Discorsi sui Santi

Indice

Nella dedicazione della Chiesa

1 - In noi viene edificata e dedicata la casa di Dio. È il nuovo comandamento il Cantico nuovo
2 - Dio va amato per se stesso e il prossimo per Dio
3 - La Passione di Cristo preannunziata nel Salmo della Dedicazione
4 - Il nostro prezzo: il sangue di Cristo
5 - Profezia su Cristo Capo adattata a noi, sue membra

1 - In noi viene edificata e dedicata la casa di Dio. È il nuovo comandamento il Cantico nuovo

La dedicazione della casa della preghiera è la celebrazione che raccoglie questa assemblea.

Dunque, questa è la casa dove eleviamo le nostre preghiere: casa di Dio siamo noi stessi.

Se casa di Dio siamo noi stessi, veniamo edificati in questa vita per essere poi dedicati alla fine del tempo.

L'edificio, o meglio, la costruzione, comporta fatica, la dedicazione è motivo di esultanza.

Quel che si verificava qui, mentre la costruzione veniva elevata, questo avviene ora che sono radunati insieme i credenti in Cristo.

Mediante la fede, infatti, equivale in qualche modo al ricavarsi dei legni dai boschi e delle pietre dai monti: allora che sono catechizzati, battezzati, istruiti, quasi trovandosi nelle mani di operai e di artigiani, sono sgrossati, squadrati, levigati.

Nondimeno, risultano casa del Signore solo quando sono compaginati dalla carità.

Se questi legni e queste pietre mancassero di reciproca connessione secondo un determinato ordine, se non si prestassero ad un mutuo giustapporsi strettamente, se mancasse la disponibilità ad una reciproca coesione, se in un certo modo non si amassero, nessuno vorrebbe trovarsi qui dentro.

Infine, quando ti rendi conto che in una costruzione pietre e legni sono solidamente e ordinatamente combinati insieme, entri sicuro, non temi un crollo.

Così volendo Cristo Signore entrare ed abitare in noi, quasi a costruire, diceva: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. ( Gv 13,34 )

Vi do un comandamento, dice.

Eravate invecchiati infatti, per me non costituivate ancora una casa, eravate giacenti sotto le vostre macerie.

Perciò, per essere tratti fuori dal cumulo annoso della vostra rovina, amatevi gli uni gli altri.

Consideri dunque la carità vostra che questa casa, come è stato predetto e ne è stato diffuso l'annunzio, viene edificata tuttora nel mondo intero.

Infatti, come è contenuto nel Salmo, quando dopo l'esilio veniva riedificato il tempio, si diceva: Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore da tutta la terra. ( Sal 96,1 )

E quel che là disse canto nuovo, il Signore lo disse comandamento nuovo.

Quale in realtà il contenuto del canto nuovo, se non un amore nuovo?

Cantare è proprio di chi ama.

La voce di questo cantore è il fervore di un santo amore.

2 - Dio va amato per se stesso e il prossimo per Dio

Amiamo, amiamo in dedizione spontanea: è Dio infatti che amiamo, niente troviamo che sia da preferirsi a lui.

Amiamo lui per se stesso e noi in lui, sempre però a motivo di lui.

Ama l'amico di amore sincero colui che ama Dio nell'amico, o in quanto Dio è nell'amico o perché Dio sia nell'amico.

Ecco l'affetto autentico; se il nostro amore tende ad altro fine, è un odiare il nostro, più che un amore.

Infatti su chi riversa il suo odio chi ama il male? ( Sal 11,6 ) sul suo vicino forse o la sua vicina?

Si atterrisca: odia l'anima sua. ( Sal 11,6 )

Amare il male è odiare l'anima.

Per contro, dunque, odio al male è amore dell'anima.

Odiate il male voi che amate il Signore. ( Sal 97,10 )

Buono è Dio, quel che ami è male, e te stesso ti ami cattivo: come ami Dio se continui ad amare quel che Dio odia?

Hai udito infatti che Dio ci ha amato, ( 1 Gv 4,10 ) ed è vero, ci ha amato; se riflettiamo quali ci abbia amato, ci copriamo di rossore.

Se non ne proviamo vergogna, è appunto perché, amandoci tali, fece sì che non fossimo tali.

Ci vergogniamo al ricordo dei nostri trascorsi, ci rallegra la speranza di quel che ci attende.

Perché mai dobbiamo arrossire di quel che siamo stati e non piuttosto aprirci alla fiducia per essere stati salvati nella speranza?

Abbiamo infine ascoltato: Accostatevi a lui e sarete illuminati e i vostri volti non arrossiranno. ( Sal 34,6 )

Se dovesse eclissarsi la luce, ricadi nella confusione.

Accostatevi a lui e sarete illuminati.

Egli è dunque la luce, noi tenebre senza di lui.

Se proverai a sottrarti alla luce, resterai nelle tenebre tue proprie; se invece ti sarai accostato, sarai illuminato da una luce non tua: Un tempo eravate tenebre, dice l'Apostolo ai convertiti: ora invece siete luce nel Signore. ( Ef 5,8 )

Ne segue che, se luce nel Signore, le tenebre sono prive della presenza del Signore.

D'altra parte, se la luce è nel Signore e le tenebre sono prive della presenza del Signore, accostatevi a lui e sarete illuminati.

3 - La Passione di Cristo preannunziata nel Salmo della Dedicazione

Fate attenzione al Salmo della dedicazione che ora abbiamo cantato: dalle macerie un edificio.

Hai lacerato la mia veste di sacco: ( Sal 30,12 ) è quanto va riferito alle macerie.

E che, dunque, all'edificio? Mi hai rivestito di un abito di gioia. ( Sal 30,12 )

È il grido della dedicazione.

Perché la mia gloria sia un canto a te ed io non sia ferito. ( Sal 30,13 )

Chi è che parla? Riconoscetelo dalle sue stesse parole.

Se provo a dirlo, lo rendo oscuro. Quindi, ripeterò le sue parole, e subito riconoscerete chi parla, perché si desti in voi l'amore verso chi vuol dare conforto.

Chi è che può dire: Signore, hai fatto risalire dagli inferi la mia anima? ( Sal 30,4 )

L'anima di chi è stata già fatta risalire dagli inferi, se non quella di cui altrove è stato detto: Non abbandonerai l'anima mia nell'inferno? ( Sal 16,10 )

Viene presentata la dedicazione e si canta la liberazione.

Prorompe nel giubilo il canto della dedicazione del tempio, e si dice: Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato e su di me non hai lasciato esultare i miei nemici. ( Sal 30,2 )

Riflettete sul conto dei Giudei ostili, convinti di aver ucciso Cristo, di aver vinto uno che sembrava nemico, di aver fatto scomparire un uomo come gli altri e mortale.

Risuscitò il terzo giorno e questo è il suo grido: Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato.

Notate le parole dell'Apostolo: Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni altro nome. ( Fil 2,9 )

E su di me non hai lasciato esultare i miei nemici.

Quanto ad essi, nella morte di Cristo, trovavano veramente motivo di grande compiacimento, ma alcuni provarono rimorso alla sua risurrezione, alla sua ascensione e alla predicazione su di lui.

Perciò, nella predicazione di lui e per l'azione costante degli Apostoli, alcuni si pentivano di essere stati calunniatori e si convertivano, altri si ostinavano e venivano smentiti; tuttavia, nessuno se ne gloriava.

Attualmente, se le Chiese sono gremite di popolo, possiamo pensare che i Giudei ne siano contenti?

Le Chiese si edificano, si dedicano, si gremiscono e come se ne possono rallegrare quelli?

Non solo non se ne rallegrano, ma sono coperti di confusione e si adempie la voce di chi grida nella gioia: Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato e su di me non hai lasciato esultare i miei nemici. ( Sal 30,2 )

Non li hai fatti esultare su di me: se crederanno in me, in me li allieterai.

4 - Il nostro prezzo: il sangue di Cristo

Per non dilungarci troppo, passiamo finalmente al contenuto del nostro canto.

Com'è che Cristo dice: Hai lacerato la mia veste di sacco e mi hai rivestito di un abito di gioia? ( Sal 30,12 )

La sua veste di sacco era la carne, a somiglianza della carne del peccato.

Non ti risulti avvilente che abbia detto: la mia veste di sacco: là era contenuto il tuo prezzo.

Hai lacerato la mia veste di sacco.

Da questa veste di sacco abbiamo trovato scampo.

Hai lacerato la mia veste di sacco.

Nella Passione fu lacerato il sacco.

Com'è allora che a Dio Padre si dice: Hai lacerato la mia veste di sacco?

Vuoi sentire com'è che si dica a Dio Padre: Hai lacerato la mia veste di sacco?

Perché non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi. ( Rm 8,32 )

Tramite Giudei inconsapevoli, procurò infatti di che redimere quelli che erano ben coscienti, e di che sconvolgere gli ostinati nel rifiuto.

Ignorano infatti qual bene ci hanno ottenuto con la loro colpevolezza.

La veste di sacco venne elevata sulla croce e sembrò che l'empio ne fosse lieto.

Il persecutore, con un colpo di lancia, lacerò la veste di sacco e il Redentore versò il nostro prezzo.

Cristo redentore elevi il suo canto, si dolga Giuda che ne fece mercato, si vergogni il giudeo che concluse l'affare.

Ecco, Giuda vendette, comprò il giudeo: trattarono un turpe commercio, entrambi subirono un danno, l'offerente e il compratore perdettero se stessi.

Decideste di essere gli acquirenti: quanto non sarebbe stato meglio se foste stati voi gli acquistati?

Quello vendette, questo comprò: commercio fallito; né l'uno ha il prezzo, né l'altro ha Cristo.

A questo dico: Dov'è quello che ricevesti?

A quello dico: dov'è quel che hai comprato?

A questo dico: Quando vendesti, allora ti vendesti.

Rallegrati, cristiano, nell'affare concluso dai tuoi nemici, a guadagnarci sei stato tu.

È venuto in tuo possesso quanto questo vendette e quello comprò.

5 - Profezia su Cristo Capo adattata a noi, sue membra

Dica, dunque, il nostro Capo, dica il Capo ucciso per il bene del corpo e dedicato per il corpo; dica, ascoltiamo: Hai lacerato la mia veste di sacco e mi hai rivestito di un abito di gioia, ( Sal 30,12 ) cioè hai lacerato quel che in me era soggetto alla morte e mi hai rivestito di immortalità e incorruzione.

Che la mia gloria sia un canto a te ed io non sia ferito. ( Sal 30,13 )

Che vuol dire io non sia ferito?

Il persecutore non vibri più la sua lancia contro di me a ferirmi: Cristo infatti risuscitato dai morti non muore più, la morte non ha più potere su di lui: per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece, per il fatto che egli vive, vive per Dio.

Così anche noi - dice - consideriamoci morti al peccato, ma viventi per Dio in Cristo Gesù Signore nostro. ( Rm 6,9-11 )

In lui quindi cantiamo, in lui siamo stati dedicati.

Speriamo infatti che anche le membra raggiungeranno il Capo dove ha preceduto.

Infatti, nella speranza siamo stati salvati.

Ora ciò che si spera, se visto, non è più speranza, infatti ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo?

Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. ( Rm 8,24-25 )

Nella perseveranza veniamo edificati.

Ma forse in quella è anche la nostra voce se siamo bene attenti, se usiamo di una diligenza perspicace, se il nostro occhio si fa abile ad aprirsi la profondità del senso, non conformandoci all'abitudine di quanti, per cecità, vanno dietro alla carne.

Quindi, se a indagare è l'occhio dello spirito, proprio nelle parole del Signore nostro Gesù Cristo riconosciamo anche noi stessi.

Non ha detto a vuoto l'Apostolo: Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato e noi non fossimo più schiavi del peccato. ( Rm 6,6 )

Riconoscevi la tua voce: Che la mia gloria sia un canto a te ed io non sia ferito. ( Sal 30,13 )

Al presente, infatti, mentre portiamo i pesi del corpo mortale, non manca di che sentire compunzione.

Evidentemente, che vale percuotersi il petto se il cuore non si pente?

Quando però sarà il momento della dedicazione del nostro corpo, che è già avvenuta esemplarmente nel Signore, allora non avremo da pentirci.

Infatti, il pentimento del peccato che noi proviamo ha riscontro nella lancia di chi volle colpire.

Infine, poiché è stato scritto: Dalla donna ha avuto inizio il peccato e per causa sua tutti muoiono, ( Sir 25,24 ) ricordate da quale membro fu tratta la donna e notate dove il Signore fu colpito dalla lancia.

Ricordate, dico, la nostra primitiva condizione; non a vuoto infatti, come ho già detto: Il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato e noi non fossimo più schiavi del peccato. ( Rm 6,6 )

Eva, da cui ha avuto inizio il peccato, per essere formata, fu tratta appunto dal costato dell'uomo.

Quando fu tratta, questi giaceva nel sonno; Cristo, quando fu ferito, pendeva morto dalla croce.

Sonno e morte sono due realtà somiglianti e così costato e costato; il Signore fu ferito dove scaturiscono i peccati.

Ma da quel costato fu formata Eva che, peccando, ci procurò la morte; da questo costato, invece, fu formata la Chiesa perché, generando, ci restituisse la vita.

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