Crociata della sofferenza  

B245-A10

Anno XXIV - Lettera N. 98 - Ottobre 1987

« La Madre di Gesù sulla terra brilla come un segno di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio in marcia ». ( L.G. 59 )

Fratelli,

nell'ultima nostra riflessione ci siamo soffermati sulla figura di Maria « beata perché ha creduto nell'adempimento della parola del Signore » ( Lc 1,45 ).

Sulla fede di Maria abbiamo posto il nostro proposito di crescere nella fede non solo a parole, perché la fede deve essere vissuta e deve aiutarci a vivere.

« La fede deve essere fiaccola e guida di tutti i cristiani per condurli e dirigerli nella via della salvezza » ci esorta S. Giovanni Battista de La Salle ( R. 71 ).

Illuminati dalla fede, guardiamo a Maria come « nostra speranza ».

Così la salutiamo: « Salve Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra ».

Siamo convinti che, presentandoci a Cristo con Maria, saremo accolti meglio e saremo esauditi con più efficacia.

« Abbiamo in Maria la speranza di essere benedetti, di essere esauditi, di essere consolati, di essere stimolati a diventare più buoni; a liberarci dal peccato, a vedere crescere in noi l'efficacia della grazia e l'amore di Dio.

Affidiamo alla Vergine benedetta le necessità dello spirito e della vita, le tribolazioni, i desideri, le speranze » ( Card. A. Ballestrero ).

La nostra speranza diventa certezza sul Calvario.

È là, sulla croce, che Gesù ci affida a Maria e mette Maria nella nostra vita.

Gesù, vista la madre e presso di lei il discepolo che amava, disse alla madre « Donna, ecco tuo figlio! » Quindi disse al discepolo: « Ecco tua madre! »

E da quell'ora il discepolo la prese in casa sua ( Gv 19,25 ).

È sul Calvario che Gesù, dopo averci affidato a Maria, dice « Tutto è compiuto! » indicando in questo affidamento il compimento della sua opera di redenzione.

È là che Maria inizia la sua missione di madre dell'umanità e di madre della Chiesa.

È là che Giovanni, rappresenta tutti gli uomini, amati da Gesù.

Sono rappresentato io.

Anch'io sono un discepolo che Gesù ama, perché anche a me ha manifestato l'amore più grande: dare la vita per me.

Mi ha amato e ha dato se stesso per me.

Ai piedi della croce inizia il cammino di speranza non solo di Giovanni, ma di ogni discepolo, di ogni cristiano.

Il Redentore affida sua madre al discepolo e, nello stesso tempo, gliela dà come madre.

La maternità di Maria, che diventa eredità dell'uomo, è un dono: un dono che Cristo stesso fa personalmente ad ogni uomo.

Il Redentore affida Maria a Giovanni in quanto affida Giovanni a Maria, per questo lo stesso apostolo ed evangelista, dopo aver riportato le parole rivolte da Gesù sulla croce alla madre e a lui stesso aggiunge: « e da quel momento il discepolo la prese con sé ». ( R.M. 45 )

Quando San Paolo dice: « Egli ci ha strappato dal dominio delle tenebre e ci ha trasformati nel regno del suo amato Figlio » ( Col 1,14 ) ci porta a pensare ai momenti più oscuri della tenebra della umanità, su cui si apre, per bontà di Dio, lo spiraglio di una gran luce, una grande speranza.

Questo avvenne quando il primo uomo si allontanò da Dio col primo peccato: e fu subito tenebra lontano da Dio.

Ma Dio accende subito una luce di speranza: « lo porrò inimicizia tra tè e la donna: essa ti schiaccerà la testa e tu l'assalirai al tallone » ( Gen 3,15 ).

« Da quel momento l'umanità si trovò a sperare e ogni volta riposò inconsapevolmente il suo pensiero e il suo cuore in Maria.

Ma perché la promessa si compisse, l'umanità dovette attendere che la Donna dell'antico presagio diventasse, lei stessa speranza.

Quando Maria nacque, fu lei la speranza.

E quando l'angelo appare e le annuncia l'esaudimento delle grandi speranze, la Madonna, a prova che la sua speranza scaturiva dalla fede più perfetta, risponde: « Ecco l'ancella del Signore! Si faccia di me secondo la tua parola ».

Da questo momento la speranza della Madonna diventa la speranza del mondo » ( Card. A. Ballestrero ).

È questa la speranza che dobbiamo sempre avere nel cuore pur nelle tribolazioni, come l'ebbe Maria pur nelle molte sofferenze della vita.

Quando la tenebra si fa più oscura e il nostro cuore non vede più luce, invochiamo la Vergine Santa perché accenda ancora e sempre la luce della speranza, perché la luce del mondo, Gesù, illumini ancora il nostro cammino.

Diventeremo cosi anche noi luce del mondo per noi, per i nostri fratelli, per le anime consacrate per cui offriamo preghiere e sofferenze.

« Voi avete senza dubbio bisogno di luce in questa vita in cui, come in un mare in tempesta, la vostra salvezza è sempre in pericolo. Ricorrete a Maria.

Ella vi rischiarerà e vi aiuterà a conoscere la volontà di Dio su voi, perché partecipando alla luce di Gesù Cristo, suo Figlio, che è venuto nel mondo per rischiarare tutti gli uomini, anche se molti non l'hanno conosciuto, è diventata una luce vera che risplende nelle tenebre.

Pregatela dunque sovente di rischiarare il vostro spirito e di renderlo docile alla verità.

Ella la conosce perfettamente: le è facile insegnarvela e farvi intendere ciò che voi, che siete tenebre, non potete comprendere » ( S. G. B. de La Salle - M. 164,1 ).

E quando la nuova terribile tenebra avvolge il mondo, sul Calvario, è ancora Maria la luce di speranza

Fratello, Sorella che soffri, non chiudere il tuo cuore a Maria: accoglila come Giovanni, nella tua casa.

Vivi la tua pena con Lei.

Con Lei illumina il tuo penoso cammino alla luce della sua speranza: Essa è luce di speranza che diventa luce di certezza nella Risurrezione di Gesù.

E perché anche tu diventi speranza, consolazione per i tuoi fratelli, ricorda quelle anime che più vivono nelle tenebre.

In particolare prega e offri la luce delle tue sofferenze, perché molti siano gli annunciatori di speranza nel mondo.

È il messaggio che Gesù affida in modo particolare alle anime consacrate.

Siano esse numerose con il sorgere di molte vocazioni di consacrazione.

Siano esse sostenute e illuminate nei momenti di prova e di scoraggiamento.

« L'offerta del dolore a Gesù ha il valore di un'attività missionaria, perché vi permette di aiutare la Chiesa nella sua difficile e alta missione di diffondere nelle menti e nei cuori la verità e la vita di Cristo Salvatore » così dice il Papa Giovanni Paolo II ai sofferenti.

La Vergine Immacolata, pellegrina di speranza, mantenga nel nostro cuore la luce della speranza, perché anche noi siamo luce per i nostri fratelli.

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Preghiamo e offriamo perché il prossimo Sinodo dei Vescovi diventi nuova luce di speranza per la Chiesa e per tutto il popolo di Dio.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni dell'apostolato tra i giovani e i sofferenti

- le vocazioni all'Unione Catechisti

- le vocazioni contrastate o indecise

- le intenzioni degli iscritti alla Crociata della sofferenza: M. N. ( Udine ) per la sua salute; B. A. ( Licata ) per il figlio disoccupato; S. A. ( Vibo Valentia ) per sé e i suoi familiari; N. G. ( Roma ) per i suoi cari; F. A. ( Catania ) per la nipotina ammalata; P. E. ( Rivoli ); M. V. L. ( Busca ) per sé e i suoi cari; D'A.M.G. ( Catania ); R. A. ( Minervino Murge ) per la sua famiglia; P. M. e V. A. ( Catania ); Sr. S. B., L. G., E. M., F. L. ( Torino ); G. P. ( Paderno ); M. R. ( Nichelino - To ); B. A. ( Licata ) per il figlio; S. L ( Acireale ); Z. A. ( Olzai ); G. G. ( Vibo Valentia ); G. C. ( Mongiuffi Melia ); G. G. ( Guardiasanframondi ) per la guarigione del genero e tutte le altre intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio:

- le anime di Fr. Contardo Ottavio Girino, di Don Luigi Ballesio, di Elio Renda

- le anime raccomandate dai parenti: B. A. ( Mantova ); B. A. ( Licata ); M. T. ( Vibo Valentia ) per i loro cari defunti; in suffragio della moglie Olga ( Avigliana ); L. D. ( Acireale ) in suffragio dei suoi genitori; R. A. ( Licata ) in suffragio dei suoi cari e tutti i defunti della Crociata della Sofferenza.