Catechismo della Chiesa Cattolica

Indice

IV. La celebrazione liturgica dell'Eucaristia

1348 Lo svolgimento della celebrazione

Tutti si riuniscono.

I cristiani accorrono in uno stesso luogo per l'assemblea eucaristica.

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Li precede Cristo stesso, che è il protagonista principale dell'Eucaristia.

È il grande sacerdote della Nuova Alleanza.

È lui stesso che presiede in modo invisibile ogni celebrazione eucaristica.

Proprio in quanto lo rappresenta, il vescovo o il presbitero (agendo « in persona Christi capitis » - nella persona di Cristo Capo) presiede l'assemblea, prende la parola dopo le letture, riceve le offerte e proclama la preghiera eucaristica.

Tutti hanno la loro parte attiva nella celebrazione, ciascuno a suo modo: i lettori, coloro che presentano le offerte, coloro che distribuiscono la Comunione, e il popolo intero che manifesta la propria partecipazione attraverso l'Amen.

1349 La Liturgia della Parola comprende « gli scritti dei profeti », cioè l'Antico Testamento,

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e « le memorie degli apostoli », ossia le loro lettere e i Vangeli; all'omelia, che esorta ad accogliere questa Parola « come è veramente, quale Parola di Dio » ( 1 Ts 2,13 ) e a metterla in pratica, seguono le intercessioni per tutti gli uomini, secondo la parola dell'Apostolo: « Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere » ( 1 Tm 2,1-2 ).

1350 La presentazione delle oblate (l'offertorio): vengono recati poi all'altare, talvolta in processione, il pane e il vino che saranno offerti dal sacerdote in nome di Cristo nel sacrificio eucaristico, nel quale diventeranno il suo Corpo e il suo Sangue.

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È il gesto stesso di Cristo nell'ultima Cena, « quando prese il pane e il calice ».

« Soltanto la Chiesa può offrire al Creatore questa oblazione pura, offrendogli con rendimento di grazie ciò che proviene dalla sua creazione ». ( Ml 1,11 )172

La presentazione delle oblate all'altare assume il gesto di Melchisedek e pone i doni del Creatore nelle mani di Cristo.

È lui che, nel proprio Sacrificio, porta alla perfezione tutti i tentativi umani di offrire sacrifici.

1351 Fin dai primi tempi, i cristiani, insieme con il pane e con il vino per l'Eucarestia, presentano i loro doni perché siano condivisi con coloro che si trovano in necessità.

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Questa consuetudine della colletta, ( 1 Cor 16,1 ) sempre attuale, trae ispirazione dall'esempio di Cristo che si è fatto povero per arricchire noi: ( 2 Cor 8,9 )

I facoltosi e quelli che lo desiderano, danno liberamente ciascuno quello che vuole, e ciò che si raccoglie viene depositato presso il preposto.

Questi soccorre gli orfani, le vedove, e chi è indigente per malattia o per qualche altra causa; e i carcerati e gli stranieri che si trovano presso di noi: insomma, si prende cura di chiunque sia nel bisogno.175

1352 L'anafora.

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Con la preghiera eucaristica, preghiera di rendimento di grazie e di consacrazione, arriviamo al cuore e al culmine della celebrazione:

nel prefazio la Chiesa rende grazie al Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo, per tutte le sue opere, per la creazione, la redenzione e la santificazione.

In questo modo l'intera comunità si unisce alla lode incessante che la Chiesa celeste, gli angeli e tutti i santi cantano al Dio tre volte Santo;

1353 Nell' epiclesi essa prega il Padre di mandare il suo Santo Spirito (o la potenza della sua benedizione):176 sul pane e sul vino, affinché diventino, per la sua potenza,

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il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo e perché coloro che partecipano all'Eucaristia siano un solo corpo e un solo spirito (alcune tradizioni liturgiche situano l'epiclesi dopo l'anamnesi);

nel racconto dell'istituzione l'efficacia delle parole e dell'azione di Cristo, e la potenza dello Spirito Santo, rendono sacramentalmente presenti sotto le specie del pane e del vino il suo Corpo e il suo Sangue, il suo sacrificio offerto sulla croce una volta per tutte;

1354 Nell' anamnesi che segue, la Chiesa fa memoria della Passione, della Risurrezione e del ritorno glorioso di Gesù Cristo; essa presenta al Padre l'offerta di suo Figlio che ci riconcilia con lui;

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nelle intercessioni, la Chiesa manifesta che l'Eucaristia viene celebrata in comunione con tutta la Chiesa del cielo e della terra, dei vivi e dei defunti, e nella comunione con i pastori della Chiesa, il Papa, il vescovo della diocesi, il suo presbiterio e i suoi diaconi, e tutti i vescovi del mondo con le loro Chiese.

1355 Nella Comunione, preceduta dalla preghiera del Signore e dalla frazione del pane, i fedeli ricevono « il pane del cielo » e « il calice della salvezza », il Corpo e il Sangue di Cristo che si è dato « per la vita del mondo » ( Gv 6,51 ).

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Poiché questo pane e questo vino sono stati « eucaristizzati », come tradizionalmente si dice, « questo cibo è chiamato da noi Eucaristia, e a nessuno è lecito parteciparne, se non a chi crede che i nostri insegnamenti sono veri, si è purificato con il lavacro per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e vive così come Cristo ha insegnato ».177

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172 Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 4, 18, 4
175 San Giustino, Apologiae, 1, 67, 6
176 Messale Romano, Canone Romano
177 San Giustino, Apologiae, 1, 66, 1-2