Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se Cristo abbia iniziato a compiere miracoli mutando l'acqua in vino alle nozze [ di Cana ]

Supra, q. 36, a. 4, ad 3; In Ioan., c. 2, lect. 1; c. 15, lect. 5

Pare che Cristo non abbia iniziato a compiere miracoli mutando l'acqua in vino alle nozze [ di Cana ].

Infatti:

1. Nel Protovangelo di Giacomo si legge che Cristo fece molti miracoli nella sua infanzia.

Ma Cristo aveva trenta o trentun anni quando alle nozze mutò l'acqua in vino.

Quindi non pare che abbia iniziato allora a fare miracoli.

2. Cristo compiva i miracoli per virtù divina.

Ma questa esisteva in lui fin dal principio del suo concepimento: poiché sin da allora egli era Dio e uomo.

Quindi egli deve aver fatto miracoli fin da allora.

3. Cristo cominciò a raccogliere i suoi discepoli dopo il battesimo e la tentazione, come riferiscono S. Matteo [ Mt 4,18 ] e S. Giovanni [ Gv 1,35 ].

Ora, i discepoli si unirono a lui soprattutto per i miracoli: S. Luca [ Lc 5,4ss ], p. es., riferisce che egli chiamò S. Pietro stupefatto per il miracolo della pesca miracolosa.

Pare quindi che prima del miracolo operato alle nozze ne abbia compiuti degli altri.

In contrario:

Nel Vangelo [ Gv 2,11 ] si legge: « Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea ».

Dimostrazione:

I miracoli furono compiuti da Cristo per confermare la sua dottrina e per mostrare la virtù divina che era in lui.

Rispetto quindi al primo di tali scopi egli non doveva compiere miracoli prima di iniziare l'insegnamento.

E d'altra parte non doveva cominciare a insegnare prima di aver raggiunto l'età perfetta, come si è visto [ q. 39, a. 3 ] parlando del suo battesimo.

Rispetto poi all'altro scopo egli doveva mostrare con i miracoli la sua divinità in modo da non pregiudicare la realtà della sua natura umana.

Per questo motivo dunque, come nota il Crisostomo [ In Ioh. hom. 21 ], « opportunamente egli non cominciò a compiere miracoli da bambino, altrimenti avrebbero considerato l'incarnazione una semplice apparenza, o lo avrebbero crocifisso prima del tempo ».

Analisi delle obiezioni:

1. A commento delle parole di Giovanni il Battista [ Gv 1,31 ]: « Io sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele », il Crisostomo [ In Ioh. hom. 17 ] scrive: « È chiaro che quei miracoli che secondo alcuni Cristo avrebbe fatto nella sua infanzia sono menzogne e finzioni.

Se infatti Cristo avesse fatto miracoli da bambino, né Giovanni avrebbe potuto ignorarlo, né il resto del popolo avrebbe avuto bisogno di un maestro che glielo manifestasse ».

2. La virtù divina operava in Cristo secondo che lo esigeva la salvezza degli uomini, per il qual fine egli si era incarnato.

Egli quindi operò i miracoli per virtù divina in modo da non pregiudicare la fede nella realtà della sua incarnazione.

3. Come nota S. Gregorio [ In Evang. hom. 5 ], ridonda a lode dei discepoli l'aver seguito Cristo « quando ancora non avevano visto alcun miracolo ».

E il Crisostomo [ In Ioh. hom. 23 ] aggiunge che « i miracoli furono necessari soprattutto quando i discepoli erano già radunati attorno a lui, lo seguivano ed erano attenti a quanto faceva.

Per cui le parole: "E i suoi discepoli credettero in lui" » non vanno prese nel senso che cominciassero a credere allora, ma che allora credettero « con più fermezza e perfezione ».

- Oppure, stando alla spiegazione di S. Agostino [ De cons. Evang. 2,17.34 ], l'evangelista chiama discepoli coloro « che sarebbero divenuti discepoli in seguito ».

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