Supplemento alla III parte

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Articolo 3 - Se nel rinnovamento finale ci debba essere un aumento di splendore nei corpi celesti

Pare che al rinnovamento finale non ci debba essere un aumento di splendore nei corpi celesti.

Infatti:

1. Il rinnovamento nei corpi più nobili avverrà mediante il fuoco purificatore.

Ma tale fuoco non raggiungerà mai i corpi celesti [ q. 74, a. 4 ].

Quindi i corpi celesti non saranno rinnovati ricevendo uno splendore più grande.

2. I corpi celesti sono causa della generazione nei corpi inferiori sia con il moto che con la luce.

Ora, col cessare della generazione cesserà il moto, come si è visto sopra [ a. 2 ].

Quindi anche la luce dei corpi celesti verrà a cessare piuttosto che ad aumentare.

3. Se al rinnovamento dell'uomo i corpi celesti dovranno rinnovarsi, alla rovina dell'uomo avrebbero dovuto deteriorarsi.

Ma ciò non sembra probabile: poiché nella loro sostanza tali corpi sono immutabili.

Quindi nemmeno al rinnovamento dell'uomo si rinnoveranno.

4. Se poi allora essi furono deteriorati, è necessario che lo siano stati tanto quanto si dice che dovranno essere perfezionati nel rinnovamento dell'uomo.

Ora, in Isaia [ Is 30,26 ] si legge che in quel tempo « la luce della luna sarà come quella del sole ».

Quindi nello stato primitivo anteriore al peccato la luna risplendeva come ora il sole.

Perciò quando la luna si trovava sopra la terra avrebbe dovuto realizzare il giorno, come fa ora il sole.

Ma ciò è evidentemente falso, poiché nella Genesi [ Gen 1,16 ] sta scritto che la luna fu creata per presiedere alla notte.

Quindi col peccato dell'uomo i corpi celesti non diminuirono di luminosità.

Di conseguenza sembra che neppure dovrà aumentare il loro splendore nella glorificazione dell'uomo.

5. Lo splendore dei corpi celesti è ordinato all'uomo, come anche le altre creature.

Ma dopo la risurrezione lo splendore del sole non servirà più all'uomo, poiché in Isaia [ Is 60,19 ] si legge: « Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna »; e nell'Apocalisse [ Ap 21,23 ]: « La città non ha bisogno che risplendano per essa né la luce del sole, né quella della luna ».

Perciò il loro splendore non dovrà aumentare.

6. Un artigiano non sarebbe sapiente se costruisse strumenti enormi per fabbricare un piccolo manufatto.

Ora, l'uomo è una realtà minima in confronto ai corpi celesti, che con la loro grandezza smisurata superano quasi all'infinito la grandezza dell'uomo; anzi, anche quella della terra, che a detta degli astronomi sta al cielo come un punto a una sfera.

Essendo dunque Dio sapientissimo, non sembra che il fine della creazione del cielo possa essere l'uomo.

Quindi non sembra che per il suo peccato il cielo abbia sofferto una menomazione, e per la sua glorificazione debba avere un miglioramento.

In contrario:

1. Sta scritto [ Is 30,26 ]: « La luce della luna sarà come la luce del sole, e la luce del sole sarà sette volte più intensa ».

2. Il mondo intero sarà rinnovato in meglio.

Ora, i cieli sono la parte più nobile del mondo corporeo.

Quindi dovranno cambiare in meglio.

Ma ciò non può essere se non brilleranno con un maggiore splendore.

Quindi il loro splendore aumenterà.

3. Secondo S. Paolo [ Rm 8,19.22 ], « la creazione geme e soffre nelle doglie del parto attendendo la manifestazione della gloria dei figli di Dio ».

Ora, anche i corpi celesti sono in tale condizione, come spiega la Glossa [ ord. ].

Quindi anch'essi attendono la gloria dei santi.

Ma non la attenderebbero se ciò non arrecasse loro un qualche vantaggio.

Quindi essi ne riceveranno un aumento di splendore, che è il loro massimo decoro.

Dimostrazione:

Il rinnovamento del mondo è ordinato a far sì che nel mondo rinnovellato Dio venga percepito dall'uomo quasi sensibilmente con indizi evidenti.

Ora, le creature portano alla conoscenza di Dio soprattutto con la loro bellezza e il loro decoro, che manifestano la sapienza del loro creatore e governatore.

Da cui le parole della Sapienza [ Sap 13,5 ]: « Dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l'autore ».

Ma la bellezza dei corpi celesti consiste soprattutto nella luce, cosicché l'Ecclesiastico [ Sir 43,9 ] afferma: « Bellezza del cielo la gloria degli astri, ornamento splendente nelle altezze del Signore ».

Perciò i corpi celesti verranno perfezionati soprattutto nello splendore.

Il grado però e il modo di tale perfezionamento è noto solo a colui che ne sarà l'Autore.

Analisi delle obiezioni:

1. Il fuoco purificatore non produrrà direttamente la nuova forma del rinnovamento, ma disporrà soltanto ad essa, purificando dalla sozzura del peccato e dalle impurità delle combinazioni o mescolanze, che nei corpi celesti non esistono.

Sebbene quindi i corpi celesti non debbano essere purificati dal fuoco, dovranno tuttavia essere rinnovati da Dio.

2. Il moto non implica una perfezione nel soggetto in movimento considerato in se stesso, essendo « l'atto di una realtà imperfetta » [ Phys. 3,2 ], sebbene possa rientrare nella perfezione di un dato corpo in quanto causa di qualcosa.

La luce invece rientra nella perfezione del corpo luminoso anche considerato nella sua sostanza.

Perciò quando i corpi celesti avranno cessato di causare la generazione verrà a cessare il moto, ma lo splendore rimarrà.

3. Nel commentare quel testo di Isaia [ Is 30,26 ]: « La luce della luna sarà come la luce del sole », la Glossa [ interlin. ] afferma: « Tutto ciò che era stato fatto per l'uomo, nella sua caduta ha subito un deterioramento, e anche il sole e luna ebbero un calo di luminosità ».

E questa minorazione secondo alcuni fu una reale diminuzione di luce.

Né fa obiezioni il fatto che i corpi celesti per loro natura siano inalterabili: poiché questa alterazione fu prodotta dalla virtù di Dio.

Altri però pensano, con più ragione, che il calo suddetto non avvenne secondo una reale diminuzione di luce, ma solo quanto all'uso dell'uomo, il quale dopo la colpa non ebbe dalla luce dei corpi celesti un beneficio così grande quale quello che ne aveva in precedenza.

Per cui la frase si spiegherebbe come quell'altra della Genesi [ Gen 3,17s ]: « Maledetto sia il suolo per causa tua; esso ti produrrà triboli e spine ».

Esso infatti anche prima germinava triboli e spine, ma non quale castigo dell'uomo.

Dal fatto poi che la luce dei corpi celesti non ebbe una minorazione essenziale col peccato dell'uomo non segue che essa non debba avere un aumento reale nella sua glorificazione.

Poiché il peccato dell'uomo non mutò lo stato dell'universo: infatti sia prima che dopo [ il peccato ] l'uomo aveva la vita animale, la quale richiede il moto e la generazione delle creature corporee.

Invece la glorificazione dell'uomo muterà lo stato di tutte le creature corporee, come si è notato [ a. 1 ].

Perciò il paragone non regge.

4. La menomazione accennata, secondo l'opinione più probabile, non incise sulla sostanza dei corpi celesti, ma sui loro effetti [ cf. ad 3 ].

Perciò non ne segue che quando la luna appariva sulla terra la illuminasse a giorno, ma che l'uomo allora avrebbe ricavato dalla luce della luna tanto vantaggio quanto adesso ne ritrae dalla luce del sole.

Invece dopo la risurrezione, quando la luminosità della luna aumenterà realmente, in nessuna parte della terra ci sarà notte ( ma solo nel centro della terra, dove ci sarà l'inferno ): poiché allora, come si dice, la luna illuminerà come ora il sole, e il sole illuminerà sette volte più di adesso; i corpi dei beati poi sette volte più del sole ( sebbene ciò non abbia alcuna prova né di autorità né di ragione ).

5. In due modi una cosa può servire all'uomo.

Primo, quale mezzo che soddisfa a una necessità.

E in questo senso nessuna creatura allora servirà all'uomo: poiché questi sarà pienamente soddisfatto da Dio.

Il che è espresso dalle surriferite parole dell'Apocalisse, dove si dice che quella città « non ha bisogno della luce del sole e della luna ».

- Il secondo tipo di servizio è invece per un aumento di perfezione.

E in questo senso l'uomo si servirà delle altre creature: ma non usandone come adesso quali mezzi necessari per raggiungere il fine.

6. Il sesto argomento è di Mosè Maimonide, il quale respinge del tutto l'idea che il mondo sia stato fatto per l'uomo [ Dux neutr. 3,13 ].

Per cui egli afferma [ ib. 2,29 ] che quanto si legge nell'antico Testamento circa il rinnovamento del mondo, come nel passo riferito di Isaia, ha un significato metaforico: come si dice ad es. che si oscura il sole quando uno è colpito da un grave dolore per cui non sa più che cosa fare.

E questo modo di esprimersi è usuale nella Scrittura.

Oppure anche, al contrario, si dice che per uno il sole risplende maggiormente e tutto il mondo si rinnova quando egli da uno stato di tristezza passa a una grandissima esultanza.

Ciò però è in disaccordo con i testi e con le spiegazioni dei Santi Padri.

Per cui a questo argomento si deve rispondere che sebbene i corpi celesti superino enormemente il corpo umano, tuttavia l'anima razionale supera i corpi celesti molto più di quanto essi non superino il corpo umano.

Perciò nulla impedisce di affermare che tali corpi sono fatti per l'uomo: non però quale loro fine principale, poiché il fine principale di tutti gli esseri è Dio.

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