Summa Teologica - III

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Articolo 5 - Se Cristo sia stato conosciuto dai suoi persecutori

In 3 Sent., d. 19, a. 1, sol. 2, ad 5; In Matth., c. 21; 1 In Cor., c. 2, lect. 2

Pare che Cristo sia stato conosciuto dai suoi persecutori.

Infatti:

1. Nel Vangelo [ Mt 21,38 ] si legge che « i vignaioli, visto il Figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo ».

E S. Girolamo [ Rab. Mauro, In Mt 6 ] commenta: « Con queste parole il Signore dimostra in modo evidentissimo che i principi dei Giudei crocifissero il Figlio di Dio non per ignoranza, ma per invidia.

Capirono cioè che egli era colui di cui il profeta aveva predetto: "Chiedi, e ti darò in eredità tutte le genti" ».

Pare quindi che costoro abbiano conosciuto che egli era il Cristo, ossia il Figlio di Dio.

2. Il Signore [ Gv 15,24 ] disse: « Ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio ».

Ma ciò che è visto è conosciuto chiaramente.

Quindi i Giudei, sapendo che egli era il Cristo, spinti dall'odio gli inflissero la morte.

3. Negli atti del Concilio di Efeso [ 3,10 ] si legge: « Come chi strappa un decreto imperiale viene condannato a morte come se avesse strappato la parola dell'imperatore, così i Giudei che crocifissero l'uomo visibile meriteranno il castigo come se avessero infierito contro il Verbo di Dio ».

Ma ciò non avverrebbe se essi non avessero conosciuto che egli era il Figlio di Dio: poiché l'ignoranza li avrebbe scusati.

Quindi i Giudei che crocifissero Cristo sapevano che egli era il Figlio di Dio.

In contrario:

S. Paolo [ 1 Cor 2,8 ] afferma: « Se lo avessero conosciuto, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria ».

S. Pietro inoltre così disse ai Giudei [ At 3,17 ]: « Io so che voi avete agito per ignoranza, così come i vostri capi ».

E il Signore [ Lc 23,34 ], mentre pendeva dalla croce, pregò: « Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno ».

Dimostrazione:

Parlando dei Giudei bisogna distinguere tra i maggiorenti e la gente del popolo.

I maggiorenti, che erano detti loro principi, certamente lo conobbero, secondo l'autore delle Questioni del Nuovo e dell'Antico Testamento [ 66 ], come del resto anche i demoni riconobbero che egli era il Cristo promesso: « infatti vedevano avverarsi in lui tutti i segni predetti dai profeti ».

Essi però non conobbero la sua divinità: per cui l'Apostolo afferma che « se lo avessero conosciuto, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria ».

Si noti però che tale ignoranza non li scusava dal delitto: poiché si trattava di un'ignoranza affettata.

Essi infatti vedevano i segni evidenti della sua divinità, ma per odio e invidia verso Cristo li travisavano, e non vollero credere alle sue affermazioni con le quali dichiarava di essere il Figlio di Dio.

Da cui le parole del Signore [ Gv 15,22 ]: « Se non fossi venuto e non avessi loro parlato non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato ».

E ancora [ Gv 15,24 ]: « Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai fatto, sarebbero senza colpa ».

Per cui si possono applicare ad essi le parole di Giobbe [ Gb 21,14 ]: « Essi dicevano a Dio: Allontanati da noi, non vogliamo conoscere le tue vie ».

Il popolo invece, che non conosceva i misteri della Scrittura, non conobbe pienamente né che egli era il Cristo, né che era il Figlio di Dio: sebbene alcuni del popolo abbiano creduto in lui.

E anche se talora essi sospettarono che fosse il Cristo, per la molteplicità dei segni e per l'efficacia del suo insegnamento, come nota l'evangelista Giovanni [ Gv 7,31.41ss ], tuttavia furono poi ingannati dai loro capi [ Mt 27,20 ], al punto che non credevano né che fosse il Figlio di Dio, né che fosse il Cristo.

Da cui le parole di S. Pietro [ At 3,17 ]: « So che avete agito per ignoranza, così come i vostri capi »: cioè perché sedotti da essi.

Analisi delle obiezioni:

1. Le parole suddette appartengono ai vignaioli, che nella parabola rappresentano i capi del popolo, i quali riconobbero in lui l'erede in quanto capirono che egli era il Cristo promesso nell'antica legge.

Però contro questa conclusione paiono stare le parole del Salmo [ Sal 2,8 ]: « Chiedi a me, e ti darò in possesso le genti »; poiché al Cristo a cui si riferiscono viene anche detto [ Sal 2,7 ]: « Tu sei mio Figlio, oggi io ti ho generato ».

Se quindi i capi conobbero che [ Gesù ] era colui al quale erano state indirizzate le prime parole, ne segue che conobbero anche che era il Figlio di Dio.

- Inoltre il Crisostomo [ Op. imp. in Mt hom. 40 ] afferma: « Essi conobbero che era il Figlio di Dio ».

- E S. Beda [ In Lc 6, su 23,34 ], commentando le parole evangeliche: « Perché non sanno quello che fanno », scrive: « Si noti che non prega per quanti capivano che egli era il Figlio di Dio, e preferivano crocifiggerlo piuttosto che riconoscerlo ».

Ma a ciò si può rispondere che essi lo conobbero quale Figlio di Dio non per natura, ma per l'eccellenza della sua grazia singolarissima.

Tuttavia si può anche dire che lo conobbero come vero Figlio di Dio inquantoché ciò risultava loro dall'evidenza dei segni; ai quali però per odio e per invidia non vollero arrendersi, in modo da riconoscerlo come Figlio di Dio.

2. Le parole suddette erano state precedute dalla frase: « Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai fatto, sarebbero senza colpa »; e poi si legge: « Ora invece hanno visto, e hanno odiato me e il Padre mio ».

Il che dimostra che, pur vedendo essi le opere mirabili di Cristo, per odio non arrivarono a conoscere che egli era il Figlio di Dio.

3. L'ignoranza affettata non scusa dalla colpa, ma piuttosto la aggrava: essa infatti dimostra che uno è così intenzionato a peccare che preferisce rimanere nell'ignoranza per non evitare il peccato.

E così i Giudei peccarono non solo come crocifissori dell'uomo Cristo, ma come crocifissori di Dio.

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