Summa Teologica - III

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Articolo 10 - Se sia lecito ricevere ogni giorno questo sacramento

In 4 Sent., d. 12, q. 3, a. 1; In 1 Cor., c. 11, lect. 7

Pare che non sia lecito ricevere ogni giorno questo sacramento.

Infatti:

1. Questo sacramento rappresenta la passione del Signore, come il battesimo.

Ora, non è lecito battezzarsi più volte, ma una volta sola, poiché come dice S. Pietro [ 1 Pt 3,18 ] « Cristo è morto una volta per sempre per i peccati ».

Quindi non è lecito ricevere tutti i giorni questo sacramento.

2. La verità deve corrispondere alla figura.

Ma l'agnello pasquale, che fu la principale figura di questo sacramento, come si è detto sopra [ q. 73, a. 6 ], non veniva mangiato che una volta all'anno.

E la Chiesa stessa celebra la passione di Cristo, di cui questo sacramento è il memoriale, una volta all'anno.

Quindi non è lecito ricevere questo sacramento ogni giorno, ma solo una volta all'anno.

3. Questo sacramento, che contiene Cristo nella sua integrità, merita la massima riverenza.

Ma si deve appunto alla riverenza che uno si astenga da questo sacramento, per cui anche viene lodato il Centurione [ Mt 8,8 ] il quale disse: « Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto »; e così pure S. Pietro [ Lc 5,8 ] per le sue parole: « Signore, allontanati da me che sono un peccatore ».

Non è quindi lodevole che uno riceva ogni giorno questo sacramento.

4. Se fosse lodevole ricevere frequentemente l'Eucaristia, ciò sarebbe tanto più lodevole quanto più la comunione è frequente.

Ma la frequenza sarebbe maggiore se l'uomo ricevesse questo sacramento più volte al giorno.

Quindi dovrebbe essere lodevole comunicarsi più volte al giorno.

Ciò però non appartiene alla consuetudine della Chiesa.

Non è quindi lodevole che uno si comunichi ogni giorno.

5. La Chiesa con le sue leggi intende provvedere al bene dei suoi fedeli.

Ma per legge ecclesiastica i fedeli sono tenuti a comunicarsi soltanto una volta all'anno, come si legge nei Canoni [ Decretales 5,38,12 ]: « Ogni fedele dell'uno e dell'altro sesso riceva riverentemente almeno a Pasqua il sacramento dell'Eucaristia, a meno che dietro consiglio del proprio sacerdote, per qualche ragionevole causa, non giudichi di doversene astenere per un certo tempo ».

Non è quindi lodevole ricevere ogni giorno questo sacramento.

In contrario:

S. Agostino [ Serm. supp. 84 ] dice: « Questo è il pane quotidiano: ricevilo ogni giorno, perché ogni giorno ti giovi ».

Dimostrazione:

Circa l'uso di questo sacramento possiamo considerare due cose.

La prima dalla parte del sacramento stesso, la cui virtù è salutare per gli uomini.

E sotto questo aspetto è utile riceverlo quotidianamente, perché ogni giorno se ne riceva il frutto.

Da cui le parole di S. Ambrogio [ De sacram. 4,6 ]: « Se ogni volta che viene effuso il sangue di Cristo, viene effuso a remissione dei peccati, io che pecco continuamente devo riceverlo sempre, devo prendere sempre la medicina ».

In secondo luogo possiamo considerare la cosa dalla parte di chi si comunica, il quale è tenuto ad accostarsi a questo sacramento con grande devozione e riverenza.

Se quindi uno ogni giorno si trova preparato, è cosa lodevole che lo riceva ogni giorno.

Per cui S. Agostino [ Serm. supp. 84 ], dopo aver detto: « Ricevilo ogni giorno, perché ogni giorno ti giovi », aggiunge: « Vivi così da meritare di riceverlo ogni giorno ».

Tuttavia, poiché spesso in un gran numero di persone molti ostacoli impediscono la necessaria devozione, per indisposizioni del corpo o dell'anima, non è utile a tutti accostarsi ogni giorno a questo sacramento, ma è utile che ciascuno vi si accosti tutte le volte che si sente preparato a riceverlo.

Per questo nel De Ecclesiasticis Dogmatibus [ 53 ] si legge: « Ricevere la comunione eucaristica ogni giorno è una cosa che né lodo né biasimo ».

Analisi delle obiezioni:

1. Con il sacramento del battesimo l'uomo viene configurato alla morte di Cristo, ricevendone il carattere: per cui come Cristo « è morto una volta sola », così l'uomo deve essere battezzato una volta sola.

Con l'Eucaristia invece l'uomo non riceve il carattere di Cristo, ma Cristo stesso, la cui virtù dura in eterno, secondo l'espressione dell'Apostolo [ Eb 10,14 ]: « Con un'unica oblazione ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati ».

Ora, avendo l'uomo quotidianamente bisogno della virtù salvifica di Cristo, può lodevolmente ricevere ogni giorno questo sacramento.

Il battesimo è poi soprattutto una rigenerazione spirituale.

Come quindi l'uomo nasce fisicamente una volta sola, così una volta sola deve rinascere spiritualmente mediante il battesimo, come nota S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 11 ] commentando le parole di Nicodemo [ Gv 3,4 ]: « Come può un uomo nascere quando è vecchio? ».

Al contrario l'Eucaristia è un cibo spirituale: come quindi si prende ogni giorno il cibo materiale, così è lodevole ricevere ogni giorno questo sacramento.

Per cui il Signore [ Lc 11,3 ] insegna a chiedere: « Dacci oggi il nostro pane quotidiano ».

E S. Agostino [ Serm. supp. 84 ] spiega: « Se ogni giorno lo ricevi », cioè questo sacramento, « ogni giorno è oggi per te, ogni giorno per te risorge Cristo: l'oggi è infatti il giorno in cui Cristo risorge ».

2. L'agnello pasquale fu la principale figura dell'Eucaristia quanto alla passione di Cristo, che è rappresentata da questo sacramento.

Ed esso veniva consumato una sola volta all'anno, poiché « Cristo morì una sola volta » [ 1 Pt 3,18 ].

Per questo anche la Chiesa celebra una sola volta all'anno il ricordo della passione di Cristo.

Nell'Eucaristia però il memoriale della passione di Cristo viene dato a noi sotto forma di cibo, il quale viene preso ogni giorno.

Perciò sotto questo aspetto l'Eucaristia è raffigurata dalla manna, che veniva data al popolo ogni giorno nel deserto.

3. La riverenza verso questo sacramento comporta un timore congiunto all'amore: per cui il timore riverenziale verso Dio viene detto timore filiale, come si disse nella Seconda Parte [ I-II, q. 67, a. 4, ad 2; II-II, q. 19, aa. 9,11,12 ].

Infatti dall'amore nasce il desiderio di riceverlo, dal timore invece sorge l'umiltà del rispetto.

Perciò entrambe le cose possono esprimere la riverenza verso questo sacramento: sia la comunione quotidiana che l'astensione temporanea.

Per cui S. Agostino [ Serm. supp. 84 ] diceva: « Se qualcuno osserva che non si deve ogni giorno ricevere l'Eucaristia e un altro sostiene il contrario, faccia ciascuno ciò che secondo la propria coscienza crede piamente suo dovere.

Infatti Zaccheo e il Centurione non litigarono tra loro, pur avendo l'uno accolto gioiosamente il Signore e l'altro invece protestato: "Non sono degno che tu entri sotto il mio tetto", onorando tutti e due il Signore, sebbene in modi diversi ».

Tuttavia l'amore e la speranza, sentimenti ai quali la Scrittura ci invita continuamente, sono da preferirsi al timore: per cui avendo Pietro esclamato: « Signore, allontanati da me che sono un peccatore », Gesù rispose: « Non temere ».

4. Il fatto che il Signore dica: « Dacci oggi il nostro pane quotidiano » esclude che ci si possa comunicare più volte al giorno: in modo che almeno l'unica comunione giornaliera possa rappresentare l'unicità della passione di Cristo.

5. Secondo le loro diverse condizioni, le Chiese emanarono leggi diverse a questo riguardo.

Infatti nella Chiesa primitiva, quando ferveva una grande devozione di fede cristiana, fu stabilito che i fedeli si comunicassero ogni giorno.

Per cui il Papa S. Anacleto [ Epist. 1 ] dice: « Fatta la consacrazione, tutti si comunichino, se non vogliono trovarsi fuori della Chiesa: così infatti vollero gli Apostoli e così osserva la Chiesa Romana ».

In seguito invece, essendo diminuito il fervore, il Papa S. Fabiano [ cf. Decr. di Graz. 3,2,16 ] concesse che « tutti si comunicassero, se non più di frequente, almeno tre volte all'anno: a Pasqua, a Pentecoste e a Natale ».

E anche il Papa S. Sotero comanda la comunione « in Cena Domini », come si legge nel Decreto [ ib., can. 17 ].

Successivamente però, « per il crescere del male e il raffreddamento in molti della carità », Innocenzo III [ Conc. Lat. IV, Denz. S. 812 ] stabilì che i fedeli si comunicassero « almeno una volta all'anno », cioè « a Pasqua ».

- Tuttavia nel libro De Ecclesiasticis Dogmatibus [ 53 ] si consiglia di « comunicarsi tutte le domeniche ».

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