Summa Teologica - III

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Articolo 9 - Se coloro che non hanno l'uso di ragione debbano ricevere questo sacramento

In 4 Sent., d. 9, q. 1, a. 5, sol. 3, 4; d. 23, q. 2, a. 2, sol. 3, 4; In Ioan., c. 6, lect. 7

Pare che quanti non hanno l'uso di ragione non debbano ricevere questo sacramento.

Infatti:

1. A questo sacramento ci si deve accostare con devozione e dopo avere esaminato se stessi, secondo le parole dell'Apostolo [ 1 Cor 11,28 ]: « Ciascuno esamini se stesso, e poi mangi di questo pane e beva di questo calice ».

Ma ciò non è possibile a chi è privo dell'uso di ragione.

Quindi a costoro non si deve amministrare questo sacramento.

2. Tra coloro che non hanno l'uso di ragione ci sono anche gli ossessi, chiamati energumeni.

Ora questi, secondo Dionigi [ De eccl. hier. 3,3,7 ], sono esclusi perfino dal guardare il sacramento.

Perciò l'Eucaristia va negata a quanti sono privi dell'uso di ragione.

3. Tra coloro che mancano dell'uso di ragione i più innocenti paiono essere i bambini.

Ma ai bambini non si dà questo sacramento.

Molto meno quindi lo si può dare agli altri.

In contrario:

Negli atti del Concilio di Orange [ cf. Decr. di Graz. 2,26,6,7 ] si legge: « A coloro che sono fuori di mente si deve accordare tutto ciò che concerne la pietà ».

Perciò si deve loro accordare l'Eucaristia, che è « il sacramento della pietà ».

Dimostrazione:

Uno può essere privo dell'uso di ragione in due modi.

Primo, per il fatto che possiede un debole uso della ragione: come diciamo privo della vista chi vede poco.

A quanti si trovano in questa situazione dunque, per il fatto che possono concepire una qualche devozione verso l'Eucaristia, questo sacramento non va negato.

Secondo, altri possono non avere in alcun modo l'uso di ragione.

Costoro però o non l'hanno mai avuto fin dalla nascita: e a questi l'Eucaristia non va amministrata, poiché in essi non ci fu mai alcuna devozione verso questo sacramento.

- Oppure non sempre furono privi dell'uso di ragione.

Se costoro dunque in precedenza, quando erano in sé, avevano dato dei segni di devozione verso questo sacramento, esso va loro concesso in punto di morte, purché non ci sia pericolo di vomito o di sputo.

Per cui negli atti del IV Concilio di Cartagine [ Decr. di Graz. 2,26,6,8 ] si legge: « Colui che da infermo chiede la penitenza, se per caso, mentre il sacerdote da lui invitato è in arrivo, vinto dal male perde i sensi o la ragione, dietro testimonianza di quanti lo hanno udito riceva la penitenza, e se la morte pare imminente venga riconciliato con l'imposizione delle mani, e gli si deponga in bocca l'Eucaristia ».

Analisi delle obiezioni:

1. Tra le persone prive dell'uso di ragione alcune possono avere verso l'Eucaristia una devozione attuale, e altre possono averla avuta in passato.

2. Dionigi parla degli energumeni non ancora battezzati, nei quali cioè non è stata ancora infranta la forza del demonio, vigente in essi per il peccato originale.

Ma per i battezzati che sono posseduti corporalmente dagli spiriti immondi vale la regola data per gli altri dementi.

Per cui Cassiano [ Coll. 7,30 ] osserva: « Noi non ricordiamo che dai nostri predecessori sia mai stata interdetta la santa comunione a costoro », cioè a quanti sono tormentati dagli spiriti immondi.

3. I bambini nati da poco si trovano nella stessa condizione dei dementi che non hanno mai avuto l'uso di ragione.

Quindi a costoro non si devono dare i santi misteri, sebbene alcuni Greci facciano il contrario, per il fatto che Dionigi [ De eccl. hier. 2,2,7 ] raccomanda di dare la comunione ai battezzati: non comprendendo però che Dionigi parla in quel testo del battesimo degli adulti.

- I bambini tuttavia in seguito a tale esclusione non subiscono per la loro vita il danno minacciato da quelle parole del Signore [ Gv 6,53 ]: « Se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita », poiché secondo quanto scrive S. Agostino [ Ps. Beda, in 1 Cor 10,17 ] « ciascun fedele diventa partecipe » spiritualmente « del corpo e del sangue del Signore quando col battesimo diventa membro del corpo di Cristo ».

Però quando i bambini iniziano ad avere un certo uso della ragione, in modo da poter concepire della devozione verso questo sacramento, allora si può conferire ad essi l'Eucaristia.

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