Summa Teologica - III

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Articolo 5 - Se ai peccatori che vengono battezzati si debbano imporre delle opere soddisfattorie.

Supra, q. 49, a. 3, ad 2; In 3 Sent., d. 19, a. 3, sol. 2, ad 1; C. G., IV, c. 59; In Rom., c. 11, lect. 4

Pare che ai peccatori che vengono battezzati si debbano imporre delle opere soddisfattorie.

Infatti:

1. Rientra nella giustizia di Dio che ciascuno sia punito per ogni singolo peccato, secondo quelle parole [ Qo 12,14 ]: « Dio citerà in giudizio ogni azione ».

Ma le opere soddisfattorie vengono imposte ai peccatori in pena dei peccati passati.

Quindi ai peccatori che vengono battezzati sono da imporsi delle opere soddisfattorie.

2. Con le opere soddisfattorie i peccatori neo-convertiti si esercitano nel bene e si sottraggono alle occasioni di peccare, poiché « soddisfare è tagliare le radici dei peccati e sbarrare la strada al loro ritorno » [ De eccl. dogm. 54 ].

Ora, ciò è particolarmente necessario ai neofiti.

Quindi è bene che ai battezzati vengano imposte delle opere soddisfattorie.

3. Dare soddisfazione a Dio non è meno doveroso che dare soddisfazione al prossimo.

Ma ai neofiti si deve imporre la riparazione verso il prossimo, se ne hanno lesi i diritti.

Quindi si deve loro imporre anche la riparazione verso Dio con opere penitenziali.

In contrario:

S. Ambrogio [ Ambrosiaster, In Rm ], commentando le parole di S. Paolo [ Rm 11,29 ]: « I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili », afferma: « La grazia di Dio nel battesimo non vuole gemiti, pianti e opere, ma soltanto la fede, e tutto condona gratuitamente ».

Dimostrazione:

« Quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù », scrive S. Paolo [ Rm 6,3s ], « siamo stati battezzati nella sua morte; per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti assieme a lui nella morte », cosicché l'uomo in virtù del battesimo viene incorporato nella morte di Cristo.

Ora, è chiaro in base all'esposizione già fatta [ q. 48, aa. 2,4; q. 49, a. 3 ] che la morte di Cristo soddisfece pienamente per i peccati, « non solo nostri, ma anche di tutto il mondo », come dice S. Giovanni [ 1 Gv 2,2 ].

Perciò a chi viene battezzato non deve essere imposta alcuna penitenza per nessun peccato, poiché ciò costituirebbe un'ingiuria alla passione e alla morte di Cristo, quasi che essa non bastasse alla piena soddisfazione delle colpe dei battezzati.

Analisi delle obiezioni:

1. « Il battesimo », scrive S. Agostino [ De bapt. parv. 1,26 ], « ha la facoltà di incorporare a Cristo i battezzati quali sue membra ».

E così la passione di Cristo fu soddisfattoria per le colpe dei battezzati: come un membro può soddisfare per il peccato di un altro membro.

Da cui le parole di Isaia [ Is 53,4 ]: « Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori ».

2. I neofiti devono venire esercitati nel bene non con opere penose, ma con opere facili, « affinché con il latte di esercitazioni semplici crescano verso cose più perfette », come dice la Glossa [ ord. ] a commento delle parole del Salmo [ Sal 131,2 ]: « Come un bimbo svezzato in braccio a sua madre ».

Perciò anche il Signore [ Mt 9,14s ] dispensò dal digiuno i suoi discepoli convertiti da poco.

E S. Pietro [ 1 Pt 2,2 ] raccomanda: « Come bambini appena nati bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza ».

3. Restituire il mal tolto al prossimo e rendere a lui soddisfazione delle ingiustizie commesse rientra nell'abbandono del peccato, poiché sarebbe una colpa il ritenere la roba altrui e non risarcire il danno arrecato al prossimo.

Quindi ai peccatori battezzati si deve imporre la riparazione nei riguardi del prossimo non meno dell'abbandono del peccato.

Non si deve imporre invece che scontino qualche pena per le loro colpe passate.

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