Discorsi sui tempi Liturgici

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Nella domenica della santa Pasqua

1 - Se vivete bene, siete voi stessi il giorno che ha fatto il Signore
2 - Se infonde tanta gioia quel che speriamo, che sarà quando lo raggiungeremo?

1 - Se vivete bene, siete voi stessi il giorno che ha fatto il Signore

Ogni singolo giorno ha fatto il Signore; anzi non solo ha fatto, ma continua a fare; egli fa ogni singolo giorno perché fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i cattivi e piove sopra i giusti e sopra gli ingiusti. ( Mt 5,45 )

Per questa ragione quanto abbiamo sentito: Questo è il giorno che ha fatto [ il Signore ], non si può pensare che indichi quel che noi chiamiamo volgarmente giorno, che è uguale per i buoni e per i cattivi.

Qui si tratta di qualcosa di particolare; dicendo: Questo è il giorno che ha fatto [ il Signore ], ci spinge a fissare l'attenzione su un giorno tutto speciale.

Qual è questo giorno per il quale ci viene detto: Rallegriamoci ed esultiamo in esso? ( Sal 118,24 )

Come sarà, se non buono? Come, se non concupiscibile, amabile, desiderabile, beatificante?

Riferendosi ad esso il santo profeta Geremia diceva: Non ho desiderato il giorno degli uomini, tu lo sai. ( Ger 17,16 )

Dunque, qual è questo giorno che ha fatto il Signore?

Vivete bene e lo sarete voi stessi.

Infatti quando l'Apostolo diceva: Camminiamo onestamente come [ di ] giorno, ( Rm 13,13 ) non si riferiva a questo giorno che si apre col sorgere del sole e si chiude con il tramonto.

E dice anche: Quelli che si ubriacano sono ubriachi di notte. ( 1 Ts 5,7 )

Nessuno vede gente che si ubriaca alla prima colazione; quando questo avviene, si appartiene già alla notte, non al giorno che ha fatto il Signore.

Come infatti vi è il giorno in coloro che piamente, santamente e religiosamente vivono nella temperanza, nella giustizia, nella sobrietà, così all'opposto in coloro che vivono nell'empietà, nella lussuria, nella superbia, nella irreligiosità, senza dubbio la notte farà da ladro per tale notte.

Infatti sta scritto: Come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore. ( 1 Ts 5,2 )

Ma nel presentare questo avvertimento l'Apostolo, rivolto a coloro ai quali altrove aveva detto: Un tempo eravate tenebra, ma ora siete luce nel Signore ( Ef 5,8 ) ( si rivolge ad essi e li considera il giorno fatto dal Signore ), dopo aver detto: Voi sapete, o fratelli, che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore, ( 1 Ts 5,2 ) continua dicendo: Voi però non siete nelle tenebre, così che quel giorno vi colga di sorpresa come un ladro; voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre. ( 1 Ts 5,4-5 )

Perciò questo nostro cantare ci ricorda l'impegno a vivere bene.

Quando tutti con voce armoniosa, con spirito gioioso, con cuore unanime diciamo: Questo è il giorno che ha fatto il Signore, dobbiamo essere in accordo col nostro canto, affinché la nostra lingua non dica una testimonianza contro noi stessi: Tu hai in mente oggi di ubriacarti, e canti: Questo è il giorno che ha fatto il Signore; non hai paura che ti risponda: No, questo non è il giorno che ha fatto il Signore?

Non puoi chiamar giorno buono quello che la lussuria e la malvagità ti ha trasformato in un pessimo giorno.

2 - Se infonde tanta gioia quel che speriamo, che sarà quando lo raggiungeremo?

Quanta gioia, fratelli miei!

Gioia nella vostra assemblea, gioia nei salmi e negli inni, gioia nel ricordo della passione e della risurrezione di Cristo, gioia nella speranza della vita futura.

Se tanta gioia infonde ciò che speriamo, che sarà quando lo raggiungeremo?

In questi giorni, vedete, quando sentiamo Alleluia, il nostro spirito par che si trasformi.

Non ci sembra di gustare non so che cosa di quella città superna?

Se tanta gioia infondono a noi questi giorni, che sarà quello in cui ci verrà detto: Venite, o benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno? ( Mt 25,34 )

Quando tutti i santi saranno radunati insieme, quando s'incontreranno tanti che non si conoscevano, si ritroveranno tanti che si conoscevano, e staranno talmente al sicuro che mai si perderà un amico, mai si avrà a temere un nemico?

Ecco, noi diciamo: Alleluia; è bello, è lieto, è pieno di gioia, di giocondità, di soavità.

Eppure, se lo dicessimo sempre, ci stancheremmo.

Siccome però ritorna in un preciso tempo dell'anno, con quanta gioia arriva, con quanta nostalgia se ne va!

Forse anche lassù uguale sarà la gioia e uguale la stanchezza? No, non sarà così.

Qualcuno forse dirà: Ma come è possibile che sia sempre così e non ci si stanchi mai?

Se io ti saprò indicare qualcosa in questa vita di cui non ci si può stancare, dovrai credere che lassù tutto sarà così.

Ci si stanca del cibo, ci si stanca del bere, ci si stanca degli spettacoli, ci si stanca di questo e di quell'altro; ma della salute non ci si stanca mai.

Come dunque quaggiù, in questo morire della carne, in questa fragilità, in questo fastidio per il peso del corpo mai ci può essere stanchezza della salute, così lassù mai ci sarà stanchezza della carità, dell'immortalità, dell'eternità.

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