Summa Teologica - III

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Articolo 6 - Se il peccato dei crocifissori di Cristo sia stato il più grave

In 3 Sent., d. 19, a. 1, sol. 2, ad 5; Expos. in Symb., a. 4

Pare che il peccato dei crocifissori di Cristo non sia stato il più grave.

Infatti:

1. Non è il più grave un peccato che può essere scusato.

Ma il Signore stesso scusò il peccato dei suoi crocifissori con le parole [ Lc 23,34 ]: « Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno ».

Quindi il loro peccato non fu il più grave.

2. Il Signore [ Gv 19,11 ] disse a Pilato: « Chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande ».

Eppure fu Pilato a far crocifiggere Cristo dai suoi ministri.

Perciò il peccato di Giuda che lo tradì fu più grave di quello dei crocifissori.

3. Come afferma il Filosofo [ Ethic. 5, cc. 9,11 ], « nessuno patisce ingiustizia se è consenziente »; e ancora [ c. 9 ]: « Quando uno non ne soffre, nessuno gli fa ingiuria ».

Quindi nessuno fa un'ingiuria a chi vuole subirla.

Ora, Cristo patì volontariamente, come si è spiegato sopra [ a. 1; a. 2, ad 2; q. 46, a. 6 ].

Quindi i suoi crocifissori non commisero un'ingiustizia.

Perciò il loro peccato non fu il più grave.

In contrario:

Commentando le parole evangeliche [ Mt 23,32 ]: « Voi colmate la misura dei vostri Padri », il Crisostomo [ Op. imp. in Mt hom. 15 ] scrive: « Realmente essi passarono la misura dei loro Padri.

Quelli infatti avevano ucciso degli uomini, ma questi crocifissero Dio ».

Dimostrazione:

Come si è già notato [ a. prec. ], i capi dei Giudei conobbero [ che Gesù era ] il Cristo: e se ci fu in essi una certa ignoranza, fu un'ignoranza voluta, che non poteva scusarli.

Perciò il loro peccato fu il più grave: sia per il genere del peccato, sia per la malizia della volontà.

La massa invece del popolo giudaico commise il peccato più grave quanto al genere del peccato, ma esso fu diminuito in parte dall'ignoranza.

Per cui spiegando le parole evangeliche: « Non sanno quello che fanno », S. Beda [ In Lc 6, su 23,24 ] scrive: « Prega per coloro che non sapevano quello che facevano, operando con lo zelo di Dio, ma non secondo la scienza ».

Molto più scusabile poi fu il peccato dei gentili, dalle cui mani Cristo fu crocifisso, non avendo essi la conoscenza della legge.

Analisi delle obiezioni:

1. La scusa pronunziata dal Signore si riferiva non ai capi dei Giudei, ma alla gente del popolo, come si è visto [ nel corpo ].

2. Giuda consegnò Cristo non a Pilato, ma ai principi dei sacerdoti, i quali lo consegnarono a Pilato, secondo le parole di quest'ultimo [ Gv 18,35 ]: « La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me ».

Ora, il peccato di tutti costoro fu superiore a quello di Pilato, il quale uccise Cristo per paura dell'imperatore, e anche a quello dei soldati, che lo crocifissero per ordine del preside, e non invece per cupidigia come Giuda, né per invidia o per odio come i principi dei sacerdoti.

3. Certamente Cristo volle la propria passione, come pure la volle Dio: non volle però l'atto iniquo dei Giudei.

Perciò gli uccisori di Cristo non sono scusati della loro ingiustizia.

- E poi chi uccide un uomo non fa ingiuria a lui soltanto, ma anche a Dio e alla società: come pure chi uccide se stesso, secondo quanto nota il Filosofo [ Ethic. 5,11 ].

Per questo Davide condannò a morte colui che « non aveva provato timore nello stendere la mano per uccidere il consacrato del Signore », sebbene a sua richiesta [ 2 Sam 1,6ss ].

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