La santità è un'utopia?

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La carità, pilastro evangelico,
muta anche gli animi sterili

Sterili e senza valore sarebbero gli animi, se il Vangelo non ci parlasse di carità, se il Cristo non ci offrisse un esempio concreto attraverso i suoi rappresentanti.

L'uomo per innalzarsi deve mettersi in ginocchio.

La carità è essenzialmente cristiana.

La presenza di Dio nel cristiano autentico dev'essere costante, altrimenti le azioni benefiche diventano sprazzi di orgoglio, raggi di velati sentimenti, parata di affetti privi di insegnamento spirituale.

La caratteristica principale di Fratel Teodoreto è la carità verso il prossimo.

Fonda l'Unione Catechisti e il suo primo atto programmatico è formare apostoli che vivano la fede.

Insiste soprattutto affinché la carità regni tra i catechisti.

La sua esistenza è spesa in opere di misericordia a cominciare da quella infermieristica praticata con dedizione senza limiti.

La Messa del povero che vede la domenica radunarsi presso l'Opera Pia Lotteri in via Colombini e in via Cibrario i dimenticati della società, i senzatetto, i senza lavoro, i malati cronici con scarsa possibilità di cure, gli abbandonati, i paria della strada, gli usciti dal carcere o dal neuro, gli infelici per natura, i respinti dalla famiglia, i flagellati dall'inflazione, i non protetti dai partiti, è definita da Fratel Teodoreto «La perla dell'Unione».

La perla, ossia il bene più prezioso su cui l'Unione deve contare.

Sembra un paradosso e per chi non crede nei disegni del cielo una pazzia da confinare e da ignorare.

Rientra nel contesto della carità sociale la più importante realizzazione dell'Unione Catechisti: la Casa di Carità Arti e Mestieri che subito dopo la prima guerra mondiale diventa scuola professionale diurna.

Lo spunto e la finalità programmatica dell'Opera sono dettate a Fra Leopoldo e annotati nel Diario in data 24 novembre 1919: «Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri».

Prima di qualsiasi decisione Fratel Teodoreto si consiglia con Fra Leopoldo.

Questi presenta la questione al Signore e si sente rispondere: «Fra Leopoldo, faremo una cosa che farà strabiliare il mondo: ci vorrà tempo e fatiche e vi saranno anche intrighi che non fanno per noi». ( 30 luglio 1920 )

Gli intrighi riguardano la denominazione da dare all'Istituto Arti e Mestieri che sorgerà in corso Trapani.

Ma non è quello che Fratel Teodoreto cerca per i suoi catechisti.

Nell'Istituto di corso Trapani si paga una retta minima.

Fratel Teodoreto invece intende offrire gratuitamente l'istruzione e cosi affronta l'ardua impresa di edificare una casa dove con coraggio lasalliano i catechisti possano esplicare la loro missione educativa.

L'avvio viene raccontato dallo stesso Fratel Teodoreto nella biografia di Fra Leopoldo, intitolata Il segretario del Crocifisso.

Ne riproduco alcuni brani attuando così delle acrobazie in materia di tagli tipografici.

«La scuola serale di tipo industriale fu aperta con l'Istituto Arti e Mestieri quando era in via delle Rosine 14, nel 1920, affidandosi l'insegnamento della religione e qualche altro insegnamento ai Catechisti del SS. Crocifisso.

Nel 1925 i Catechisti stessi aprirono una Scuola Festiva dello stesso tipo industriale presso la parrocchia di Nostra Signora della Pace, alla Barriera di Milano.

In pochi anni tale Scuola Festiva si sviluppò tanto da obbligare i catechisti a cercare un locale più ampio per contenere tutti i giovani che insistevano per esservi iscritti.

Venne allora l'idea di accogliere quel titolo Casa di Carità che aveva impedito la scuola gratuita in favore dei poveri e di scriverlo a grandi caratteri sui muri del fabbricato che sarebbe stato scelto per trasferirvi la scuola.

Nel mese di maggio 1929 i Catechisti, senza avere in casa nessun fondo, firmarono il compromesso per l'acquisto dello stabile di via Feletto 8, che avendo una casa isolata, presentava più visibile l'iscrizione di «Casa di Carità-Scuola professionale festiva e serale» e pochi mesi dopo poterono versare al venditore l'acconto di oltre centomila lire.

L'estinzione totale, altre centomila lire, fu raggiunta grazie ad una zelatrice della Divozione a Gesù Crocifisso, il 7 dicembre 1929». ( Segretario 23,2 )

Fin qui Fratel Teodoreto, il quale nella stesura della biografia di Fra Leopoldo, in cui sono raccontate le vicende della Unione e delle opere ad essa attinenti, non menziona mai se stesso, ma mette sempre in prima linea i suoi Catechisti.

Lezione di umiltà che pare il contrario della ragion ragionante.

Abituato come sono all'io per sentirmi persona, svanita immagine di quel Dio che è venuto in terra per redimerci e salvarci dall'infernale dannazione che compete all'uomo peccatore, mi sento un cittadino del nulla, un volgare plebeo impicciolito e snervato dalla noia, dalla solitudine, dalle finterie, dai fashionables, dal trionfo del meccanicismo, dalla mancanza dell'essenza lirica e vitale che frantuma la coesistenza pacifica del mondo.

Ci sono grandi uomini, grandi scienziati, grandi letterati, grandi politici, tutta gente che tiene in mano le lampade per illuminare la propria presunzione.

In questa tempesta di ossa fradice e di superbia è destino che i Santi servano da paragone.

L'umiltà è ritenuta dai devoti del compromesso una pedana per rimanere economicamente in piedi.

I più la commiserano una deficienza del cervello, una piantagione arida nell'infinita pianura della contemplazione gaudiosa dell'essere, quasi che lo spirituale sia solo un relitto di età remote dissoltesi con il progresso della civiltà meccanica.

L'umiltà è la virtù dei forti, di coloro che, conquistato il dominio di se stessi, brillano di luce propria nell'eterna galassia dei mediocri.

Fratel Teodoreto agisce, ma in prima persona sull'altare della generosità e del riconoscimento colloca gli altri, come se il motore principale non fosse lui, ma coloro ai quali egli affida incarichi.

Alla vigilia della seconda guerra mondiale la scuola di via Feletto ha 800 alunni.

Troppi per locali ristretti. Occorre cercare un'altra sede.

San Giuseppe è messo a protezione dell'opera.

Si trova il terreno adatto per un edificio più vasto.

Il 15 novembre 1939 i Catechisti versano il pattuito al proprietario.

Il trapasso avviene solo il 31 maggio dell'anno dopo alla chiusura del mese dedicato alla Madonna.

Le date non hanno un significato? Ecco dimostrato il contrario.

Gli eventi bellici frenano l'iniziativa, ma Fratel Teodoreto è convinto che le parole dette da Gesù a Fra Leopoldo saranno confermate dai risultati.

Il che avviene con l'inaugurazione dei nuovi locali in corso Benedetto Brin.

Dal 1948 a oggi la Casa di Carità, che continua la sua funzione gratuitamente a favore degli studenti, è l'emblema di tutte le attività di Fratel Teodoreto.

La Casa di Carità Arti e Mestieri assume allora integralmente il nome indicato da Fra Leopoldo e col nome l'orientamento collettivo per una autentica formazione professionale.

Fratel Teodoreto, intanto, vede che i suoi sogni si realizzano, ma si accorge che la sua salute, già precaria, peggiora.

Tuttavia è presente ad ogni adunanza.

Nonostante malanni e disillusioni scrive ai confratelli: «Continuiamo sempre a pregare e ad offrire sacrifici, uniti a Gesù, nella Santa Messa, per vincere la battaglia dell'indifferenza in merito all'Unione».

Un'altra volta con senso profetico ribadisce la sua volontà e anticipa il futuro: «Tutto ci dice che andiamo verso tempi nei quali staranno in piedi solamente gli uomini tetragoni nella fede e nella morale.

È dunque tempo di coltivare questa Unione che ci è offerta da N.S. Gesù Cristo per formare giovani pronti a dare la vita per Gesù stesso e per difendere la Chiesa.

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