Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se un angelo possa muovere la volontà dell'altro

Infra, q. 111, a. 2; I-II, q. 9, a. 6; C. G., III, c. 88; De Verit., q. 22, a. 9; De Malo, q. 3, a. 3

Pare che un angelo possa muovere la volontà dell'altro.

Infatti:

1. Secondo le parole di Dionigi sopra riportate [ a. 1, s.c. ], come un angelo illumina l'altro, così lo purifica e lo perfeziona.

Ma la purificazione e il perfezionamento riguardano indubbiamente la volontà: la purificazione infatti riguarda le macchie della colpa, che si trovano nella volontà, e il perfezionamento il conseguimento del fine, che è oggetto della volontà.

Quindi un angelo può muovere la volontà dell'altro.

2. « I nomi degli angeli », scrive Dionigi [ De cael. hier. 7,1 ], « designano le loro proprietà ».

Ma i Serafini sono così chiamati perché infiammano o riscaldano: e ciò avviene per mezzo dell'amore, che appartiene alla volontà.

Quindi un angelo può muovere la volontà dell'altro.

3. Secondo il Filosofo [ De anima 3,11 ], l'appetito superiore muove l'appetito inferiore.

Ma come è superiore l'intelletto dell'angelo superiore, così lo è anche il suo appetito.

Quindi l'angelo superiore deve poter muovere la volontà dell'altro.

In contrario:

Muovere la volontà appartiene a colui che può giustificare, la giustizia non essendo altro che la rettitudine della volontà.

Ma è Dio solo che può giustificare.

Quindi un angelo non può muovere la volontà dell'altro.

Dimostrazione:

Come si è già spiegato [ q. 105, a. 4 ], la volontà può essere mossa in due modi: primo, dalla parte dell'oggetto; secondo, dalla parte della potenza stessa.

Dalla parte dell'oggetto muove la volontà sia il bene che è l'oggetto della volontà - allo stesso modo in cui l'appetibile muove l'appetito -, sia colui che presenta l'oggetto - come chi dimostra, p. es., che una cosa è buona -.

Ora, secondo quanto si è detto precedentemente [ q. 105, a. 4 ], gli altri beni inclinano in qualche modo la volontà, ma soltanto il bene universale che è Dio muove la volontà in maniera efficace.

E Dio soltanto mostra questo bene nella visione beatifica: infatti alla richiesta di Mosè [ Es 33,18s ]: « Mostrami la tua gloria », Dio rispose: « Io ti mostrerò ogni bene ».

Quindi l'angelo non muove irresistibilmente la volontà, né come oggetto, né come presentatore dell'oggetto.

Può tuttavia dare un'inclinazione alla volontà, sia quale oggetto amabile, sia presentando alcuni beni creati ordinati alla bontà di Dio.

E così egli può inclinare all'amore di una creatura o di Dio, come uno che consiglia.

Invece dalla parte della potenza stessa la volontà può essere mossa solo da Dio.

L'atto della volontà, infatti, è un'inclinazione del soggetto volente verso l'oggetto voluto.

Ora, una tale inclinazione può subire un mutamento solo da parte di chi conferisce alla creatura la potenza volitiva: come l'inclinazione naturale può essere mutata solo dall'agente che conferisce la virtù a cui è annessa l'inclinazione naturale.

Ma solo Dio può conferire alla creatura la potenza di volere, essendo egli solo l'autore della natura intellettiva.

Non è quindi possibile che un angelo muova la volontà di un altro angelo.

Analisi delle obiezioni:

1. La purificazione e il perfezionamento vanno presi come effetti dell'illuminazione.

Dal momento quindi che Dio illumina influendo direttamente sull'intelletto e sulla volontà, purifica anche dai difetti dell'intelletto e della volontà, e perfeziona in rapporto al fine dell'intelletto e della volontà.

L'illuminazione dell'angelo invece si riferisce al solo intelletto, come si è visto [ a. 1 ].

Quindi anche il suo purificare va riferito solo al difetto dell'intelletto, che è la nescienza, e il suo perfezionare solo al fine dell'intelletto, che è la verità conosciuta.

E questo vuol dire Dionigi quando scrive [ De eccl. hier. 6,6 ]: « Nella gerarchia celeste la purificazione si compie nelle essenze subalterne a guisa di un'illuminazione su cose ignorate, che le conduce a una scienza più perfetta ».

Come se dicessimo che la vista corporea è purificata in quanto sono rimosse le tenebre, è illuminata in quanto è investita dalla luce, è perfezionata in quanto è portata alla conoscenza dell'oggetto colorato.

2. Si è già detto [ nel corpo ] che un angelo può indurre l'altro all'amore di Dio come uno che consiglia.

3. Il Filosofo parla dell'appetito inferiore sensitivo, il quale può subire l'influsso di quello superiore, cioè dell'intellettivo, sia in quanto appartiene alla medesima natura dell'anima, sia perché è la facoltà di un organo corporeo.

Il che non si verifica negli angeli.

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