Meditazioni per le domeniche dell'anno

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MD 77

XXIV domenica dopo Pentecoste
( Mt 24,15-35 )

Il peccato e la sregolatezza in una Comunità sono l'abominazione e la desolazione nel luogo santo

1 Gesù Cristo dice nel Vangelo di oggi che quando l'abominazione della desolazione sarà nel luogo santo ( Dn 9,27 ), allora quelli che sono in Giudea, fuggano sui monti ( Gdc 6,2; 1 Sam 13,6; 1 Sam 22,1; Gen 19,17 ).

Nessuno può mettere in dubbio che una Comunità sia un luogo santo; si può anzi affermare di una Comunità in cui Dio è ben servito, ciò che dice Giacobbe nella Genesi e cioè che il Signore è davvero in quel luogo, che è la casa di Dio e la porta del Cielo ( Gen 28,17 ).

Se si considera la sua istituzione e il suo fine, si può anche dire di essa ciò che si dice a proposito del Tempio costruito da Salomone e cioè che Dio si è scelto quella dimora e che l'ha santificata perché il suo Nome vi fosse benedetto in eterno, perché è lì che è spesso invocato, e quelli che vi vanno si riuniscono o almeno dovrebbero lì riunirsi per raggiungere la salvezza attraverso la santificazione delle loro anime.

Per lo stesso motivo, questo luogo è considerato la porta del Cielo, perché porta sul giusto sentiero e dispone a percorrerlo.

Questo doveva essere il fine principale, che dovevate avere, entrando in questa Comunità ed è quello che deve convincervi a restarvi.

Per questo motivo vi siete ritirati dal mondo e vi siete spontaneamente obbligati a condurre una vita di pietà.

Sarete stati davvero schiocchi se vi foste venuti con un altro scopo, perché - come dice il re-profeta - è opportuno, ed è anche giusto, che la santità si trovi nella casa del Signore ( Sal 93,5 ).

Se questo luogo è infinitamente santo è anche giusto che chi vi dimora e partecipa alla santità del luogo, sia anch'egli santo.

Siete entrati in questa casa come nella casa del Signore?

Vi siete venuti per santificarvi?

La vostra preoccupazione principale è quella di prendere i mezzi per diventare davvero santi?

Pensate spesso a quanto ripeteva sant'Eucherio vescovo di Lione, e cioè che il soggiorno in una casa santa è fonte o di un'altissima perfezione o di una assoluta dannazione?

2 Si potrebbe applicare a molti che vivono in Comunità quanto Gesù Cristo disse nel Vangelo a quelli che trovò a vendere e a comprare nell'atrio del Tempio: La mia casa è una casa di preghiera.

Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri ( Lc 19,46 ).

Dovevano, infatti, venirvi solo per attendere all'orazione e agli altri esercizi di pietà e invece, trascurando ogni azione santa, riempirono il loro spirito di cose esteriori e profane.

Acquistando lo spirito del mondo, diventano irregolari e spesso, se non cambiano condotta, precipitano in peccati considerevoli.

Sono essi dunque che introducono l'abominazione della desolazione nel luogo santo ( Mt 24,15 ).

Non è infatti, una abominazione la vita sregolata e peccaminosa che si conduce in una casa che dovrebbe lasciarsi guidare solo dallo spirito di Dio?

Se poi queste persone che si sono consacrate a Dio e al suo servizio e che dovrebbero respirare solo Dio e piacere solo a lui, lo trascurano o lo abbandonano completamente perché se ne sono disgustate, preferendo accontentare i loro gusti e persino le loro passioni, non sono esse la vera desolazione in una Comunità?

Certo che lo sono perché, non essendoci più Dio, non c'è più né unione né pace.

Chi si comporta così è davvero un ladro, come l'ha definito Gesù stesso, perché, ruba il pane che mangia e perché occupa il posto di un altro che vivrebbe secondo lo spirito e la regola di quella Comunità.

State molto attenti a non cadere in una simile disgrazia. 

3 Benché alcune Comunità siano poco regolari, Dio ha sempre servi fedeli che ne conservano lo spirito; se ne riserva sempre alcuni che, come diceva egli stesso a Elia, non si inginocchiano davanti a Baal ( 1 Re 19,18 ), diffidando cioè dello spirito del mondo e osservano, meglio che possono, le Regole e le pratiche comunitarie.

Sono essi che vi mantengono ancora il timor di Dio e questo è il motivo per cui Dio non distrugge quella Comunità, come distrusse Sodoma e Gomorra, che avrebbero evitato i terribili effetti della sua ira se in esse si fossero trovati dieci giusti ( Gen 18,32 ) come disse Dio ad Abramo.

È ad essi che Gesù dice nel Vangelo odierno che bisogna fuggire sui monti, bisogna fuggire cioè la compagnia degli altri, per non seguire la lor vita sregolata, per non rovinarsi al contagio del cattivo esempio e raggiungere Dio con l'orazione.

Pregate Dio di conservare sempre il suo Santo Spirito nella vostra Comunità e ripetetegli spesso con David: non respingermi, o Dio, della tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito ( Sal 51,13 ).

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