Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se Cristo come uomo avesse il potere di produrre l'effetto interiore dei sacramenti

In 4 Sent., d. 5, q. 1, a. 1; In Ioan., c. 1, lect. 14; In 1 Cor., c. 1, lect. 2

Pare che Cristo come uomo avesse il potere di produrre l'effetto interiore dei sacramenti.

Infatti:

1. S. Giovanni Battista [ Gv 1,33 ] dichiara: « Chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo ».

Ma battezzare nello Spirito Santo è conferirne la grazia interiore.

Ora, lo Spirito Santo discese su Cristo in quanto uomo, non in quanto Dio, poiché in quanto Dio è egli stesso che dà lo Spirito Santo.

Cristo dunque anche come uomo ebbe il potere di causare l'effetto interiore dei sacramenti.

2. Il Signore [ Mt 9,6 ] affermò: « Sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra il potere di rimettere i peccati ».

Ma la remissione dei peccati è un effetto interiore del sacramento.

Quindi Cristo come uomo produce l'effetto interiore dei sacramenti.

3. L'istituzione dei sacramenti è propria di colui che come agente principale ne produce l'effetto interiore.

Ma è noto che Cristo fu l'istitutore dei sacramenti.

Quindi egli ne produce anche l'effetto interiore.

4. Nessuno senza i sacramenti può produrre i loro effetti se non li produce per virtù propria.

Ma Cristo senza ricorrere al sacramento ne conferì l'effetto, come è evidente nel caso della Maddalena, a cui disse [ Lc 7,48 ]: « Ti sono rimessi i tuoi peccati ».

Quindi Cristo come uomo produce l'effetto interiore del sacramento.

5. Colui per la cui virtù il sacramento opera è l'agente principale quanto all'effetto interiore.

Ora, i sacramenti ricevono la loro virtù dalla passione di Cristo e dall'invocazione del suo nome, secondo le parole dell'Apostolo [ 1 Cor 1,13 ]: « Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? ».

Quindi Cristo in quanto uomo produce l'effetto interiore del sacramento.

In contrario:

S. Agostino [ Isid., Etym. 6,19 ] afferma: « Nei sacramenti è la virtù divina a operare invisibilmente la salvezza ».

Ma la virtù divina appartiene a Cristo come Dio, non come uomo.

Quindi Cristo non produce l'effetto spirituale del sacramento in quanto uomo, ma in quanto Dio.

Dimostrazione:

Cristo produce l'effetto interiore dei sacramenti sia in quanto Dio, sia in quanto uomo, ma in modo diverso.

Infatti in quanto Dio opera nei sacramenti come autore supremo.

In quanto uomo invece produce gli effetti interiori dei sacramenti come causa meritoria ed efficiente, però in modo strumentale.

Infatti abbiamo già detto [ q. 48, aa. 1,6; q. 49, a. 1 ] che la passione di Cristo, che fu da lui subita secondo la natura umana, è causa meritoria ed efficiente della nostra salvezza non come causa agente principale, o suprema, ma come causa strumentale, in quanto la sua umanità è strumento della divinità, secondo le spiegazioni date [ q. 13, aa. 2,3; q. 19, a. 1 ].

Essendo tuttavia la natura umana di Cristo uno strumento congiunto ipostaticamente alla divinità, essa ha, secondo le spiegazioni date [ a. 1 ], una certa superiorità e causalità sugli strumenti separati, che sono i ministri della Chiesa e i sacramenti.

Perciò, come Cristo in quanto Dio ha sui sacramenti un potere di autorità, così in quanto uomo ha su di essi un potere di ministero principale, ossia un potere di eccellenza.

Il quale comporta quattro prerogative.

Innanzitutto il fatto che il merito e la virtù della sua passione operano nei sacramenti, come si è visto [ q. 62, a. 5 ].

- E poiché la virtù della sua passione viene applicata a noi mediante la fede, secondo le parole di S. Paolo [ Rm 3,25 ]: « Dio lo ha prestabilito quale strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue », fede che noi professiamo invocando il nome di Cristo, ne viene che in secondo luogo il potere di eccellenza che Cristo ha sui sacramenti esige che essi vengano conferiti nel suo nome.

E poiché i sacramenti traggono la loro forza dall'istituzione, in terzo luogo il potere di eccellenza esige che Cristo, il quale ha loro conferito la virtù, abbia potuto istituirli.

- Poiché infine la causa non dipende dall'effetto, ma viceversa, in quarto luogo il potere di eccellenza di Cristo implica che egli abbia potuto produrre gli effetti dei sacramenti senza di essi.

E così sono risolte anche le obiezioni, poiché tutte hanno una parte di verità, secondo la distinzione adottata.

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