Summa Teologica - III

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Articolo 1 - Se la risurrezione di Cristo dovesse essere manifestata a tutti

Supra, q. 36, a. 2; Comp. Theol., c. 238; In 1 Cor., c. 15, lect. 1

Pare che la risurrezione di Cristo dovesse essere manifestata a tutti.

Infatti:

1. Come a un peccato pubblico è dovuta una pena pubblica, secondo l'esortazione di S. Paolo [ 1 Tm 5,20 ]: « I colpevoli riprendili alla presenza di tutti », così a un merito pubblico è dovuto un premio pubblico.

Ma « la gloria della risurrezione », dice S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 104 ], « è il premio per l'ignominia della passione ».

Essendo stata quindi manifestata a tutti la passione di Cristo, avendola egli sofferta in pubblico, pare che la gloria della sua risurrezione dovesse venire manifestata a tutti.

2. Come è ordinata alla nostra salvezza la passione di Cristo, così è ad essa ordinata anche la sua risurrezione, poiché sta scritto [ Rm 4,25 ]: « È risorto per la nostra giustificazione ».

Ma ciò che riguarda l'utilità di tutti deve essere manifestato a tutti.

Perciò la risurrezione di Cristo doveva essere manifestata a tutti, e non solo a persone particolari.

3. Quelli che ne ebbero la manifestazione furono i testimoni della risurrezione di Cristo, secondo l'accenno della Scrittura [ At 3,15 ]: « Dio lo ha risuscitato dai morti, e di ciò noi siamo testimoni ».

Ma questa testimonianza avveniva con la predicazione pubblica, che è negata alle donne, stando alle parole di S. Paolo [ 1 Cor 14,34 ]: « Le donne nelle assemblee tacciano »; e ancora [ 1 Tm 2,12 ]: « Non concedo a nessuna donna di insegnare ».

Quindi non era opportuno che la risurrezione di Cristo fosse manifestata prima alle donne che agli uomini in genere.

In contrario:

Sta scritto [ At 10,40s ]: « Dio lo ha risuscitato il terzo giorno, e volle che apparisse non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio ».

Dimostrazione:

Tra le cose che si conoscono alcune rientrano nelle comuni capacità della natura, altre invece vengono apprese per un dono speciale della grazia, come quelle che sono rivelate da Dio.

Ora, a proposito di queste ultime, come insegna Dionigi [ De cael hier. 4,3 ], Dio ha stabilito questa legge: che esse vengano rivelate immediatamente da Dio agli esseri superiori, e mediante il loro ministero a quelli inferiori, come risulta evidente nell'ordinamento degli spiriti celesti.

Ma le cose relative alla gloria futura superano la conoscenza comune degli uomini, secondo le parole di Isaia [ Is 64,4 ]: « Occhio non vide, o Dio, eccetto te, che cosa hai preparato per coloro che ti amano ».

Perciò tali cose non sono conosciute dall'uomo se non per rivelazione divina, secondo l'espressione dell'Apostolo [ 1 Cor 2,10 ]: « A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito ».

Poiché dunque Cristo risorse con una risurrezione gloriosa, questa doveva essere manifestata non a tutto il popolo, ma ad alcuni, attraverso la cui testimonianza giungesse a tutti gli altri.

Analisi delle obiezioni:

1. La passione di Cristo si compì su di un corpo che aveva ancora una natura passibile, che è conosciuta da tutti secondo la legge comune.

Perciò poté essere manifestata immediatamente a tutto il popolo.

La risurrezione di Cristo invece si compì « per mezzo della gloria del Padre », come dice l'Apostolo [ Rm 6,4 ].

Quindi non fu manifestata immediatamente a tutti, ma solo ad alcuni.

Quanto poi alla pena pubblica inflitta ai pubblici peccatori, si noti che si tratta della pena limitata alla vita presente, cioè a un ambito nel quale anche i meriti pubblici vanno premiati pubblicamente, per incoraggiare gli altri.

Le pene e i premi della vita futura invece non vengono manifestati pubblicamente a tutti, ma in un modo speciale a coloro che Dio ha designato a tale scopo.

2. Essendo la risurrezione di Cristo preordinata alla salvezza di tutti, essa giunse alla conoscenza di tutti: però non in modo da essere manifestata immediatamente a tutti, ma ad alcuni, che con la loro testimonianza l'avrebbero poi comunicata a tutti.

3. Alla donna non è permesso di insegnare in chiesa pubblicamente, però le è concesso di istruire privatamente con l'ammonizione familiare.

Per cui S. Ambrogio [ In Lc 10, su 24,9 ] rileva che « la donna viene mandata a quelli che erano di casa », ma non viene mandata a testimoniare la risurrezione dinanzi al popolo.

Cristo poi volle apparire per primo alle donne perché come la donna era stata la prima a portare all'uomo il germe della morte, così fosse anche la prima ad annunziare gli albori della gloria nel Cristo risorto.

Da cui le parole di S. Cirillo [ In Ioh. 12, su 20,17 ]: « La donna, che un tempo era stata quasi lo strumento della morte, fu la prima a costatare e ad annunziare il mistero della santa risurrezione.

E così il sesso femminile fu redento dall'infamia e dalla maledizione ».

E ciò serve anche a dimostrare che nello stato della gloria futura le donne non avranno alcuna minorazione dal loro sesso, ma se saranno più ferventi nella carità godranno anche di una gloria superiore nella visione di Dio: e questo perché le donne, che avevano amato il Signore più ardentemente, al punto « di non abbandonare il sepolcro mentre i discepoli lo abbandonavano », videro per prime il Signore risorto nella gloria.

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