Summa Teologica - I

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Articolo 6 - Se la predestinazione sia infallibile

In 1 Sent., d. 40, q. 3; De Verit., q. 6, a. 3; Quodl., 11, q. 3, 12, q. 3

Pare che la predestinazione non sia infallibile.

Infatti:

1. S. Agostino [ De corr. et gratia 13,39 ], nel commentare le parole del'Apocalisse [ Ap 3,11 ]: « Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona », dice: « Un altro non la prenderà, se costui non l'avrà perduta ».

Si può dunque acquistare e perdere la corona, che è l'effetto della predestinazione.

La predestinazione dunque non è infallibile.

2. Fatta l'ipotesi di una cosa possibile non segue alcun impossibile.

Ora, è possibile che un predestinato, Pietro, pecchi, e subito venga ucciso.

Ma in questa ipotesi l'effetto della predestinazione sarebbe frustrato.

Quindi ciò non è impossibile.

E così la predestinazione non è infallibile.

3. Ciò che Dio poteva, lo può ancora.

Ma Dio poteva non predestinare chi ha predestinato.

Quindi ora può non predestinarlo.

E così la predestinazione non è sicura.

In contrario:

Su quel testo di S. Paolo [ Rm 8,29 ]: « Quelli che da sempre ha conosciuti, li ha anche predestinati », la Glossa [ ord. ] dice: « La predestinazione è la previsione e la preparazione dei benefici di Dio, per cui sono certissimamente salvati coloro che si salvano ».

Dimostrazione:

La predestinazione certissimamente e infallibilmente ottiene il suo effetto; e tuttavia non comporta necessità, nel senso cioè che il suo effetto provenga necessariamente.

Infatti sopra abbiamo dimostrato [ a. 1 ] che la predestinazione è una parte della provvidenza.

Ora, non tutto ciò che è soggetto alla provvidenza è reso necessario, ma alcune cose accadono in modo contingente, secondo la natura delle cause prossime che la divina provvidenza ha posto per produrre tali effetti.

Tuttavia l'ordine della provvidenza è infallibile, come sopra si è dimostrato [ q. 22, a. 4 ].

Così dunque anche l'ordine della predestinazione è certo; e tuttavia non è abolito il libero arbitrio, da cui deriva che l'effetto della predestinazione si produca in modo contingente.

E in proposito bisogna anche richiamare ciò che si è detto sopra [ q. 14, a. 13; q. 19, a. 8 ] a riguardo della scienza e della volontà divina, che non tolgono alle cose la loro contingenza, pur essendo certissime e infallibili.

Analisi delle obiezioni:

1. In due modi si può dire che la corona appartiene a qualcuno.

Primo, in virtù della divina predestinazione: e in questo senso nessuno perde la sua corona.

Secondo, per i meriti [ acquisiti in stato ] di grazia: infatti una cosa che abbiamo meritato è in qualche modo nostra.

E in questo senso uno può perdere la sua corona per un peccato mortale successivo.

Si dice poi che un altro riceve la corona perduta in quanto prende il posto del primo.

Dio, infatti, non permette che alcuni cadano senza che ne risollevi altri, secondo quel detto del libro di Giobbe [ Gb 34,24 ]: « Egli fiacca i potenti, senza fare inchieste, e colloca altri al loro posto ».

Così infatti in luogo degli angeli decaduti furono sostituiti gli uomini; e in luogo dei Giudei, i Gentili.

D'altra parte colui che sarà stato sostituito a un altro nello stato di grazia riceverà la corona di chi è caduto anche per il fatto che nella vita eterna, nella quale ciascuno godrà tanto del bene da lui stesso compiuto quanto del bene compiuto da altri, godrà del bene compiuto dall'altro.

2. Considerando la cosa in se stessa, è possibile che un predestinato muoia in peccato mortale; ma posto ( come di fatto si pone ) che sia predestinato, allora è impossibile.

Non ne segue quindi che la predestinazione possa fallire.

3. Dato che la predestinazione implica la volontà divina, come si è visto [ q. 19, a. 3 ] che quando Dio vuole una realtà creata questa risulta necessaria per supposizione, in ragione dell'immutabilità della volontà divina, e non in senso assoluto, così bisogna dire qui riguardo alla predestinazione.

Se quindi si prende la proposizione in senso composto non si potrà dire che Dio può non predestinare chi ha predestinato; sebbene, parlando assolutamente, Dio possa predestinare o non predestinare.

Ma con ciò non si intacca la certezza della predestinazione.

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