1 Corinzi

Indice

Capitolo 12

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

I doni spirituali o « carismi »

1 Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate nell'ignoranza.
2 Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare verso gli idoli muti secondo l'impulso del momento.
3 Ebbene, io vi dichiaro: come nessuno che parli sotto l'azione dello Spirito di Dio può dire « Gesù è anàtema », così nessuno può dire « Gesù è Signore » se non sotto l'azione dello Spirito Santo.
Gv 14,26+
1 Gv 4,1-3
At 2,21.36+
Rm 10,9
Fil 2,11

Diversità e unità dei carismi

4 Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito;
5 vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore;
6 vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
7 E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune:
At 1,8+
1 Cor 12,28-30
Rm 12,6-8
8 a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza;
9 a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito;
10 a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue.
At 11,27+
1 Gv 4,1-3
At 2,4+
11 Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.

Paragone del corpo

12 Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo.
Rm 12,4-5
13 E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.
Ef 4,4-6
Gal 3,28
Col 3,11
Fm 16+
14 Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra.
15 Se il piede dicesse: « Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo », non per questo non farebbe più parte del corpo.
16 E se l'orecchio dicesse: « Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo », non per questo non farebbe più parte del corpo.
17 Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato?
18 Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto.
19 Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo?
20 Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo.
21 Non può l'occhio dire alla mano: « Non ho bisogno di te »; né la testa ai piedi: « Non ho bisogno di voi ».
22 Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie;
23 e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza,
24 mentre quelle decenti non ne hanno bisogno.
Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava,
25 perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre.
26 Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
Rm 12,15
27 Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.
1 Cor 12,7-11
Rm 12,6-8
Ef 4,11

La gerarchia dei carismi. Inno alla carità

28 Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terso luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue.
Rm 1,1+
At 11,27+
29 Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli?
30 Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti interpretano?
31 Aspirate ai carismi più grandi!
E io vi mostrerò una via migliore di tutte.
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Abbreviazioni
12,1-14,40 Il valore dei carismi
12,1-11 I doni dello Spirito Santo
12,1 Nella chiesa di Corinto i cristiani sono favoriti di particolari doni dello Spirito Santo, chiamati carismi.
cc 12-14 Questi cc trattano del buon uso dei doni dello Spirito ( carismi ),
accordati alla comunità come testimonianza visibile della presenza dello Spirito,
e per rimediare alla situazione anormale di una giovane comunità la cui fede non ha ancora trasformato la mentalità impregnata di paganesimo.
Gli abitanti di Corinto sono tentati di apprezzare soprattutto i doni più spettacolari e di utilizzarli in una atmosfera anarchica, imitata da certe cerimonie pagane.
Paolo reagisce precisando che essi sono dati per il bene della comunità
e dunque non devono dare occasione a rivalità ( c 12 ).
Poi mostra che la carità li sorpassa tutti ( c 13 ).
Infine spiega come la loro gerarchia si stabilisce in base al contributo che portano all'edificazione della comunità ( c 14 ).
12,2 Allusione ai fenomeni violenti, disordinati, di certi culti pagani, che erano considerati come il segno della loro autenticità.
Al contrario, nelle assemblee cristiane, è il contenuto del discorso,
non la sua parvenza ispirata, che è segno di verità ( v 3 ).
12,4-6 Notare la presentazione trinitaria del pensiero ( cf. 2 Cor 13,13+ ).
12,8-10 Dalle varie liste di carismi e ministeri, riferite nell'epistolario paolino,
non è facile risalire alle caratteristiche di ciascuno ( Rm 12,6-8; Ef 4,11 ).
Il linguaggio di sapienza e di conoscenza riguarda una particolare attitudine e capacità di penetrazione e comunicazione dell'esperienza cristiana.
La fede è la ferma fiducia nell'azione di Dio che compie prodigi ( 1 Cor 13,2 ).
Il dono della profezia è relativo a un discorso di esortazione, di edificazione
e di conforto ( 1 Cor 14,3 ).
Il dono di discernere gli spiriti consente di riconoscere la vera origine
e natura dei carismi;
la varietà delle lingue è un linguaggio estatico ( 1 Cor 14,2 ),
comprensibile solo grazie al dono della interpretazione ( 1 Cor 14,13 ).
12,8 linguaggio della sapienza: forse il dono di esporre le più alte verità cristiane, quelle che si riferiscono alla vita divina e alla vita di Dio in noi:
« l'insegnamento perfetto » di Eb 6,1.
Vedi anche 1 Cor 2,6-16.
scienza: il dono di esporre le verità elementari del cristianesimo:
« l'insegnamento elementare sul Cristo » di Eb 6,1.
12,9 La fede a un grado straordinario ( cf. 1 Cor 13,2 ).
12,10 distinguere gli spiriti: il dono di determinare l'origine ( Dio, la natura, il maligno ) dei fenomeni carismatici.
- varietà delle lingue: il dono delle lingue o « glossolalia » è il dono di lodare Dio proferendo, sotto l'azione dello Spirito santo e in uno stato più o meno estatico, suoni incomprensibili.
È ciò che Paolo chiama « parlare in lingue » ( 1 Cor 14,5.6.18.23.39 )
o « parlare in lingua » ( 1 Cor 14,2.4.9.13.14.19.26.27 ).
Questo carisma risale alla chiesa dei primissimi anni;
era il primo effetto sensibile della discesa dello Spirito nelle anime ( At 2,3-4;
At 10,44-46; At 11,15; At 19,6 ).
Che cosa è il dono del "discernimento degli spiriti"?
12,12-26 Paragone con il corpo
12,12-13 L'insegnamento di Paolo sulla Chiesa come corpo di Cristo è uno dei pilastri della sua ecclesiologia.
Egli parte dall'esperienza del battesimo per dire che i cristiani sono membra di un unico corpo e ricevono i doni dall'unico Spirito.
Perciò tutti i carismi, anche i più umili, sono essenziali alla vitalità del corpo di Cristo.
In questa nuova prospettiva, l'apostolo rilegge l'apologo classico del corpo
e delle membra ( vv. 14-26 ).
12,12-30 Paolo utilizza ampiamente l'apologo classico che paragona la società
a un corpo il, quale resta unito nonostante la diversità delle sue membra;
egli però non deve a tale apologo la sua idea del corpo di Cristo.
Essa gli viene dalla sua fede primordiale ( cf. At 9,4s; Gal 1,15s ) in Gesù,
resuscitato nel suo stesso corpo, vivificato dallo Spirito ( Rm 1,4+ ),
primizia del mondo nuovo ( 1 Cor 15,23 ),
Gesù cui i cristiani si ricongiungono nel loro stesso corpo ( Rm 8,11+ )
mediante i riti del battesimo ( 1 Cor 12,13; cf. Rm 6,4+ )
e dell'eucarestia ( 1 Cor 10,16s ).
Diventano così sue « membra » ( 1 Cor 6,15 ),
che, unite tutte al suo corpo personale, costituiscono con lui il corpo di Cristo
che chiamiamo « mistico » ( 1 Cor 12,17; cf. Rm 12,4s ).
Questa dottrina, di un grande realismo, che appare già in 1 Cor, si ritrova
e si sviluppa nelle lettere della cattività.
È sempre nel corpo di Cristo, crocifisso secondo la carne e vivificato dallo Spirito
( Ef 2,14-18; Col 1,22 ),
che si opera la riconciliazione tra gli uomini, che sono le sue membra ( Ef 5,30 ).
Ma l'unità di questo corpo, che riunisce tutti i cristiani nello stesso Spirito ( Ef 4,4; Col 3,15 ),
e la sua identificazione con la chiesa ( Ef 1,22s; Ef 5,23; Col 1,18.24 )
nelle lettere della cattività sono più accentuati.
Così personalizzato ( Ef 4,12s; Col 2,19 ),
questo « corpo » ha ormai il Cristo come capo ( Ef 1,22; Ef 4,15s; Col 1,18;
Col 2,19; confrontare 1 Cor 12,21 ),
forse per l'influsso dell'idea di Cristo capo delle potenze ( Col 2,10 ).
Infine giunge a conglobare in certo modo tutto l'universo riunito sotto il dominio del Kyrios ( Ef 1,23+; cf. Gv 2,21+ ).
12,12 Come il corpo umano riporta all'unità la pluralità delle membra, così il Cristo, principio unificatore della sua chiesa, conduce tutti i cristiani all'unità del suo corpo.
12,27-31 A ciascuno il suo dono
Paolo ricorda che Dio ha stabilito nella comunità cristiana tre ministeri fondamentali per la sua nascita e crescita: apostoli, profeti, maestri ( v. 28 ).
Ma ognuno ha il suo dono per l'edificazione di tutti.
12,28 I maestri sono incaricati in ciascuna chiesa dell'insegnamento regolare e ordinario
( cf. At 13,1+ ).
- assistenza: il dono che consacra alle opere di carità.
- governare: il dono di amministrare e dirigere.
12,31-13,13 Tre parti: superiorità della carità ( vv 1-3 );
le sue opere ( vv 4-7 );
la sua perennità ( vv 8-13 ).
Si tratta della carità fraterna.
L'amore per Dio non è direttamente inteso, ma è implicitamente presente, soprattutto nel v 13 in collegamento con la fede e la speranza.