Summarium Documentorum

Risposta all'accusa di indifferenza

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Risposta all'accusa di indifferenza tra le persone che convivevano con il Servo di Dio.

Dichiarazione del Dott. Gaetano Sales, con nota previa sulla sua persona.

Nota: Il dottor Sales è un convertito della Medaglia Miracolosa, grande invalido civile di guerra ( nell'adempimento di civico dovere ); discepolo del P. R. Réginaid Garrigou-Lagrange, O. P.; membro di merito della Pontificia Accademia Romana scientifico-letteraria dell'Immacolata e socio onorario dell'Accademia Mariana Salesiana; promotore con Maria Desideri ed il P. Gabriele M. Roschini, O. S. M., del Movimento internazionale « Pro Regalitate Mariae »; già collaboratore di quotidiani e riviste non solo del continente europeo, laureato dell'Accademia di Francia; autore di « La Madonna aspetta all'Est » ( 1979 ), diffuso finora in sei lingue e dalla Radio Vaticana, sezione ucraina ( maggio 1982 ).

Torino, 26 aprile 1983.

Io sottoscritto, dottor Gaetano Sales ( teste N° 6 nella causa di beatificazione del Servo di Dio Fratel Teodoreto, fsc. ) mi faccio dovere di completare la precedente deposizione, con riferimento ai punti 21/pagina 23, 23 e 24/pagina 25 del « Votum Promotoris Generalis Fidei »:

Punto 21/pagina 23

Nella primavera del 1953 ( non ricordo ne il giorno ne il mese ) tenni una conferenza sull'Unione Catechisti al Collegio San Giuseppe di Torino, riservata ai Fratelli delle Scuole Cristiane.

Fu una mia iniziativa personale.

Mi parve necessario richiamare la loro attenzione sull'Istituto Secolare fondato da Fratel Teodoreto, poiché avevo l'impressione ci fosse una certa qual « indifferenza » da parte loro ad intrattenere fattivamente i loro allievi ed ex-allievi sull'Opera del loro Confratello, nell'intento tenace di ottenere un incremento crescente di vocazioni catechistiche convergenti sull'Opera stessa.

Il vivaio naturale dei possibili nuovi « congregati » e « associati » risiede senza alcun dubbio nella Associazione degli Allievi ed ex-Allievi lasalliani.

Quell'indifferenza era unicamente dovuta alla incomprensione ( o comprensione assai limitata ) della reale portata salutare, con la quale un'Opera simile non può mancar di incidere sulle storture della società.

Il Servo di Dio era presente.

Ricordo con esattezza le parole della mia conclusione: « Se non lo fate per l'Unione, fatelo almeno per lui! ». ( Intendevo dire: « per porre termine alla sua sofferenza! » ).

Il Fratel Teodoreto si fece rosso in viso, con una muta espressione dolorosa di disapprovazione.

Ne colsi all'istante il motivo: avevo mosso un esplicito appunto ai suoi Confratelli.

Egli preferiva soffrire in silenzio ed in silenzio attendere che il Signore facesse loro grazia di luce, nel momento giusto.

Dopo, a tu per tu, si limitò a dirmi: « Non ripeta più quelle parole ». Chinai il capo e promisi.

Punto 23/pagina 25

L'ostilità del comitato a mantenere il vocabolo « Carità » nella denominazione della promovenda Scuola professionale, suscitò la legittima, naturale opposizione di Fra Leopoldo, nel rispetto più fermo del messaggio di Gesù Crocifisso.

Ciò che accese quell'ostilità al punto che i Superiori ritennero opportuno d'invitare l'oppositore a troncare ogni rapporto con l'esterno.

Ad uno ad uno si diradarono tutti gli amici.

Anche il migliore: Fratel Teodoreto, che sospese le visite per adeguarsi all'ordine superiore e per non far avere guai al povero interlocutore del Crocifisso ( Sales, Origini della Divozione, ed. Centro La Salle, Torino 1978, pp. 48-49 ).

Punto 24/pagina 25

Nel suo Diario Fra Leopoldo salta di pie pari il periodo intercorrente tra la fine del 1887 e quella del 1889, cioè essenzialmente il periodo trascorso al collegio Dal Pozzo di Vercelli.

Fratel Teodoreto, invece, nella revisione del suo libro sull'amico Servo di Dio, ne tratta diffusamente.

Vuole che sia fatta luce completa su quel silenzio.

Non basta che egli per prudenza obiettiva abbia avuto sul fatto un colloquio col santo protagonista di quella vicenda, ammirandone la calma, la serenità, « come se si trattasse di terza persona », senza dir parola contro i calunniatori, nell'intima persuasione che tutto era stato permesso e riparato dalla Divina Provvidenza ( il magazziniere ed il portinaio del Collegio erano poi stati licenziati due anni dopo il fatto ).

Non bastano le deposizioni degli amici e conoscenti che hanno frequentato il Servo di Dio prima, durante e dopo il periodo di Vercelli.

Fratel Teodoreto vuole la deposizione del « biondino », sola testimonianza di valore assoluto.

Non conosce l'indirizzo del giovane di tanto tempo addietro.

Ma non arretra di fronte alla difficoltà e non si ferma se non quando la deposizione non sia stata fatta.

E non ancora pago di questo risultato, nonostante gli ottant'anni suonati, nonostante gli impedimenti e le interruzioni dovuti alle fasi alterne della infermità degli ultimi anni, il Fratello delle Scuole Cristiane non soltanto rivede, ma rifà del tutto il capitolo dell'ora della prova ( pp. 273-277, « Il Segretario del Crocifisso »).

Muore col pensiero all'amico.

Due Uomini di Dio. Due Comunità religiose. Due « fratres de paenitentia ».

Un cuore solo. Una Chiesa. Una Croce ( Sales, ibidem, pp. 26-27 ).

In Fede.

Dev.mo Gaetano Sales o, come autore, Gaetano G. di Sales

Giurato e firmato in mia presenza.

Torino, il 26 aprile 1983.
Mons. Giovanni Luciano, Not.

l. s.

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