Atto umano

Dizionario

1) Azione, comportamento di un certo tipo, spec. in quanto soggetti a un giudizio

2) Movimento, gesto

3) Manifestazione concreta di un sentimento

4) dir. Azione che produce effetti giuridici

5) Documento con o senza valore legale

6) ( al pl. ) Relazione scritta, resoconto, verbale

7) teat. Ciascuna delle partizioni di un'opera teatrale

8) ling. a. linguistico, funzione pragmatica connessa a un enunciato linguistico, che può esprimere un comando, una promessa, un ringraziamento


Viene detto atto intrinsecamente cattivo ( in latino Intrinsece malum ) quell'azione la cui connotazione morale è tale che in nessun caso potrà mai cambiare da negativa a positiva.

Si tratta di comportamenti concreti che sono moralmente cattivi sempre e per sé, ossia, per il loro oggetto, indipendentemente dalle ulteriori intenzioni di chi agisce e dalle circostanze.

In altre parole, sono azioni che, considerate a partire dall'oggetto, sono sempre e per tutti irriducibilmente in contrasto con l'ordine morale.

Atto penitenziale

L'Atto penitenziale è la parte della Celebrazione eucaristica che si colloca nei riti iniziali dopo il saluto del celebrante e prima della recita del Gloria in excelsis Deo.

È l'affidamento alla misericordia di Dio, compiuto dai fedeli e dal sacerdote davanti a Dio e alla comunità, che consente di celebrare l'Eucaristia dopo essersi riconosciuti peccatori e avere purificato il cuore da tutto ciò che ha allontanato dalla santità di vita.

Non è un pubblico riconoscimento dei propri peccati o un esame di coscienza, ma l'atteggiamento con il quale la Chiesa si pone davanti al Signore proclamando la propria debolezza e la fragilità dei suoi figli.

L'atto penitenziale non sostituisce il sacramento della Confessione, che resta necessario per l'assoluzione dei peccati gravi o mortali.

Atti degli Apostoli

Libro del NT, scritto da Luca come continuazione o seconda parte del suo Vangelo, tra l'80 e il 90 o 95.

In effetti, At riprende il racconto dell'Ascensione, con cui termina Lc e, soprattutto, in At si mostra la realizzazione delle parole di Gesù in Lc 24,47-48.

At 1,8 è un po' il programma della Chiesa e il piano che sviluppa il libro: la predicazione della buona novella a Gerusalemme, in Samaria e fino agli estremi confini del mondo.

Per questo comincia a Gerusalemme e ha il suo culmine nella predicazione evangelica nella capitale dell'impero.

Narra l'attività degli apostoli e dei loro collaboratori, concentrandosi prima su Pietro e poi su Paolo, che l'autore accompagnò in gran parte dei suoi viagg.

Non è una storia della Chiesa primitiva, ma un'opera unica nel suo genere, vicino a quello del vangelo.

Il libro degli A. si presenta come continuazione del terzo Evangelo ( v. Luca ) fin dal prologo.

Lo stile ed il vocabolario, denunziano l'identità dell'autore.

Anche la grande affinità lessicale ed ideale con le Epistole paoline è una prova che l'autore di essi sia stato, come esplicitamente si ricorda negli A., compagno del grande Apostolo; la mirabile corrispondenza delle varie parti e l'unità dell'opera reclamano un unico autore.

Fin dalle origini gli A. sono stati attribuiti a Luca autore del terzo Vangelo: Ireneo, Tertulliano, Clemente Alessandrino, Origene, i Prologhi ed il frammento del Muratori, Girolamo ed Eusebio di Cesarea, lo affermano concordemente.

Lo scopo di Luca è quello di continuare la storia evangelica raccordandola con quella del primitivo svolgersi del Cristianesimo nel mondo giudaico prima e poi in quello greco-romano ( cfr. At 1,8: mi sarete testimoni in Gerusalemme ed in tutta la Giudea e la Samaria e fino alle terre più lontane! ).

Dal prologo e da tutto il tenore dello scritto si può affermare inoltre che Luca abbia presente soprattutto i cristiani convertiti dal paganesimo.

Anche in questo si vede il discepolo di Paolo: il cristianesimo è aperto a tutte le anime di buona volontà!

Il libro fu scritto poco prima della liberazione dell'Apostolo dalla sua prima prigionia romana ( 63 d. C. ).

Gli A. videro quindi la luce in Roma.

È quel che ha dimostrato con la sola critica interna A. Harnack, nel suo celebre libro: Il medico Luca.

È certo che la prima fonte di Luca è la sua personale esperienza.

Così si spiega agevolmente come egli conosca assai bene quanto si riferisce alla cristianità di Antiochia di Siria, sua città natia ( cf. At 11,19-30; At 13,1ss ).

Dei fatti narrati nella seconda parte fu spesso teste oculare come compagno di Paolo ( At 16,10-17; At 20,5-15; At 21,1-18; At 27,1-28,16 ).

Non è improbabile che Luca abbia utilizzato un suo « diario » per quanto si riferisce agli ultimi avvenimenti degli A.

Per i primi 15 cc. può aver utilizzato qualche documento scritto ( cf. At 15,23-29 ), specialmente là dove più chiaramente si manifesta un linguaggio più semitico che greco.

In molti casi però - se non in tutti - è ben difficile secernere il documento scritto dalla fonte trasmessa oralmente.

Luca invero fu a contatto con moltissimi protagonisti della storia della Chiesa primitiva, come Pietro, Giacomo, Giovanni, Paolo ecc.; il diacono Filippo ( At 21,8-14 ); altri cristiani di Gerusalemme, di Cesarea e di Roma.

Tutto ciò ci rende garanti dell'eccezionale valore storico degli A.

Dovunque è possibile, il controllo dei dati e dei monumenti della storia profana è altamente favorevole agli A.; si tratti di Cipro, Filippi, Tessalonica, Corinto, Efeso o Malta, Luca è perfettamente al corrente delle condizioni religiose, politiche o sociali particolari.

È un'esattezza che scende fino ai termini, per indicare le varie parti dell'impero, e le varie autorità romane ad esse preposte.

Inoltre, le lettere di s. Paolo rendono agli A. mirabile testimonianza di veracità ed esattezza; esse, che non sono tra le fonti adoperate da Luca, come si è concordi a riconoscere.

« Bisogna ammirare i frequenti incontri e l'armonia generale tra lettere paoline e A.; armonia, che è tale che le lettere di s. Paolo, scritte in tempi e luoghi così diversi, vengono a porsi senza pena e senza sforzo nel quadro storico schizzato dall'autore degli A. » ( A. Sabatier ).

Per gli stessi discorsi, contenuti negli A., bisogna tener presente che si tratta di riassunti dati da Luca; è naturale che egli vi abbia lasciato l'impronta personale del suo stile, tanto più che un certo numero di essi è tradotto dall'aramaico e non c'è motivo di negarne l'autenticità sostanziale.

Un dotto tedesco, Nosgen, ha confrontato con cura il linguaggio che s. Luca attribuisce a s. Pietro e a s. Paolo negli A., con le lettere dei medesimi apostoli, e ha rilevato espressioni similari e caratteristiche che fanno grande onore alla probità storica dell'agiografo ( Renié ).

L'importanza degli A. è notevolissima per gl'insegnamenti dottrinali.

Gli A. dimostrano che « il cristianesimo primitivo aveva un carattere dogmatico, che i principali dogmi cristiani facevano parte, fin dall'origine, del deposito della fede, che il cristianesimo della fede si identifica col cristianesimo della storia, che la gerarchia, nelle sue linee essenziali, risale agli apostoli e per essi a Gesù, infine che la Chiesa ha sempre posseduto una forma sociale » ( Brassac-Renié ).

Si è spesso detto che gli A. sono l'evangelo dello Spirito Santo ( cf. Crisostomo, Hom. 1,5; PG 60, 21 ); in realtà, essi attestano come il divino Spirito ha operato nella Chiesa primitiva, dirigendo gli Apostoli nel loro compito missionario.

Tutto ciò appare evidente dal semplice schema del libro.

Gli A. si sogliono dividere comunemente in due parti, precedute da una introduzione generale ( c. 1 ):

la prima ( cc. 2-12 ) parla della fondazione della Chiesa e dei suoi inizi in Palestina e dintorni ( = « Atti di Pietro » ),

la seconda ( cc. 13-18 ) narra la diffusione della Chiesa tra i Gentili ( = « Atti di Paolo » ).

Il testo degli A. ci è giunto in tre recensioni:

a) « Orientale », i cui testimoni principali sono rappresentati dai codici Sinaitico, Vaticano, Alessandrino ed altri importanti.

Anche la Volgata gerolimiana, datata dal 383, la ver. siriaca « filoxeniana », la copta, boarica e menfitica seguono questo testo; antichi Scrittori ecclesiastici, come Clemente Alessandrino, Origene e dal IV sec. tutti i Padri.

b) « Occidentale », rappresentata nel cod. di Beza, nel Palinsesto di Fleury del V-VI sec., nella versione filoxeniana, ritoccata da Tommaso di Eraclea nel 616, nelle antiche versioni latine ed anche in Ireneo, Tertulliano, Cipriano ed Agostino.

c) « Mista », rappresentata dal cod. E « Laudianus », greco-latino del sec. VI-VII, dal « Gigas » del sec. XIII, dal minuscolo 137 e in forma frammentaria presso il cod. Bobbiese del V-VI sec. e nel Parigino del sec. XIII della Nazionale 321.

Si ritrova in Lucifero di Cagliari ed in Beda, specie nelle Retractationes in Act. Ap.

Non merita di essere presa in considerazione la forma mista, d'evidente tendenza all'armonizzazione.

Delle due forme rimanenti, l'occidentale è caratterizzata da numerose addizioni, da qualche omissione e da un modo di procedere talvolta parafrastico.

I critici preferiscono il testo orientale, che si presenta più raccomandabile sia dalla critica testuale interna che dal valore e dal numero dei codici che lo contengono: ha tutti i caratteri della priorità e della genuità, nonostante la grande diffusione ed antichità del testo occidentale.

Questo ha dei dettagli curiosi e pittoreschi, anche veridici.

Il Prat dà la possibile genesi di questo testo occidentale, ricercando la tra gli amici stessi di Paolo e di Luca e dei protagonisti degli A.: per costoro era una tentazione troppo forte aggiungere al testo di Luca qualche notizia e qualche precisazione ritenuta importante e così salvarla dall'oblio.

Atti apocrifi

Come i Vangeli apocrifi, gli Atti apocrifi pretendevano, in qualche modo, di colmare le lacune esistenti nel Nuovo Testamento, ma servirono soltanto per diffondere le tesi di gruppi eretici sotto la parvenza di autorità apostolica.

Fra essi si distinguono:

I. Gli Atti di Paolo, della fine del II secolo; si dividono in tre opere conosciute con i nomi di: Atti di Paolo e Tecla, Corrispondenza di san Paolo con i Corinzi e Martirio di san Paolo.

La prima opera ebbe un'enorme influenza sulla letteratura e sull'arte cristiana.

II. Gli Atti di Pietro.

Composti verso la fine del II secolo.

Di quest'opera ci sono giunti alcuni frammenti: Atti vercellensi o di Pietro con Simeone - di influenza docetista -, il Martirio di san Pietro - di influenza gnostica - e il Martirio del santo apostolo Pietro, scritto da Lino, la cui redazione finale risale al VI secolo.

III. Gli Atti di Pietro e Paolo, scritti verso il III secolo.

IV. Gli Atti di Giovanni, redatti verso l'anno 150, nei quali si riscontrano influssi docetisti.

V. Gli Atti di Andrea, scritti nella seconda metà del III secolo e attribuiti a Leucio Carino, fortemente eretici.

VI. Gli Atti di Tommaso, gli unici dei quali possediamo il testo completo.

Vennero redatti nella prima metà del III secolo e in essi risulta chiara l'influenza gnostica.

VII. Gli Atti di Taddeo, basati sulla supposta corrispondenza fra Gesù e Abgar o Abgaro, re di Edessa.

Vennero scritti nella prima metà del secolo III.

Oltre a quanto detto, nei secoli IV e V vennero scritti molti atti apocrifi riferiti agli apostoli ( Matteo, Filippo, Bartolomeo, ecc. ) e ai loro discepoli diretti ( Barnaba, Timoteo, Marco, ecc. ).

Atti dei Martiri

Si definisce così una serie di documenti storici nei quali si raccolgono le testimonianze delle sofferenze dei martiri cristiani a causa delle persecuzioni.

Quasten ha diviso tali fonti in tre gruppi.

Il primo sarebbe formato dai verbali dei processi di fronte al tribunale, ad esempio: gli Atti di san Giustino e compagni, gli Atti dei martiri scillitani in Africa o gli Atti proconsolari di san Cipriano, e questi costituirebbero gli " Atti dei martiri " nel vero senso del termine.

Il secondo gruppo sarebbe costituito dalle " passiones " o " martyria ", rapporti di testimoni oculari o contemporanei, ad esempio: Il martirio di Policarpo, la Lettera delle Chiese di Vienne e di Lione alle Chiese di Asia e Frigia, la Passione di Perpetua e Felicita, gli Atti dei santi Carpo, Papilo e Agatonica, gli Atti di Apollonio.

Il terzo conterrebbe le leggende dei martiri redatte molto tempo dopo il martirio a scopo di edificazione, ad esempio: gli Atti del martirio di santa Agnese, santa Cecilia, san Cosma e san Damiano, ecc., il cui valore storico è praticamente nullo.


Catechismo della Chiesa Cattolica

Fede come atto umano 154
-- 155
-- 180
Consenso matrimoniale come atto umano, 1625-32; 1625-32
Il vincolo matrimoniale 1640
Oggetto dell'atto umano 1751
Atto umano moralmente buono 1755
-- 1760
Atto umano moralmente disordinato 1761
Circostanze e conseguenze dell'atto umano 1754
Intenzione dell'atto umano 1752-53
-- 1756
Libertà dell'atto umano 1731
-- 1744
-- 1745
-- 1782
-- 2008
-- 2106
Moralità dell'atto umano 1709
-- 1749-56
-- 1757-61
-- 1805
-- 1813
-- La diversità dei peccati 1853
-- 1954
-- 2085
-- 2157
Atti del penitente Comp. 302; 303
Atto umano Comp. 76; 344; 363; 368; 369
v. Azione/agire; Uomo; Passioni

Codice Diritto Canonico

amministrativi singolari 35
interpretazione 36
in foro esterno devono essere dati per scritto 37
validità delle condizioni apposte 39
cessazione 46
revoca 47
giuridici: requisiti e presunzione di validità 124
si ritengono non posti se viziati da violenza 125 § 1
sono rescindibili se viziati da timore grave o dolo 125 § 2
quando sono invalidi 126
consiglio e consenso in ordine alla validità degli atti 127
danni derivanti da un atto illegittimo ecc., obbligo di riparare 128
collegiali: delle persone giuridiche 119
del Collegio dei Vescovi 337 § 2
dell'elezione 173 § 4
dell'eletto non confermato, sono nulli 179 § 4
dei Concili particolari 446
della Curia 474
del Romano Pontefice 1372
della Sede Apostolica ( Acta Apostolicae Sedis ) 8
di amministrazione straordinaria 1277
di amministrazione ordinaria 1281 § 2
v. Amministrazione dei beni
posti invalidamente dagli amministratori 1281 §§ 1 e 3
v. Amministratori
giudiziari 1472
devono essere trasmessi al tribunale superiore
in caso di appello 1474 § 1
traduzione 1474 § 2
i notai non ne possono rilasciare copia senza mandato del giudice 1475 § 2
della causa 1472 § 1
  1552
del processo 1472 § 1
  1511
  1552
dell'indagine previa nel processo penale 1719
nullità degli atti quando sono sanate dalla sentenza 1619

Summa Teologica

… puro ( Dio ) I, q. 3
… sessuale
v. Debito coniugale; Rapporto coniugale attrizione Spl q. 1
  Spl. q. 3