Annotazioni sulla Casa di Carità

Indice

39. Cominciare dal poco

2 Maggio 1920, ore 9 sera.

Mentre facevo la santa Adorazione al SS. Crocifisso, all'ultima preghiera, al Sacro Costato, Gesù disse: "Se non trovano locale grandioso, è perché devono fare così: incamminarsi dal poco; il grande verrà, tutto quello che desiderano".

( In un biglietto senza data, ma verosimilmente degli stessi giorni ) Viva Gesù.

Alle ore una di ieri mercoledì pregai nel Santuario, ma per quanto aspettassi con la preghiera, non ebbi mai risposta per le firme.

Alle 7 ¾ di sera Gesù non mi lasciò neanche pregare, mi disse subito: "Sì lo facciano pure per Santa Pelagia".

Fra Leopoldo.

L'esortazione di Gesù dà l'avvio ai primi corsi che inizieranno nell'ottobre 1920: due classi, la 7^ elementare con carattere e programma di scuola professionale e la 6^, di impostazione preparatoria alla 7^, nei locali annessi alla chiesa di S. Pelagia, in via S.Massimo 10, a Torino.

L'attesa "risposta per le firme", non subito pervenuta, probabilmente riguardava l'accordo per l'uso dei locali nell'edificio attiguo a S. Pelagia.

40. Deciso l'inizio dei corsi

7 maggio 1920.

Oggi venne il signor Ingegnere Cav. Dematteis, e disse: "Tutto è deciso: la settimana ventura si dà mano all'opera per prepararla per il mese di ottobre; io, poi, mi dò anima e corpo a questo lavoro!".

Bella testimonianza, quella dell'ing. Dematteis, di darsi anima e corpo per la Casa di Carità!

Quanti come lui si sono prestati agli inizi, e quanti si sarebbero impegnati successivamente per la nobile causa, sulla scia di fra Leopoldo - che oltretutto ebbe tanto a soffrire per quest'Opera - e di fr. Teodoreto, anche lui promotore e pioniere!

Essi hanno aperto la schiera dei Fratelli S.C. e dei Catechisti votatisi a questa missione, ora incrementata e valorizzata dall'inserimento prezioso del personale laico direttivo e collaborante.

41. Prudenza e previdenza nelle strutture

Viva Gesù e Maria SSma.

Oggi Lunedì 17 Maggio 1920. S. Pasquale.

Venne il buon fratello prof. Teodoreto per esporre la cosa a Gesù Crocifisso riguardo ( al fine ) per assicurare la Casa di Carità Arti e Mestieri il nome e di scuole ( di ) Fratellanza.

( Nota di Fr. Teodoreto: "Si trattava di formare una Società di azionisti ).

Ebbi il detto ( e alle ) ore 7 ¾ di sera ( sono ) prostrato ai piedi del Santo Altare.

Appena giunto misi il foglietto vicino alla porticina del S. Tabernacolo e ( Gesù ) disse: "Prima recita il S. Rosario.

Da ricordarsi che la cosa sia veramente cristianissima.

Occorre dare l'ultimo ( quaderno ).

Loro devono premunirsi di tutto ciò che spetta perché la cosa sia duratura.

Il S. Crocifisso tutto approva".

Fra Leopoldo.

Come è indicato sopra, questo detto è conseguente ad un quesito scritto sottoposto da fr.Teodoreto, per incarico degli amministratori, a fra Leopoldo, circa l'assetto giuridico da dare all'incipiente Opera, in ordine alla tutela dei beni mobili e immobili che sarebbero stati offerti.

Da notare la delicatezza e l'umiltà di fra Leopoldo nel porre, la sera stessa, il foglio "accanto alla porticina del S. Tabernacolo" e nel raccogliersi in preghiera.

Il giorno successivo mandò la risposta contenuta nel detto.

É importante rilevare quanto viene raccomandato circa l'idoneità e la struttura degli elementi istituzionali di carattere giuridico ed economico che "premuniscano" l'attività affinché sia duratura, il che è lasciato alla competenza e alla prudente responsabilità degli amministratori.

Per quanto opera divina, la scelta delle strutture istituzionali e dei mezzi operativi è affidata agli operatori, come del resto abbiamo modo di constatare esaminando gli inizi dell'Opera, quali ci sono minuziosamente registrati da fra Leopoldo nei suoi scritti.

Naturalmente resta fermo l'elemento basilare della Casa di Carità, cioè che si mantenga "veramente cristianissima", e sempre ricorra, attraverso la preghiera, all'aiuto e alla illuminazione del Signore.

Come è commovente e contrassegnato da profonda intimità il gesto di porre il foglietto sull'altare accanto al tabernacolo!

Ed è proprio come segno dell'abbondanza di amore, che Gesù Sacramentato dimostra di gradirlo.

Alla luce di questa intimità di spirito acquistano valore anche i gesti materiali di fra Leopoldo, non dimenticando che la presenza sacramentale di Gesù nell'Eucarestia ha anche una dimensione terrena, per cui temporale e spaziale, oltre quella preminente della divinità e del mistero.

Circa il riferimento all'ultimo quaderno, probabilmente si tratta di un rinvio ad un detto contenuto in uno dei fascicoli precedenti annotati da fra Leopoldo.

Circa la sistemazione patrimoniale, così scrive fr. Teodoreto: "Fu invitato un esperto in materia, il compianto molto Rev. Canonico Avv. Capitani, e dopo lo studio in due adunanze, del 7 e del 27 maggio 1920, si stabilì di intestare i beni della Casa di Carità ad una società già esistente presso i Fratelli delle Scuole Cristiane."15

42. Scelta dei soci

26 maggio 1920.

"Non siano ammessi nella società coloro che si teme alla fine abbiano a disgustarci un poco, tanto più se conosciuti rispetto a tali dubbi";

Gesù disse: "L'aiuto verrà per altra via!"

( Nel testo seguono ulteriori precisazioni ).

"Che vantaggio potrà dare questa gente?

Fosse pure di qui a più anni, muoverebbero guerra al santo Crocifisso e alle sue opere!"

Io non volevo segnare ( seguono precisazioni).

Il santo Crocifisso disse: "Che temi? Fallo subito!".

Riteniamo che il suddetto passo riguardi la Casa di Carità, poiché si parla di "società", secondo la terminologia usata nei testi precedenti in merito all'ente che gestisce la scuola, nonché di opere del Crocifisso.

Circa la prudenza nella scelta dei soci e collaboratori, viene ad essere ulteriormente confermata la natura carismatica dell'Opera, che non deve in alcun modo essere posta in secondo piano, o sottaciuta, per incontrare favori umani, con il rischio di trovarsi in uno stato di secolarizzazione – aspetto del tutto diverso dalla caratteristica di "secolare", che ha in comune con l'Unione Catechisti – e che pone nell'aiuto della Provvidenza la garanzia per la sua stessa esistenza, pur senza potersi esimere dall'intraprendenza e dalla ricerca di risorse come se il tutto dovesse dipendere dalla solerzia nella gestione.

43. Locali per i primi corsi

27 Maggio 1920.

Ecco la risposta di fra Leopoldo: Alle ore una pomeridiana di ieri mercoledì, pregai nel Santuario, ma per quanto aspettassi nella preghiera, non ebbi mai risposta per le firme.

Alle 7 e tre quarti del pomeriggio, per S. Pelagia Gesù non mi lasciò neanche pregare, mi disse subito: "Per S. Pelagia sì, lo facciano pure".

Era stato sottoposto a fra Leopoldo uno scritto con due domande: una riguardante alcune firme da mettere o no, l'altra per sapere se si potevano iniziare le pratiche presso la Regia Opera Mendicità Istruita ( ROMI ) per avere la chiesa di S. Pelagia e locali annessi.

Viene così a concludersi la fase di ricerca della prima sede della Casa di Carità, ubicata, come abbiamo già detto, in via S. Massimo 10 ( cfr. § 39 ).

Da parte nostra rileviamo come tale sede fosse attigua a quella della scuola in cui operava fr. Teodoreto – nello stesso edificio di proprietà del ROMI – il che è un ulteriore contrassegno dell'origine dell'Opera dai Fratelli delle Scuole Cristiane.

44. Pellegrinaggio mariano

28 Maggio 1920, ora 1 dopo mezzogiorno, venerdì.

"Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù ama che la pia Unione del SS.mo Crocifisso venga una volta all'anno a visitarla in ricordo dei favori e delle grazie ricevute in loro vantaggio, uniti ai figliuoli della Casa di Carità Arti e Mestieri con una santa Comunione in ringraziamento dell'amabile bontà di Dio e dalla sua SS.ma Madre verso di loro": detti di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù.

Il pellegrinaggio annuo nella cappella di Nostra Signora è un punto fermo e costante della Casa di Carità.

Anche per le sedi periferiche, sorte in questi ultimi anni, che non potessero accedere alla chiesa di S. Tommaso in Torino, si pone l'esigenza di un pellegrinaggio in un santuario mariano, per tenere ferma la consapevolezza sulle origini dell'Opera, per consolidarne il carisma, e soprattutto per esprimere la gratitudine a Gesù e Maria, dichiaratisi suoi protettori.

Molto importante è l'invito espresso dalla Madonna a che il pellegrinaggio avvenga congiuntamente all'Unione Catechisti, il che attesta l'indissolubile vincolo tra questi due Istituti, come viene ulteriormente precisato in seguito ( cfr. § 30 e § 43 ).

45. Struttura e impostazione amministrativa

Sera, venerdì 28 maggio 1920.

Gesù risponde al piissimo e zelantissimo signor Ingegnere Cav. Filippo Dematteis, il seguente quesito, appena giunto al santuario Gesù non mi lasciò neanche inginocchiare che mi disse subito il da fare, io dico a Gesù ma qui ho il foglietto del signor Ingegnere, allora non fa più bisogno che lo metta vicino alla porticina?

"Sì mettilo pure lo stesso", così l'ho fatto, Gesù disse subito "Facciano in modo che siano vicinissimi a me e mi significò i Fratelli delle Scuole Cristiane, tutto sia fidato, invece di una società secolare sia legata ai P. di Friburgo, Svizzera.

Le offerte siano accettate da qualunque parte vengano", e così incominciai il Santo Rosario.

Fra Leopoldo.

Il testo si riferisce ancora alle valutazioni in corso per l'impostazione amministrativa dell'Opera.

Notisi come sia ribadito il rapporto da instaurare con i Fratelli, efficacemente espresso in quel "siano vicinissimi a me".

Circa i "P. di Friburgo" pensiamo trattasi del riferimento ad una congregazione religiosa, posta come modello per la gestione amministrativa, a preferenza di un ente con sole finalità di lucro.

Come abbiamo detto sopra, al § 41, l'intestazione dei beni fu effettuata in capo ad una società già esistente presso i Fratelli.

46. Prodigiosità di vari avvenimenti

( 19° detto dell'elenco ) 1 Giugno 1920.

Detti di Gesù: "Quando la Casa di Carità Arti e Mestieri sarà in esecuzione farò anche prodigi, tanto per incoraggiarli".

( In un altro testo autografo di fra Leopoldo, tale detto è così riportato: )

" ( In ) quanto alla casa di Carità Arti e Mestieri farò anche prodigi per incoraggiarla".

Detti di Gesù Crocifisso.

1° Giugno 1920 – ore 10 ½ di sera.

Siamo tutti testimoni dei prodigi della Provvidenza per la costituzione, lo sviluppo e la sussistenza della Casa di Carità.

Ne siamo incoraggiati e soprattutto riconoscenti.

Veramente l'Opera è un prodigio permanente della divina Misericordia.

Circa la differenza tra i due testi, si tratta di sfumature, che non intaccano minimamente il concetto di fondo.

A nostro modesto avviso l'originario è il secondo, riscritto poi da fra Leopoldo nel redigere l'elenco riassuntivo dei detti da lui ritenuti più significativi.

47. Bandire scoraggiamenti

( 20° detto dell'elenco ) 2 Giugno 1920,

avanti al SSmo Sacramento: "Non badare a quelli che sono scoraggiati perché è una fiaccola che deve sempre essere accesa".

Gesù vuol significare che la Casa di Carità Arti e Mestieri deve sempre sussistere.

Viene ribadito l'incoraggiamento del detto precedente, con un ammonimento per coloro che non nutrono sufficiente fiducia nella protezione divina dell'Opera, che "deve sempre sussistere".

48. Presenza di Gesù

3 Giugno 1920.

Giorno del Corpo del Signore.

Gesù nella sua ineffabile bontà e carità si manifesta, e ci guida da padre amorosissimo per condurre i figli suoi diletti al bene, alla salvezza sempiterna.

Sono le ore 10 di mattina, il pio ingegnere Cav. Dematteis ieri, 2 giugno, mercoledì venne a vedermi e mi disse: "Fra Leopoldo, venga anche lei alle ore 2,30 dai Fratelli, teniamo un'adunanza per trattare della Casa di Carità Arti e Mestieri".

Gli risposi: "Povero me!

E cosa mai vuole che io faccia?!

Non sono capace e non capisco nulla!"

Ebbi dal mio buon Padre Guardiano ( Padre Vittorio Delaurenti ) il permesso; quindi accettai l'invito e alle ore 2,30 non mi feci aspettare; là radunati c'erano i cari Fratelli, signori Direttore Fr. Isidoro di Maria e il professore Teodoreto; il Signor Commendatore Ingegnere Sella e l'Ingegnere De Matteis.

Per dire il vero, sono proprio stato oltremodo contento d'essermi trovato anch'io, perché quello che non ho saputo far io, l'ha fatto il SS.mo Nostro Signore: si è deciso d'incominciare, per i primi giorni d'ottobre.

Sia benedetto Gesù e con Lui la sua divina Madre, Patrona e Direttrice dell'Opera.

Ritorno e faccio a tempo ad assistere ai sacri vespri e a servire la benedizione solenne: alle ore 5,30 tutto è finito.

Alle ore 6, mi porto al santuario per ringraziare il santissimo Gesù in Sacramento, ma nel santuario c'erano divoti che pregavano.

Gesù disse: "Mettiti sul gradino e recita il santo Rosario; così l'hai già fatto per questa sera e poi verrai più tardi che devo dirti qualche cosa".

Così feci: alle ore 7,30 mi porto di nuovo al santuario tutto chiuso e in silenzio; Gesù disse: "Ecco, è proprio così che voglio e per dirti il vero, mi trovavo anch'io in mezzo all'adunanza".

3 giugno 1920, giorno del Corpus Domini, già sopra segnato.

Oh che bella giornata d'oro, scelta per un'opera tanto grande e tanto cristiana!

Tutto per la gloria di Dio: venga presto, o Signore, il tuo Regno santissimo a innaffiare questa povera terra di peccati, a ridonarla alle più soavi virtù tue ineffabili, perché vogliamo vivere solo per Te, o mio Gesù, nostro santissimo Iddio.

Nella medesima sera la Gran Madre di Dio disse: "Anch'io voglio essere la Direttrice".

Veramente una "giornata d'oro", secondo l'espressione di fra Leopoldo, questo 3 giugno in cui, a quanto ci è dato di conoscere, per la prima volta il Servo di Dio è ufficialmente intervenuto ad una riunione della Commissione, composta da fr. Teodoreto, fr. Isidoro, l'ing. Rodolfo Sella e l'ing. Filippo Dematteis, in cui è stata confermata la decisione di iniziare i corsi ai primi di ottobre.

Per quanto emerga sin dall'inizio delle rivelazioni divine sull'Opera, colpisce però ogni volta l'attenzione, anzi la presenza del Signore, come in questa circostanza, in cui è dichiarata la sua presenza all'adunanza, e la ribadita dichiarazione di Maria di essere la "Direttrice".

Si tratta veramente di un percorso privilegiato, in un tempo di grazia!

49. Andamento della scuola secondo la volontà di Dio e scelta dei locali

Giovedì 6 giugno ( 1920, verosimilmente, anche se nel biglietto è riportato 1921; se è come opiniamo, il giorno settimanale dovrebbe essere domenica ) – sera ore 7,35

Il Venerando fratello Isidoro di Maria direttore mi fece avere la sua lettera per metterla vicino la porticina del SS.mo Sacramento affinchè la bontà di Dio volesse dirci per il meglio se dobbiamo prendere i locali della Reggia Opera con l'accordarci con Municipio.

Prima di portarmi al Santuario per sentire gli ammirabili detti di Gesù mi preparai con Santo Rosario.

Giunto al Santuario volevo incominciare un secondo Rosario ma nello stendere la mano per adagiare la lettera contro la porticina del SS.mo Sacramento subito e francamente mi disse queste parole precise il SS.mo nostro Signore: "prima di pensare per il locale pensino aggiustare per bene le cose, l'andamento secondo il mio volere."

Fra Leopoldo Maria.

( Da un biglietto senza data, riportante un testo analogo a quello precedente )

Alle ore 7.35 di sera mi portai nel Santuario di Nostra Signora là ove Gesù Sacramentato, nella sua divina misericordia mirabilmente spiega tutto l'andamento da praticare a riguardo delle Scuole di Carità Arti e Mestieri.16

Ebbi la loro lettera da mandare al Municipio, che riguardava i locali di mendicità da prenderli o non prenderli per le scuole.

Prima di portarmi al Santuario mi preparai col santo rosario.

Giunto al Santuario mi disponevo un secondo, ma appena messa la lettera contro la porticina del SS.mo., Gesù disse questi precisi detti:"Prima di pensare per il locale, pensino ad aggiustar per bene le cose dell'andamento secondo il mio volere".

F.O.M.

Questi passi, ricavati da biglietti, sono senza data, ma è verosimile che risalgano al giugno 1920, per la loro collocazione con gli originali degli altri scritti, e soprattutto per la loro connessione con gli eventi in corso di svolgimento.

Notisi, nella risposta attribuita a Gesù, il costante ammonimento ad essere fedeli al carisma della Casa di Carità, in base al quale vanno considerati tutti gli aspetti dell'Opera, anche quelli importanti come la scelta dei locali.

La sigla finale dello scritto, F.O.M., pensiamo si riferisca a Fratum Ordo Minorum, cioè l'Ordine di appartenenza di fra Leopoldo, come ad attestare la piena conformazione dell'umile nostro Frate alla sua professione religiosa.

50. Perseverare nella fiducia e nell'abbandono in Dio

Domenica 4 Luglio 1920 – ore 11,30.

Oggi venne il Sig. Ingegnere Cav. Filippo Dematteis affinchè mettessi sull'Altare del SS.mo Sacramento una lettera da Lui consegnata( mi ) e che aspettassi nella preghiera, per avere, nella sua divina bontà, un detto da Gesù per sapere regolarci ( sul ) meglio da fare.

Entrai nel Santuario alle ore una; mi prostro facendo l'adorazione alla Croce secondo la regola francescana, in ringraziamento a Dio del cibo che ci ha dato, e subito dispongo la lettera vicino alla porticina del SS.mo.

Disceso i gradini mi dispongo a prendere le sante stazioni.

Nell'intervallo di questa pia preghiera Gesù prese a dire: "Mi rincresce, ossia, mi dispiace che non abbiano fede", e non disse di più.

Continuai a pregare e sentii più nulla; ma dopo pochi momenti un'onda interna m'invade l'anima di soavissimo gaudio, perché ero mesto nel vedere sì poca fede.

Era la Vergine Santa, Nostra Signora.

Mi chiama col nome di Fra Leopoldo e con un tono risoluto disse: "Voglio che l'opera vada avanti, voglio che vada avanti, voglio che vada avanti".

Lo disse tre volte.17

Questa opera di carità arti e mestieri è appoggiata unicamente nella bontà, nella fede e nella carità di Gesù Cristo, voluta da Lui, per la sua grande misericordia, per la salvezza del mondo.

Certo non si fanno queste cose in quattro giorni: ci vogliono anni e anni, ma valicheranno tutto l'universo.

Fede! Fede!

Ciò che raccomando più che mai ( a ) quelli del Comitato ( della Casa di Carità ).

Se mai qualcuno gli venisse in mente di mettere in dubbio o di fare indietreggiare qualcuno, è meglio che esca lui stesso.

Per amor del Cielo si ricordino ( che ) con Dio non si scherza.

Si ricordano del Venerabile ( ora santo ) Don Bosco?

Quante umiliazioni, quante spine, quanti insulti, quante derisioni, quante sofferenze, vero martirio.

Non sappiamo quale sia stato il quesito o la domanda di cui alla lettera consegnata a fra Leopoldo, perché domandasse consiglio al Signore.

Ma dalle risposte sopra riportate di Gesù e di Maria, non specifiche ad un caso concreto – almeno così mi pare – bensì di carattere basilare quanto all'impostazione dell'Opera, che deve restare fondata sulla fede, e quanto alla perseveranza nel procedere, riteniamo si sia trattato di incertezze o di dubbi sulla validità del cammino intrapreso.

In ogni caso è consolante l'attenzione ribadita dal Signore per l'incipiente scuola professionale, e l'invito a non distogliersi dalla fiducia nel suo esito favorevole, efficacemente e pateticamente espresso nel rincrescimento e nel dispiacere per la mancanza di fede.

La Madonna si unisce a tali sentimenti con una calorosa esortazione ad "andare avanti".

Effettivamente abbiamo tutti gli elementi perché la nostra missione formativa sia efficace e proficua, purchè ne siamo fedeli allo spirito e al carisma.

Tanto più che ora, a novant'anni dal primo "detto" rivelativo, possiamo constatarne gli sviluppi, anche oltre oceano, in conformità alle parole con cui fra Leopoldo conclude questo brano, circa gli anni e il travalicamento.

Indice

15 Cfr. "Nella intimità del Crocifisso". 3ª ediz., 1984, pag. 16
16 Il passo così continua: Così pure a tempo antecedente abbiamo fatto per la pia Unione del SS.mo Crocifisso sempre abbiamo ricorso alla bontà di Dio.
Per tutto l'oro del mondo nessuno mistifichi i detti del Signore, per tutto l'oro del mondo!
Non guardino il mio poco sapere, ma in santo accordo studino bene i detti del Signore e procurino di consolare Gesù ( con l' ) aiutarlo nella sua opera se vogliamo essere soccorsi noi, in punto di nostra morte.
Il nostro interesse sia tutto per il santo Paradiso. Il seguito sopra nel testo
17 Il testo continua con delle considerazioni sullo spirito di fede, che riportiamo in nota, perché molto preziose.
Tanto per accontentare quelli che sono di poca fede.
Quando il povero Gioachino familiare del conte Gloria, uomo cristianissimo, che, ammalato all'ospedale Maggiore di S. Giovanni, fu tagliuzzato e perfino di un bel pezzo di budella, e moribondo venne dai medici spedito, la cristianissima sua moglie mi disse piangendo: preghi per il mio marito, io non lo veggo più, e nelle mie povere preci pregai la nostra cara mamma SS.ma.
Ella disse: "Non pianga, suo marito verrà a casa".
In tre mesi, profusi i loro risparmi fu costretto ricoverarsi al Cottolengo.
Sarebbe morto da un momento all'altro.
Sua moglie mi disse: "La preghi ancora Nostra Signora, se è in Paradiso che lo vuole".
Così feci; pregai e la vergine SS.ma rispose: "Mamma non cambia".
Dopo un mese fu ristabilito sano e salvo e gode attualmente salute.
Sono riportate altre testimonianze, con l'osservazione che le iniziative non appoggiato nelle grandi opere di Dio, ma a quelle dell'uomo, e per questo rimangono al loro posto.
Quelle appoggiate da Gesù SS.mo valicano tutto il mondo.
Lo scritto prosegue con diretto riferimento alla Casa di Carità, come riportato nel testo