Annotazioni sulla Casa di Carità

Indice

Parte quarta - I primi corsi

64. Assistenza e beneplacito del Signore sui collaboratori

Oggi 4 Ottobre 1920 – S. Francesco – Sono le ore 6 ¾ -

Si dava la S. Benedizione e là vicinissimo il SS.mo Gesù nell'Ostensorio.

Pregai Gesù affinchè voglia significarmi secondo il carissimo Sig. Ingegnere Cav. Dematteis Filippo e il carissimo Fr. Isidoro direttore delle Scuole Cristiane.

Gesù SS.mo disse: "È da me mandato."

La sera ore 7 ¾ al santuario nella recita del S. Rosario di nuovo Gesù disse: "Se vuol venire prenderlo pure il detto Monsignore Marenco".

Altri tratti delicatissimi della continua assistenza di Gesù per la strutturazione dei corsi, il loro avvio e l'organico dei collaboratori.

Potrebbe darsi che la precisazione del Signore sulla persona da Lui mandata si riferisca a fr. Isidoro, per la richiesta da questi avanzata il 24 Settembre.

Per l'ing. Dematteis le dichiarazioni di beneplacito sono molteplici, come risulta dai vari "detti" che lo riguardano.

Circa mons. Marenco, si tratta del cappellano, il primo dei numerosi sacerdoti che hanno prestato l'assistenza religiosa alla Casa di Carità nel corso degli anni, ed è consolante che anche questa basilare funzione di servizio spirituale abbia avuto una particolare menzione da Gesù.

65. Una visione - Collaborazione dei Vescovi

( 24° detto dell'elenco per la parte che riguarda l'interessamento dei Vescovi )

Tra la notte del Sabato 9 al giorno 10 ottobre 1920.

Ebbi una visione in sonno, meravigliosa e seria nel tempo medesimo: è la quarta visione che ebbi in 70 anni.

Finora tutte si sono avverate, come spero anche quest'ultima, tanto più che c'è il detto del SS.mo Crocifisso, nostro Signore: Ecco: Nel cielo altissimo vidi Gesù appassionato che portava nobilmente e faticosamente la Croce.

Attorno v'erano molti manigoldi che martoriavano il buon Gesù, che col suo bel volto divino mi guardò ben due volte e mi disse: "Passerà anche questa!".

Il cielo era semi-sereno come dopo un temporale, mentre il sole di quando in quando mandava raggi che indoravano la sacra tunica del Redentore Divino.

Nell'insieme, pur nella mestizia, si presentava come scena di paradiso.

Attorno al cielo seguivano Gesù una miriade di Vescovi e qualche Papa.

Nella mia ignoranza credevo che fosse il segno della persecuzione della Chiesa, ma il buon Gesù, per togliermi dallo sbaglio, la sera del giorno 11 ottobre, mentre facevo la santa Adorazione al SS. Crocifisso in cella, mi disse: "La passione nella quale ti mi vedesti, indica gli strazi che il mio popolo va continuamente facendomi.

I Vescovi poi che hai veduto sono tutti quelli che devono impegnarsi a far erigere nelle loro diocesi Scuole di Arti e Mestieri modellate su quelle di Torino, per la riforma del mondo, cominciando dalla gioventù educandola cristianamente".

Spero nel SS.mo nostro Signore Gesù Crocifisso, che il suo Vicario il Papa venga a conoscenza della grande opera di Dio e dica una parola.

Che dire con riguardo a una visione come quella descritta, e alle parole esplicative di Gesù?

Non ci resta che ribadire quanto a più riprese affermato, che la Provvidenza ci ha resi partecipi della sua magnificenza, della sua misericordia, dei prodigi con cui gratifica l'umanità redenta dal Sangue preziosissimo di Gesù, prodigi di cui la Casa di Carità Arti e Mestieri è un'espressione eclatante.

Non manchiamo però di porre particolare attenzione alle prime parole della spiegazione di Gesù, in cui rammenta gli "strazi" – è un termine forte! – che il suo popolo, cioè anche noi, va continuamente facendogli.

La Casa di Carità risponde anche a questa esigenza di riparazione delle offese a Dio, nello spirito che scaturisce dall'Adorazione alle Piaghe di Gesù, che possiamo considerare come la Magna Carta del messaggio di fra Leopoldo e fr. Teodoreto, e quindi anche della scuiola professionale.

Circa la collaborazione dei Vescovi è benemerenza ormai acquisita, grazie a Dio, per tutti i nostri Centri di formazione.

Ma nelle parole di Gesù emerge un disegno molto ampio, i cui termini ancora non ci sono noti.

66. Deliberazioni autonome

Viva Gesù ( e ) Maria.

Lunedì 11 Ottobre 1920.

Per aver da Gesù Sacramentato risposta al carissimo ingegnere Cav. Filippo Dematteis riguardo la deliberazione da prendere della Casa di Carità Arti e Mestieri.

Nel santo rosario Gesù non disse nulla.

Allora mi rivolgo alla Vergine SS.ma nel suo Santuario e quando sono alla seconda posta ( dei ) misteri gloriosi dissi alla Gran Madre di Dio sotto il titolo di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù: "Orsù, o Vergine Madre del mio Salvatore, tu che hai voluto essere la direttrice e protettrice della grande opera con nostra grande allegrezza, dimmi come ( devono ) deliberare.

Ecco la nostra Signora viene in nostra guida e aiuto dicendo: "Se dico niente ( è ) segno ( che ) la deliberazione l'avete già presa secondo il detto ingegner Dematteis".

Altro testo rivelativo dell'alone spirituale che accompagna gli inizi dell'Opera e della intimità interiore che la Madonna concede a fra Leopoldo.

Quanto al merito della domanda, non conoscendo i termini della deliberazione, possiamo solo fare delle ipotesi, tutte però dense di significato.

Ci sembra in primo luogo di poter ravvisare un riferimento all'autonoma responsabilità degli amministratori nella gestione della scuola ormai prossima all'apertura, pur a fronte dei consigli, degli avvertimenti e delle esortazioni che abbondano negli scritti riportati.

Va notato che già in altre circostanze abbiamo constatato il benevolo rinvio del Signore e della sua Madre a decisioni già impostate, e altre avremo occasione di esaminare, talora anche non conformi alla volontà divina.

Peraltro, dalle parole della Vergine Maria, potrebbe risultare che nel caso in esame, essendo già stata presa la decisione, la richiesta avrebbe avuto più il significato di comunicazione per ottenere una ratifica, da cui il motivo del silenzio.

Sembra comunque di dover escludere che la decisione fosse scorretta o inadeguata, in mancanza di diverso avviso nella risposta di Maria.

In ogni caso, dobbiamo considerare anche questo testo come un richiamo a regolare la responsabilità delle nostre decisioni con profondo spirito d'intelligenza, per un' attenta conformità al carisma dell'Opera, in adempimento della volontà di Dio, per quanto da noi possa dipendere.

67. Collaboratori laici

( 25° detto dell'elenco per la parte che riguarda la collaborazione dei secolari ) 11 Ottobre 1920 martedì sera, ore 5.

Nel nome di Gesù santissimo, Gesù Cristo Redentore.

Oggi è venuto in S. Tommaso il carissimo e nobilissimo Signor Conte Alessandro Arborio Mella che ripone ogni fiducia in Dio solo che guidi i suoi passi.

Il signor Conte m'ha dato una supplica da metere vicino alla porticina del SS. Sacramento nel Santuario, affinchè la bontà di Dio voglia dirmi se è conveniente mettere il suo figlio Luigi nella Casa Santa di Dio da Gesù voluta per la salvezza del mondo, Casa di Carità Arti e Mestieri.

Nel santo Rosario, misteri gloriosi, mi dispongo a ritirare la supplica.

In quel momento solenne Gesù disse: "Non solo mettere il suo figlio, anzi questo sarà il primo fiore nobile, angelico che la grande bontà del Signore vuole piantare, unendo nobili e borghesi", dicendo queste precise parole: "Voglio che ci siano altri nobili ancora, perché questi carissimi giovani voglio trarli tutti a Me!": precise parole di Gesù Sacramentato.

I detti presi la sera, ore 7,30, nel Santuario.

Unita con la scienza, la santa nostra Religione s'impara là con ineffabile gioia, assieme alla virtù dei Santi!

In questo detto è non solo dichiarata legittima, ma è voluta la partecipazione e il coinvolgimento del laicato nella missione formativa della Casa di Carità.

É lo stesso orientamento inerente all'Unione Catechisti, cioè la secolarità consacrata per la conversione del mondo dal suo interno, che sarà statuita nel 1947 da Pio XII° con la Provida Mater Ecclesia sugli istituti secolari.

Sentiamoci dunque veramente attratti da Gesù Crocifisso, in conformità all'immagine dell'Adorazione, l'altra fondamentale visione avuta da fra Leopoldo.

E come non sentirci commossi, anzi lusingati dalla tenera espressione di "fiore nobile, angelico" usata dal Signore con riguardo ai collaboratori della sua Opera?

Notisi altresì l'universalità dell'amore di Dio, che abbraccia e vuole unire persone di ogni ceto e condizione e che, con riguardo specifico alla Casa di Carità, coinvolge nel piano di salvezza gli stessi operatori non meno dei giovani allievi.

E che dire dell'acutissima osservazione, pur nella semplicità e sinteticità dell'espressione, circa la perfetta compatibilità dell'insegnamento religioso con quello tecnico, o, per dirla in termini attuali, della conciliabilità tra fede e ragione?

Va pure sottolineata la denominazione qui data da fra Leopoldo alla Casa di Carità, come "Casa Santa di Dio": la bontà di Dio non misura l'abbondanza delle sua gratificazioni.

E noi siamo gli abitanti di questa Casa Santa!

68. Risposta al Conte Mella

11 ottobre 1920.

Al carissimo e piissimo nobile sig. Conte.

Mi diede la supplica per metterla vicino la porticina del SS.mo Sacramento affinchè la grande bontà di Dio volesse dirmi se è cosa conveniente mettere suo figlio nella Casa di Carità Arti e Mestieri.

Finito il Rosario mi dispongo ( a ) ritirare la supplica dall'altare, mentre Gesù mi disse:"Non solo mettere il suo figlio, ma voglio che sia il primo fiore di molti altri nobili, perché questi cari giovani voglio trarli tutti a me".

Si vede proprio che il Signore gradisce immensamente la scuola di religione ove con una educazione e istruzione sana si imparano le virtù dei Santi.

Il suddetto scritto, probabilmente la lettera di risposta di fra Leopoldo al conte Mella, ricalca pressochè alla lettera alcune delle espressioni già sopra riportate nel testo tratto dal Diario.

Ma la riportiamo, non considerandola una ripetizione, perché fa risultare, in primo luogo, la diligenza con cui il nostro frate annotava e poi riportava i Detti del Signore, e poi perché è ribadita, con qualche diversa sfumatura di linguaggio, l'importanza della partecipazione dei laici tra i collaboratori, e dell'apprendimento delle "virtù dei Santi", oltre alla tecnica e alla religione.

69. Grazie divine ai collaboratori

13 ottobre 1920.

Messo la lettera presso il SS.mo Sacramento e dopo breve preghiera Gesù disse:"Colla mia benedizione saranno compensati in cielo tutti quelli che si interessano per la Casa di Carità Arti e Mestieri".

F.L.M. ( fra Leopoldo Maria )

Se questa ribadita promessa di grazie e di ricompensa provenisse dagli uomini, potremmo concludere con tutta tranquillità di disporre di buone garanzie per un esito felice delle nostre iniziative.

Ma poiché il promittente è Dio, la tranquillità e l'ottimismo sono ancora troppo poco: anzi, potrebbero essere un'arma a doppio taglio se fossimo indotti a fidarci di noi stessi, sulla base della protezione divina.

La forza della promessa va riposta nello spirito di fede nelle parole di Gesù, in una ferma speranza sulla dimensione divina della sua protezione ( che può anche non esimere da prove e difficoltà ), e in un'ardente carità, intesa ad operare per l'autentica missione dell'Opera, in attuazione del suo carisma.

70. Progetti per iniziative promozionali

15 ottobre 1920 ( ore 1.30 pomeridiane ( nel ) Santuario )

"Di' al Conte Alessandro che si risvegli in me, tuo Gesù, a cose grandi.

Ho scelto il Conte, perché lui è portato per questo lavoro di formare il Comitato, scegliere ( le persone ).

Avrà la mia benedizione.

" Secondo la mia interpretazione è di formare, come si era già detto, un comitato di Signore che risvegliano nel popolo il volere di Dio: cioè che venga a conoscenza della via del Signore da tenersi.

Iddio lo vuole, ore 1,30 pomeridiane.

Santuario – 18 Ottobre 1920. F.O.M.

Anche da questo brano, sempre toccante e consolatorio, emerge quanto abbiamo già rilevato sulla intraprendenza che devono assumere gli amministratori, pur in presenza degli aiuti divini, anzi con tanta e maggiore solerzia ed inventiva nell'elaborare ed attuare elementi di crescita e di sviluppo, in tutti i settori, da quello spirituale e formativo alla sistemazione amministrativa ed economica, appunto in considerazione dell'alto affidamento che proviene dal Cielo.

Con il "Comitato di Signore" è fatto probabilmente allusione a quello che diventerà il "Comitato delle Patronesse della Casa di Carità", benemerito sodalizio che per anni ha contribuito anche finanziariamente al sostegno dell'Opera.

71. I "detti" confermati dalle opere

( 26° detto dell'elenco ) 16 Ottobre 1920, Santa Adorazione.

Adorando io il mio Gesù Crocifisso, questo disse: "Quelli che non credono ai miei detti, crederanno alle mie opere!" detti di Gesù Crocifisso.

Sono ribadite le ammonizioni già sopra previste ( specificamente ai n.ri § 17 e § 40 ), e soprattutto la amorevole protezione di Gesù sull'Opera.

Qui intendiamo ancora rilevare come l'insistenza del Signore sulla veridicità dei detti, che hanno riprova con lo sviluppo della Casa di Carità, costituisca un'ulteriore conferma della sincerità di fra Leopoldo, che in tutta la vicenda agisce veramente da portavoce, da "commissioniere".

72. Fecondità delle offerte e vigilanza contro le deviazioni

( 27° detto dell'elenco ) 27 ottobre, mercoledì sera.

Adorazione al SS.mo Sacramento.

Esposto il foglietto del Prof. Fr. Teodoreto sull'altare, vicino alla porticina del SS.mo Sacramento, mi dispongo a recitare il Santo Rosario; appena finito di recitarlo, Gesù prese a dire: "Le persone che aspirano alla vita celeste, offrano volenterose; e non sappia la mano sinistra ciò che fa la destra; e gli offerenti pensino pure che le loro offerte vanno in buone mani e sono spese in opere che sono fior di carità secondo il cuore di Dio!"

( 28 detto dell'elenco ) Il Fratello Isidoro di Maria, direttore del Collegio Santa Pelagia mi prega di far domanda se devono far congressi con giovani di altre sezioni, circoli, ecc. ecc.

Gesù disse: "Se sono educati come i loro giovani, facciano pure i congressi".

"Non vorrei che la Casa di Carità Arti e Mestieri venisse ostacolata per opera d'uomo!"

Ancora una consolante e benevola esortazione del Signore ad essere munifici verso la sua Opera, con l'assicurazione che le offerte sono destinate ad un ottimo fine e producono frutti di carità.

Fr. Teodoreto nel suo libro su fra Leopoldo applica queste esortazioni anche con riguardo ai benefattori dell'Istituto Arti e Mestieri, di C.so Trapani 25, eretto in applicazione e sviluppo dell'Opera, dato che i locali della scuola professionale di via delle Rosine erano ormai incapienti per l'incremento di allievi.

Peraltro nella denominazione di tale istituto non venne inserita la dicitura iniziale "Casa di Carità", come diremo in seguito.23

Per quanto ci riguarda, procuriamo che il nostro impegno nella Casa di Carità renda sempre effettiva la proficuità delle offerte, e sia tuttora attuale l'assicurazione che esse "vanno in buone mani", per la formazione professionale e cristiana dei giovani e dei lavoratori.

Circa la partecipazione degli allievi della Casa di Carità, viene rilevata l'opportunità di incontri e di condivisioni con altri istituti e associazioni cattoliche, purchè la finalità sia sempre quella della reciproca edificazione.

Degno di particolare attenzione è poi il monito finale del Signore, che la Casa di Carità non venga ostacolata per opera d'uomo.

E per quanto ci concerne possiamo far insorgere degli ostacoli ogni qualvolta ci scostiamo dal carisma e dalle finalità che le sono proprie, per far prevalere il nostro proprio punto di vista, per opporci indebitamente alle legittime deliberazioni, per mancanza di carità fraterna, per superficialità di valutazioni e giudizio, per un'insufficiente, seppur ragionevole, abbandono alla Provvidenza, per scarsità di previdenza, e simili atteggiamenti e, in particolare, Dio non voglia, per interessi personali.

Come vedremo, la Casa di Carità anche ai suoi inizi ha trovato ostacoli interni, superati per l'aiuto che Gesù e Maria non hanno mai tralasciato di date, ma sappiamo che è caratteristica delle opere divine essere contraddette.

73. Affidamento a Gesù della documentazione concernente la scuola

Giovedì 4 Novembre 1920 sera –

La benedizione del SS.mo Sacramento e di nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù sopra le scuole di Carità Arti e Mestieri.

Sono le ore 3 pomeridiane; il carissimo e piissimo Signor Ing. Cav. Filippo Dematteis mi portò i documenti ( e ) gli scritti che riguardano il santo andamento della scuola di Carità Arti e Mestieri da metterli sull'altare nel Santuario di Nostra Signora del sacro Cuore di Gesù, per sapere se sono fatti di gradimento al signore Gesù SS.mo Sacramentato.

Nel mio semplice e ben poco sapere li guardai e vidi cose meravigliose.

Da ciò si vede e risulta che la grande bontà e carità di Dio vuole tutto il bene completo dell'andamento delle Scuole Arti e Mestieri.

Tanto è che la bontà di Dio sommo, disse: "Sono ben contento e continui.", e l'ha ripetuto due volte.

Oh la bellezza delle opere di Dio.

Come soavemente si distinguono a confronto a quelle del mondo moderno.

Ah! Quanta pace porterà a suo tempo il Signore per mezzo dei cari e virtuosi giovani studenti: Cantate, glorificate Iddio, o giovani e ( portate ) venerazione ai vostri saggi maestri, che con tanta bontà e pazienza hanno cercato coll'aiuto di Dio e la buona volontà d'infondere nel vostro giovane intelletto ( i pensieri ) per diventare uomini dabbene, saggi, buoni secondo il cuore di Dio, da formare nuova e santa generazione da Dio voluta, e nell'apprendere lezioni di Religione vi porterà nel vostro bel cuore la letizia, il gaudio e gioia dello spirito.

Siate studiosi e fate progresso nella virtù, fondato sull'amor di Dio e anche del prossimo.

Giovedì 4 Novembre 1920 – S. Carlo – Sono le ore 7,40, sera, nel santuario.

Là al termine delle mie povere preci invocai da Gesù Sacramentato la santa sua benedizione.

Molto si è compiaciuto.

Invocai pure nostra Signora del sacro Cuore di Gesù Patrona e Direttrice dell'Opera.

Scenda la benedizione del Signore sopra il pio comitato che tanto interessamento si prende per il bene dei popoli; per tutti i benefattori e benefattrici, tutti i giovani studenti e tutti quelli che si prendono cura delle scuole.

Siano tutti benedetti per sempre da Gesù Sacramentato e con Lui la divina sua madre Maria SS.ma – Fra Leopoldo O.M.

( 29° detto dell'elenco ) ( il suddetto brano viene così esposto: ) Giovedì sera 4 Ottobre 1920.24

Gesù stende la sua divina benedizione sopra le Scuole di Carità; e con Lui la sua divina Madre, sotto il titolo di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù nel suo Santuario Gesù approva i documenti della Casa di Carità Arti e Mestieri messi vicino alla porticina del SS.mo Signore Crocifisso, per volere del pio Sig. Ingegnere Dematteis Filippo, professore della casa di carità Arti e Mestieri.

Questo stupendo brano, anche se riporta espressioni e divini beneplaciti consueti, ancora suscita commozione e gratitudine.

Anzi è proprio la ripetizione della compiacenza e della benedizione di Dio che desta nei nostri cuori un sempre nuovo stupore, un rinnovato impegno e una profonda riconoscenza.

Da segnalare in particolare, oltre il compiacimento e l'esortazione divina, la toccante perorazione di fra Leopoldo verso i futuri allievi, che è bene tenere presente e farla conoscere.

E come abbiamo già rilevato in precedenza, è commovente e contrassegnato da intimità il gesto di porre i documenti sull'altare accanto al tabernacolo!

Ed è proprio come segno di abbondanza di amore, che Gesù Eucaristia dimostra di gradirlo.

Alla luce di questa intimità di spirito acquistano valore anche i gesti materiali di fra Leopoldo, non dimenticando che la presenza sacramentale di Gesù nell'Eucarestia ha anche una dimensione terrena, per cui temporale e spaziale, oltre quella preminente del mistero e della divinità.

Si noti come in questa invocazione di fra Leopoldo la Madonna sia dichiarata Direttrice, oltre che patrona, della Casa di Carità.

Dobbiamo essere coscienti e riconoscenti di questo radicamento nell'Opera della Vergine Immacolata

74. Primi disegni di sviluppo

Al carissimo Sig. Ing. Cav. Filippo Dematteis.

"Il bene che voglio all'Ing. Dematteis è immenso, diglielo che sono proprio contento Leopoldo, disse Gesù, è anche umile.

Il desiderio dell'ing. Filippo Dematteis di formare i figli aprendo nei dintorni di Torino delle case per meglio tirare i giovani, a Gesù và di molto gradimento.

Sera, nella S. Adorazione del SS.mo Crocifisso, il giorno 10 novembre 1920.

Già abbiamo avuto modo di prendere nota sulle promesse del Signore sugli sviluppi che avrebbe avuto la Casa di Carità.

Nel testo suddetto Gesù ci gratifica del suo compiacimento perché già si pensi a nuovi Centri che facilitino l'accesso dei giovani, sempre allo scopo di perseguire la formazione professionale e cristiana.

A noi è affidato il mandato di conservare la purezza dell'ispirazione dell'Opera, ora che le sedi si sono moltiplicate.

Indice

23 Cfr. fr. Teodoreto, "Nella intimità del Crocifisso", Unione Catechisti, pagg. 248 e segg.
24 Probabilmente fra Leopoldo, nello stilare l'elenco abbreviato, non ha ricordato bene il mese, poiché lo stesso argomento nel Diario compare nel mese di novembre