Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se la scienza infusa dell'anima di Cristo fosse discorsiva

In 3 Sent., d. 14, q. 1, a. 3, sol. 3; De Verit., q. 20, a. 3, ad 1

Pare che la scienza infusa dell'anima di Cristo non fosse discorsiva.

Infatti:

1. Dice il Damasceno [ De fide orth. 3,14 ]: « Noi non ammettiamo in Cristo né il consiglio, o deliberazione, né la scelta ».

Ora, si negano a Cristo questi atti solo in quanto comportano un lavoro di comparazione e di ragionamento.

Quindi in Cristo non c'era la scienza comparativa o discorsiva.

2. L'uomo ricorre ai confronti e ai ragionamenti per conoscere ciò che ignora.

Ma l'anima di Cristo conosceva tutto, come si è detto sopra [ a. 1 ].

Non c'era quindi in lui la scienza discorsiva o comparativa.

3. La scienza dell'anima di Cristo aveva le doti dei contemplanti, che sono simili agli angeli, come dice il Vangelo [ Mt 22,30 ].

Ma negli angeli non c'è la scienza discorsiva o comparativa, come risulta da Dionigi [ De div. nom. 3 ].

Quindi neppure nell'anima di Cristo c'era tale scienza.

In contrario:

Cristo aveva un'anima razionale, come si è detto sopra [ q. 5, a. 4 ].

Ma l'operazione propria dell'anima razionale è confrontare e ragionare, passando da una cosa all'altra.

Quindi in Cristo c'era la scienza discorsiva o comparativa.

Dimostrazione:

Una scienza può essere discorsiva o comparativa in due modi.

Primo, quanto alla sua acquisizione: come avviene in noi, che arriviamo a conoscere una cosa tramite l'altra, gli effetti ad es. per mezzo delle cause, e viceversa.

E sotto questo aspetto la scienza infusa dell'anima di Cristo non era discorsiva o comparativa, poiché egli non aveva acquisito tale scienza da sé con un procedimento razionale, ma l'aveva avuta per infusione da parte di Dio.

Secondo, una scienza può essere detta discorsiva o comparativa quanto al modo in cui viene usata: come talvolta chi conosce un effetto lo ricava dalle cause non per acquistare nuove conoscenze, ma per esercitare la scienza che già possiede.

E sotto questo aspetto la scienza dell'anima di Cristo poteva essere comparativa e discorsiva: poteva infatti a suo piacere ricavare le conclusioni dalle loro premesse.

Così il Signore [ Mt 17,24s ], avendo chiesto a Pietro: « Da chi riscuotono le tasse i re della terra, dai propri figli o dagli altri? », e avendo Pietro risposto: « Dagli altri », concluse: « Dunque i figli ne sono esenti »

Analisi delle obiezioni:

1. Si esclude da Cristo il consiglio o deliberazione che si accompagna al dubbio, e di conseguenza la scelta che implica tale consiglio, ma non si esclude da Cristo l'uso della deliberazione.

2. L'argomento è valido per il discorrere e il confrontare ordinato all'acquisto della scienza.

3. I beati sono simili agli angeli per i doni di grazia, ma rimane la differenza di natura.

Perciò l'uso dei confronti e dei ragionamenti è connaturale alle anime dei beati, e non agli angeli. sono esenti ».

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