II, q. 84, a. 4; In 2 Sent., d. 42, q. 2, a. 3; De Malo, q. 8, a. 1

Pare che la superbia debba essere posta tra i vizi capitali.

Infatti:

1. S. Isidoro [ In Dt 16 ] e Cassiano [ De instit coenob. 5,1; Collat. 5,2 ] la enumerano tra i vizi capitali.

2. La superbia si identifica con la vanagloria: poiché entrambe desiderano la propria eccellenza.

Ma la vanagloria è un vizio capitale.

Quindi anche la superbia.

3. S. Agostino [ De virginit. 31 ] afferma che « la superbia partorisce l'invidia, e non è mai senza questa compagnia ».

Ora l'invidia, come si è visto sopra [ q. 36, a. 4 ], è un vizio capitale.

Quindi a maggior ragione lo è la superbia.

In contrario:

S. Gregorio [ Mor. 31,45 ] non enumera la superbia tra i vizi capitali.

Dimostrazione:

Secondo le spiegazioni date [ a. 2; a. 5, ad 1 ], la superbia può essere considerata sotto due aspetti: primo, in se stessa, in quanto è un peccato specifico; secondo, nel suo influsso universale su tutti i peccati.

Ora, i vizi capitali sono dei peccati specifici dai quali nascono vari generi di peccati.

Per questo motivo dunque alcuni, considerando la superbia come un peccato specifico, l'hanno enumerata tra i vizi capitali.

S. Gregorio invece, considerando il suo influsso universale su tutti i vizi, non la pose tra i vizi capitali, come si è detto [ s. c. ], ma ne fece « la regina e la madre di tutti i vizi ».

Egli infatti scrive [ l. cit. ]: « La superbia, regina dei vizi, appena ha conquistato il cuore subito lo consegna per la devastazione, come a suoi dipendenti, ai sette vizi capitali, da cui deriva tutta la moltitudine dei vizi ».

Analisi delle obiezioni:

1. E così risolta anche la prima obiezioni.

2. La superbia non si identifica con la vanagloria, ma è la sua causa.

Poiché la superbia desidera disordinatamente di eccellere, mentre la vanagloria desidera di far conoscere la propria eccellenza.

3. Il fatto che l'invidia nasca dalla superbia non dimostra che la superbia sia un vizio capitale, ma che è superiore ai vizi capitali.

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