Sul battesimo contro i Donatisti

Indice

Libro VI

13.20 - La Scrittura dice di ribattezzare

Gennaro da Lambese disse: Con l'autorità delle sante Scritture io decido che tutti gli eretici vadano battezzati e, solo così, ammessi, nella santa Chiesa.174

13.21 - Costui non cita dei testi

Gli rispondo: Con l'autorità delle sante Scritture, il concilio cattolico di tutto il mondo ha deciso che il battesimo di Cristo, anche quello presso gli eretici, non deve essere riprovato.

Ora, se Gennaro avesse citato testi delle Scritture, gli dimostreremmo o che essi non sono contro di noi o anzi che sono favorevoli a noi, come ha fatto questo che lo segue.

14.23 - Che succede se battezzano i nemici della Chiesa?

Lucio da Castra Galba175 ha citato il testo del Vangelo in cui il Signore176 dice: Voi siete il sale della terra, ma se il sale è diventato insipido, ciò che con esso si salerà, non servirà ad altro che ad essere gettato fuori per essere calpestato dagli uomini. ( Mt 5,13 )

Come se noi diciamo che le persone gettate fuori siano capaci di fare qualcosa per la loro o per l'altrui salvezza.

Ma anche i peccatori che sembrano dentro, non solo sono fuori spiritualmente, ma alla fine saranno separati, anche con il corpo.

Tutti i peccatori, per la verità, non sono capaci di niente, ma non per questo il sacramento del battesimo che essi hanno, è inesistente.

In effetti, anche in coloro che sono stati gettati fuori, se si ravvedono e ritornano, ritorna la salvezza che si era allontanata, mentre non ritorna il battesimo, che non si era allontanato.

Il Signore con il suo mandato: Andate, dunque, e ammaestrate le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, ( Mt 28,19 ) ha permesso di battezzare solo ai buoni, perché ai cattivi non avrebbe detto: A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi, e a chi li riterrete, saranno ritenuti. ( Gv 20,23 )

Come mai, dunque, nella Chiesa, battezzano anche i cattivi, che non hanno il potere di rimettere i peccati?

Come mai battezzano anche i cattivi non convertiti, che hanno ancora su di sé i loro peccati, come dice Giovanni: Chi odia il proprio fratello, è ancora nelle tenebre? ( 1 Gv 2,9 )

Se poi i peccati si rimettono quando i cattivi si uniscono con intima carità ai buoni e ai giusti, mediante i quali si rimettono i peccati nella Chiesa, anche se sono stati battezzati da ministri cattivi, si dica altrettanto di quelli che vengono dal di fuori e si accostano all'organismo del Corpo di Cristo, con il vincolo interiore della pace.

Il battesimo di Cristo, tuttavia, va riconosciuto in entrambi e riprovato in nessuno, sia prima della conversione, anche se non giova a niente, e sia dopo la conversione, affinché giovi.

Poiché essi, allontanandosi dall'unica Chiesa, - ha detto - sono diventati insipidi e nemici, si faccia come sta scritto: Le case dei nemici della Legge, devono essere purificate. ( Pr 14,9 )

E di conseguenza - ha aggiunto - quelli che, battezzati dai nemici, si sono contaminati, prima debbono essere purificati e solamente dopo battezzati.

E che i rapaci e gli omicidi non sono forse nemici della Legge che dice: Non ucciderai, non ruberai? ( Es 20,13.15 )

Dunque, debbono essere purificati. Chi oserà negarlo?

Eppure, non solo i battezzati da costoro nella Chiesa, ma anche gli stessi battezzati senza convertirsi, benché abbiano ancora bisogno di purificazione per cambiare, quando si cambiano non si battezzano più.

È tanto grande la forza del sacramento del battesimo autentico che, pur riconoscendo ad un uomo battezzato, ma ancora immerso in una vita cattiva, la necessità della purificazione, gli proibiamo di farsi ribattezzare.

15.24 - L'autorità di Cipriano nella lettera 72

Crescenzio da Cirta177 dichiarò: Di fronte a questa solenne assemblea di santissimi colleghi sacerdoti, dopo aver ascoltate le lettere del nostro carissimo Cipriano a Giubaiano e a Stefano,178 contenenti molte citazioni santissime delle Scritture date da Dio, e che noi tutti, riuniti per grazia di Dio, dobbiamo giustamente condividere, ritengo che tutti gli eretici o scismatici che vogliono venire alla Chiesa cattolica, non vi debbano entrare se non sono stati esorcizzati e battezzati; tranne quelli, naturalmente, che sono stati prima battezzati nella Chiesa cattolica.

Questi, tuttavia, siano riconciliati alla Chiesa con la penitenza, mediante l'imposizione delle mani.179

15.25 - Agostino: ma su questa questione non dice niente

Questo intervento ci invita ancora a domandarci perché costui ha detto: " Tranne quelli, naturalmente, che sono stati precedentemente battezzati nella Chiesa cattolica.

Forse perché non avevano perso ciò che in essa avevano ricevuto?

Ma allora, ciò che fuori potevano avere, perché non potevano anche trasmetterlo? Oppure è illecito trasmetterlo fuori?

Ma, a dire il vero, fuori non è neppure lecito averlo, eppure lo si ha; come pure, fuori non è lecito darlo, eppure lo si dà.

Ora, ciò che si dona a chi ritorna, e che aveva ricevuto il battesimo dentro, questo lo si dona a chi viene e che lo aveva ricevuto fuori e cioè possedere lecitamente dentro ciò che possedeva illecitamente fuori.

Ma forse si dirà che cosa, su questo argomento, contiene la lettera del beato Cipriano a Stefano, di cui si è fatta menzione in questo intervento, visto che non è stata ricordata all'inizio del concilio ma penso che non lo si è ritenuto necessario.

In verità, Crescenzio ha detto che essa è stata letta nell'assemblea dei sacerdoti.

Ora io credo, e non ne dubito assolutamente, che questo sia stato fatto come suole farsi, affinché i vescovi già riuniti possano conoscere qualcosa anche della causa contenuta nella lettera.

In realtà, essa non c'entra niente con la presente questione e mi meraviglio più del fatto che Crescenzio abbia voluto menzionarla ora, che del fatto che non ne abbia parlato all'inizio del concilio.

Se poi qualcuno pensa che io non ho voluto citarne qualche brano necessario alla presente causa, la legga e saprà che dico la verità; ma se vi trova una cosa diversa, mi rimproveri.

In realtà, questa lettera sulla questione del battesimo dato presso gli eretici o gli scismatici e di cui noi stiamo trattando, non contiene proprio niente.

16.26 - Dove non c'è remissione dei peccati non c'è battesimo

Nicomede da Segermi disse: Il mio parere è questo: gli eretici che vengono alla Chiesa, siano battezzati; fuori, infatti, presso i peccatori, essi non ottengono la remissione dei peccati.

16.27 - Nella Chiesa i peccatori non rimettono i peccati

Gli si risponde: Il parere di tutta la Chiesa cattolica è questo: gli eretici, anche se già sono stati battezzati nell'eresia con il battesimo di Cristo, venendo alla Chiesa, non si battezzino.

Se infatti è vero che presso i peccatori non esiste remissione dei peccati, è anche vero che neppure nella Chiesa i peccatori rimettono i peccati; e tuttavia quanti sono stati battezzati da loro, non si ribattezzano.

17.28 - Se i separati hanno la Trinità

Monnulo da Girba180 dichiarò: La verità della Chiesa cattolica, nostra madre, fratelli, è rimasta e rimane sempre con noi, soprattutto nella formula trinitaria del battesimo, poiché il nostro Signore dice: Andate, e battezzate le genti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. ( Mt 28,19 )

Ora, poiché noi sappiamo chiaramente che gli eretici non hanno né il Padre, né il Figlio e né lo Spirito Santo, venendo alla Chiesa, nostra madre, debbono veramente rinascere e farsi battezzare, perché la loro cancrena, l'ira della dannazione e il sudiciume dell'errore siano purificati con il lavacro santo e celeste.

17.29 - Hanno la Trinità nei sacramenti

Gli rispondiamo: Il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, ma solo nel sacramento, lo hanno coloro che ricevono il battesimo consacrato dalle parole del Vangelo; nel cuore e nella vita, invece, non lo hanno neppure quelli che conducono, nella Chiesa, una vita di perdizione e di condanna.

18.30 - Gli anticristi non possono dare la grazia del battesimo

Secondino da Ceza181 dichiarò: Visto che nostro Signore, il Cristo, dice: " Chi non è con me, è contro di me ", ( Mt 12,30 ) e che l'apostolo Giovanni chiama anticristi coloro che escono dalla Chiesa, senza dubbio i nemici di Cristo e quelli che sono chiamati anticristi, ( 1 Gv 2,18 ) non possono amministrare la grazia salutare del battesimo.

Per questo io credo che quanti fuggono dagli agguati degli eretici e si rifugiano nella Chiesa, vadano battezzati da noi che siamo stati chiamati amici di Dio, per sua degnazione. ( Gv 15,14-15 )

18.31 - Vi sono altri nemici che battezzano

Gli rispondo che sono nemici di Cristo, tutti quelli che dicono: Signore, nel tuo nome abbiamo operato molti prodigi … ( Mt 7,22 ) e via dicendo, ai quali alla fine dirà: Non vi conosco; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità. ( Mt 7,23 )

Tutta questa paglia, se persevera sino alla fine nella malizia, sia quella che vola fuori prima della vagliatura che quella che sembra dentro, è destinata al fuoco.

Se dunque gli eretici che vengono alla Chiesa vanno battezzati per ricevere il battesimo dagli amici di Dio, sono forse amici di Dio gli avari, i rapaci e gli omicidi?

O quelli che essi hanno battezzato, dobbiamo ribattezzarli?

19.32 - L'eretico dà la morte

Felice da Bagai182 disse: Come un cieco, se conduce un altro cieco, cadono entrambi nella fossa, ( Mt 15,14 ) così un eretico, se battezza un altro eretico, cadono entrambi nella morte.

19.33 - È vero, ma non si deve ribattezzare

È vero, ma non per questo è vera la conclusione: Perciò l'eretico va battezzato e vivificato, per evitare che noi, vivi, comunichiamo con i morti.

Ma non erano morti quelli che dicevano: Mangiamo e beviamo, domani moriamo? ( 1 Cor 15,32 )

Essi infatti non credevano la resurrezione dei morti.

Dunque, quanti si facevano corrompere dalle loro cattive compagnie e li seguivano, non cadevano ugualmente nella fossa con loro?

Eppure tra essi c'erano quelli ai quali l'Apostolo scriveva e che erano già battezzati; non per questo, tuttavia, una volta convertitisi, si dovevano ribattezzare.

Non dice forse l'Apostolo: La sapienza della carne è morte? ( Rm 8,6 )

E avevano certamente la sapienza della carne gli avari, i frodatori, i rapaci, tra i quali Cipriano piangeva.183

Che danno gli arrecavano, mentre viveva nell'unità, questi morti?

E chi oserà dire che il battesimo di Cristo, che costoro avevano o davano, era violato dalle loro iniquità?

20.34 - Ribattezzare è giusto

Polliano da Mileo disse: È giusto che l'eretico sia battezzato nella santa Chiesa.184

20.35 - Non esorcizzare il battesimo

Non poteva essere più breve; ma credo che anche la risposta è breve: È giusto che il battesimo di Cristo non sia esorcizzato nella Chiesa di Cristo.

21.36 - L'unico battesimo è nella Chiesa

Teogene da Ippona Reale disse:185 Secondo il sacramento divino della grazia celeste, che abbiamo ricevuto, noi crediamo un solo battesimo: si trova nella Chiesa santa.

21.37 - Perché allora l'acqua del Paradiso scorreva anche fuori?

Potrebbe essere anche la mia opinione.

È così pesata, infatti, che non ha niente di contrario alla verità.

Anche noi, in effetti, crediamo un solo battesimo: si trova nella santa Chiesa.

Se invece avesse detto: Crediamo il battesimo che si trova solo nella santa Chiesa, bisognava rispondergli come agli altri.

Ma poiché ha detto: Crediamo un solo battesimo, quello che sta nella santa Chiesa, perché si dicesse che esso è certamente nella santa Chiesa, ma non si negasse che è anche altrove, qual che sia stato il suo pensiero, contro queste parole non si discute.

Se infatti mi chiedessero, punto per punto, se c'è un solo battesimo, risponderei di sì.

Inoltre, se mi si interrogasse, se esso è nella santa Chiesa, risponderei di sì.

Terzo: se si chiedesse, se io credo questo battesimo, risponderei: sì, lo credo; e perciò risponderei che io credo il solo battesimo, quello che si trova nella Chiesa.

Se invece mi si chiedesse, se esso sta solo nella santa Chiesa e non tra gli eretici o gli scismatici, con tutta la Chiesa risponderei che non lo credo.

Ma poiché Teogene, nel suo intervento, non ha posto queste domande, penso che sarei scorretto a inserire nel testo, per controbatterle, affermazioni che non vi ho trovate.

Se egli, infatti, avesse detto: Una sola è l'acqua del fiume Eufrate, quella nel paradiso, ( Gen 2,14 ) certamente avrebbe detto la verità.

Ma se gli si chiedesse: quest'acqua è solo nel paradiso?, ed egli rispondesse di sì, direbbe il falso.

Essa infatti è anche fuori del paradiso: nelle regioni dove si diffonde da quella sorgente.

Ma chi è così temerario da dire che egli ha dato una risposta falsa, mentre poteva darne, forse, una vera?

Perciò le parole del suo intervento non vanno contraddette, perché non ostacolano la verità.

22.38 - Noi non siamo in comunione con l'eretico

Dativo da Vadi186 disse: Per quanto possiamo, noi non comunichiamo con un eretico, che non sia stato battezzato nella Chiesa e abbia ottenuto la remissione dei peccati.

22.39 - Battezzare un eretico non è fare comunione con lui

Si risponde: Tu vuoi che egli venga battezzato, solo perché non ha ottenuto la remissione dei peccati.

Ma se tu incontri nella Chiesa uno che, pur nutrendo odio verso il fratello, venne battezzato, poiché non può mentire il Signore che dice: Se non perdonerete, non vi sarà perdonato, ( Mt 6,15 ) ordinerai a questo convertito di farsi ribattezzare?

Senz'altro no. Quindi, neppure l'eretico.

Certo, il motivo per cui Dativo non si è limitato a dire: Noi con l'eretico non comunichiamo, ma ha aggiunto: per quanto possiamo, non va lasciato cadere.

Egli infatti ha notato che molti non condividevano la sua opinione; tuttavia non potendo separarsi dalla loro compagnia, per non rompere l'unità, ha aggiunto: Per quanto possiamo, dimostrando, certamente, che egli non comunicava con piacere con quelli che considerava senza battesimo, ma che tuttavia bisognava sopportare tutto per il bene della pace e dell'unità.

Questo lo facevano anche quelli secondo i quali costoro non agivano con rettitudine, e seguivano la dottrina che in seguito la verità, meglio chiarita, insegnò e una consuetudine tanto antica, confermata da un successivo concilio, dimostrò con più forza, e tuttavia, pur avendo un'opinione contraria nel rispetto della carità, si sopportarono a vicenda con premurosa pietà, sforzandosi di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace, ( Ef 4,2-3 ) finché a quanti di essi pensavano diversamente, Dio lo rivelasse.

Ascoltino questo, i Donatisti, che combattono l'unità, servendosi di questo concilio che dichiara quanto si deve amare l'unità!

Indice

174 Cypr., Sententiae episc. 6
175 Cypr., Epp. 76 e 78
176 Cypr., Sententiae episc. 7
177 Cypr., Sentent. episc 8
178 Cypr., Epp. 72 e 73
179 Cypr., Sentent. episc. 9
180 Cypr., Sentent. episc. 10
181 Cypr., Sentent. episc. 11
182 Cypr., Sentent. episc. 12
183 Cypr., De lapsis 6
184 Cypr., Sentent. episc. 13
185 Cypr., Sentent. episc. 14
186 Cypr., Sentent. episc. 15