Annotazioni sulla Casa di Carità

Indice

98. Protezione di Gesù sull'Opera

( 34° detto dell'elenco ) 8 Marzo 1921, ore 10 sera.

Essendo io mesto per intrighi e per desiderio di primeggiare di persone di poca fede che fanno parte del Comitato, nella santa Adorazione al SSmo Crocifisso, Gesù prese a dire: "Cosa temi? tu sei nelle mie mani e nelle mie mani sono le scuole!".

Purtroppo apprendiamo dall'annotazione di fra Leopoldo che nel Comitato direttivo i dissensi non riguardavano solo le questioni di principio, pur delicate, come quella del nome, ma erano anche cagionati da imbrogli e personalismi, e tutto ciò genera mestizia nel nostro Frate.

Ma ecco il rassicurante intervento di Gesù, inteso a bandire ogni timore e perplessità, con un'ulteriore dichiarazione di protezione da parte sua.

Denso di alto significato risulta poi, nelle consolanti parole di Gesù, l'accomunamento di fra Leopoldo con la Casa di Carità, come si trattasse di un'unica entità.

99. La Casa di Carità cosa divina

( 35° detto dell'elenco ) 10 Marzo, ore 6 mattina

nella S. Adorazione a Gesù Crocifisso.

Detti di Gesù: "Difendimi, Leopoldo, di' loro così: che Io non voglio una cosa umana.

Voglio una cosa divina.

Voglio nella Casa di Carità un andamento secondo il mio Cuore!"

Figlio: Oh, mio SS.mo Signore, mi dicono che io sono il fondatore della Pia Unione del SS.mo Crocifisso e della Casa di Carità Arti e Mestieri!

Niente Gesù, io sono!

Di tutto questo, mio Dio, Gesù Crocifisso, sei Tu ( l'autore ), mio Redentore, dolcissimo che sempre ci ami e ci amasti, unico nostro bene e nostro amato tesoro!

Tu, o Signore, in ogni tempo cerchi sempre di farci il bene, di condurci amorevolmente sino a te!

Oh, mio SS.mo Amore, l'occhio tuo divino vigila di continuo sul bene nostro, sia per raddrizzarci dalle nostre cadute sia per impedirci di cadere.

Oh, quanta carità nel tuo amabilissimo Cuore!

Noi ti ringraziamo, mio Gesù, noi ti vogliamo in ogni tempo, perché sotto il tuo sguardo benigno, misericordioso, andiamo sicuri, o mio Dio: il Tuo Nome SSmo risplenda sempre di viva luce e per sempre!

Tu solo, mio adorato Gesù, sei il nostro Fondatore e il nostro Benefattore!

Per la tua infinita bontà hai preso me come strumento nelle tue divine mani, e mi hai preso come tuo Segretario e come portavoce, come Tu, mio Dio, mi chiami e tuo commissioniere.

Oh mio Gesù, io sono povero di tutto e non sono neanche degno di nominarti, o santità di Dio!

O Gesù, il bel nome di "carità" così bello e santo, imposto da Te, o Signore, in questi momenti lo combattono, gli fanno contro pochi del Comitato; questi tali, mio signore, perdona!

Sono in mezzo al mondo e vogliono disconoscere l'opera tua divina, non ti sentono, mio Gesù, non ti conoscono perché lontani dal tuo divino amore e dalla preghiera!

Tu solo, mio SS.mo Gesù Crocifisso, Tu solo sei il Fondatore, come dissi sopra, e il tuo adorato Nome vada in benedizione da tutti e per tutti i secoli dei secoli, a grande Tua gloria e per la salvezza del mondo intero!

Quale detto più efficace nell'esprimere il traboccante amore di Gesù per la sua Opera?

Quel "difendimi" attesta un'immedesimazione del Signore con la Casa di Carità, che è chiamata "divina", e il cui andamento deve modellarsi al suo Cuore.

Se sapessimo anche noi immedesimarci in essa, nell'assimilazione dei detti che la riguardano e nel portare il nostro umile ma appassionato contributo alla realizzazione di un progetto che sia il suo autentico, ci sentiremmo coinvolti in un itinerario mistico, che conduce all'incontro con Gesù.

E che dire della preghiera che segue al detto, tutta traboccante di amore a Gesù, di sottomissione alla sua volontà, di ringraziamento per la sua Opera, di discreta ma chiara deplorazione per la mancata accettazione del nome "carità" da parte di alcuni, del rinnovato encomio per tale nome, e in special modo per l'umiltà del nostro frate che, lungi dal considerarsi fondatore, si denomina "commissioniere"!

100. Liberazione dal male

( 36° detto dell'elenco ) 13 Marzo ore 10 sera nella SS.ma Adorazione.

Detti del SS.mo nostro Signore Gesù Crocifisso:"A scorno della malvagità degli uomini saranno sfasciate le loro malvage imprese".

Sappiamo che questo detto si riferisce alla Casa di Carità, anche se in esso non è menzionata, perché fra Leopoldo l'ha inserito dell'elenco dei detti che la riguardano, e con questo l'elenco si conclude, per cui riteniamo che, ad avviso del suo estensore, esso racchiuda l'essenziale per la conoscenza della natura e delle finalità dell'Opera.

In effetti, come si può constatare dai brani che seguono, vi sono state altre gravi e delicate vicende nel primo assestamento delle scuole: ma anche questi aspetti, ancorchè in sintesi, emergono dall'elenco, come la forte espressone di quest'ultimo detto: "a scorno della malvagità degli uomini".

É di nuovo assicurata la protezione divina nelle prove che l'Opera incontrerà, anche se dure e spietate, come si deduce dalle parole che l'"amabilissimo Signore" impiega.

Ma le opere di Dio, come abbiamo già osservato, hanno il privilegio di essere contraddette, a imitazione del Maestro che è il Crocifisso.

Ma è il Crocifisso Risorto, traboccante d'amore dalle sue Piaghe sanguinanti e gloriose.

101. Rassicurazioni di Maria Santissima

18 Marzo – Vigilia di S.Giuseppe.

"Leopoldo fa coraggio, le cose si aggiusteranno secondo il cuore del mio figlio e mio, che anch'io sono la direttrice e protettrice dell'opera di Carità".

Notisi il tono materno della Madonna: "fa coraggio, le cose si aggiusteranno".

Ella si dichiara nuovamente direttrice e protettrice della Casa di Carità, e ci assicura che l'andamento sarà secondo i cuori di Gesù e suo, nonostante l'opposizione da parte del Comitato alla denominazione originaria.

102. Origine divina della Casa di Carità

( Da una lettera alla sig.ra Maria Teresa Pulciano, senza data, ma del marzo 1921 ).

Sua eminenza il Cardinale fu oltremodo contento dei risultati della pia unione del SS.mo ( Crocifisso ).

Sua Eminenza pare scriva a Roma riguardo la pia unione e verrà ciò che Gesù mi ha già fatto scrivere nel 190926 e quando verrà lunedì gli narrerò cose meravigliose che si fanno dai superiori ecclesiastici che Gesù tutto ha già disposto in loro insaputa, e come è venuta la pia unione del SS.mo Crocifisso è venuta anche la casa di carità che tanto la combatterono, cioè è venuto tutto da Dio.

Della sig.ra Pulciano abbiamo già dato qualche sommaria notizia al § 86.

In questo stralcio di lettera viene ribadito come tanto l'Unione Catechisti, come la Casa di Carità siano opere di Dio.

Inoltre, nella sua franchezza, fra Leopoldo dichiara apertamente, anche se con rammarico, come le remore e le riserve di alcuni consiglieri verso caratteristiche fondamentali di quest'ultima Opera siano in definitiva un farle guerra.

È un severo monito per restare fedeli al carisma genuino ed originario.

103. Opposizione al nome "carità"

Dolore di fra Leopoldo

( Da un biglietto del 29 marzo )

Una parte del Comitato si è opposta al nome dato da nostro Signore SS.mo Gesù Crocifisso.

( Dal diario ) 29 marzo, martedì, la sera ore 6,30.

Il mio buon Padre Guardiano, Padre Vittorio Delaurenti da Feletto, mi chiamò a sé e mi disse: "Dica un po': vanno certuni sparlando di lei!

Avrei bisogno di sapere come sono queste cose: nel caso per poterla difendere.

È vero che Lei vuol dare il nome di "carità" arti e mestieri alle Scuole dirette dai Fratelli delle Scuole Cristiane?"

"Ma, Padre Guardiano, io non ho che eseguito il volere di Dio, Gesù Crocifisso!"

"Ma Lei poteva dirlo in modo da non dire che è nostro Signore!"

"Ma, Padre guardiano, se è così! È la volontà di Dio!"

Nei quaderni antecedenti, più volte Gesù disse che sarebbe in avvenire caduta su di me che io non sapevo, ora capisco che è giunto il tempo delle persecuzioni contro di me come un vero vespaio!

Pazienza verso di me: sono peccatore, mi merito molto di più di quello che vanno spargendo, ma ciò che più m'addolora è che non vogliono credere che è volere da Dio di dare il nome di "carità", e qualcuno uscì con termini poco rispettosi contro il SS.mo Nome di Dio, Gesù Crocifisso, mio amabilissimo amore e mio tutto!

Questi perdona sempre!

E chiamali a lavorare nella tua vigna!

( Nel biglietto sopra citato il brano è esposto più in breve; ne trascriviamo l'ultimo periodo per l'efficacia di alcune espressioni )

Nei quaderni Gesù manifesta che ciò che verrà cadrà tutto sulle mie spalle, cioè sopra di me.

Ora si è sciolto un vero vespaio, pazienza, sian pure contro di me, usino pure delle malvagità; sono peccatore; ma trattare Gesù, mio dolce Gesù con modi ben poco rispetto, ciò mi addolora molto.

È uno dei momenti più drammatici nelle vicende che hanno contrassegnato l'inizio dell'Opera, per l'opposizione al nome "carità", anzi, in definitiva all'istituzione stessa, dato che la denominazione la contraddistingue, e per la autentica persecuzione al suo ispiratore, fra Leopoldo, fedelissimo "commissioniere" – come egli stesso si definisce – di Gesù Crocifisso.

Ci sembra che il migliore commento all'accaduto sia riportare quanto ha scritto al riguardo il ven. fr. Teodoreto:27 « Uno dei consiglieri dimissionari si era recato dal P. Provinciale e dal P. Guardiano, superiori di Fra Leopoldo, per indurli a prendere provvedimenti contro il loro inferiore.

Al religioso fu allora fatto divieto di occuparsi della Scuola e di ricevere persone esterne.

Fra Leopoldo sopportò ogni cosa con pazienza, soffrendo la sua parte di martirio per amor di Dio.

Tra gli scritti di lui ho trovato il seguente: " 14 dicembre 1921, ore 5 e 3 quarti di mattino, nella santa Adorazione:

O mio Gesù, perché povero, perché non nobile, perché semplice tutti mi hanno abbandonato!

– Disse Gesù: "Fa' coraggio! Non siamo due amici?"

– Oh grazie Gesù! A te hanno fatto ben di peggio!"».

E sempre a titolo di commento, riportiamo la lettera inviata sull'argomento da fr. Candido, allora Assistente del Superiore Generale dei Fratelli delle Scuole Cristiane, a fr. Isidoro, anche perché tale lettera è riportata nel Diario di fra Leopoldo.

« 14 marzo 1921. Maison St.Joseph, Lembecq – les – Halles, Belgique.

Mio carissimo Fratel Direttore, « La questione del titolo da darsi alla scuola professionale è d'un'importanza capitale.

Ma appunto per quest'importanza si deve badare bene a non sbagliare.

In questo caso, però, mi pare che non vi debba essere titubanza, esitazione di sorta.

Al titolo è strettamente legato l'origine della grandiosa opera.

« Viene o non viene da Dio?

Chi è che l'ha ispirata? Non è Dio?

Chi ci pensava se Dio non manifestava il suo desiderio, anzi la sua volontà?

Si può in certo modo applicare a tale istituzione le parole del Vangelo: né per la volontà della carne né per la volontà dell'uomo.

Ma da Dio "essa è venuta".

Ammesso che è Dio che l'ha voluta, vi è da vedere se Dio ha indicato il nome da darsi all'opera.

Ora risulta che l'ha indicato in modo ben determinato ed esplicito.

Ma dunque chi siamo noi per opporci a Dio?

Faremmo l'opera sua a nostro modo?

Oseremo dal lezione a Dio?

Il difficile, talvolta, per l'uomo è conoscere la volontà di Dio, ma quando è nota non v' è più difficoltà che debba opporsi!

Forse Dio non ha mostrato di ottenere sovente degli effetti insperati con mezzi affatto inadatti al fine?

Come fondò la Chiesa?

Con dodici che, senza far torto a nessuno, sappiamo che cosa valevano?

Basta dire che al tempo della Passione tutti lo abbandonarono!

Uno rinnega, uno lo vende per 30 denari, uno non vuol credere alla sua risurrezione e con tutto questo, Gesù ha forse cambiato progetto?

Ha scelto altri uomini più adatti?

Una prova si ha anche nella Società del S.Smo Crocifisso: chi avrebbe pensato a tanto sviluppo?

Molto meglio che tante società di sport edi altri generi, dove mette il suo dito Dio, dove regna li Spirito di Dio, dove regna lo spirito sovrannaturale, nulla vi ha da temere e tutto vi è da sperare!

« Ciò ha forma la fortuna delle opere è lo spirito che vi regna, spirito di carità, di santa unione, di reciproca stima!

« La loro dev'essere un'opera assolutamente di Dio, solo a queste condizioni il nostro Istituto ha fatto il sacrificio di lasciar intraprendere un'opera di tale fatta in questi momenti in cui tanto difettiamo di personale!

Ma Dio lo vuole e noi abbiamo fatto il sacrificio.

Ora non si guasti l'opera di Dio con andar contro la sua santa volontà con un titolo che non sarebbe quello dettato da Dio.

Ecco quanto debbo dire in merito alla difficoltà che m'ha esposta sulla scelta del titolo, sia quello che vuole Dio, che ha voluto l'opera: a Lui solo tutto!

« Firmato: con affetto Dev.mo Fratel Candido ( Assistente del Superiore Generale dei Fratelli delle Scuole Cristiane ). »

104. Gratuità dei corsi e coinvolgimento degli allievi

28 Aprile 1921

Il Signor Direttore, Fratello Isidoro di Maria, mi fece domandare a Gesù se dobbiamo far pagare i giovani per le Scuole di Carità Arti e Mestieri.

Giovedì 28 aprile 1921, sera ore 10'30, facendo la Santa Adorazione, finito la preghiera della piaga della sacra mano destra, Gesù prese a dire: "Se stanno ai detti che ci sono, preparati, tutto andrà bene, ma se vogliono fare diversamente, si lamenterrano dopo!": detti del SS.mo Crocifisso.

"Tutto è compreso nelle Scuole di Carità Arti e Mestieri: quelli che vogliono dare, li prendano pure non a scopo di paga, ma di carità.

Sta tranquillo Leopoldo ne verrà di più l'aiuto così, che se li dovessi far pagare."

Detti di Gesù Crocifisso.

Il volere caritatevole di Dio!

Il Signore ci ha posti per stabilire l'opera sua, non per innalzare o abbassare l'uno o l'altro; ma trattare con pazienza, con dolcezza e carità!

Abbiamo già illustrato come la gratuità nell'accettazione degli allievi sia strettamente connessa alla Carità che anima l'Opera.

Qui emerge un aspetto parimenti importante per la formazione dei giovani, la possibilità di farli contribuire, in piena libertà, con erogazioni a titolo di carità: è anche questo un elemento di rilievo nel piano educativo, mirato al coinvolgimento dei corsisti e delle famiglie, nella solidarietà.

105. Ancora sulla gratuità

( Da un biglietto ) 6 Maggio 1921

– O Gesù, date la fede dei Santi al Comitato, per credere ai vostri detti: far pagare niente.

Disse Gesù: "Cosa c'è mancato finora?"

Viene ribadito il carattere gratuito della formazione professionale erogata dall'Opera.

È da notare lo zelo con cui fra Leopoldo recepisce i detti del Signore, e come la loro accettazione coinvolga la stessa nostra fede, che va modellata a quella dei Santi.

106. Conformità al volere di Dio nell'andamento della scuola

Viva Gesù e Maria SS.ma e il SS.mo Sacramento.

28 maggio 1921, sabato.

Venne il signor ing. Cav. Filippo Dematteis, mi consegnò lo scritto, proposte per le scuole, casa di carità arti e mestieri, per mettere lo scritto vicino la porticina del Santissimo Sacramento affinchè Gesù SS.mo mi dicesse qualche cosa per sua divina degnazione, contando poi di andare alla sera ora solita da Gesù SS.mo.

Alle ore 11 precise mi trovavo in cella e volli prepararmi incominciando con la preghiera ai piedi del S. Crocifisso che durò dalle 11 a mezzogiorno.

Gesù nella sua molta bontà non aspettò che io mi portassi al Santo altare e disse questo preciso detto: "per te sono vivo qui come nel SS.mo Tabernacolo, ma tu devi osservare il comando di portare lo scritto vicino la porticina del SS.mo Sacramento".

Gesù SS.mo Crocifisso disse: "Le proposte vanno bene, si lavori con libertà e buona volontà, c'è lavoro per tutti e premio per tutti secondo il merito".

Fedele nel portare lo scritto alla porticina del SS.mo Sacramento nel Santuario di Nostra Signora, il SS.mo Crocifisso aveva già predetto che la risposta era uguale e così fu.

In fede Fra Leopoldo Maria.

Abbiamo già esposto al § 41 alcune nostre umili considerazioni sulla dolce prassi di porre presso la porticina del tabernacolo i fogli con richieste per conoscere il volere di Gesù.

E qui ci commuove il delicatissimo atteggiamento del Signore, che esorta fra Leopoldo ad attenersi a questa delicata procedura, come a contrassegnare che il deporre gli scritti accanto al tabernacolo sia ribadita certezza della sua presenza sacramentale nell'Eucarestia.

Come non cogliere un segno palese della spiritualità francescana, così densa anche di tratti di intimità con Gesù, così come ci è testimoniato in tanti episodi di S. Francesco e di S. Chiara?

Le proposte probabilmente riguardavano il riordinamento e lo sviluppo delle scuole, dato che i primi corsi, come sappiamo, erano iniziati nel l'ottobre precedente.

107. Eccellenza del termine "Carità"

3 giugno 1921, venerdì, giorno sacro al Cuor divino di Gesù, sera, ore 8,30.

Viva Gesù e Maria SS.ma, Venerdì.

Una forza irresistibile mi chiamava in cella: era il SS.mo Gesù Crocifisso che doveva dirmi dei detti.

Subito andai in cella e mi prostrai alla croce per la santa Adorazione; Gesù non mi lasciò neanche incominciare la preghiera e subito disse: "Non voglio che tra loro, anime buone, religiosi e secolari avvengano degli sconcerti o si rechi scandalo a qualcuno!"

"Tu, Leopoldo, qui dentro non c'entri niente!"

detti del SSmo Crocifisso;

io nella mia semplicità, nella mia meschinità stavo assorto a fare il volere di Dio, quando ci comandava; e chi è la cagione di molti guai s'aggiusti col Signore Iddio e si ricordi del detto di Gesù Crocifisso, il giorno 27 ottobre 1920, che dice: "Non vorrei che la Casa di Carità Arti e Mestieri venisse ostacolata per opera dell'uomo".

Soggiunse Gesù: "Dirai al Fratello Teodoreto da parte di Me Gesù, padrone di tutti i santi e delle santificazioni, che se si sente di fare il sacrificio di tenersi come corpo morto questo sarebbe il compimento della sua santificazione!";

mi prostrai di nuovo per sentire i detti, se così piacesse al Signore, ma Gesù disse che "nulla aveva più a dirmi".

Oh, nome dolcissimo "carità", come risuona bene in bocca dell'umile persona, eppure in quest'opera di Casa di Carità, voluta da Dio, quanta guerra le fanno!

O uomini di poca fede!

Se noi sapessimo bene tutte le cose del mondo e non avessimo la carità, a che gioverebbe avanti al Signore Gesù Crocifisso?

Il quale ci deve giudicare secondo i nostri meriti?

Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles!

La buona coscienza aggiusta tutto, anzi ci somministra la confidenza e l'amore di Dio: oh, bella carità!

Sia con noi!

Questo passo compare anche su un biglietto, con qualche leggera modifica di forma, ma abbiamo riportato il testo del diario.

Le espressioni del brano ci inducono ad ulteriormente riflettere sul significato fondamentale che la Carità deve rivestire nell'Opera, e come tutto debba procedere da essa e a lei confluire, sia i rapporti tra le persone, segnatamente quelli con gli allievi, sia i contenuti e le modalità degli insegnamenti.

Anche le materie tecniche e scientifiche vanno animate dalla Carità, che è il nome di Dio, secondo quanto anche recentemente ribadito dal Papa nella già citata enciclica " Deus caritas est".

Degno di particolarissima attenzione è il passo relativo a fr. Teodoreto, che ribadisce quanto questi sia prediletto da Gesù, nel farlo oggetto di una singolissima e personale esortazione, che riteniamo riguardi tutta l'opera svolta dal Fratello, sia per la Casa di Carità che per l'Unione Catechisti e la diffusione dell'Adorazione.

E che il "compimento della sua santificazione" sia effettivamente avvenuto lo ha confermato la Chiesa nel dichiararlo venerabile.

Sappiamo che fr. Teodoreto meditò a lungo su tale esortazione, avvalendosi anche degli scritti di S. Giovanni della Croce, uno dei dottori della mistica, orientando la sua vita verso tale obiettivo.

Ringraziamo Iddio di averci gratificato con delle guide così esemplari, da cui trarre forza d'intercessione e modelli da imitare.

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26 Probabilmente fra Leopoldo si riferisce ai "detti" sull' "Ordine che verrà" del 7 gennaio e 13 novembre 1909
27 Op. cit. pag. 176