Annotazioni sulla Casa di Carità

Indice

Parte terza - Gli inizi

6. Sollecitazioni ad operare – Prime riserve sul nome "carità"

( 3° detto dell'elenco ) 31 dicembre 1919.

Disse Gesù:"Di' ( loro ) che si sbrighino e non aspettino che tutto vada in sfacelo".

Questo detto è rivolto a tutti quelli che si interessano della Casa di Carità Arti e Mestieri.

Non devono lasciarsi vincere da tiepidezza.

É cosa voluta da Dio.

In un biglietto, dopo quanto sopra riportato, è scritto: "Avrai dall'ing. comm. Sella e dal Fratello Teodoreto rapporti consolanti."

Il Signore vedendo che ve ne sono di quelli ( ai quali ) questo nome ci garba poco e mi fecero pregare il Signore di cambiare quello di carità, il Signore dice di fare la sua volontà, cioè non cambiare dicendo che: "questi nomi non l'hanno mica da portare sulle spalle".

Questo è il vero detto di Dio Gesù Crocifisso.

E se mai ( si ) venisse a conoscenza ( di ) chi scrive, si ricordano che io sono nulla; sono un po' di terra che il Signore nella sua infinita sapienza à voluto prendere me, meschinello frate di S. Francesco, inesperto in tutto.

Mi ha preso, come disse Gesù, per il suo portavoce.

Io faccio il mestiere che il Signore m'à scelto.

Grande benedizione di Dio avrà chi lavora in questo mistico campo del Signore.

Lui stesso lo dice.

Da rilevare l'ulteriore sollecitazione di Gesù perché non si procrastini l'istituzione della scuola, il che ci interpella ad essere puntuali e tempestivi nello svolgimento delle nostre mansioni nei centri di formazione.

Ma particolare interesse suscita la seconda parte del suddetto testo, quello riportato su un biglietto.

Per la prima volta compaiono nei "detti" di Gesù i nomi degli artefici dell'Opera, e i primi ad essere nominati sono l'ing. Sella e fr. Teodoreto.

L'ing. Rodolfo Sella, ardente zelatore dell'Adorazione a Gesù Crocifisso, "va ritenuto l'artefice primo della Casa di Carità Arti e Mestieri": almeno secondo il giudizio di fr. Isidoro di Maria, direttore dal 1919 della Comunità di S.ta Pelagia, e promotore dell'Opera con fr. Teodoreto.10

Di fr. Teodoreto già sappiamo, ma il fatto che anche lui sia il primo ad essere nominato, e il primo dei religiosi, ne fa emergere il carisma spirituale e l'importanza della sua intraprendenza per la realizzazione del progetto, anche in relazione alla sua qualità di fondatore dell'Unione Catechisti.

Ritengo denso di significato il fatto che in tale prima citazione compaiano un laico e un religioso, ad attestare la vocazione del laicato alla missione apostolica ed educativa, nel perseguire la santità operando come secolari, all'interno del mondo, tematiche peculiari dell'Unione Catechisti e della stessa Casa di Carità, e che sono state ampiamente sviluppate cinquant'anni dopo dal Concilio Vaticano II°.

L'altro elemento di rilievo è il fondamentale valore del termine "Carità" inserito nella denominazione dell'Opera, di cui abbiamo già detto, e su cui torneremo con riguardo alle opposizioni emerse: come è efficace l'osservazione, soffusa da leggera ironia, ma esortativa e salutare, che i nomi "non devono mica essere portati sulle spalle!"

Di grande consolazione, infine, è la divina benedizione per chi lavori "in questo mistico campo del Signore".

7. Maria SS.ma protettrice dell'Opera

( Al termine del 3° detto dell'elenco ) 31 dicembre

La SS.ma Vergine si offre per protettrice della grande opera.

Venerdì, 6 gennaio 1920, Epifania del Signore. Avanti al SS.mo Sacramento, ore 9 di sera.

"Anch'io sono Protettrice della grande opera Casa di Carità di Arti e Mestieri!", detti di Maria SS.ma, Nostra Signora.

L'annotazione sulla protezione di Maria è riportata da fra Leopoldo al termine del 3° detto dell'elenco citato da Lui approntato, ma lo collochiamo con il detto del Diario in data 6 gennaio 1920, perché riguarda lo stesso argomento, riportando direttamente le parole della Vergine.

Anche la Madonna interviene per la realizzazione della Casa di Carità, dichiarandosi protettrice e, in un successivo detto, sua direttrice.

La sollecitudine di Maria per l'Opera è veramente espressione del suo amore materno come emerge anche dai detti qui esposti.

8. Gesù protettore della "grande Opera"

( 4° detto dell'elenco ) 10 Gennaio, sabato, ore 5 mattina.

Detti di Gesù nella santa Adorazione.

Io continuo la santa Adorazione al SS.mo Crocifisso.

Gesù dice: "Dunque si procuri di avere un buon indirizzo per la grande opera di Casa di Carità."

Mentre continuavo a fare la santa Adorazione, Gesù mi disse di essere Lui, Gesù SS.mo, l'indirizzo della Santa Opera.

Io gli dico: "Ma mio buon Gesù, vuoi proprio essere tu il protettore?"

Gesù SS.mo Crocifisso disse queste precise parole: "Io debellerò ogni artifizio diabolico e di gente malvagia che si farà contro."

Sabato 10 Gennaio 1920, sera ore 9,20.

La differente indicazione dell'ora di questo brano – al mattino e alla sera – è dovuta probabilmente alla diversa annotazione nell'elenco dei detti, rispetto a quella del Diario, a meno che si tratti di due momenti del mistico colloquio: per completezza le abbiamo riportate entrambe.

Una nuova raccomandazione a che l'andamento dell'Opera sia conforme al carisma educativo, formativo e soprannaturale che le è proprio, con espresso coinvolgimento – se così si può dire, ma è quanto emerge dal detto – di Gesù nella conduzione della Casa di Carità, tanto da dichiararsi suo protettore.

E la riprova ed attestazione di tale protezione viene posta nella sconfitta di quanti la attacchino.

Durante la sua quasi centenaria esistenza la Casa di Carità ne ha sperimentati parecchi di tali attacchi, interni ed esterni, deliberati e involontari, alcuni già documentati dai detti che seguono, ma ne è sempre venuta fuori indomita, ancorché con lacerazioni, ma presto rimarginate.

E non poteva avvenire diversamente, stante la protezione divina.

Rileviamo la densità dell'espressione del detto: "artifizio diabolico e di gente malvagia", che comprende ogni forma di attacco, da quelli deliberati e dolosi, frutto della malvagità, a quelli mascherati, subdoli e magari involontari, ma pur sempre diabolici.

Vigiliamo e preghiamo perché non ci capiti, nel nostro lavoro nei Centri di formazione, di farci promotori di tali artifici, qualora le nostre motivazioni derivino da amor proprio, più che dal bene dell'Opera.

Va altresì notato come Gesù definisca "grande" la Casa di Carità, e siamo solo agli inizi.

Nel suo sviluppo l'Opera si è gradualmente ingrandita, sì che nelle sue dimensioni attuali le compete la qualifica di "grande", come vedremo più dettagliatamente in seguito.

Ma tale qualifica ha riguardo essenzialmente al sua carisma formativo e spirituale, essendo scaturita dal Cuore di Gesù Crocifisso.

9. Moniti e incoraggiamenti per l'Opera

( 5° detto dell'elenco ) 13 gennaio 1920 – ore 5 mattina in cella.

Maria SS.ma: "Che nessuno vada a sconsigliare l'opera di Dio".

Nel Diario il detto così prosegue: "Benedico quelle anime di buona volontà; l'aiuto verrà nella Divina Provvidenza; fede!" Maria SS.ma.

( Da un foglio, sotto la stessa data ) "Cernaia da prendere.

Serve, perché l'avete preso, perché avete preso il giusto indirizzo".

Sera ore 10,14 – 13 gennaio 1920

Gesù Crocifisso. "Avrai dall'Ingegnere Sella e dal fratello Teodoreto rapporti consolantissimi.

Incoraggiali sempre, incoraggiali sempre", detti di Maria SS.ma.

Ancora una materna esortazione di Maria, quasi a mettere in pratica la sua effettiva sollecitudine di protezione.

E la raccomandazione riguarda sia l'attuazione del piano divino in ordine alla realizzazione della scuola professionale, sia l'indirizzo carismatico di questa.

Emergono veramente motivi di piena confidenza e di filiale abbandono nella predilezione della Madre Immacolata.

La seconda parte del detto, non riportato da fra Leopoldo nell'elenco, pensiamo si riferisca comunque alla Casa di Carità.

Quanto riportato nel foglio in merito alla sede, è il primo accenno, a quanto risulta dagli scritti di fra Leopoldo, alla ricerca della località idonea per svolgere i corsi, come sarà più ampiamente esposto ai §§ 21 e segg.

10. Costante aiuto di Dio

( Da un foglio ) 15 gennaio.

Oggi venne il fratello Teodoreto e gli domando la seduta come riuscì.

Disse riuscì meravigliosamente bene si è toccato con mano l'aiuto di Dio.

( Da un altro foglio ) Mi sento lo spirito del Signore subito appena finito Gesù approva tutto il suo andamento perché opera sua, ore 5, così fino ore 6 mi porto in cucina per i miei lavori.

Alle ore 7 mi porto al Santuario.

La Vergine Santa mi disse: "Ma ne dubiti forse del mio aiuto, l'aiuto viene tampiù l'opera si incomincia con santo Rosario."

Dopo di aver pregato il Santo Rosario incomincio la preghiera detta delle stazioni.

( Da un altro foglietto ) Ero quasi alla fine.

Gesù sacramentato mi ha dato tanto amore e mi incoraggia dicendo di avere molta fede e l'aiuto di Gesù è certo.

In fra Leopoldo, uomo di preghiera continua, è costante la preghiera per la Casa di Carità, la cui attuazione sta compiendo i primi passi sotto buoni auspici.

Ma la fiducia viene essenzialmente dalla costante e premurosa cura che viene da Dio, come asserisce la Madonna, di tanto maggiore se vi è la filiale richiesta con l'orazione: il che, oltre tutto, colma il cuore di amore.

11. Sostegno economico dei ricchi

( 6° detto dell'elenco ). Martedì 20 gennaio – sera.

Gesù raccomanda ai ricchi di venire in aiuto all'Opera di carità Arti e Mestieri.

( Nel Diario questo detto è così esplicitato: ) La sera di martedì 20 gennaio 1920.

Detti di Gesù Sacramentato: "Parlerai ai ricchi della mia Misericordia, del mio amore e della mia potenza.

Parlo dei ricchi: ascoltino i miei consigli, si ricordino che hanno avuto da me ricchezze per aiutare l'opera della Casa di Carità".

( In un foglio è riportato con qualche leggera variante )

"Parlerai della mia misericordia del mio amore e della mia potenza," sono le ore 7 di sera 1920: "Parlo dei ricchi; se vogliono ascoltare i miei consigli si ricordino che hanno avuto da me ogni potere per aiutare l'opera".

Detto di Gesù Sacramentato la sera di martedì 20 gennaio.

Viene ribadita la tematica del sostegno economico da parte dei ricchi, che già compare sin dal primo detto, quello istitutivo della Casa di Carità, a contrassegnare come questo aspetto vada considerato una componente del progetto divino, in specifica applicazione del precetto sulla destinazione delle ricchezze a fin di bene ( cfr. Lc 16,9 ).

Per quanto ci concerne, tale monito comporta da parte nostra un costante atteggiamento di richiesta di aiuti, come risulta più esplicitamente in un detto successivo, certo non per indolenza o mancanza di iniziativa, ma come segno dell'abbandono fiducioso nella Provvidenza.

12. Esortazione anche al sacrificio

Disponibilità dell'ing. Dematteis ( 7° detto dell'elenco ) 30 gennaio 1920 – sera ore 10.

"Per l'opera nessuno deve rifiutarsi a costo di fare un sacrificio, e il sacrificio che faranno è sempre poco a confronto del bene che ne verrà".

Detti di Gesù Crocifisso nella SS.ma Adorazione.

( Testo simile in un foglio ) 30 gennaio 1920, sera.

"Nessuno deve rifiutarsi a costo di fare uno sforzo e lo sforzo che faranno sarà sempre poco a confronto di ciò che ne verrà": Gesù Crocifisso.

( Su un biglietto sotto la stessa data, è annotato )

Sono le ore 10 mattina 30 gennaio 1920, venne il carissimo nel Signore e il sig. Ingegnere Cav. Dematteis Filippo e mi fece promettere di ricordarlo quando sarà stabilito, verrebbe con tutta la potenza del suo essere prestando l'opera sua.

Ancora è evidenziata la provvidenzialità dell'Opera, da cui deriveranno frutti copiosi.

Ma non c'è impresa di rilievo che non comporti impegno, fatica e sacrificio.

Circa la disponibilità dell'ing. Dematteis, rinviamo al § 14, rilevando però che ivi la data dell'incontro è indicata nel 31 gennaio, per cui si tratta di una svista nel suddetto biglietto o nell'annotazione successiva, ma praticamente irrilevante.

13. Preannunciato lo sviluppo

( 8° detto dell'elenco ) 31 Gennaio 1920 – sera ore 9,30.

Detto di Gesù Crocifisso: "Fra poco la Casa di Carità Arti e Mestieri prenderà uno sviluppo da far meravigliare".

( Su un foglio, sotto la stessa data, vi è la seguente annotazione ).

31 genn. 1920 – ore 7 ½ di sera.

Ing. Sella – "lascio a Lui a sua discrezione".

Oggi noi possiamo constatare lo sviluppo che ha avuto la Casa di Carità, con le sue varie sedi e gli enti associati, tra cui la sede di Arequipa in Perù, e le prospettive del Centro di Carità di Asmara in Eritrea, in corso di costruzione.

Ma quando fra Leopoldo scrisse questa promessa, la Casa di Carità era ancora ai preliminari della sua istituzione.

Si tratta quindi di un autentico testo profetico.

L'annotazione del foglio la riportiamo qui per la coincidenza della data, ritenendo che sia un detto di Gesù relativo alla Casa di Carità, concernendo l'ing. Sella.

Per quanto concisa, ribadisce l'affidamento che il Signore ripone nei collaboratori umili ed operosi, responsabilizzandoli nell'assumere decisioni.

14. Incoraggiamento

( 9° detto dell'elenco ) 5 Febbraio – ore 7 sera, nel Santuario.

"Tu devi sempre spingerli, incoraggiarli".

Detto di Gesù Sacramentato.

Il "Santuario"è la cappella di Nostra Signora del Sacro Cuore, e destra del presbiterio della chiesa di S. Tommaso, dove fra Leopoldo adorava l'"amabilissimo Signore Gesù Crocifisso, con Maria SS.ma e con tutti gli Angeli e i Beati del Cielo".

Nell'abside vi è la statua di Nostra Signora, da cui appunto la cappella prende nome, e le pareti e il soffitto sono tutta una teoria di santi e di angeli attorno alla Regina del Cielo ed al "Dio con noi" nel SS. Sacramento.

La salma di fra Leopoldo è tumulata in tale cappella, ivi traslata il 26 aprile 1948.

Viene ribadita la sublime funzione di fra Leopoldo, di sostenere l'Opera spingendo e incoraggiando gli operatori, al che Egli non viene mai meno, assistendola con la preghiera perenne e anche, come vedremo, col sacrificio.

E questa sua intercessione continua tuttora.

15. L'inserimento dell'ing. Dematteis

11 febbraio 1920.

Il Sig. Ingegnere Cav. Filippo Dematteis il giorno 31 gennaio, ore 10 mattina venne qui in S.Tommaso e, venendo a conoscenza della cosa, cioè della Casa di Carità Arti e Mestieri, si fece promettere ( da me ) di ricordarlo al Professore Fratello Teodoreto, affinchè prendesse anche lui.

Il buon ingegnere Rodolfo Sella ne prese subito nota nel medesimo giorno che venne a vedermi e gli scrisse subito di prestar l'opera sua; ma la bontà di Dio fece sì che ciò presto si effettuasse; è ora unito all'adunanza di dodici persone per trattare di questa cosa importantissima da Dio voluta.

L'ing. Filippo Dematteis è uno dei pionieri della Casa di Carità.

Ha svolto varie incombenze, tra cui quelle di segretario del primo consiglio di amministrazione, di membro della commissione che redasse l'originario piano di studi dell'Opera, e di primo prefetto degli studi, ossia di direttore generale.

Apparteneva altresì, come segretario, all'associazione "Adorazione Perpetua Universale" ( fondata dal ven. Paolo Pio Perazzo ) con sede nella stessa Chiesa di S. Tommaso ove risiedeva fra Leopoldo.

Il frate gli lasciò i suoi diari, il che attesta la confidenza e la stima che in lui riponeva.

16. Fedeltà ai detti e prospettive di sviluppo

( 10° detto dell'elenco ) "Nulla si deve cambiare; si osservi il detto del 27 Dicembre 1919, essere fedeli ai detti di Dio", detto di Gesù.

( Nel Diario questo detto è così indicato: ) 7 febbraio 1920, sabato, ore 9, sera, nell'Adorazione.

"Nulla si deve cambiare! si osservi!" detti di Gesù Crocifisso nella SS. Adorazione

( Gesù intende il detto del 27 dicembre del 1919 ).

( Da un foglio ) 1920, 7 febbraio.

"Leopoldo, Io sono tutto tuo, sono tutto per te.

La Casa, cioè riguardo la Casa di Carità, prenderà grande sviluppo".

Sera, nella santa adorazione al SS.mo Crocifisso, ore 9.

L'invito a "non cambiare" sottolinea la provvidenzialità dell'Opera.

Per il resto rinviamo a quanto annotato al § 8 e § 13, con particolare riguardo a quel "grande sviluppo" sottolineato nel "detto" riportato sul foglio, e già preso in considerazione nei commenti precedenti.

Ma l'espressione particolarmente toccante è quella manifestazione di offerta piena che Gesù dichiara a fra Leopoldo – "sono tutto tuo" -, che potrebbe ad una prima vista apparire eccessiva, ma che è invece il linguaggio di verità di Chi si è offerto per ognuno di noi singolarmente, segnatamente nel sacrificio della croce.

La circostanza che a questa dichiarazione di amore segua l'assicurazione dello sviluppo della Casa di Carità , mi sembra vada intesa nel senso che la stessa predilezione del Signore si estenda alla sua Opera.

17. Esortazione a perseverare e ad attenersi ai "detti"

( Su un foglio è riportato: ) 10 febbraio 1920 ore 9 sera –

Gesù Crocifisso: "Si sono finalmente risvegliati. Presto apprezzeranno i miei detti".

( Da un biglietto non datato, ma verosimilmente di tale tempo )

Ingegnere Sella, "tanto è il bene aspettato che lo devo ornare": Gesù Crocifisso.

"Nulla si deve cambiare se si osserva il detto del 7 febbraio".

Sera ore 9, 1920, nella SS.ma adorazione al SS.mo Crocifisso.

Circa il detto di cui al foglio, dal contesto riteniamo riguardi la Casa di Carità, essendo ribadita l'importanza di essere fedeli ai detti, trattandosi di divine amorevoli rivelazioni, e di essere tempestivi nell'attuare le richieste di Dio.

Circa il biglietto senza data riferito all'ing. Sella, l'abbiamo posto qui poiché è ribadita la raccomandazione di attenersi ai "detti", con espresso richiamo a quanto prescritto il 7 febbraio, nel quale peraltro era fatto pure un rinvio al "detto" del 27 dicembre, ad attestazione del carattere sacrale e vincolante delle rivelazioni del Signore.

Ed è tratto squisito della sua misericordia e benevolenza se in alcune circostanze, anche di rilievo, come vedremo, Gesù si "piega" al volere di alcuni operatori.

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10 Così si esprime fr. Isidoro in un pro-memoria sulla fondazione della Casa di Carità, inviato il 14 novembre 1951 al rag. Giovanni Cesone, primo presidente dell'Unione Catechisti, conservato negli archivi di questa.
Ancora così è detto in tale pro-memoria, con riguardo all'ing. Rodolfo Sella: "Uomo di fede profonda, di grande e sincera pietà, professava venerazione pei Fratelli, e considerava la scuola come una cosa sacra, voluta da Dio.
Quest'uomo era veduto da tutti con piacere e ascoltato con rispetto.
Nella sua cristiana umiltà soleva dire: Non sono più giovane, sono anzi vecchio, ma le gambe le ho buone.
Fatemi correre dove volete, che di ciò mi tengo onorato."
Anche il figlio dell'ing. Sella, avv. cav. Riccardo, fece parte del primo comitato.