1 Corinzi

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Capitolo 10

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

Il punto di vista della prudenza e le lezioni della storia di Israele

1 Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare,
Es 13,21
2 tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare,
1 Cor 14,22
3 tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale,
Es 16,4-35+
4 tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo.
Es 17,5-6
Nm 20,7-11
5 Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto.
Nm 14,16
6 Ora ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono.
7 Non diventate idolàtri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi.
Nm 11,4.34
Es 32,6
8 Non abbandoniamoci alla fornicazione, come vi si abbandonarono alcuni di essi e ne caddero in un solo giorno ventitremila.
Nm 25,1-9
9 Non mettiamo alla prova il Signore, come fecero alcuni di essi, e caddero vittime dei serpenti.
Nm 21,5-6
10 Non mormorate, come mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime dello sterminatore.
Nm 17,6-15
11 Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi.
Es 12,23+
1 Cor 10,6+
Rm 15,4
12 Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.
Gal 6,1
13 Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla.
Sir 15,11-20
1 Cor 1,9+
Gc 1,13-14
Mt 6,13
Mt 26,41

I pasti sacri. Non patteggiare con l'idolatria

14 Perciò, o miei cari, fuggite l'idolatria.
15 Parlo come a persone intelligenti; giudicate voi stessi quello che dico:
16 il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo?
E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?
1 Cor 11,23-26
17 Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane.
1 Cor 12,12+
18 Guardate Israele secondo la carne: quelli che mangiarono le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l'altare?
Lv 3,1+
19 Che cosa dunque intendo dire? Che la carne immolata agli idoli è qualche cosa? O che un idolo è qualche cosa?
20 No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni e non a Dio.
Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni;
Dt 32,17
21 non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni.
2 Cor 6,14-16
22 O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?
Dt 4,24+

Gli idolotiti. Soluzioni pratiche

23 « Tutto è lecito! ». Ma non tutto è utile!
« Tutto è lecito! ». Ma non tutto edifica.
1 Cor 6,12+
Rm 14,19
Rm 15,2
24 Nessuno cerchi l'utile proprio, ma quello altrui.
1 Cor 10,33
Fil 2,4
25 Tutto ciò che è in vendita sul mercato, mangiatelo pure senza indagare per motivo di coscienza.
26 perché del Signore è la terra e tutto ciò che essa contiene.
Sal 24,1
27 Se qualcuno non credente vi invita e volete andare, mangiate tutto quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di coscienza.
28 Ma se qualcuno vi dicesse: « È carne immolata in sacrificio », astenetevi dal mangiarne, per riguardo a colui che vi ha avvertito e per motivo di coscienza;
29 della coscienza, dico, non tua, ma dell'altro.
Per qual motivo, infatti, questa mia libertà dovrebbe essere sottoposta al giudizio della coscienza altrui?
30 Se io con rendimento di grazie partecipo alla mensa, perché dovrei essere biasimato per quello di cui rendo grazie?

Conclusione

31 Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Col 3,17
1 Pt 4,11
32 Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio;
1 Cor 9,19-23
1 Cor 1,2+
33 così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Rm 15,2
1 Cor 10,24+
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Abbreviazioni
10,1-22 Considerando l'esempio di Israele
10,1 La nube ( vv. 1-2 ) è il segno della presenza e della protezione divina
( Es 13,21; Es 14,20 ).
10,1-13 Questa sezione commenta l'ultima parola della sezione precedente:
« squalificato ».
Il pericolo di essere escluso esiste: gli esempi tratti dalla storia d'Israele lo mostrano.
E causa di questa eliminazione sono stati l'orgoglio e la presunzione.
I « forti » si guardino dunque da questi vizi.
10,2 Il passaggio del Mar Rosso è figura del battesimo.
Gli Ebrei furono battezzati in rapporto a Mosè, come i cristiani in rapporto a Cristo.
10,3-4 La manna e l'acqua dalla roccia sono detti "spirituali" perché anticipazioni profetiche dell'eucaristia ( Es 16,4-35; Es 17,5-6; Nm 20,7-11 ).
Secondo la tradizione ebraica, la roccia dalla quale scaturisce l'acqua segue gli Ebrei nel deserto.
Cristo risorto è ora la roccia, cioè la fonte dello Spirito che disseta i battezzati
( 1 Cor 12,13 ).
10,4 … bevanda spirituale: Paolo evoca la nube e il passaggio del Mar Rosso, figure del battesimo, la manna e l'acqua della rupe, figure dell'eucaristia, per invitare i fedeli di Corinto alla prudenza e all'umiltà:
gli ebrei del deserto, in certo modo, hanno beneficiato dei loro medesimi doni;
cionondimeno essi, per la maggior parte, sono dispiaciuti a Dio ( v 5 ).
- roccia spirituale: secondo una tradizione rabbinica,
la rupe di Nm 20,8 seguiva Israele nel deserto.
Per Paolo questa roccia simbolizza il Cristo preesistente, che già agisce nella storia d'Israele.
10,6 esempio: alla lettera: « tipi », che Dio ha suscitato per raffigurare anticipatamente le realtà spirituali dell'era messianica ( « antitipi », 1 Pt 3,21, ma cf. Eb 9,24 ).
Benché oltrepassi la chiara coscienza degli autori ispirati, questo senso « tipico »
( o « allegorico », Gal 4,24 ) dei libri sacri non è meno scritturistico, perché voluto da Dio, autore di tutta la Scrittura.
Ordinato all'istruzione dei cristiani, è stato spesso evidenziato dagli autori del NT.
Paolo lo inculca a più riprese ( v 11 e 1 Cor 9,9s; Rm 4,23v; Rm 5,14; Rm 15,4;
cf. 2 Tm 3,16 );
interi scritti, come il quarto vangelo o la lettera agli Ebrei, sono fondati su una tipologia dell 'AT.
10,7 Sono ricordati alcuni episodi del cammino d'Israele nel deserto,
dove si manifestò la sua infedeltà al Signore, con le relative conseguenze.
La citazione è di Es 32,6.
10,8 Quanti Israeliti morirono a causa del vitello dell'oro?
10,9 il Signore: codice di Beza e volg. portano: « il Cristo ».
10,10 Lo sterminatore è un angelo ( Es 12,21-28 ).
10,11 La fine dei tempi è il compimento della storia di salvezza inaugurata dalla risurrezione di Cristo.
10,13 Tentare è innanzitutto provare, mettere alla prova, riconoscere la realtà dietro le apparenze.
Dio « tenta » l'uomo, benché lo conosca a fondo ( Ger 11,20+; 2 Cr 32,31 ),
per dargli l'occasione di manifestare l'atteggiamento profondo del suo cuore
( Gen 22,1+; Es 16,4; Dt 8,2.16; Dt 13,4; Gdt 8,25-27 ).
Ma questa prova è spesso provocata da circostanze esterne o anche da Satana,
il « tentatore » ( Gb 1,8-12; Mt 4,1p+; 1 Cor 7,5; 1 Ts 3,5; Ap 2,10 ),
o dalla cupidigia ( Gc 1,13-14; 1 Tm 6,9 ),
e questo dà alla parola il senso di una seduzione, di un'attrazione verso il male,
sulla quale il fedele può nondimeno trionfare con l'aiuto di Dio ( Sir 44,20; Mt 6,13p; Lc 8,13; 1 Pt 1,6-7 ).
Gesù stesso ha voluto essere tentato per rafforzare così la sua sottomissione alla volontà del Padre ( Mt 4,1p+; Mt 26,39-41p; Eb 2,18; Eb 4,15 ).
Quanto all'uomo che tenta Dio, il suo atteggiamento è blasfemo ( Es 17,2.7;
At 15,10+ ).
10,14 Paolo riprende il tema della partecipazione dei cristiani ai banchetti sacri.
Non sono compatibili la comunione con il Signore, per mezzo della mensa eucaristica, e la comunione con i demòni che si ha nei sacrifici dei pagani.
10,16 Cioè il calice su cui pronunziamo la benedizione, come il Cristo al momento dell'ultima cena.
10,17 Con la comunione al corpo del Cristo, i cristiani sono uniti al Cristo e tra loro.
L'eucarestia realizza l'unità della chiesa nel Cristo ( cf. 1 Cor 12,12+ ).
10,18 Cioè l'Israele della storia ( cf. Rm 7,5+ ).
I cristiani, invece, sono « l'Israele di Dio » ( Gal 6,16 ), il vero Israele.
10,21 Nei vv 16-18 la comunione eucaristica al Cristo è paragonata ai pasti sacrificali dell'AT dove i fedeli sono in comunione con l'altare.
Nel v 21 la tavola eucaristica è messa in contrapposizione a quella dei pasti sacri che seguono i sacrifici pagani.
Paolo colloca nettamente l'eucarestia in una prospettiva sacrificale.
10,22 La gelosia di Dio ( Es 20,5; Dt 4,24 ),
che l'AT legava al tema nuziale ( Os 2,21s+ ), ricompare anche nel NT.
Qui la parola ha il suo senso pieno, perché l'adorazione del vero Dio esclude ogni
« comunione » con l'idolatria;
altrove insiste su una fedeltà che bisogna custodire a qualunque prezzo
( 2 Cor 11,2 )
o sull'ardore nel servizio della fede ( At 22,3; Rm 10,2; Gal 1,13-14; Fil 3,6 ).
10,23-33 Tutto e solo a gloria di Dio
10,25-26 È lecito mangiare la carne comprata al mercato, senza preoccuparsi della sua provenienza, perché ogni cosa appartiene al Signore e a lui solo si deve rendere gloria ( al v. 26 si cita il Sal 24,1 ).
10,27-30 Si ipotizza un caso concreto.
Durante un pasto in una casa privata, qualcuno fa rilevare che si tratta di carne immolata.
Allora è bene astenersene, per evitare lo scandalo
e per rispetto verso la coscienza del fratello.
10,29 Bisogna agire così per rispettare la coscienza erronea dell'altro,
non per sottomettersi al suo falso giudizio.