Assistenza

Dizionario

1) Contributo dato con la presenza

2) Attività di sostegno, di aiuto offerto o ricevuto da privati o da enti e altri organismi per sopperire alle necessità di determinate persone o categorie sociali.

pubblica a., insieme di volontari che si dotano di ambulanze e trasportano malati o feriti

a. giudiziaria, legale, patrocinio gratuito per i non abbienti

a. tecnica, servizio di riparazione dei guasti prestato al cliente da una ditta o da un negozio

Opera svolta da chi si trattiene presso chi ha bisogno di cure o di prestazioni professionali o specifiche;

v. aiuto, soccorso


Opere di …

Il complesso delle attività svolte dai cristiani per soccorrere i bisognosi.

Risulta problematico delineare le molteplici attività svolte dai cristiani in favore dei ceti più deboli o comunque per soccorrere persone a vario titolo indigenti e bisognose.

Tuttavia si possono evidenziare alcuni tratti storici di tale ampio fenomeno.

Le opere assistenziali del primo cristianesimo

Nell'ambito delle prime comunità cristiane, il soccorso reciproco e una certa comunanza dei beni disegnarono forme organizzate di solidarietà.

Così s. Paolo promosse questue in favore dei poveri di Gerusalemme, come testimoniano alcuni passaggi delle sue lettere.

L'istituzione di diaconi e diaconesse rispondeva, seppur non esclusivamente, all'esigenza di affrontare in modo efficace e ordinato i problemi della distribuzione di sussidi specie alle vedove, agli orfani, agli infermi.

Si aveva anche cura degli schiavi e dei prigionieri, fasce marginali della società del tempo.

Si garantiva l'assistenza ai fratelli forestieri e ai pellegrini, spesso offrendo loro possibilità di lavoro.

Per Tertulliano ( 160-220 ca ) tutta la cristianità poteva essere considerata una "fratellanza dell'ospitalità".

L'impulso filantropico trovò canali via via più definiti a partire dall'epoca costantiniana, nella quale la Chiesa dilatò i propri ruoli e compiti sociali, come per esempio nell'amministrazione della giustizia, e ottenne la facoltà, giuridicamente sancita, di ricevere beni ereditari, lasciti e legati.

Per papa Gelasio ( 494 ) una quota delle entrate ecclesiastiche doveva destinarsi al mantenimento dei poveri.

In effetti nel periodo di decadenza dell'impero i vescovi, spesso surrogando l'azione dei funzionari statali, promossero la beneficenza pubblica in vari modi.

Specie nei centri urbani più consistenti vennero fondati ospedali, alberghi per pellegrini ( xenodochéia ), ospizi per poveri ed orfani ( ptóchia ): in quest'ambito, particolare fama acquisì, anche per le numerose imitazioni, l'ospedale detto Basilias, fondato da s. Basilio il Grande ( v. ).

Gli sviluppi nel Medioevo

Le istituzioni sopra ricordate restarono i cardini degli indirizzi caritativi seguiti all'interno del cristianesimo, nei suoi intrecci sempre più stretti con la compagine civile.

Durante il Medioevo inoltrato nuove forme associative coltivarono e disciplinarono gli impulsi e le iniziative in tali settori.

Sorsero così gli antoniti, o Ospedalieri di s. Antonio, congregazione di laici nata a S. Didier de la Mothe nel 1095; gli Ospedalieri dello Spirito Santo, detti pure "fratelli della Colomba", che dalla città di origine, Montpellier, dove erano stati fondati alla fine del XII sec., si diffusero presto in altri luoghi, come a Roma, dove Innocenze III affidò loro l'assistenza degli ammalati nel celebre ospedale di S. Maria in Sassia, noto ancora come S. Spirito.

Sullo scorcio del sec. XII s. Giovanni di Matha costituì l'Orde SS. Trinitatis de Redemptione Captivorum ( Ordine della SS. Trinità per il riscatto dei prigionieri ), i trinitari cioè, che spesso con grande incisività si dedicarono alla liberazione dei prigionieri e degli schiavi e alla cura degli infermi.

In altri campi agirono gli ordini designati come "cavallereschi", fioriti all'epoca delle crociate da un singolare innesto tra monachesimo e cavalleria, con lo scopo originario di proteggere i pellegrini che si recavano in Palestina, difendendoli militarmente, assicurando loro l'ospitalità e la cura in caso di infermità.

Si distinsero così i giovanniti, i templari ( v. ), i cavalieri tedeschi ( Ordo S. Mariae Theutonicorum: Ordine di S. Maria dei Tedeschi ).

I primitivi scopi vennero progressivamente modellandosi in organismi di beneficenza rivolti ai ceti più fragili, mentre la parallela evoluzione economico-istituzionale degli ordini li portò, specie nel caso dei templari, a diventare nuclei di accumulo di ricchezze.

Sul piano della vita parrocchiale, nelle città come nelle campagne, le confraternite ( v. ) svilupparono, accanto a pratiche devozionali e penitenziali, molteplici interventi caritativi.

I mutamenti in epoca moderna

Nell'epoca moderna, seguendo una lenta curva evolutiva, le opere di assistenza assunsero compiti di integrazione e di stabilizzazione sociale, attraverso il mantenimento di scuole, l'assegnazione di doti per il matrimonio, la distribuzione di alimenti specie in concomitanza con cerimonie devozionali, l'allestimento di servizi funebri.

Iniziative analoghe pullularono fra i protestanti, specie nei movimenti influenzati dal pietismo ( v. ).

Per esempio, nelle comunità animate in Germania dal pietista N. L. von Zinzendorf, sorsero strutture assai funzionali alla tutela dei più disagiati, come recitava un apposito statuto: "Ogni abitante deve lavorare e mangiare il proprio pane, ma se egli è vecchio, malato e senza risorse, spetta alla comunità sostenerlo".

Simili strutture assistenziali incominciarono a declinare dopo la metà del sec. XVIII, in connessione con il graduale assorbimento dell'istruzione e della beneficenza da parte dello Stato riformatore.

Una svolta più radicale negli indirizzi caritativi del mondo cristiano venne determinandosi in parallelo con i rivoluzionati meccanismi della produzione e dei consumi tipici del sistema capitalistico industriale, che crearono un proletariato sempre più numeroso, costretto a vivere nei grandi agglomerati urbani in condizioni di estrema indigenza.

In un primo tempo, sporadici gruppi di cristiani realizzarono forme di assistenza e soccorso con la costituzione di patronati.

Siffatte iniziative, come per esempio in campo cattolico le conferenze di s. Vincenzo, fondate a Parigi nel 1833 dal nobile Federico Ozanam, e le conferenze di s. Elisabetta ( Treviri 1840 ), mantennero viva una sensibilità che sfociò nella fondazione di Leghe di resistenza, per la rivendicazione delle istanze dei lavoratori, e nella partecipazione ai sindacati.

Su altre direttrici presero nuovo vigore associazioni e congregazioni religiose volte alla cura e all'educazione dei bambini e della gioventù, all'addestramento artigianale e all'istruzione tecnica, come ad esempio quella t'ondata in Italia da s. Giovanni Bosco ( v. Salesiani ), alla "protezione della giovane" ( un organismo internazionale con questa finalità sorse in campo cattolico nel 1897 ), all'aiuto prestato agli emigranti e ad altre finalità ancora.

Sempre nel 1897, il sacerdote cattolico Lorenz Werthmann riunì tali molteplici fili nel tessuto organizzativo della Deutscher Caritatsverband ( Lega caritativa tedesca ).

Nelle varie Chiese protestanti l'azione sociale-caritativa venne incrementata e incanalata in nuove forme istituzionali, come quelle promosse dal pastore tedesco Friedrich von Bodelschwig ( 1831-1910 ) e dal predicatore di corte Adolf Stoechcr, che insistendo sugli aspetti più spiccatamente politico/economici diede vita al Christlich-soziale Bcwegung ( Movimento cristiano-sociale ).

In Italia alcune denominazioni protestanti si accordarono per sviluppare organismi assistenziali, fra cui si segnalò il Comitato di soccorso per i malati evangelici poveri, costituito a Milano nel 1864.

I valdesi, che vi avevano prontamente aderito, continuavano in similari, autonome intraprese, quali l'Istituto per gli artigianelli sorto a Torino nel 1858, ospizi e ospedali, la Société des Demoiselles pour la protection de l'enfance pauvre ( 1882 ), la Sociétc vaudoise d'utilité publique ( 1815 ).

Questo fervore venne rinnovato anche in anni più vicini e concretizzato in opere sociali dalle valli piemontesi alla Puglia ( Cerignola e Orsara ) e alla Sicilia, con il Centro nazionale della Noce di Palermo, volto all'educazione di bambini fra i più poveri e diseredati della città.

Nella Chiesa cattolica ebbe vita dal 1934 la Caritas internationalis ( Caritas internazionale), la cui sede venne trasferita a Roma nel 1951.

Più recentemente, le iniziative sorte in questi campi si configurano in svariati moduli del volontariato.

Accanto alle tradizionali opere, coltivate da ordini e da congregazioni religiose, anche queste nuove forme conferiscono ancora forte concretezza allo spirito solidaristico cristiano, che si è dimostrato singolarmente duttile nel reagire alle differenti situazioni storiche.

v. Caritas italiana; Volontariato

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Assistente Spirituale

L'Assistente Spirituale viene designato dall'Ordinario competente, il Vescovo di una diocesi o presidente del Pontificio Consiglio per i Laici che approva la nomina presentata dal presidente di un movimento ecclesiale o di un ordine religioso, o da chi preposto in una Associazione di diritto diocesano o di diritto pontificio.

Il Vescovo competente sceglie o conferma la nomina del presidente, che a sua volta ha ottenuto il parere positivo del Consiglio e il consenso dell'ordinario proprio del prescelto.

Compiti

Anche se cambiano secondo gli statuti di ogni singola Associazione o Movimento o Ordine religioso, il suo servizio è quello di: Cooperatore del vescovo:

aiuta l'Istituto o l'Associazione ad approfondire la propria consapevolezza di essere un'opera della Chiesa,

ricorda gli orientamenti pastorali della Chiesa e le principali preoccupazioni del pastore,

cura l'inserimento delle attività nella pastorale organica della diocesi secondo caratteristiche e fini propri,

favorisce la relazione tra i membri ed il vescovo.

Artefice di comunione:

favorisce le relazioni di comunione e la condivisione delle esperienze a vari livelli nell'Istituto o Associazione e tra gli Istituti o altre opere della Chiesa particolare ed universale;

sostiene la partecipazione alle iniziative della Diocesi e della Conferenza Episcopale di riferimento.

Educatore nella fede e ministro della vita sacramentale:

incoraggia continuamente i membri dell'Istituto o dell'Associazione, sul piano personale e comunitario, ad orientarsi verso Gesù Cristo, con l'annuncio della Parola, la catechesi ed il servizio sacramentale ( specialmente l'Eucarestia e la Riconciliazione ).

Animatore spirituale e custode del carisma:

introduce tutti i membri dell'Istituto o dell'Associazione nel mistero della presenza di Dio, camminando sulle orme del fondatore.

L'Assistente spirituale contribuisce affinché l'Istituto o l'Associazione mantenga sempre la sua natura e le sue finalità ecclesiali e favorirà la sua partecipazione ai piani pastorali diocesani e della Conferenza Episcopale di appartenenza, secondo il carisma proprio dell'Associazione.

L'Assistente spirituale generalmente affianca il Presidente nel discernimento circa le decisioni relative alla vita dell'Istituto o dell'Associazione, all'apertura di nuove fondazioni ( centri, missioni, zone ), nella proposta delle linee programmatiche annuali, nel discernimento vocazionale e nella formazione spirituale dei membri dell'Associazione.

Qualora un'associazione fosse strutturata in zone perché diffusa in più Paesi, alcuni statuti prevedono un Assistente spirituale Generale di coordinamento per i vari singoli assistenti spirituali di zona.

L'Assistente spirituale Generale dedica una particolare attenzione alla formazione dei responsabili e degli assistenti spirituali dell'Associazione, perché svolgano con dedizione, responsabilità e coerenza il loro ministero.

Secondo il diritto canonico il cappellano ( can. 564 C.I.C. ) è la persona designata dal Vescovo competente per lo svolgimento di questo servizio in vista di rendere possibile l'incontro tra il Signore ed ogni cristiano.

Coadiuvato nel servizio dalla Comunità e in collaborazione con il Presidente ed il Direttore Generale o eventuali figure previste dai singoli statuti, offre un orientamento teologico, spirituale e pastorale all'Istituto o all'Associazione.

Assistente ecclesiastico

Sacerdote designato dall'autorità ecclesiastica per rappresentarla nelle associazioni cattoliche e per promuovervi la formazione religiosa dei membri ( Azione Cattolica, ecc. ).

Il fine di queste designazioni sta nel lasciare la responsabilità di direzione ai laici, assicurando al tempo stesso la necessaria base dottrinale al gruppo.

Per questo l'assistente è sempre un presbitero.

L'assistente ecclesiastico è un presbitero che svolge il suo ministero nel campo dell'apostolato dei laici, o, più specificamente, nell'Azione Cattolica.

Nella Chiesa latino-americana, è chiamato assessore.

Il suo compito non è privo di difficoltà.

Da una parte, non è un dirigente propriamente detto, poiché non ha la direzione pratica e organizzativa del movimento apostolico.

Da un'altra, non è un semplice cappellano, poiche la sua assistenza non si riduce al campo del culto.

In primo luogo, l'assistente ecclesiastico è un rappresentante della gerarchia, che ricorda e fa eseguire la finalità apostolica dell'Azione Cattolica che consiste nella " cooperazione dei laici all'apostolato gerarchico ".

Gli statuti dell'A.C. esigono che l'assistente ecclesiastico garantisca l'ortodossia e la moralità, e vigili sulla fedele osservanza delle norme emanate dalla gerarchia.

In secondo luogo, l'assistente ecclesiastico è un assessore cristiano che promuove e dirige il senso religioso del movimento apostolico per quanto concerne l'educazione cristiana, la formazione apostolica e la dimensione spirituale.

In terzo luogo, l'assistente ecclesiastico ha un compito specifico di educatore delle coscienze cristiane.

Deve saper fare da ponte tra le dimensioni dello Spirito e le realtà temporali, partendo da una teologia e da una spiritualità che mantengano il giusto equilibrio tra la trascendenza e l'incarnazione.

Infine, l'assistente ecclesiastico deve aiutare i laici a diventare veramente cristiani impegnati, con attività e responsabilità personali.

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Assistente Sociale

Un assistente sociale, nei vari ordinamenti giuridici, è un professionista che opera nel campo del lavoro sociale ( social work ) e dei servizi sociali.

Svolge la propria attività nell'ambito della comunità, a favore di individui, gruppi e famiglie,

per prevenire e risolvere situazioni di bisogno,

aiutando gli individui nell'utilizzo personale e sociale delle risorse,

organizzando e promuovendo interventi e servizi e adattandoli alle particolari situazioni di bisogno,

con particolare attenzione alle esigenze di autonomia e responsabilità delle persone, in un'ottica di valorizzazione di tutte le risorse della comunità.

Ha il compito di valorizzare la persona, la soggettività, la capacità di assunzione di responsabilità, li sostiene nell'uso delle risorse proprie e della società nel prevenire ed affrontare situazioni di bisogno o di disagio e nel promuovere ogni iniziativa atta a ridurre i rischi di emarginazione.

Alle volte la gente pensa di sapere cosa fa l'assistente sociale, ma pochi lo sanno dire.

Infatti, non sono poche le forme e i luoghi in cui si svolge questa professione e nessuna definizione può rendere giustizia agli infiniti modi in cui l'assistente sociale incrocia la vita delle persone ogni giorno.

Fare l'assistente sociale significa impegnarsi nel migliorare la vita delle persone a livello individuale, familiare, di gruppo o sociale.

Quando una persona è in difficoltà, il lavoro dell'assistente sociale è quello di valutare efficacemente la situazione e capire quali saranno gli interventi più efficaci per aiutarla.

Alle volte sarà semplicemente una questione di collegamento fra la persona e le risorse messe a disposizione dal sistema dei servizi.

In altri casi la persona potrebbe avere bisogno di una consulenza o in altri, di un progetto di aiuto personalizzato più articolato e complesso.

In tutte queste forme l'obiettivo del lavoro dell'assistente sociale è quello di potenziare le capacità della persona affinché diventi in grado di vedere i propri punti di forza interni e su di essi fare leva per poter superare le sfide che la vita le pone.

La professione richiede un alto grado di empatia e ottime capacità di comunicazione.

L'assistente sociale può lavorare anche con i gruppi e la comunità.

Lavorando con i portatori di interesse nelle comunità e con i responsabili politici, l'assistente sociale può proporre strategie su come rendere le comunità un luogo più sicuro da vivere e più integrato.

Attraverso le teorie del servizio sociale e una conoscenza scientificamente fondata, l'assistente sociale può aiutare una vasta parte della società a capire i modi in cui si possono attuare cambiamenti per il benessere collettivo.

L'assistente sociale può svolgere anche un ruolo chiave nelle organizzazioni in cui lavora, possedendo competenze di leadership e decisionali.

Così la professione oltre a poter essere svolta come attività di lavoro dipendente, può essere esercitata in forma autonoma, individuale o associata ( libera professione ).

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Dono spirituale dell'assistenza

Il dono spirituale dell'assistenza si trova in una delle liste dei doni spirituali presenti nella Bibbia.

La parola greca tradotta come "assistenza" nella prima Lettera ai Corinzi ( 1 Cor 12,28 ) si trova solo in quel passaggio del Nuovo Testamento; di conseguenza, il significato esatto del dono dell'assistenza è in qualche modo oscuro.

La parola tradotta come "assistenza" significa letteralmente "alleviare, soccorrere, partecipare e/o sostenere."

Coloro i quali possiedono il dono dell'assistenza possono aiutare o dare assistenza agli altri membri della Chiesa con compassione e grazia.

Questo dono ha un'ampia gamma di applicazioni, dall'aiutare gli individui nelle loro faccende quotidiane fino a prestare aiuto nell'amministrazione degli affari della chiesa.

L'assistenza al corpo di Cristo può assumere una varietà di forme.

Alcuni vedono il dono dell'assistenza presente in coloro i quali sono disposti a "dare una mano" e fare persino i compiti più mondani o sgradevoli con spirito d'umiltà e grazia.

Gli aiutanti sono spesso coloro i quali si offrono come volontari per lavorare regolarmente intorno agli edifici e alla proprietà della chiesa, spesso faticando nell'ombra.

Altri considerano parte del dono l'assistere le vedove e gli anziani, o le famiglie, nella realizzazione delle attività quotidiane ed affiancarsi a loro per aiutarli laddove è necessario.

Questi aiutanti rendono un dono di servizio nel senso più ampio del termine, assistendo e sostenendo il corpo di Cristo.

Ma il dono spirituale dell'assistenza ha forse un significato più profondo.

Essendo uno dei doni spirituali provenienti dallo Spirito Santo, ognuno dei quali viene concesso per edificare il corpo di Cristo, l'aspetto spirituale del dono dell'assistenza è forse persino più importante di quello pratico.

A coloro i quali possiedono il dono spirituale dell'assistenza è stata data l'abilità unica di riconoscere chi sta combattendo il dubbio, le paure ed altre battaglie spirituali.

Essi si rivolgono a questi bisognosi spirituali con una parola gentile, un atteggiamento di comprensione e compassione, e con l'abilità unica di pronunciare verità scritturali in modo convincente ed amorevole.

Le loro opere sono come "pomi d'oro su un vassoio d'argento" ( Pr 25,11 ) per chi è spiritualmente debole o stanco.

Questi cristiani servizievoli possono placare l'ansia nel cuore oppresso con parole di gioia e verità, pronunciate con buonumore e fiducia.

Gloria a Dio per conoscerci tanto bene.

Egli conosce tutti i nostri bisogni e le nostre sfide e ha concesso il dono dell'assistenza ad individui speciali che possono affiancarsi agli altri in misericordia, grazia ed amore.

Questi santi preziosi possono risollevare il cuore aiutando a portare una varietà di fardelli che non possiamo, e non dovremmo, caricarci da soli.


Concilio Ecumenico Vaticano II

Spirito con la quale si esercita AA 8
Varie forme di … nell'apostolato familiare AA 11
e dei laici AA 8
  AA 31
Mutua … tra le province e le case religiose PC 13
sociale, privata, pubblica e internazionale, da sostenersi dai laici AA 8

Codice Diritto Canonico

ai fedeli in ordine al matrimonio, mezzi 1063
alla celebrazione del matrimonio 1108-1117
licenza dell'Ordinario per l'… alla celebrazione del matrimonio, quando è richiesta 1071

Compendio della dottrina sociale

Chiesa e assistenza dello Spirito Santo 104
Moltitudini senza assistenza medica 182
Legame matrimoniale e assistenza 216
Anziani e bisogno di assistenza 222
Famiglia e diritto all'assistenza 237
Rerum novarum e opere di assistenza 268
Mondo del lavoro e assistenza sociale 314
Assistenza sanitaria, sottosviluppo e povertà 447
Assistenza alle vittime delle mine 510

Catechismo della Chiesa Cattolica

Assistenza degli angeli nei confronti dell'uomo 332
-- 335
Assistenza dei diaconi 1369
-- 1570
Assistenza del Signore ai malati 1520
Assistenza dello Spirito Santo 86
-- 94
-- 688
-- 2182
-- 2422
Assistenza divina al Sommo Pontefice e ai Vescovi 892
Assistenza sanitaria e sociale 2288
Assistere alla liturgia 2178
-- 2180
Assistere la famiglia 2211

Magistero

Enciclica Leone XIII - Magnae Dei Matris 8-9-1892
sollecitammo la divina assistenza, mediante la materna protezione della Vergine
Discorso Paolo VI 17-6-1967
Assistenza ai profughi
Discorso Giovanni Paolo II 17-3-1992
Assistenza ai morenti