Discorsi sul Vecchio Testamento

Indice

Giacobbe lotta con l'angelo

1 - Ascoltare la parola di Dio
2 - Il perdono dei nemici
3 - L'esempio di Cristo
4 - Giacobbe ed Esaù
5 - Il giudeo servo del cristiano
6 - Giacobbe lotta con l'angelo e viene benedetto
7 - Riconoscere Cristo come Dio
8 - La Chiesa composta di buoni e cattivi

1 - Ascoltare la parola di Dio

Per il cristiano è di somma importanza questa regola di comportamento: ascoltare la parola di Dio mentre vive in questo mondo e aspettare colui che viene a salvare il mondo prima con la misericordia e poi con la separazione [ dei buoni dai cattivi ] attraverso il giudizio.

Per questo il Signore nostro Gesù Cristo si offrì a noi come esempio ( Gv 13,15 ) perché, siccome siamo cristiani, o imitiamo lui o gli altri che hanno imitato lui. ( 2 Ts 3,9 )

Ci sono alcuni che sono chiamati cristiani ma non lo sono, i quali sono stati messi da parte dalla Chiesa come sterco, come sono tutte le eresie e tutti gli scismi, che si possono anche paragonare ai tralci infruttiferi perché tagliati dalla vite, ( Gv 15,2 ) e alla pula che prima ancora della vagliatura il vento disperde dall'aia. ( Mt 3,12; Lc 3,17 )

Ce ne sono altri invece che sono cattivi all'interno, inseriti cioè nella comunione cattolica; questi è necessario che il buon cristiano tolleri fino alla fine, perché la vagliatura di questa messe e dell'aia non avverrà che nel giorno del giudizio.

Queste cose ve le abbiamo raccontate sempre e nel nome di Cristo pensiamo che ormai siano ben fisse nei vostri cuori.

Questi brani che vi vengono letti vi si leggono forse ora per la prima volta o non piuttosto vi vengono ripetuti ogni giorno?

Come è necessario che ogni giorno vi si ripeta la lettura della parola di Dio perché i mali del mondo e le spine non nascano nel vostro cuore e soffochino il seme che vi è stato seminato, ( Mt 13,7; Lc 8,14 ) così è necessario che vi si ripeta continuamente anche la spiegazione della parola di Dio, affinché, dimenticandovene, non diciate di non aver sentito dire quelle cose che invece noi affermiamo di aver detto.

2 - Il perdono dei nemici

Vengono molti - ed ora è tempo che nel nome di Dio si affrettino a ricevere la grazia del battesimo - i quali credono che vengono loro rimessi tutti i peccati fatti in precedenza, proprio tutti, e possono uscirne senza alcun debito nei confronti del Signore; come quel servo che rendeva ragione al suo padrone e si accorse che gli doveva diecimila talenti, ( Mt 18,24 ) e tuttavia se ne andò senza alcun debito, non perché in realtà il debito non gli era rimasto, bensì perché il padrone era misericordioso, non volle nulla e mandò libero il debitore.

E tuttavia, fratelli, quanto grandemente ci atterrisce il comportamento di quel servo!

Poiché non volle lasciare libero il suo compagno di servitù o per lo meno differire la riscossione dei cento denari, il padrone gli richiese i diecimila talenti che gli aveva condonato.

Coloro pertanto che usciranno dall'acqua del battesimo perdonati e assolti da tutti i peccati, evitino il pericolo che, se qualcuno peccasse contro di essi ed essi non volessero perdonargli, non solo non vengano di nuovo perdonati, ma che venga loro richiesto tutto ciò che era stato condonato.

Nessuno perciò dica: "Chi perdona? O chi ha mai perdonato?".

Gli uomini muoiono facendosi questa domanda.

Ama il tuo nemico, dice il Signore. ( Mt 5,44 )

E tu invece ti chiedi: "Chi mai l'ha fatto?".

Perché lui non l'ha fatto, crede che nessuno abbia potuto farlo.

È, questa, una cosa che accade nel cuore.

Donde vedi chi perdona? Pensi che non abbia perdonato chi grida?

Forse qualche volta uno grida e comanda di percuotere un uomo e tu credi che non abbia perdonato.

Perché? Tu quando percuoti tuo figlio conservi odio nel tuo cuore?

Perciò è un fatto che accade nel cuore.

Solo Dio vede se è stato perdonato.

A volte capita che uno non colpisce, sembra rinunciare alle vie di fatto e tuttavia s'infuria nel cuore, augura interiormente il male al nemico e vorrebbe farlo morire.

Conserva contro di lui una volontà cattiva, anche se apparentemente non lo offende fisicamente.

Al contrario si vedono alcuni che danno una punizione corporale, ma questa punizione corporale è segno di benevolenza.

Vuole che l'altro s'incammini sulla buona strada e quanto più gli vuol bene tanto più desidera che venga corretto.

Così si comporta anche Dio. Forse che egli non ci ama?

Non ci esorta a questo, ad amare i nostri nemici, affinché, per quanto possiamo, siamo simili a lui?

Così ha detto infatti: Siate perfetti come il Padre vostro che è nei cieli, il quale fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. ( Mt 5,48 )

Quanto amore era in Dio, quando ha mandato Cristo ad essere crocifisso per i peccatori e gli empi e ci ha acquistati a prezzo del suo sangue, ( 1 Cor 6,20 ) mentre noi eravamo suoi nemici perché amavamo le cose che lui ha fatte invece di amare lui che le ha fatte! ( Rm 5,10 )

Mentre noi facevamo queste cose Dio mandò - come dice l'Apostolo - il proprio Figlio ( Gal 4,4 ) e per noi empi lo consegnò perché fosse ucciso da altri empi. ( Rm 5,6 )

E se ci è stato fatto un dono sì grande quando ancora non credevamo, che cosa ci darà ora che crediamo? ( Rm 8,32 )

Ecco come Dio ama gli uomini.

Osserviamo bene, fratelli: forse non li flagella? Non li corregge?

Se non li corregge, come si spiegano la fame, le malattie, le pestilenze, le infermità?

Tutte queste cose sono correzioni da parte di Dio.

Se dunque lui ama e tuttavia corregge, anche tu, se hai autorità su qualcuno, mentre gli mostri il segno dell'affetto, non negargli il flagello della correzione.

Se glielo negherai, è segno che non lo ami veramente; perché lui muore nei peccati mentre, se corretto, forse li avrebbe abbandonati; questo ti sarà ancor più imputato come vero odio.

3 - L'esempio di Cristo

Nessuno dica: "Chi ce la fa?".

Sforzatevi di adempiere queste cose nei vostri cuori.

Tenete duro ad amare. Lottate e vincerete.

Cristo ha vinto in questa lotta. Contro che cosa dovete lottare?

Contro il peccato lottate, contro le parole di quegli uomini che empiamente vi dicono: "Dunque non ti vendichi?

Non ti difendi e non gli rispondi? Ah, se ce l'avesse con me …".

Lottate e vincete. Se, quando soffrì tanti supplizi dai giudei, Cristo avesse voluto comandare alla terra che si aprisse e inghiottisse i suoi persecutori, non l'avrebbe potuto fare?

Se dunque colui che aveva il potere di farlo li sopportò fino al punto di essere sospeso alla croce, e pendendo dalla croce disse: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno, ( Lc 23,34 ) tu, servo redento dal sangue del tuo Signore crocifisso, non imiterai il tuo Salvatore?

Che bisogno c'era di patire tanto, mentre poteva anche non patire affatto?

Disse infatti: Ho il potere di dare la mia anima e ho il potere di riprenderla.

Nessuno me la toglie, ma io la do per riprenderla di nuovo. ( Gv 10,18 ) E così ha fatto.

Che cosa è accaduto, fratelli? Era appeso sulla croce, come leggiamo ai candidati [ al battesimo ].

Ma quando vide che tutte le Scritture s'erano verificate in lui, fino a dargli anche l'aceto: È compiuto - disse - e inclinò il capo e spirò, ( Gv 19,30 ) come se restasse questo perché tutto fosse compiuto.

Quando volle perciò rese la sua anima. ( Gv 10,18 )

E per questo lui era Dio, mentre gli altri che erano stati crocifissi accanto a lui erano uomini.

Lui muore prima, gli altri più tardi.

E quando fu ordinato che i corpi venissero deposti dalla croce, a causa del sabato, perché venissero seppelliti, trovarono i due ladroni ancora vivi e spezzarono loro le gambe, il Signore invece già era morto.

E tuttavia uno di essi con la lancia squarciò il suo costato e ne uscirono sangue e acqua. ( Gv 19,31-34 )

Ecco il tuo prezzo. Che cosa uscì dal costato se non il sacramento che ricevono i fedeli?

Spirito, sangue ed acqua. ( 1 Gv 5,8 )

Lo spirito che mandò fuori, il sangue e l'acqua che uscirono dal costato.

Dal sangue e dall'acqua è significata ed è nata la Chiesa.

E quando uscirono il sangue e l'acqua dal costato?

Mentre già il Signore dormiva sulla croce, perché anche Adamo nel paradiso si addormentò e così dal costato gli fu formata Eva. ( Gen 2,21-23 )

Ecco perciò il tuo prezzo.

Imita l'umiltà e segui le orme del tuo Signore e non dire: "Chi ce la fa?".

Attorno a te c'è forse anche chi non ce la fa.

Ma se tu ce la farai, pur circondato da quella moltitudine, ti sarà computato alla stessa maniera che se ci fosse nell'aia un solo chicco di grano in mezzo ad una quantità immensa di pula.

Difficilmente troverai due chicchi di grano uniti insieme, ma in mezzo ai chicchi c'è mescolata la pula.

Così tra coloro che vogliono servire Dio c'è lo strepito e la moltitudine dei cattivi che li circondano da ogni parte, perché da qualunque parte si girano non trovano se non cattivi consiglieri.

Sii dunque come il grano, e non curarti della pula.

Verrà il tempo della separazione.

Per questo abbiamo cantato: Fammi giustizia, o Dio, e dividi la mia causa dalla gente empia. ( Sal 43,1 )

Così prega la Chiesa gemendo tra i peccatori.

Credete, fratelli, che per questo la Chiesa voglia essere divisa, per separarsi dalle eresie come da tralci tagliati?

Ma da costoro è già staccata.

Forse che dunque la Chiesa prega così: Fammi giustizia, Dio, e dividi la mia causa [ dalla gente empia ] per distinguersi dalla setta donatista o dagli ariani o dai manichei?

Non chiede che di essere separata da coloro che ad essa sono mescolati, e che è necessario sopportare fino alla fine.

Prega così: Fammi giustizia, Dio, e dividi la mia causa, per non essere giudicata e condannata con loro nel giorno del giudizio.

È stato detto infatti: Lascia che la zizzania cresca ed i cattivi ora sono sopportati dai buoni, mentre verranno separati nel giorno del giudizio. ( Mt 13,30 )

4 - Giacobbe ed Esaù

E perciò quel Giacobbe, di cui ora abbiamo letto, significa il popolo cristiano.

Lui è infatti il figlio minore, mentre il popolo giudeo è rappresentato da Esaù.

Da Giacobbe certo ha avuto origine la gente giudea, ma in figura i giudei sono significati più propriamente da Esaù, perché il popolo maggiore è stato rigettato, il popolo minore invece ha ottenuto il primato.

Mentre ancora lottavano nel grembo, la madre, sofferente perché le sue viscere erano sconquassate, disse: Che mi accade?

Era meglio la sterilità che queste sofferenze. ( Gen 25,22 )

Le fu detto dal Signore che due popoli e due razze combattevano nel suo grembo e che il maggiore avrebbe servito il minore. ( Gen 25,23 )

Ciò che fu detto quando ancora erano nel grembo, fu ripetuto nella benedizione di Isacco, quando questi benedisse il minore mentre credeva di benedire il maggiore Isacco rappresentava la Legge.

Si constata che la Legge è stata data ai giudei mentre il regno è stato dato ai cristiani.

Osservate come è chiaro che la Legge promette il regno.

Dice Gesù ai giudei: Per questo vi sarà tolto il regno e sarà dato ad un popolo che farà la giustizia. ( Mt 21,43 )

Sarà tolto ad Esaù e dato a Giacobbe.

Esaù era nato irsuto e peloso, cioè pieno di peccati; i peccati aderivano strettamente a lui ( Gen 25,25 ) Giacobbe invece per ricevere la primogenitura mise pelli di capretti sulle braccia e così il padre benedì lui, dopo aver palpato le sue braccia e averlo trovato peloso. ( Gen 27,16.22-23 )

Quei peli, o peccati, erano portati da Giacobbe, ma non aderivano a lui.

Così la Chiesa di Dio porta i peccati degli altri, non i suoi, sopportando sino alla fine, come anche il Signore Gesù Cristo portò i peccati altrui.

Il padre benedice il minore. Come lo benedisse? È un mistero santo, come lo erano quegli uomini.

Le Scritture esigono occhi penetranti.

Isacco benedisse il suo figlio minore e parrebbe ingannato, avendo benedetto uno a posto di un altro.

Esaù, che era uscito per la cacciagione, presenta ciò che il padre ha comandato e gli dice: Padre, mangia; ecco ciò che hai voluto.

Dice Isacco: Tu chi sei? E lui: Io sono Esaù, il tuo figlio maggiore.

E il primo: Sei tu dunque Esaù? Chi è allora colui che mi ha portato da mangiare e io ho mangiato e l'ho benedetto, e sarà benedetto? ( Gen 27,30-33 )

O rabbia contro chi ha raggirato! O rabbia contro chi ha ingannato!

Di' anzi: Perché mi ha ingannato? Perché mi ha imbrogliato?

Quella benedizione la prenda il fratello e lui sia maledetto.

Che il maggiore serva il minore, non è cosa che grida essere avvenuta nel mistero?

Anche lui dunque ricevette una benedizione. ( Gen 27,39 )

Ma soggiunse: Sarai servo del tuo fratello. ( Gen 27,40 )

Avendogli Esaù detto: Sono terminate le benedizioni?

Benedici anche me, rispose: Ho benedetto lui, a te cosa ho da dare?

Ma quello replicò: Benedici anche me, padre. ( Gen 27,38 )

Estorse e ricevette la benedizione, quasi simile [ a quella di Giacobbe, e che riguardava ] ogni abbondanza che viene dalla rugiada del cielo e dalla fertilità della terra. ( Gen 27,39 )

E soggiunse subito: E servirai il tuo fratello.

E sarà così, mentre cercherai di sciogliere il suo giogo dal tuo collo. ( Gen 27,40 )

Che significato hanno le parole: E sarà così, mentre tu cercherai di sciogliere il suo giogo dal tuo collo, se non quello di mostrare che coloro, i quali sono raffigurati da Esaù, sono peccatori tali da avere ancora in loro potere ed essere nel loro libero arbitrio il convertirsi e l'identificarsi nel fratello?

5 - Il giudeo servo del cristiano

Fate attenzione al mistero. Il giudeo è servo del cristiano.

Questo oggi è palese e Giacobbe, come vedete, è presente in tutta la terra.

E per conoscere che queste cose erano dette in riferimento al futuro, esaminate la stessa storia e vedrete che le parole: Il maggiore servirà il minore ( Gen 25,23 ) non si sono compiute nei due fratelli.

Si legge infatti che Esaù divenne molto ricco e cominciò a regnare abbondando in tutto, ( Gen 36,7 ) Giacobbe invece dovette andare a pascolare le pecore di altri. ( Gen 29-30 )

Nel fare il ritorno, temendo il fratello - lo si leggeva poco fa - Giacobbe manda in dono non so quante pecore e manda anche un servo a dirgli: "Ecco i doni del tuo fratello".

Non ebbe il coraggio di vederlo prima di averlo placato con i doni, e lo vide dopo che egli ebbe accettati i doni.

Venuto a lui, Giacobbe si prostrò in adorazione quand'era ancora lontano. ( Gen 32-33 )

Come dunque il maggiore servirà il minore, ( Gen 25,23 ) quando si legge che il minore adora il maggiore?

Perciò queste parole non si sono verificate nella storia perché si comprendesse che sono state dette a Giacobbe in riferimento al futuro.

Il figlio minore acquistò la primogenitura e il figlio maggiore, cioè il popolo giudeo, perse la primogenitura.

Giacobbe riempì la terra, possedette popoli e regni.

L'imperatore romano, già cristiano, proibì ai giudei di mettere piede nella stessa Gerusalemme.

E sparpagliati per tutta la terra, sono divenuti come i custodi dei nostri Libri.

Come i servi che, quando i loro padroni vanno a scuola, portano loro appresso i codici e siedono fuori; così il figlio maggiore è diventato rispetto al figlio minore.

Alcune volte scoprono qualcosa nelle Scritture e dai codici giudei si può ricavare qualcosa di certo.

Sono stati perciò sparpagliati perché ci conservino i Libri.

Il maggiore pertanto serve il minore.

Vedete infatti in quanta dignità sia il popolo cristiano e in quanta degradazione si trovi il popolo giudeo.

Quando hanno osato anche di poco muoversi contro i cristiani, ciò che è toccato loro nel tempo recente lo sapete.

Perciò è vero che il maggiore servirà il minore. ( Gen 25,23 )

Che significato dare allora a quella benedizione: [ La tua benedizione ] sarà dalla rugiada del cielo e dalla fertilità della terra? ( Gen 27,28.39 )

Come è stato benedetto il minore, così è stato benedetto il maggiore.

Ma al maggiore fu aggiunto: E sarai il servo di tuo fratello.

E questo mentre cercherai di scrollare il suo giogo dal tuo collo. ( Gen 27,40 )

Quanti sono coloro che scrollarono il giogo dal proprio collo e divennero fratelli nostri?

Fate caso a quanti giudei credettero.

Anche ora, se trovi un qualche giudeo e gli annunzi il Signore Gesù Cristo e lui crede, non scrolla il giogo dal suo collo?

E quanti fecero questo nei primi tempi della fede?

A migliaia. ( At 4,4 )

Senza dubbio coloro che allora credettero, come leggiamo, da servi divennero fratelli e coeredi. ( Rm 8,17 )

6 - Giacobbe lotta con l'angelo e viene benedetto

La Chiesa nel dire: Fammi giustizia, Dio, e dividi la mia causa dalla gente empia, ( Sal 43,1 ) non si vuol distinguere da Esaù, dal quale è già separata; ma dai cattivi cristiani.

Avete sentito come Giacobbe, nel quale è raffigurato il popolo cristiano, lottò con il Signore.

Il Signore infatti gli apparve, o meglio un angelo che rappresentava Dio, e Giacobbe lottò con lui e lo voleva trattenere e afferrare. ( Gen 32,24-30 )

Lottava Giacobbe, prevalse e lo afferrò.

Dopo averlo afferrato non lo lasciò se non dopo essere stato benedetto.

Il Signore mi conceda, fratelli, di spiegare un tanto mistero.

Lotta, prevale e vuole essere benedetto da colui su cui ha prevalso.

Che significa che lottava e lo voleva avvincere?

Disse il Signore nel Vangelo: Il regno dei cieli richiede violenza e coloro che fanno violenza lo rapiscono. ( Mt 11,12 )

Questo significa quanto poco sopra dicevamo: lotta per possedere Cristo, per amare il nemico.

Possiedi infatti Cristo se amerai il nemico.

E che cosa disse lo stesso Signore, cioè l'angelo che rappresentava il Signore, quando Giacobbe prevalse e lo trattenne?

Colpì l'articolazione del suo femore che si slogò ( Gen 32,25 ) e Giacobbe cominciò a zoppicare. ( Gen 32,31 )

Dice l'angelo: Lasciami andare perché l'aurora è spuntata. ( Gen 32,26 )

E Giacobbe: Non ti lascerò andare se prima non mi avrai benedetto. ( Gen 32,26 )

E lo benedisse. In che modo? Cambiandogli il nome: Non ti chiamerai Giacobbe, ma Israele.

Poiché hai prevalso su Dio, prevarrai anche sugli uomini. ( Gen 32,28 )

Questa è la benedizione.

Vedete che lo stesso uomo per una parte è colpito e si sloga, per un'altra parte viene benedetto.

Lo stesso unico uomo da una parte si sloga e zoppica, dall'altra viene benedetto perché abbia vigore.

7 - Riconoscere Cristo come Dio

Che cosa significa - lo diciamo per quanto il Signore ci ispira, senza prevenzione per un'intelligenza migliore - che cosa significa: Ecco, già sorge l'aurora, lasciami andare? ( Gen 32,26 )

È la stessa cosa che il Signore dopo la sua passione dice alla donna, che voleva toccargli i piedi: Non toccarmi, non sono ancora asceso al Padre. ( Gv 20,17 )

Che significa questa frase? Anche quando venne letto questo passo parlai alquanto del perché avesse detto: Non toccarmi, non sono ancora asceso al Padre.

Perché? Nessuno lo toccò fisicamente, finché non ascese al Padre?

Ancora era qui in terra quando il discepolo incredulo palpò le sue cicatrici. ( Gv 20,28 )

In che senso perciò non voleva essere toccato, se non che queste parole sono state dette in modo figurato?

Quella donna era la Chiesa.

E questo significa, Non toccarmi: non toccarmi materialmente ma [ toccami ] in quanto sono uguale al Padre.

Finché non mi riconoscete uguale al Padre, non toccarmi, perché tocchi non me, ma la mia carne. ( Gv 20,17 )

Dice Paolo dall'alto della sua esperienza spirituale: Se anche abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più.

E: Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono state fatte di nuove; e tutte vengono da Dio. ( 2 Cor 5,16-18 )

Che significa: Anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più?

Che quando lo conoscevamo nella sua carne, credevamo che fosse soltanto un uomo.

Ma dopo che la sua grazia ci ha illuminato, abbiamo riconosciuto in lui il Verbo uguale al Padre.

Giacobbe lo teneva avvinto e lottava, come se volesse stringerlo sotto l'apparenza corporea.

L'altro gli diceva: Lasciami andare nel mio aspetto corporeo perché ormai è mattino e tu devi essere spiritualmente illuminato, cioè: Non mi ritenere un uomo.

Lasciami andare, perché ormai è mattino. ( Gen 32,26 )

"Mattino", l'abbiamo inteso come luce della verità e della sapienza, per la quale sono state create tutte le cose. ( Gv 1,3 )

La godrai quando sarà passata questa notte, cioè l'iniquità di questo mondo.

Si farà mattino quando verrà il Signore, affinché venga veduto da noi allo stesso modo che lo vedono gli angeli.

Perché ora vediamo in figura come in uno specchio, allora invece lo vedremo faccia a faccia. ( 1 Cor 13,12 )

Teniamo perciò bene in mente, fratelli, la frase: Lasciami andare.

È ormai mattino. Ma l'altro che cosa rispose? Non ti lascerò andare finché non mi avrai benedetto. ( Gen 32,26 )

Perché anzitutto il Signore ci benedice attraverso la sua carne.

Sanno i fedeli che cosa ricevono, perché vengono benedetti attraverso la carne.

E sanno che non sarebbero benedetti se quella carne crocifissa non fosse stata data per la vita del mondo.

Perché viene benedetto? Perché prevalse su Dio, perché tenne forte e perseverò e non si lasciò sfuggire dalle mani quello che invece si lasciò sfuggire Adamo.

Teniamo dunque bene stretto, fedeli, ciò che abbiamo ricevuto, per meritare di essere benedetti.

8 - La Chiesa composta di buoni e cattivi

La parte lesa di Giacobbe rappresenta i cattivi cristiani, perché nello stesso Giacobbe ci sia e la benedizione e lo zoppicare.

È benedetto per parte di quelli che vivono bene; è claudicante per parte di quelli che vivono male.

Ancora in un unico uomo sono presenti ambedue.

In seguito ci sarà la distinzione e la separazione.

È ciò che desidera la Chiesa dicendo nel salmo: Fammi giustizia, Dio, e separa la mia causa dalla gente empia. ( Sal 43,1 )

Proprio così, perché dice il Vangelo: Se ti scandalizza il tuo piede, taglialo e gettalo lontano da te.

È meglio per te entrare con un piede solo nel regno di Dio, che con due piedi andare nel fuoco eterno. ( Mt 18,8 )

Questi cattivi dovranno essere separati alla fine. Ora la Chiesa zoppica.

Poggia solidamente su un solo piede, l'altro è invalido.

Osservate i pagani, fratelli.

Incontrano per caso dei cristiani convinti, che servono Dio: li ammirano, li seguono e si convertono.

Altre volte invece guardano quelli che si comportano male e dicono: Ecco i cristiani!

Ma quelli che si comportano male appartengono all'articolazione colpita del femore di Giacobbe, e inaridiscono.

Il tocco del Signore è la mano del Signore che corregge e vivifica.

Per una parte perciò viene benedetto e per una parte inaridisce.

Il Signore fa vedere nella Chiesa coloro che si comportano malamente, perché è la dimostrazione di quanto fu scritto nel Vangelo, che crescendo il grano apparve anche la zizzania, ( Mt 13,26 ) perché quando gli uomini cominciano a progredire, è allora che cominciano ad accorgersi dei cattivi.

Queste cose a voi sono note, il dono di Dio fa sì che vengano conosciute.

Ma ora occorre sopportare la zizzania sino al termine adatto per la mietitura perché, sradicando ora la zizzania, non si sradichi insieme anche il grano. ( Mt 13,29 )

Verrà il tempo in cui sarà esaudita la Chiesa che ripete: Fammi giustizia, Dio, e separa la mia causa dalla gente empia; ( Sal 43,1 ) quando il Signore verrà nella sua gloria con i suoi angeli santi e saranno riunite davanti a lui tutte le genti e le separerà come il pastore separa le pecore dai capri e i giusti saranno posti alla destra, i capri invece alla sinistra. ( Mt 25,31-34 )

E si dirà ai primi: Venite benedetti del Padre mio, ricevete il regno; ai secondi invece: Andate nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e i suoi angeli. ( Mt 25,41 )

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