Trattati brevi

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Trattato IX

Mezzi che possono aiutare i Fratelli delle Scuole Cristiane a compiere bene le loro azioni

Avvertenza

Se vogliamo agire con la perfezione che Dio richiede da noi, dobbiamo anzitutto evitare ogni leggerezza e precipitazione, e prima di intraprendere qualsiasi azione, prendere tempo per riflettere su questi quattro argomenti e poi deliberare:

1. Se ciò che stiamo per fare o per dire non è contrario alla legge di Dio e non l'offende minimamente.

2. Se non ci allontana dal nostro dovere e dagli obblighi del nostro stato, che dobbiamo compiere alla perfezione e preferire a qualsiasi altra buona azione.

3. Se non è contrario alle Regole della Comunità né alle decisioni che abbiamo preso per comportarci bene.

4. Se non si oppone a un bene maggiore, sia nei nostri riguardi che in quelli del prossimo.

Fatte queste brevi riflessioni, è opportuno restare in intima contemplazione di N.S.G.C. mentre compiva quella stessa azione e poi iniziare, continuare e terminare quella che stiamo compiendo, uniti a lui e con l'intento di imitarlo con la maggiore perfezione che ci è possibile.

Alzata

Appena svegli, rivolgete il vostro animo a Dio e, fin dal primo tocco di campana, immaginate che sia Gesù a rivolgervi queste parole: Svegliati, tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà ( Ef 5,14 ), o queste altre del Cantico dei Cantici: Alzati, amica mia, mia bella e vieni, mia colomba ( Ct 2,14 ).

Fate risuonare nel vostro animo queste parole: Mi alzerò a cercare l'amato del mio cuore ( Ct 3,2 ).

Alzatevi prontamente e con fervore, esattamente all'ora stabilita dalle Regole, e non esitate neanche un istante.

Vestitevi alla svelta, pensando a Dio e, mentre indossate gli abiti, pregatelo che vi rivesta del suo spirito dicendo nell'intimo del cuore: Rivestimi dell'uomo nuovo creato, secondo Dio, nella giustizia e nella santità ( Ef 4,24 ).

Una volta vestiti, restate alla presenza di Dio considerandovi un nulla e riconoscendolo come il vostro Creatore e Sovrano Signore che vi ha dato la vita e che ve la conserva solo perché la trascorriate al suo servizio.

Osservate fedelmente il silenzio fino a dopo l'orazione, sospirando il momento di iniziarla.

Fate fin da questo momento, il proposito di essere esattissimi e puntualissimi a tutti gli esercizi comunitari perché, spesso, la fedeltà agli esercizi giornalieri dipende da questa prima azione e decisione.

L'orazione

Stimate molto il santo esercizio dell'orazione, tanto più che è il fondamento e il sostegno di tutte le virtù come anche la fonte dei lumi di cui abbiamo bisogno per santificarci e per compiere bene il nostro ufficio.

Siate sempre fedeli a recarvi - al primo tocco di campana - nel luogo dove si farà orazione e non consideratevi esenti da colpa se arrivate in ritardo, anche di pochi minuti.

Cercate - per umile sentimento di voi stessi e per spirito di regolarità - di seguire sempre il metodo e le vie ordinarie dell'orazione, tranne che Dio vi conceda un'attrattiva particolare che conviene, comunque, esaminare a fondo.

Accetterete di seguirla solo dopo aver consultato il vostro Direttore e averne ricevuto l'approvazione.

Non cercate, però, nulla di sensibile nell'orazione; prendete in considerazione solo ciò che è di fede e che può aiutarvi a odiare e distruggere il peccato, a distaccarvi dalle creature e a imitare Gesù Cristo - cercando di rassomigliargli il più possibile - soprattutto nella pratica delle virtù che ha praticato.

Preoccupatevi di non sciupare il tempo destinato all'orazione, dedicando la maggior parte di esso agli affetti e alle risoluzioni più che ai ragionamenti e alle considerazioni.

Non fate propositi vaghi e generici, studiateli nei loro particolari ed escogitate i mezzi per attuarli.

Perseverate continuamente nell'orazione, dedicandole il tempo prescritto dalle Regole; prediligetela - soprattutto nei momenti di aridità e di tentazione - qualunque sia il fastidio o la difficoltà che possiate incontrarvi.

Consideratevi davvero fortunati se Dio non vi inabissa a motivo dei vostri peccati, e ammettete che è già molto se vi sopporta alla sua santa presenza.

Quando conversate con Dio nell'orazione, ovvero pensate a lui, non dimenticate di rivolgere uno sguardo sulla vostra miseria morale e sull'infinita vostra indegnità.

Vi sarà più facile, così, restare alla presenza di Dio con profondo rispetto e annientamento di voi stessi.

L'ufficio

Mettete, nella recita dell'ufficio della SS.ma Vergine, tutta l'attenzione di cui siete capaci, assieme a un grandissimo rispetto sia interiore che esteriore.

Cercate di riflettere, meglio che potete, al significato delle parole e ai misteri in esse celati o, semplicemente, alla presenza di Dio e alle virtù della Vergine SS.ma.

Prima di iniziare la recita, indugiate un momento per rientrare in voi stessi e riflettere.

Entrate, quindi, nelle disposizioni che aveva Gesù mentre pregava nell'Orto degli ulivi, perché anche voi rappresentate un pubblico penitente che prega, loda e ringrazia Dio in nome di tutta la Chiesa o, come nel nostro caso, della Comunità.

Il vostro atteggiamento sia il più modesto, il più rispettoso e il più edificante possibile.

Preparatevi a dire l'ufficio - prima ancora che inizi - sia interiormente che esteriormente, riflettendo sulla formula iniziale: Aperi, Domine.

Riflettete soprattutto sugli avverbi:

digne: degnamente;

attente: attentamente;

devote: devotamente.

Finita la recita dell'ufficio, concludetelo, come si fa per l'orazione:

ringraziando Dio;

esaminandovi su come l'avete fatto;

pentendovi delle negligenze commesse.

La santa Messa

Siate sempre molto modesti e molto rispettosi quando siete in chiesa; osservando un silenzio assoluto, tranne in caso di estrema necessità; fatelo, comunque, sottovoce e in poche parole.

Tenete gli occhi bassi o rivolti a qualche oggetto di devozione e non prendetevi mai la libertà di guardare di qua e di là.

Richiamate spesso il ricordo della presenza di Dio e dell'atteggiamento rispettoso che gli Angeli hanno quando sono al cospetto della sua divina Maestà.

Durante la celebrazione della Santa Messa, tenetevi sempre uniti alle disposizioni di Gesù Cristo vittima, che si è immolato per la gloria di suo Padre.

Non omettete mai di fare la preparazione e il ringraziamento.

Per ascoltare con frutto la Santa Messa, usate il metodo che segue; esso, però, non deve impedirvi di ascoltarla secondo l'intenzione della Chiesa che offre questo Sacrificio per i quattro fini comuni ai sacrifici dell'antica legge:

eucaristico: per ringraziare Dio;

propiziatorio: per ottenere il perdono dei peccati;

impetratorio: per domandargli le grazie;

olocausto: per onorare Dio e assicurargli i nostri servizi.

Metodo per partecipare con profitto alla santa Messa

Per partecipare con profitto alla Santa Messa, è necessario entrare nelle intenzioni e nei sentimenti del sacerdote che l'offre, che sono, poi, quelli che la Chiesa vuole ispirargli attraverso i vari momenti di questo santissimo e adorabile sacrificio.

Il sacerdote da inizio alla Santa Messa stando ai piedi dell'altare e umiliandosi al ricordo e alla considerazione dei peccati di cui si è caricato:

1. dei suoi;

2. di quelli dei fedeli che assistono;

3. di quelli di tutti i fedeli per i quali eleva una pubblica preghiera, celebrando questo sacrificio, e per i quali esso è visibilmente offerto;

4. e perfino dei peccati di chi non fa parte della Chiesa, per il quale, però, può pregare segretamente per chiedere a Dio la sua conversione considerando che, in questo sacrificio, tiene il posto di Gesù Cristo.

1. Se anche noi vogliamo partecipare alle disposizioni che ha il sacerdote all'inizio della Santa Messa, dobbiamo nutrire profondi sentimenti di umiltà e presentarci a Dio come un essere miserabile, annientato dal peso dei suoi peccati e indegno, perciò, di assistere al suo santo sacrificio e di rendergli l'onore e i doveri di adorazione che gli rende la Chiesa per mezzo del sacerdote e con il sacerdote, nella persona di coloro che vi assistono.

2. il sacerdote confessa poi i suoi peccati: confessiamo anche noi a Dio i nostri peccati nell'intimo della nostra coscienza e confondiamoci per averne commessi tanti e tanto gravi.

Uniamoci alla confusione che Gesù Cristo - benché fosse innocente - provò durante l'orazione nell'Orto degli ulivi.

Oppure a quella che, in questo momento, prova il celebrante, sia esteriormente che interiormente; egli che - per aderire alle intenzioni che ha la Chiesa - accetta di portare su di sé i nostri peccati anche se si sente schiacciato sotto il loro peso, perché vuole riuscire a distruggerli e ad annientarli in virtù di questo sacrificio.

3. Si fa, quindi, insieme al sacerdote, un atto di contrizione per chiedere a Dio, con cuore contrito e umiliato, perdono dei nostri peccati e per rendere a lui gradita e di lui degna l'offerta che, durante il santo sacrificio, gli facciamo di noi stessi, nel limite - s'intende - concesso alla nostra debolezza.

4. fino al Gloria si resta in questo atteggiamento interiore, unendoci ai santi Angeli e al sacerdote celebrante per adorare Gesù Cristo che viene in questo mondo per distruggere il peccato.

Lo ringrazieremo anche, in unione con la Chiesa, di un così grande beneficio con il quale procura, agli uomini di buona volontà, la pace interiore e l'abbondanza delle sue grazie.

5. Dalla colletta fino all'offertorio ci confermeremo nella fede, confortati dalle verità contenute nei brani scritturali che il sacerdote ha letto ai fedeli.

Nel simbolo degli Apostoli - che si recita subito dopo - chiederemo a Dio, in unione con la Chiesa, le illuminazioni necessario per capire bene queste verità, come anche le grazie di cui abbiamo bisogno per gustare le sante massime che vi sono sparse, soprattutto nelle Epistole dei Santi Apostoli e nel Santo Vangelo, di cui la Chiesa si serve per istruire i fedeli, perché riescano a metterle in pratica.

6. Dall'offertorio fino al prefazio, mentre il sacerdote offre a Dio il pane e il vino preparati per il sacrificio, perché siano completamente purificati, ci uniremo al sacerdote e a Gesù stesso per offrire - come una vittima a lui completamente consacrata - il corpo, i sensi, le inclinazioni e le passioni, perché siano crocifissi con lui e consumati in suo onore, attraverso la pratica della mortificazione.

Proprio come avviene con il pane e con il vino che, durante il sacrificio, saranno distrutti e trasformati e di cui resteranno solo gli accidenti.

Ricordiamoci anche di offrire a Dio le sofferenze della giornata, con la disposizione interiore di sopportarle per suo amore.

7. Nel momento che intercorre tra il prefazio e la consacrazione ci uniremo ai santi Angeli per rendere a Dio i nostri doveri e ringraziarlo della grande condiscendenza che gli fa accettare, come fosse un onore, il sacrificio che gli offriamo.

Pregheremo per la Chiesa, in modo speciale per i Fratelli e gli alunni e anche per le necessità della Comunità; offriremo a Dio la nostra anima con le facoltà e i movimenti che le sono propri, in modo da riuscire a consacrarci a lui con l'attenzione che vi metteremo e riuscire a pensare a Dio durante la giornata, ad amarlo, a non avere altro movimento e a compiere ogni nostra azione per fargli piacere.

Resteremo sempre uniti a Nostro Signore Gesù Cristo che - proprio in questi momenti - il sacerdote si dispone a fare scendere sul santo altare a onore e gloria del suo eterno Padre.

8. Dalla consacrazione alla recita del Pater continueremo ad adorare Gesù realmente presente sulla sacra mensa e ci uniremo interiormente a lui per partecipare alle sue disposizioni di vittima, di adoratore del Padre, di mediatore e conciliatore tra lui e gli uomini.

Queste sono le disposizioni che - come si rileva dalle preghiere del celebrante - ha Gesù in quel momento.

Gli chiederemo di liberarci completamente dal peccato, in modo da essere - come lui - una vittima senza macchia, santa e gradita al Padre celeste.

Al momento dei defunti ci uniremo al sacerdote per chiedere a Dio di accogliere benevolmente questo divino sacrificio e di renderlo proficuo sia per i vivi che per i defunti.

9. Dal Pater fino alla Comunione reciteremo l'orazione domenicale unendo il nostro animo a quello del sacerdote; ci disporremo, quindi, a ricevere l'Eucaristia - se intendiamo farlo -, altrimenti ci raccoglieremo per fare una comunione spirituale, chiedendo a Nostro Signore il suo santo Spirito e promettendogli di agire solo per lui e di vivere la sua vita, come uno delle sue membra.

Ci abbandoneremo completamente a lui per partecipare alle sue virtù, ai suoi meriti e alle sue grazie, secondo la richiesta che, durante questi momenti, il sacerdote fa per sé e per la Chiesa.

10. Dalla Comunione alla benedizione ringrazieremo Dio della grazia che ci ha concesso permettendoci di assistere al santo sacrificio, come anche delle grazie speciali che ci ha elargito durante la sua celebrazione, attraverso la mediazione di suo figlio Gesù Cristo Nostro Signore.

Gli chiederemo, per suo mezzo, di farci profittare il più possibile di questo sacrificio.

Questa, infatti, è la preghiera che, in questo momento, il sacerdote fa per sé, per la Chiesa e per tutti i fedeli presenti.

11. Durante la benedizione ci uniremo al sacerdote per ricevere anche noi la sua santa benedizione, come se fosse Dio a benedirci.

Gli chiederemo di benedire noi e le azioni della giornata e di non permettere che una sola di esse gli riesca sgradita.

12. Durante la lettura del Vangelo di san Giovanni che proclama la grandezza e l'eccellenza del Verbo divino ed esalta la bontà che ha avuto accondiscendendo a venire in questo mondo per salvarci ad ogni costo, ringrazieremo N.S. Gesù Cristo dei suoi attestati di amore e lo pregheremo di non tollerare la nostra ingratitudine nei suoi confronti ( che renderebbe inutili le sue sofferenze ) e le nostre infedeltà nel corrispondere alle sue numerose grazie.

La lettura spirituale

Fatela sempre sui libri che vi da o vi consiglia il Direttore; prima di iniziarla mettetevi, però, alla presenza di Dio e chiedetegli - magari con una breve preghiera - le grazie e le illuminazioni necessarie per capire e praticare quanto leggerete.

Evitate di leggere per curiosità e non affrettatevi ad arrivare alla fine del volume, ma fate - ogni tanto - una sosta per gustare ciò che leggete.

Controllate ed esaminate gli ostacoli che vi impediscono di mettere in pratica ciò che state leggendo e, se ritenete che potete praticarlo e non lo fate, chiedetevi perché.

Considerate il libro che leggete come una lettera inviatavi da Nostro Signore Gesù Cristo per manifestarvi la sua volontà, soprattutto se si tratta di testi scritturali che dovete leggere con profondissimo rispetto e che dovete rispettare fino alla più breve espressione.

Leggete la Parola di Dio sottomettendole la vostra intelligenza; praticate quanto capite, adorate ciò che non capite e, se a volte non arrivate a capirlo, domandatene il significato alle persone competenti.

Riandate spesso con la mente alle pagine che avete gradito di più e imprimetele nel vostro cuore.

Terminata la lettura, non mancate di ringraziare Dio delle verità che avete maggiormente gustato e che avete fissato nella mente, e pregatelo di aiutarvi a metterle in pratica.

L'esame

Rendetevi frequente e cara la pratica dell'esame.

Oltre a quelli ordinari, che si fanno durante la giornata, fatene uno, magari più breve, alla fine di ogni azione, soprattutto dopo l'Orazione, l'Ufficio, la Santa Messa, i pasti… per rendervi conto se avete fatto quanto era necessario fare per compierlo bene; esaminatevi anche sulle trasgressioni che vi avete commesso.

Oltre all'esame delle colpe commesse durante la giornata, ne farete uno più particolareggiato, prendendo di mira un solo difetto o una sola virtù, e lo fisserete intorno a mezzogiorno, prima del pranzo.

Farete questi esami secondo i cinque punti di sant'Ignazio:

1. Implorando l'assistenza dello Spirito Santo.

2. Ringraziando Dio dei suoi benefici.

3. Cercando accuratamente le colpe commesse.

4. Provando rimorso, vergogna e confusione.

5. Facendo qualche buon proposito e cercando i mezzi per attuarlo.

Gli elementi più importanti di questo esame sono, ovviamente, il dolore e la confusione, congiunti a propositi efficaci.

Abitualmente dovete insistere più su questi due punti che sugli altri e dedicarvi ad essi con maggiore impegno.

I pasti

Consideratevi un povero mendicante, al quale si da da mangiare per elemosina e che non ha nulla da dire a proposito di quanto riceve, anche se fosse preparato male.

Siate sempre contenti di quanto ricevete, non chiedete nulla di speciale, conformatevi in tutto alle usanze della Comunità.

Considerate che anche il cibo più insipido non può essere neanche lontanamente paragonato a ciò che debbono inghiottire i dannati dell'inferno, dove andrete a finire anche voi, se Dio non ve ne preserva con la sua misericordia.

Non tralasciate di mortificarvi in qualche cosa, ma fatelo sempre con molta discrezione, per non apparire eccentrici.

Pensate con piacere al banchetto celeste a cui prenderete parte per l'eternità, se ora vi private volentieri di qualcosa per amore di Dio.

Scendete spesso, con il pensiero, all'inferno per rendervi conto di come sono trattati i sensuali.

Osservate un profondo silenzio durante i pasti, state attenti alle letture di tavola e riuscirete meglio a sgombrare il vostro animo e a distoglierlo dai piaceri della buona tavola.

Considerate il mangiare come una necessità, che vi pone al livello delle bestie; perciò i Santi gemevano quand'erano costretti a compiere questa azione animalesca, pensando ai Beati che in cielo, trascorrono il loro tempo lodando Dio.

La ricreazione

Dedicate ogni giorno, dopo i pasti, un po' di tempo alla ricreazione.

Tornerete così con maggior attaccamento e maggior diligenza agli esercizi.

Considerate questi momenti di distensione come quelli che Nostro Signore concedeva, ogni tanto, ai suoi Apostoli, quando diceva loro: Venite a riposarvi con me ( Mc 6,31 ).

Non andateci, però, con eccessivo entusiasmo e troppa espansività; state attenti a non dissiparvi e a non dimenticare che siete alla presenza di Dio; non abbandonatevi a un riso clamoroso e smodato o a qualche altro atteggiamento poco dignitoso; comportatevi, invece, con la gravita e con la decenza che sono proprie dei cristiani, ma soprattutto di chi ha abbandonato il mondo e le cui azioni debbono essere sante e edificanti.

Bandite completamente gli scherzi e le conversazioni sciocche sugli avvenimenti mondani.

Non rivolgetevi ai Confratelli con termini volgari, incivili o sconvenienti ma trattateli sempre con deferenza e rispetto.

Rendete utili e cristiane le ricreazioni; parlate sempre di cose buone e comportatevi come una persona che conversa già con il cielo ( Fil 3,20 ) e la cui modestia è nota a tutti ( Fil 4,5 ).

Il silenzio

Stimate e osservate volentieri il silenzio, che è custode di tutte le virtù e l'ostacolo a ogni vizio.

Il silenzio stronca la maldicenza e ogni parola contro la carità, la verità e la modestia; ci permette di occuparci solo di tutto ciò che è necessario; allontana la dissipazione provocata, appunto, dalle conversazioni troppo frivole e dai discorsi inutili.

Tenete a mente che, spesso, chi non riesce a contenere le chiacchiere, non riuscirà certo a diventare spirituale.

È invece certo che non peccare con la lingua è un mezzo sicuro per raggiungere presto la perfezione.

Non cedete alla smania di parlare se non è proprio necessario, tranne che sia il momento della ricreazione o che la necessità vi ci costringa.

In questi casi fatevi autorizzare prima e intervenite, quindi, con grande contegno, sottovoce, e sbrigatevi in poche parole.

Evitate di parlare perfino delle cose necessarie, se possono essere rimandate ad altro momento.

Questa rinuncia è molto proficua e aiuta molto a fare progredire un'anima che è già sulla via della perfezione.

Le grazie, infatti, e le ispirazioni divine sono simili a un liquore che si altera ed evapora a motivo della superfluità delle parole.

Cercate di unire sempre il silenzio interiore a quello esteriore della lingua; dimenticate le creature e pensate solo a Dio e alla sua santa presenza e cercate di conservarne sempre il ricordo.

Il rinnovamento

Abbiamo continuamente bisogno di rinnovarci interiormente, perché la natura ci porta sempre alla rilassatezza.

Ci capita, e anche facilmente, di venire meno ai seri propositi che facemmo quando decidemmo di entrare al servizio di Dio.

E necessario, quindi, che oltre al ritiro annuale troviate e dedichiate un'ora della settimana a questa ripresa: questo, appunto, raccomandano le Regole.

Potrebbe essere il giorno che precede l'appuntamento che abbiamo preso con il Direttore per il rendiconto di coscienza.

Dedicate interamente quest'ora all'orazione e alla lettura spirituale, durante la quale passerete in rassegna il Direttorio, le Regole e i propositi fatti precedentemente.

Chiedetevi con molta onestà se, nel vostro modo di agire, avete tenuto sempre presente gli ordini di Dio e ciò che vi eravate proposto.

Se è necessario, registrate su un quadernetto le colpe che avete notato durante la settimana: questa precisazione vi permetterà di essere più esatti nel rendiconto che farete al Direttore.

Fate di tutto perché le vostre principali virtù siano la fermezza e la fedeltà a compiere il bene, soprattutto quello che riguarda le Regole e gli esercizi spirituali.

Non cedete assolutamente su questo.

Chiedete spesso a Dio queste due virtù che vi sono indispensabili per ottenere il dono della perseveranza e per non rassomigliare allo sventurato infedele di cui parla la Scrittura: Maledetto chi compie fiaccamente l'opera di Dio ( Ger 48,10 ).

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