Documentazione dei testi conciliari

Art. I.

« Quei laici che, seguendo la propria particolare vocazione, sono iscritti a qualche associazione o istituto approvato dalla Chiesa, si sforzino di assimilare fedelmente la particolare impronta di spiritualità che è propria dei medesimi ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 4 ).

« I Religiosi abbiano stima delle opere apostoliche dei laici; secondo lo spirito e le norme dei loro istituti, si dedichino volentieri a promuovere le opere dei laici ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 25 ).

« Gli insegnanti ... si sforzino di stimolare l'azione personale dei loro alunni e continuino, una volta terminata la carriera scolastica, ad assisterli con il loro consiglio, con la loro amicizia, anche fondando associazioni di ex-alunni, in cui aleggi il vero spirito ecclesiale ». ( Dich. Gravissimum educationis - 8 ).

Art. II.-III.

« I gruppi e le associazioni di laici che abbiano per scopo l'apostolato in genere o altre finalità soprannaturali, secondo che il loro fine e la loro possibilità lo comportano, debbono diligentemente e assiduamente favorire la formazione all'apostolato.

Esse sono spesso la via ordinaria di un'adeguata formazione all'apostolato.

In esse infatti si dà simultaneamente una formazione dottrinale, spirituale e pratica ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 30 ).

« La formazione all'apostolato suppone che i laici siano integralmente formati dal punto di vista umano, secondo il genio e le condizioni di ciascuno.

In primo luogo il laico impari ad adempiere la missione di Cristo e della Chiesa vivendo anzitutto di fede nel divino mistero della creazione e della redenzione, mosso dallo Spirito Santo che vivifica il popolo di Dio, che spinge tutti gli uomini ad amare Dio Padre e in Lui il mondo e gli uomini.

Oltre la formazione spirituale, è richiesta una solida preparazione dottrinale e cioè teologica, etica, filosofica, secondo la diversità dell'età, della condizione e dell'ingegno.

Nè si trascuri l'importanza della cultura generale unitamente alla formazione pratica e tecnica.

Per coltivare buone "relazioni umane" bisogna favorire i genuini valori umani, anzitutto l'arte del convivere e del cooperare fraternamente e di instaurare il dialogo.

Ma poichè la formazione all'apostolato non può consistere nella sola istruzione teoretica, gradualmente e prudentemente, fin dall'inizio della loro formazione, imparino a tutto vedere, giudicare ed agire nella luce della fede, a formare e perfezionare se stessi con gli altri mediante l'azione, ed entrare così nell'operoso servizio della Chiesa.

Questa formazione, che dev'essere sempre ulteriormente perfezionata per la crescente maturazione della persona umana, per l'evolversi dei problemi, richiede una conoscenza sempre più approfondita e un'azione sempre più idonea ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 29 ).

« Si adoperino ( i Vescovi ) inoltre, perchè i Catechisti siano convenientemente preparati al loro ufficio; perchè essi conoscano a fondo la dottrina della Chiesa e apprendano in teoria ed in pratica le leggi della psicologia e le materie pedagogiche ». ( Decr. Christus Dominus - 14 ).

Art. IV.

« Tale formazione si deve organizzare in modo che si tenga conto di tutto l'apostolato dei laici, che deve essere esercitato non solo tra i gruppi stessi delle associazioni, ma in ogni circostanza per tutta la vita, specialmente professionale e sociale.

Anzi ognuno deve fattivamente prepararsi all'apostolato, cosa che urge maggiormente nell'età adulta.

Infatti con il progredire dell'età l'animo si apre meglio in modo che ciascuno può scoprire più accuratamente i talenti con cui Dio ha arricchito la sua anima, ed esercitare con maggior efficacia quei carismi che gli sono stati concessi dallo Spirito Santo, a bene dei suoi fratelli ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 30 ).

« La formazione deve essere perfezionata lungo tutta la vita a misura che lo richiedono i nuovi compiti che si assumono ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 30 ).

« Se nella Chiesa non tutti camminano per la stessa via, tutti però sono chiamati alla santità ed hanno ugualmente la bella sorte della fede per la giustizia di Dio ». ( Cost. Lumen Gentium - 32 ).

« Grava su tutti i laici il glorioso peso di lavorare, perchè il divino disegno di salvezza raggiunga ogni giorno più tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutta la terra.

Sia perciò loro aperta qualunque via affinchè, secondo le loro forze e le necessità dei tempi, anch'essi attivamente partecipino all'opera salvifica della Chiesa ». ( Cost. Lumen Gentium - 33 ).

Art. V.

« "Dio è amore e chi sta fermo nell'amore, sta in Dio e Dio in lui". ( 1 Gv 4,6 ).

Ora Dio ha largamente diffuso il suo amore nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci fu dato; perciò il dono primo e più necessario è la carità, con la quale amiamo Dio sopra ogni cosa e il prossimo per amore di Lui.

Ma perchè la carità come buon seme, cresca e fruttifichi, ogni fedele deve ascoltare volentieri la parola di Dio e, con l'aiuto della sua grazia, compiere con le opere la sua volontà, partecipare frequentemente ai sacramenti, soprattutto a quello dell'Eucarestia ed alle sacre azioni; applicarsi costantemente alla preghiera, all'abnegazione di se stesso, all'attivo servizio dei fratelli e all'esercizio di ogni virtù.

La carità infatti quale vincolo della perfezione e compimento della legge, regola tutti i mezzi della santificazione, dà loro forma e li conduce a compimento.

Perciò il vero discepolo di Cristo è contrassegnato dalla carità sia verso Dio che verso il prossimo.

Avendo Gesù, Figlio di Dio, manifestato la sua carità dando per noi la sua vita, nessuno ha più grande amore di colui che dà la sua vita per Lui e per i suoi fratelli ». ( Cost. Lumen gentium - 42 ).

« Egli ( il Verbo di Dio ) ci rivela "che Dio è carità" e insieme ci insegna che la legge fondamentale della umana perfezione, e perciò anche della trasformazione del mondo, è il nuovo comandamento della carità.

Così pure Egli ammonisce a non camminare sulla strada della carità solamente nelle grandi cose, bensì e soprattutto nelle circostanze ordinarie della vita ». ( Cost. Gaudium et spes - 38 ).

« Spinti dalla carità che viene da Dio, operano il bene verso tutti e in modo speciale verso i fratelli della fede, "eliminando ogni malizia e ogni inganno, le ipocrisie e le invidie, e tutte le maldicenze" ( 1 Pt 2,1 ) attraendo così gli uomini a Cristo.

La carità di Dio, "diffusa nel nostro cuore per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" ( Rm 5,5 ), rende capaci i laici di esprimere realmente nella loro vita lo spirito delle Beatitudini ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 4).

« Coltivando l'amicizia cristiana tra loro si offrono vicendevolmente aiuto in qualsiasi necessità ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 4 ).

« Egli ( Gesù ) ha stabilito che la carità fosse il distintivo dei suoi discepoli con le parole: "Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni verso gli altri". ( Gv 13,35 ) ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 8 ).

Art. VI.

« Moltissime occasioni si presentano ai laici di esercitare l'apostolato dell'evangelizzazione e della santificazione.

La stessa testimonianza della vita cristiana e le opere buone compiute con spirito soprannaturale hanno la forza di attirare gli uomini alla fede e a Dio; poichè dice il Signore: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini in modo che vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli". ( Mt 5,16 ).

Tuttavia tale apostolato non consiste soltanto nella testimonanza della vita; il vero apostolo cerca le occasioni per annunziare Cristo con la parola sia ai non credenti per condurli alla fede, sia ai fedeli per istruirli, confermarli ed indurli ad una vita più fervente; "poichè l'amore di Cristo ci sospinge" ( 2 Cor 5,14 ) e nel cuore di tutti devono echeggiare le parole dell'apostolo: "Guai a me se non annunciassi il Vangelo" ( 1 Cor 9,16 ) ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 6 ).

« Nutriti dall'attiva partecipazione alla vita liturgica della propria comunità, partecipano con sollecitudine alle opere apostoliche della medesima; conducono alla Chiesa gli uomini che forse ne vivono lontani; cooperano con dedizione generosa nel comunicare la parola di Dio, specialmente mediante l'insegnamento del catechismo ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 10 ).

« Nel nostro tempo poi, in cui il clero è insufficiente per l'evangelizzazione di tante moltitudini e per l'esercizio del ministero pastorale, il compito del catechista è della massima importanza.

Pertanto è necessario che la loro formazione si perfezioni e si adegui al progresso culturale, in modo che, come validi cooperatori dell'ordine sacerdotale, possano svolgere nella maniera migliore il loro compito, che si va facendo sempre più difficile e impegnativo ». ( Decr. Ad Gentes - 17 ).

« Nell'assolvere il suo compito educativo la Chiesa utilizza tutti i mezzi idonei, ma si preoccupa soprattutto di quelli che sono i mezzi suoi propri.

Primo tra questi è l'istruzione catechètica, che dà luce e forza alla fede, nutre la vita secondo lo spirito di Cristo, porta a partecipare in maniera consapevole ed attiva al mistero liturgico, ed è stimolo all'azione apostolica ». ( Dich. Gravissimum educationis - 4 ).

« Tutti i laici facciano pure gran conto della competenza professionale, del senso della famiglia e del senso civico e di quelle virtù che riguardano i rapporti sociali, cioè la probità, lo spirito di giustizia, la sincerità, la cortesia, la fortezza di animo: virtù senza le quali non ci può essere neanche vera vita cristiana ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 4 ).

Art. VII.

« Dal costato di Cristo morente sulla Croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa ». ( Cost. Sacrosanctum Concilium - 5 ).

« Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche.

È presente nel Sacrificio della Messa sia nella persona del ministro, "Egli che, offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso per il ministero dei sacerdoti", sia soprattutto sotto le specie eucaristiche ». ( Cost. Sacrosanctum Concilium - 7 ).

« Il medesimo Apostolo ( S. Paolo ) poi ci insegna a portare continuamente nel nostro corpo i patimenti di Gesù morente, affinchè la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale ». ( Cost. Sacrosanctum Concilium - 12 ).

« La Chiesa, ossia il regno di Cristo già presente in mistero, per virtù di Dio cresce visibilmente nel mondo.

Questo inizio e questa crescita sono significati dal sangue e dall'acqua che uscirono dal costato aperto di Gesù Crocifisso, e sono preannunziati dalle parole del Signore circa la sua morte in Croce: "ed io quando sarò levato in alto da terra, tutti attirerò a me". ( Gv 12,32 ).

Ogni volta che il sacrificio della croce, col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato, viene celebrato sull'altare, si rinnova l'opera della nostra redenzione.

E insieme, col sacramento del pane eucaristico, viene rappresentata ed effettuata l'unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo in Cristo.

Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo, che è la luce del mondo; da Lui veniamo, per Lui viviamo, a Lui siamo diretti ». ( Cost. Lumen Gentium - 3 ).

« La fecondità dell'apostolato dei laici dipende dalla loro vitale unione con Cristo, secondo il detto del Signore: "Chi rimane in me ed io in lui, questi produce molto frutto, perchè senza di me non potete far niente". ( Gv 15,4-5 ) ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 4 ).

« Con i sacramenti, soprattutto con quello dell'Eucarestia, viene comunicata e alimentata quella carità che è come l'anima di tutto l'apostolato ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 3 ).

« Il suo Regno non si erige con la spada, ma si costituisce ascoltando la Verità e rendendo ad essa testimonianza, e cresce in virtù dell'amore, con il quale Cristo esaltato in Croce trae a sè gli esseri umani ». ( Dich. Dignitatis Humanae - 11 ).

« Modello perfetto di tale vita spirituale e apostolica è la Beata Vergine Maria, regina degli Apostoli, la quale, mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudini familiari e di lavoro, era sempre intimamente unita al Figlio suo, e cooperava in modo del tutto singolare all'opera del Salvatore; ora poi assunta in cielo, "con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo ai pericoli e affanni fino a che non siano condotti nella patria beata".

La onorino tutti devotissimamente e affidino alla sua materna cura la propria vita e il proprio apostolato ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 4 ).

Il Sacrosanto Concilio esorta tutti i figli della Chiesa, perchè generosamente promuovano il culto, specialmente liturgico, verso la beata Vergine, abbiano in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso di Lei, raccomandati lungo i secoli dal Magistero della Chiesa.

I fedeli si ricordino che la vera devozione non consiste nè in uno sterile e passeggero sentimentalismo, nè in una certa quale vana credulità, ma bensì procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della Madre di Dio, e siamo spinti al filiale amore verso la Madre nostra e all'imitazione delle sue virtù ». ( Cost. Lumen Gentium - 67 ).

Art. VIII.

« Solo alla luce della fede e nella meditazione della parola di Dio è possibile, sempre e dovunque, riconoscere Dio nel quale "noi viviamo, ci muoviamo e siamo" ( At 17,28 ), cercare in ogni avvenimento la sua volontà, vedere il Cristo in ogni uomo, vicino o estraneo, giudicare rettamente del vero senso e del valore che le cose temporali hanno in se stesse e in ordine al fine dell'uomo.

Chi ha tale fede vive nella speranza della rivelazione dei figli di Dio, nel ricordo della croce e della risurrezione del Signore.

Nel pellegrinaggio della vita presente nascosti con Cristo in Dio e liberi dalla schiavitù delle ricchezze, mentre mirano ai beni eterni, con animo generoso si dedicano totalmente ad estendere il Regno di Dio e ad animare e perfezionare con lo spirito cristiano l'ordine temporale.

Nelle avversità della vita trovano la forza della speranza, pensando che "le sofferenze del tempo presente non reggono il confronto con la gloria futura che si rivelerà in noi" ( Rm 8,1-8 ) ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 4 ).

« I nostri tempi poi non richiedono minore zelo da parte dei laici anzi le circostanze odierne richiedono assolutamente che il loro apostolato sia più intenso e più esteso ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 1 ).

« I veri apostoli non si accontentano di questa azione ( coerenza della vita con la fede - carità fraterna - pienezza di coscienza della propria parte nell'edificazione della società ), cercano di annunziare Cristo al prossimo anche con la parola.

Molti uomini non possono udire il Vangelo e conoscere Cristo, se non per mezzo dei laici che stan loro vicino ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 13 ).

« Imitando Gesù umile, non diventano vanagloriosi ma cercano di piacere più a Dio che agli uomini, sempre pronti a lasciare tutto per Cristo ed a sopportare di essere perseguitati per amore della giustizia, memori delle parole del Signore: "Se qualcuno vuole venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" ( Mt 16,24 ) ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 4 ).

Art. IX.

« Anche i fanciulli hanno la loro attività apostolica.

Secondo le proprie forze sono veri testimoni viventi di Cristo tra i compagni ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 12 ).

« I fanciulli e i giovani, tenuto conto del progresso della psicologia, della pedagogia e della didattica, debbono essere aiutati a sviluppare armonicamente le loro capacità fisiche, morali e intellettuali, ad acquistare gradualmente un più maturo senso di responsabilità nell'elevazione ordinata ed incessantemente attiva della propria vita e nella ricerca della vera libertà, superando con coraggio e perseveranza tutti gli ostacoli ». ( Dich. Gravissimum educationis - 1 ).

« La formazione all'apostolato deve iniziarsi fin dalla prima educazione dei fanciulli.

In modo speciale siano iniziati all'apostolato gli adolescenti e i giovani e siano pervasi di spirito apostolico ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 30 ).

« I giovani debbono divenire i primi e immediati apostoli dei giovani, esercitando da loro stessi l'apostolato fra di loro, tenendo conto dell'ambiente sociale in cui vivono ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 12 ).

Art. X. « La formazione deve essere perfezionata lungo tutta la vita a misura che lo richiedono i nuovi compiti che si assumono ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 30 ).

« Le scuole, i collegi e gli altri istituti cattolici di educazione devono promuovere nei giovani il senso cattolico e l'azione apostolica ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 30 ).

« L'apostolato associato è di grande importanza anche perchè sia nelle comunità della Chiesa, sia nei vari ambienti, spesso richiede di essere esercitato con azione comune.

Infatti le associazioni erette per una attività apostolica in comune, sono di sostegno ai propri membri e li formano all'apostolato, dispongono bene e guidano la loro azione apostolica, così che possono sperarsi frutti molto più abbondanti che non se i singoli opera¬sero separatamente.

Nelle attuali circostanze, poi, è assolutamente necessario che nell'ambiente di lavoro dei laici sia rafforzata la forma di apostolato associata e organizzata, poichè solo la stretta unione delle forze è in grado di raggiungere pienamente tutte le finalità dell'apostolato odierno e di difenderne validamente i beni ». ( Decr. Apostolicam actuositatem - 18 ).

Gli istituti secolari, pur non essendo istituti religiosi, tuttavia comportano una vera e completa professione dei consigli evangelici nel secolo, riconosciuta dalla Chiesa.

Tale professione agli uomini e alle donne, ai laici e ai chierici che vivono nel secolo, conferisce una consacrazione.

Perciò essi anzitutto intendano darsi totalmente a Dio nella perfetta carità, e gli istituti stessi conservino la loro propria particolare fisionomia, cioè quella secolare, per essere in grado di esercitare efficacemente e dovunque il loro specifico apostolato nella vita secolare, come se appartenessero alla vita secolare.

Tuttavia sappiano che non potranno assolvere un compito così importante, se i loro membri non riceveranno una tale formazione nelle cose divine e umane da diventare realmente fermento nel mondo destinato a dare vigore e incremento al Corpo di Cristo.

I Superiori perciò seriamente procurino di dare ai loro sudditi una istruzione specialmente spirituale e di sviluppare ulteriormente la loro formazione ». ( Decr. Perfectae Caritatis - 11 ).

Preghiera - Lavoro - Verità - Carità