Summa Teologica - III

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Articolo 6 - Se Cristo sia nato senza dolore della madre

II-II, q. 164, a. 2, ad 3

Pare che Cristo non sia nato senza dolore della madre.

Infatti:

1. Come è una conseguenza del peccato dei nostri progenitori la morte, secondo l'affermazione della Scrittura [ Gen 2,17 ]: « Quando tu ne mangiassi, certamente moriresti », così lo sono anche i dolori del parto, poiché sta scritto [ Gen 3,16 ]: « Con dolore partorirai figli ».

Ora, Cristo ha voluto subire la morte.

Quindi anche il suo parto dovette essere doloroso.

2. La fine è proporzionata al principio.

Ma la fine della vita di Cristo fu dolorosa, come dice Isaia [ Is 53,4 ]: « Egli si è addossato i nostri dolori ».

Quindi anche la sua nascita dovette essere accompagnata dal dolore del parto.

3. Nel libro La nascita del Salvatore [ Protoevang. di Giacomo ] si narra che alla nascita di Cristo accorsero delle ostetriche, che paiono necessarie alla partoriente a causa del dolore.

Pare quindi che la Beata Vergine abbia partorito con dolore.

In contrario:

Rivolgendosi alla Vergine Madre, S. Agostino [ Serm. supp. 195 ] esclama: « Nel concepimento non fu leso il tuo pudore, nel parto non fu presente il dolore ».

Dimostrazione:

Il dolore della partoriente è prodotto dal dilatarsi delle vie attraverso le quali deve uscire la prole.

Ma sopra [ q. 28, a. 2 ] abbiamo spiegato che Cristo uscì dal seno della madre senza che questo si aprisse, e quindi senza dilatazione delle vie.

Perciò nel suo parto non vi fu dolore di sorta, né corruzione alcuna, ma somma gioia, poiché « l'uomo Dio nasceva alla luce del mondo », secondo le parole di Isaia [ Is 35,1s ]: « La solitudine fiorirà come un giglio; canterà nella gioia e nel giubilo ».

Analisi delle obiezioni:

1. Il dolore del parto nella donna è conseguenza dell'unione carnale con l'uomo.

Per cui la S. Scrittura, dopo aver detto [ Gen 3,16 ]: « Partorirai nel dolore », aggiunge: « Egli ti dominerà ».

Ma come nota S. Agostino [ Serm. de Assumpt. 4 ], la Vergine madre di Dio fu esente da questa condanna, « lei che avendo concepito Cristo senza la sozzura del peccato e senza il detrimento del connubio con l'uomo, lo generò senza dolore e senza violazione dell'integrità, conservando intatto il candore verginale ».

Cristo poi accettò la morte di sua spontanea volontà, allo scopo di soddisfare per noi, e non in forza di quella condanna: egli infatti non era debitore rispetto alla morte.

2. Come Cristo « con la sua morte distrusse la nostra morte », così con i suoi dolori liberò noi dal dolore: per questo volle morire soffrendo.

Ma i dolori della madre nel parto non appartenevano a Cristo, che veniva a soddisfare per i nostri peccati.

Quindi non era opportuno che sua madre partorisse nel dolore.

3. S. Luca [ Lc 2,7 ] afferma che la stessa Beata Vergine « avvolse in fasce e adagiò in una mangiatoia » il bambino che aveva dato alla luce.

Il che dimostra che il racconto di quel libro apocrifo è falso.

Da cui le parole di S. Girolamo [ Contra Helvid. 8 ]: « Non ci fu nessuna levatrice, nessun intervento di donnicciole.

Essa fu madre e ostetrica.

"Avvolse il bambino in fasce e lo adagiò in una mangiatoia", si legge.

Queste parole evangeliche respingono le stravaganze degli apocrifi ».

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