Totalitarismo

… e cristianesimo

La dottrina sociale della Chiesa si è opposta alla statolatria socialista, fascista e nazista, nonché all'idolatria del mercato assunto dal liberismo come "legislatore supremo": essa ha affermato il valore assoluto della dignità e dell'autonomia personali e la difesa del pluralismo sociale, economico e politico ( v. sussidiarietà ), fondandoli sull'inaccettabilità di una riduzione dell'uomo a semplice elemento di costruzioni giuridico-istituzionali a seguito del disconoscimento di ogni conseguenza pratica del suo essere creatura di Dio.

Chiesa e fascismo

Per Pio XI ( v. ) la regalità di Cristo, re dell'universo, su tutti gli aspetti della vita umana ( compresi dunque quelli sociali e politici ) stimola e sospinge la Chiesa a farsi "maestra e guida delle altre società tutte quante" ( Ubi Arcano Dei, 1922 ) e del connesso progetto di restaurazione cristiana "nella vita individuale, domestica e civile".

Lo scontro con la natura totalitaria del fascismo apparve inevitabile e significativamente emerse nel 1931 sul punto nevralgico dell'educazione della gioventù, avocata in via esclusiva a sé dal regime.

A soli due anni dal Concordato, stipulato nella convinzione che la pace politico-religiosa è una delle condizioni della pace sociale, nell'enciclica Non abbiamo bisogno Pio XI parlò dell'inaccettabilità della "statolatria pagana" insita nell'ideologia fascista, peraltro senza che ciò impedisse, superata la crisi, il ristabilirsi di rapporti sostanzialmente buoni sino all'introduzione nel 1938 della legislazione razziale.

La condanna dei totalitarismi

Nel 1937 una sequenza di tre encicliche ( v. dottrina sociale ) contro nazismo, comunismo e laicismo ribadì in modo definitivo l'argomento essenziale per la condanna di ogni totalitarismo confermando l'esistenza di diritti inalienabili della persona, che vanno tutelati "da ogni attentato della comunità che avesse per scopo di negarli, abolirli o impedirne l'esercizio" ( Mit brennender Sorge, 8 ), sino ad ammettere la liceità dell'azione anche violenta di difesa contro governi oppressivi o dittatoriali ( Firmissimam constantiam, 19; posizione confermata nel 1967 da Paolo VI nella Populorum progressio, 30-31).

In Germania la riflessione sul rapporto cristianesimo-nazismo maturava, in ambito luterano all'interno della Chiesa confessante ( v. ) e nei suoi esponenti di punta D. Bonhoefter ( v. ) e M. Niemòller ( v. ).

Pio XII operò il superamento del tradizionale indifferentismo della Chiesa nei confronti del tipo di regime politico, affermando l'impossibilità di una democrazia sociale che prescindesse da una cornice politico-istituzionale democratica ( v. democrazia e cristianesimo ) ed esaltando lo Stato di diritto quale unica strada per riconciliare azione dello Stato e morale, nell'ottica del "regno come servizio".

v. Comunismo e cristianesimo; Democrazia e cristianesimo

Concilio Ecumenico Vaticano II

 

È inumano Gaudium et spes 75
v. Dittatura

Compendio della dottrina sociale

Visione totalitaristica, società e Stato 48
Chiesa e tentazione totalitaristica 51
Quadragesima anno e regimi totalitari 91
Pio XI e regimi totalitari 92
Partecipazione e Paesi a regime totalitario 191
Stato, mercato e costrizioni totalitarie 352
Democrazia senza valori e totalitarismo 407
Comunità politica e ideologie totalitarie 417