Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo

Un frate " mobilitato "

Leopoldo ha ormai 65 anni.

È un uomo anziano, preso spesso dal "batticuore", che con il passare degli anni diventa sempre più fragile, ma anche sempre più luminoso.

Non si accontenta di essere un buon religioso, fedele alla regola, ma pur stando nella pace del suo convento, è anche lui "mobilitato": "in trincea", in "prima linea" con la preghiera, il Rosario alla Madonna, con l'adorazione a Gesù Crocifisso ed Eucaristico, con l'offerta vittimale della sua esistenza per il Regno di Dio.

Per chi ha fede, la fede che sposta le montagne, della quale parla Gesù, preghiera e offerta muovono il mondo e spalancano l'eternità, così che ogni amico di Gesù, unito a Lui e alla Madonna santissima, può essere non solo "orans, sed imperans".

Non solo prega, ma "comanda" al cuore di Dio.

Ma Leopoldo non si ferma lì.

Attorno a lui, già pochi anni dopo che era entrato in convento, avevano cominciato a ruotare numerosi laici, assetati di luce e di preghiera.

Ora ci sono fratel Teodoreto, i giovani dell'Unione del Crocifisso e tutti gli "adoratori del Crocifisso".

C'e un movimento d'anime, impressionante, intorno a lui, che è andato via via crescendo da quando si era fatto frate.

Ormai moltissimi sanno dei doni singolari, di cui Dio lo ha arricchito e lo riconoscono come vero uomo di Dio.

Infuria la guerra.

Troppe famiglie sono sconvolte dall'ansia per i figli al fronte.

Spesso non si sanno più notizie di loro.

Ci sono innumerevoli lutti.

Genitori o spose angosciate si rivolgono a lui a decine, a centinaia, a chiedere preghiere e notizie dei loro cari in estremo pericolo.

Fra Leopoldo accoglie e ascolta tutti.

O risponde per lettera, sempre assicurando preghiere su preghiere, lui che ha il filo diretto con Gesù.

Succedono piccoli miracoli.

Giovani "dispersi", fanno sapere quasi subito loro notizie rassicuranti.

Soldati, finiti nei pericoli più gravi in battaglia, ne escono salvi.

Numerose famiglie sono consolate.

Lo testimonia il volume 5° del suo "Diario", intitolato Lettere e biglietti che raccoglie la corrispondenza del piccolo frate, che è giunta sino a noi, scritta in un linguaggio semplice, essenziale, ricchissimo di fede e di amore a Gesù Crocifisso.

Leopoldo richiama tutti all'adorazione al Crocifisso e le preghiere sono esaudite.

Chi ha la disgrazia di perdere una persona cara, al fronte o per malattia, è da lui consolato e trasformato con la parola - "i detti" - di Gesù Crocifisso.

Ne succede il miracolo di intere vite trasformate da Gesù, in novità e santità.

Egli stesso è in corrispondenza con numerosi soldati in guerra.

Lui non ha neppure i soldi per procurarsi i francobolli e rispondere, ma interviene la Provvidenza: "Sono militari che scrivono - racconta in una lettera - e non pensano di mettermi il francobollo: quelli avuti dalle pie signore li ho tutti esauriti, ma la divina Provvidenza viene in mio soccorso.

Non è per me, è per consolare, nel Signore, povere famiglie che piangono lacrime di sangue per la sorte terribile toccata ai loro figli senza più speranza di vederli " ( 19 agosto 1916 ).

Il 24 ottobre 1916, Leopoldo scrive: " Quando ricevo lettere dai soldati, cari giovani che credono nel Signore, è la grazia più bella che Dio possa concedermi in terra.

Ora ne ho più di 180; a più di cento mi resta ancora da rispondere, avendo il tempo così breve, devo contare persino i minuti ".

Nella medesima lettera: " Siamo in momenti terribili!

L'uomo vuol fare senza Dio, e il Signore si allontana; la bestemmia, la malafede, il disprezzo delle cose sante, gli insulti alla Madonna, la gran Madre di Dio, fanno ribrezzo, le chiese deserte fanno compassione; povera umanità! ".

Il 17 marzo 1917, Leopoldo scriveva: " Unico sostegno nei momenti più difficili Gesù Crocifisso!

Di più di 200 soldati miei raccomandati al Dio delle misericordie finora nemmeno un morto, un ferito leggermente!

Tutti graziati mirabilmente e si vede apertamente la protezione del Signore.

Vi sono di questi miei cari soldati che il Signore ha voluto indirizzarmi con il mezzo di scritti; dal racconto di quei giovani in cui risplendono la fede, l'amore a Dio, la sua protezione visibile, si può prendere il soprannaturale con le mani; e ci fosse un po' più di fede, non vi sarebbe neanche la guerra, e se potessi narrare tutta la bontà e la misericordia del Signore, ci sarebbe da riempire più volumi ".

Dunque la guerra 1915-18 lo ha coinvolto in pieno, come e più di quanto abbia coinvolto Dio solo sa quanti sacerdoti e religiosi, mobilitati dalla carità teologale verso i fratelli.

Artefice di preghiera, di espiazione, di riparazione, di pace.

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